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Autore: Reine_De Poiters    11/01/2015    4 recensioni
“Si era buttato in una missione suicida, che lo aveva visto tornare vivo solo per fortuna, semplicemente per un futile desiderio di rivalsa verso un padre che, nonostante tutto, non lo avrebbe mai guardato con occhi diversi, poiché annebbiati dalla follia e dalla perenne ombra di suo fratello Boromir.”
Faramir/Eowyn. Faramir centric.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eowyn, Faramir
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The world I see beyond your pretty eyes, make me want to stay.
 And who can heal those tiny broken heart?



 
 
 
 
 
Si sentiva impotente, patetico, mentre continuava ad osservare l’oriente col cuore pesante. Non fosse stato un superbo incosciente sarebbe stato anche lui lì, a viaggiare con gli altri Capitani verso la fine del mondo. Si era buttato in una missione suicida, che lo aveva visto tornare vivo solo per fortuna, semplicemente per un futile desiderio di rivalsa verso un padre che, nonostante tutto, non lo avrebbe mai guardato con occhi diversi, poiché annebbiati dalla follia e dalla perenne ombra di suo fratello Boromir.

Faramir continuò a vagare senza meta nei giardini della Casa di Guarigione, né gloria né onore per lui che non si era distinto in battaglia ed aveva portato i suoi verso la morte. Il tiepido sole scaldava beffardo tutta la città, non curante dell’infausto destino di quella terra. Non c’erano né pace e né dolore in quei giorni passati lì, in gabbia, nella più totale frustrazione e solitudine. Era solo, lo era sempre stato, nonostante l’amore di sua madre e di suo fratello, l’odio del padre e l’ombra della gloria di Boromir avevano sovrastato tutto.

«Mio sire Faramir», l’uomo sentitosi chiamare si voltò, «questa è Dama Eowyn di Rohan che cavalcò insieme al re e fu gravemente ferita, ed ora è affidata alle mie cure. Ma ella non è contenta e desidera parlare con voi.» ma non stette più a sentire il Custode quando incrociò gli occhi della giovane Dama Bianca di Rohan. Erano fieri,orgogliosi,spavaldi, ma allo stesso tempo irrequieti, tristi, disperati. Gli parve che la tristezza e la bellezza di Eowyn gli trafiggessero il cuore.«Cosa desiderate? Se è in mio potere, lo farò», le chiese. «Vorrei che ordinasse al custode di lasciarmi andare, desidero andare in guerra con mio fratello Eomer , o meglio ancora come Theoden il re». «È troppo tardi, signora, per raggiungere i Capitani, ma la morte in battaglia forse ci attende tutti, volenti o nolenti».

Si sentiva prigioniera anch’ella, prigioniera di quelle mura che a entrambi non permettevano di perire nella gloria della battaglia. Se, inizialmente, il desiderio di morte di Eowyn gli era sembrato un semplice capriccio dato dalla superbia, pian piano incominciò a comprendere quello che spingeva la giovane Dama a bestemmiare contro la vita. Erano la solitudine,il rifiuto,il dolore e la morte stessa che aveva incontrato la donna sul suo breve cammino. Per beve tempo la compatì, poi la comprese e desiderò risollevarla dall’infausto destino che lei stessa si era inflitta.

Continuò a guardarla per giorni, mentre parlavano, mentre camminavano o semplicemente godevano del silenzio, mai imbarazzante, che si insinuava perfido fra di loro. Pensò che si somigliassero nel profondo, per certi versi, almeno un po’. Ma Eowyn era migliore di lui, era leggiadria pura, era un bianco fiore del nord che resisteva alle notti di gelo e faceva mostra di se nei giorni infuocati, era tutto ciò che di bello c’era al mondo. La guardava, appoggiati al fusto di un albero, parlare del tutto e del niente, osservava le sue pallide mani gesticolare veloci mentre narrava di eroi e la sua fronte aggrottarsi durante le grandi imprese di re Theoden di Rohan e si beava delle reazioni della donna ad ogni sua risata, ad ogni suo sorriso. Sembrava più bella ogni giorno che passava, le guancie pallide avevano pian piano ripreso colore e gli occhi freddi si erano sciolti.

«Molto spesso da bambina ho sognato mitiche battaglie, eroi e cavalieri, mentre rincorrevo mio fratello Eomer nelle verdi valli del Mark», gli disse, «l’unico pericolo che mi sembrava potesse fermarmi era la prima pioggia primaverile. Erano belli quei tempi, ma poi mio fratello è cresciuto ed ha iniziato a seguire le orme di nostro cugino Theodred. Mi sentivo così sola, avrei voluto essere come loro, poter cavalcare e combattere come da bambini». «Non potete non dire che questo vostro sogno si sia avverato, dovete essere fiera di voi e delle vostre imprese Eowyn», le rispose Faramir osservandola di profilo, aveva lo sguardo perso verso l’orizzonte. «Sono rimasta comunque sola, signore», furono le ultime parole di Eowyn per quel giorno e a Faramir venne voglia di stringerla a sé, per non farla sentire più sola.
Avevano continuato a vedersi e Faramir, ogni giorno, rimaneva sempre più incantato dai modi e dalle parole della giovane rohirrim. Bella come i fiori che una volta crescevano nelle verdi pianure dell’Ithilien, il giovane Sovraintendente non poteva non bearsi della sua compagnia, un dono del fato in quel periodo di profondo dolore e solitudine.

La mattina del quinto giorno era fredda, il vento scompigliava i capelli scuri del Sovrintendente che osservava ansioso dalle mura l’oriente, mentre aspettava la Dama Bianca che di bianco vestita, con i capelli al vento, arrivò senza farsi attendere troppo. «Eowyn, coperta da così poche vesti vi ammalerete di nuovo e poi dovrò vedermela col Custode, che sembra avervi preso tanto a cuore», disse Faramir, accennando una lieve risata, mentre la osservava stringersi nelle spalle piccole. «Non ho mantelli o indumenti pesanti se non la mia armatura», gli rispose. «Non v’è problema, essere Sovrintendente di questa città dovrà pur servire a qualcosa.» Ci vollero solo pochi minuti e poi Faramir poté posare sulle gracili spalle di Eowyn un grande manto del colore della notte stellata. «Questo è ciò che si addice ad un fiore di splendida bellezza come voi, fu tessuto infatti per una Dama altrettanto bella, ma ora tenetelo voi», era bella e regale lì al suo fianco, preoccupata anch’ella per il destino che d’avanti a loro si mostrava. Se il mondo fosse finito in quel momento, poteva dire di aver un solo grande rimpianto.
«Eowyn, non vorrei che questo mondo finisse adesso e che perdessi così presto ciò che ho trovato ».
« Perdere ciò che hai trovato, sire?».
D’avanti all’oscurità che avanzava, prima di prenderla e stringerla a sé, la guardò negli occhi un’ultima volta e poi, chinandosi, le baciò la fronte. C’era un mondo dietro quei piccoli occhi di ghiaccio, spezzati dal dolore e tenuti insieme dall’orgoglio e lui voleva farne parte. «Eowyn,Eowyn, Bianca Dama di Rohan, in questa ora io non credo che alcuna oscurità possa durare! ».  La giovane dai biondi capelli poggiò il suo capo sull’ampio torace del Capitano e Faramir, per la prima volta dopo tanto, non si sentì più solo.

 
 
 
 
Angolo dell’autrice
Allooora, questa è la mia primissima fan fiction su questo fantastico fandom e sulla coppia che più ho amato in assoluto nei miei anni di fangirlaggio. La storia prende spunto dall’incontro tra Faramir e Eowyn nelle case di guarigione a Gondor, parte dei dialoghi fra i due sono rielaborazioni di quelli presenti nel libro.
Spero che la storia vi sia piaciuta e che vi abbia lasciato qual cosina, mi farebbe davvero piacere ricevere la vostra opinione, bella o brutta che sia. Ci vediamo alla prossima fic.



 
 
 
 
  
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