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Autore: Notteinfinita    11/01/2015    3 recensioni
Leggendo il titolo avrete pensato: “Ma questa non lo guarda mai il calendario?”
Lo guardo, tranquilli, solo che l'ispirazione è arrivata tardi e non ho avuto la possibilità di completare per tempo la FanFicition ma ormai che l'avevo scritta ci tenevo a pubblicarla.
*****
Dal testo:
Il rumore dei tacchi della donna echeggiò sul lucido pavimento di marmo del Ministero della Magia contrappuntato da quello dei mocassini dell'uomo al suo fianco.
Giunti davanti alla porta alla fine del corridoio, la donna bussò.
Ricevuto il consenso ad entrare i due varcarono la soglia.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Missione di Natale '
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Missione di Natale



Il rumore dei tacchi della donna echeggiò sul lucido pavimento di marmo del Ministero della Magia contrappuntato da quello dei mocassini dell'uomo al suo fianco.

Giunti davanti alla porta alla fine del corridoio, la donna bussò.

Ricevuto il consenso ad entrare i due varcarono la soglia.

«Granger, Malfoy, ben arrivati.» disse il Capo degli Auror facendo loro segno di accomodarsi.

I due lo salutarono con un cenno del capo, dalla sua espressione seria era facile capire che non voleva essere interrotto; quindi presero posto sulle due poltroncine poste di fronte alla scrivania.

«Mi dispiace disturbarvi proprio sotto Natale ma un nostro informatore ci ha dato una soffiata che non possiamo ignorare.» esordì. «Sapete bene con quanto impegno stiamo cercando di debellare il traffico di manufatti oscuri. Abbiamo saputo che la sera della vigilia ci sarà un incontro per la vendita di un carico di specchi maledetti.»

«Non si arrendono mai.» sibilò Draco a denti stretti.

«No, purtroppo.» ammise l'uomo con un sospiro. «L'appuntamento è all'interno di un ristorante babbano, i due si faranno passare per una coppietta.»

«Ingegnoso.» commentò ancora il biondo.

«Già, per questo ho deciso di mandare voi. La signorina Granger è un'esperta d' incantesimi non verbali ed il fatto che sia babbana di nascita le permette di muoversi con naturalezza in quel mondo; e lei Malfoy è un ottimo Legilimens, inoltre è specializzato nella lettura delle labbra perciò confidiamo che riuscirà ad individuarli senza problemi.»

«Chi altro ci affiancherà?» chiese Hermione, accavallando le gambe fasciate in dei pantaloni grigio perla e puntellandovi il gomito per sostenersi il mento con atteggiamento riflessivo.

«Nessuno.»

Le tre sillabe risuonarono nella stanza limpide e inequivocabili.

Hermione sgranò leggermente gli occhi ma si ricompose immediatamente mentre Draco le lanciava un'occhiata di sottecchi senza farsi notare.

«È gente esperta, scaltra, non possiamo rischiare.» spiegò. «Il locale dell'incontro è il tipico ristorante romantico, vedervi un gruppo a cena li avrebbe insospettiti.»

«Dovrete fingervi una coppia.»

Un lieve rossore colorì per un attimo le guance di Hermione che si mosse sulla poltrona a disagio.

Era cresciuta, maturata, aveva affrontato mille pericoli ma con certi argomenti si sentiva a disagio come un'adolescente.

Vedendo Draco tranquillo, però, s'impose di calmarsi.

«Vi abbiamo prenotato un tavolo per le venti a nome Malfoy; nel mondo babbano non è un nome conosciuto quindi non ci sarà bisogno di agire sotto falso nome.» spiegò. «Per i dettagli vi lascio liberi di decidere autonomamente. Appena li avrete individuati mi manderete un Patronus e noi vi manderemo i rinforzi.»

«Ricevuto.» risposero entrambi.

«Potete andare.» disse l'uomo, congedandoli.

«Verrò a prenderti alle diciannove e trenta, vedi di vestirti in maniera adeguata.» l'apostrofò Draco, appena furono usciti dall'ufficio.

Arrabbiata, Hermione puntò gli occhi nei suoi, pronta a ribattere ma quando vide lo sguardo divertito dell'altro capì che si era trattato solo di una battuta fatta per punzecchiarla.

«È una sfida?» chiese.

«Se lo fosse?»

«Peggio per te.» lo avvisò Hermione, entrando nell'ascensore e premendo il bottone del pian terreno.


«A domani sera.» lo salutò, uscendo dall'ascensore e avviandosi verso i camini.

«A domani.» bisbigliò a sua volta Draco, sorridendo divertito.

Sarebbe stata una serata interessante.


Arrivata a casa, Hermione si tolse la giacca e l'appoggiò sulla poltrona, scalciò le scarpe e si lasciò andare sul divano.

Avrebbe trascorso la vigilia di Natale con Draco Malfoy, assurdo!

Immediatamente il pensiero le andò alla serata che,invece, avrebbe dovuto trascorrere con i Weasley, i Potter ed i Granger, naturalmente.

Doveva avvisare tutti del cambio di programma.

Con una veloce chiamata avvertì i suoi che accettarono la cosa rassegnati, era dura essere i genitori della Salvatrice del Mondo Magico; mentre inviò un Patronus a casa Weasley ed un altro a casa Potter...non osava immaginare i loro commenti.

Era appena uscita dalla doccia quando avvertì un rumore provenire dal salotto. Affacciatasi vide Ginny alzarsi in piedi dopo essere uscita dal camino e ripulirsi dalla fuliggine con un Gratta e Netta.

«Cos'è questa storia che lavori la notte di Natale?» le chiese avvicinandosi con le mani sui fianchi in stile mamma Weasley.

«Il Capo mi ha affidato una missione, mi dispiace.» spiegò.

«Ma non può mandare nessun altro? Hai salvato il mondo magico, avrai diritto a qualche vantaggio!» piagnucolò, guardandola con occhi supplici e furbi al tempo stesso.

«Sai che non amo i favoritismi e comunque non può mandare nessun altro.» affermò la ragazza, vestendosi con un colpo di bacchetta e dirigendosi verso la cucina.

«Con chi lavorerai?» le chiese Ginny, appena l'ebbe raggiunta.

Per poco ad Hermione non sfuggì il bollitore di mano, non era la prima volta che andava in missione con Malfoy ma di solito avevano lavorato in gruppo, mai in coppia.

«Con Malfoy.» rispose, mettendo l'acqua sul fuoco per evitare di guardarla in faccia.

«E poi?»

«Solo con lui, dovremmo fingere di essere una coppia che festeggia la vigilia di Natale al ristorante.»

«Cosa? Sola con lui? Ma è pazzo?» esclamò Ginny, sconvolta.

«La guerra è finita da sette anni, siamo cresciuti, andrà tutto bene.» la rassicurò Hermione, cercando al contempo di convincere anche se stessa.

«Se lo dici tu...» concesse la rossa, dubbiosa. «Visto che dovreste cenare fuori cosa indosserai?»

«Non ho ancora deciso, penso qualcosa di pratico.»

«Scordatelo, devi essere splendida, sarebbe sospetto se ti presentassi con uno dei tuoi tailleur pantalone ad una cena romantica.»

«Forse hai ragione.»

«Ho ragione; quindi prendi le tazze e andiamo in camera tua a vedere cosa puoi mettere.» propose.

Rassegnata, Hermione fece come diceva la sua amica, in fondo almeno così non avrebbe dovuto sceglierlo da sola.

«Pensa a cosa metteresti per una vera cena romantica col tuo ragazzo.» le consigliò.

«Scordati però che mi metta a fare la sfilata.» l'avvisò Hermione, seguendo la rossa in camera da letto.

Tra un sorso di tè, una chiacchiera e un biscotto la decisione fu presto presa.

Accompagnata l'amica al camino le due si salutarono e, dopo l'ennesima raccomandazione, Ginny la lasciò sola.

Sedutasi sul divano, Hermione accese la televisione, aveva proprio bisogno di una serata di relax, in previsione della missione che l'attendeva l'indomani.



Rientrato al Manor, Draco salì nelle stanze della madre.

Dopo aver bussato, entrò e la salutò gentilmente con un bacio sulla guancia ed una carezza. Da quando Lucius era morto, cinque anni fa, il loro rapporto si era molto ammorbidito.

«Buonasera madre, trascorsa una bella giornata?»

«Si, grazie Draco.» rispose la donna, sorridendogli.

«Volevo avvisarti che domani non potrò partecipare alla cena di Natale, sono in missione.» le comunicò.

«Fai attenzione, figliolo!» esclamò, prendendogli una mano e portandosela al viso.

Quando Draco aveva deciso di diventare Auror non ne era stata per nulla felice; aveva temuto di perderlo la notte della grande battaglia di Hogwarts e non voleva più correre questo rischio ma aveva compreso la sua voglia di riabilitare il suo nome, di dimostrarsi diverso da quel padre a cui lo legava il medesimo sfregio sul braccio sinistro così si era rassegnata ad accettare la sua decisione per poi passare le sue giornate pregando che suo figlio tornasse a casa sano e salvo.

«Andrà tutto bene, non preoccuparti.» la rassicurò.

La madre gli sorrise, incoraggiante, anche se in realtà solo vederlo ritornare da lei avrebbe potuto rassicurarla davvero.

Dopo averla salutata, assicurandole che avrebbero cenato insieme, Draco si Smaterializzò nell'appartamento in cui abitava da quando aveva iniziato a lavorare come Auror, tre anni fa.

Era stata una decisione sofferta quella di lasciare il Manor ma troppe cose tremende vi erano accadute perché potesse abitarvi serenamente.

Aveva anche chiesto alla madre di trasferirsi con lui ma lei aveva risposto che, nonostante tutto, quella era la casa in cui aveva vissuto il suo amore con Lucius ed erano diventati una famiglia quindi non se la sentiva di abbandonarla.

Tolta la giacca e slacciata la cravatta Draco si accostò alla grande vetrata che costituiva una delle pareti del salotto e fissò lo sguardo sul panorama sottostante.

Quella vetrata era stato uno dei motivi che aveva spinto Draco a scegliere quell'attico, aveva una vista fantastica sulla Londra magica e, a differenza del Manor, era incredibilmente luminoso.

La scelta di un arredamento moderno, infine, aveva sancito il suo distacco definitivo da tutto ciò che lo legava al passato.

Avvicinatosi al mobile bar si versò un po' di vino elfico e, preso posto su una poltrona, iniziò a sorseggiarlo continuando ad ammirare la vista sottostante.

Sorrise al pensiero della missione che avrebbe dovuto affrontare il giorno dopo. Avrebbe dovuto fingersi il fidanzato della Granger, suo padre si sarebbe rivoltato nella tomba e la cosa doveva confessare che non gli dispiaceva affatto.

Era la sua occasione per dimostrare di essere cambiato.



Erano esattamente le diciannove e trenta quando il campanello di casa Granger suonò.

Hermione sospirò per l'agitazione, mise la bacchetta nella borsa e si avviò verso l'ingresso.

Aperto il portone si ritrovò a deglutire a vuoto di fronte allo spettacolo che le si parava davanti.

Draco andava sempre in giro in giacca e cravatta ma quella sera era davvero stupendo nel costoso abito scuro dal taglio sartoriale, appoggiato ad una fiammante auto sportiva e con un' altrettanto fiammante rosa tra le mani.

Ridacchiando tra se Hermione non poté fare a meno di pensare all'invidia che la presenza del biondo avrebbe scatenato nella sua vicina che, in mancanza di una sua vita sociale, passava le serate a spiare quella degli altri.

Persa nei suoi pensieri non si accorse di aver scatenato un'identica reazione nel suo collega.

Draco era abituato a mascherare i suoi sentimenti ma non aveva potuto fare a meno di strabuzzare gli occhi di fronte alla visione rappresentata da Hermione che usciva di casa.

Per la serata aveva scelto un semplice abito nero di pizzo con scollo totale e gonna a campana che le arrivava sopra il ginocchio.

Solo un coprispalle la riparava dal freddo mentre gli stiletti di vernice slanciavano magnificamente le gambe atletiche.

Dopo alcune prove aveva scelto di lasciare i capelli liberi di ricadere in ricci morbidi e vaporosi che le incorniciavano il viso.

«Visto che dobbiamo confonderci tra i babbani ho pensato fosse meglio se ci fossimo anche spostati come babbani.» disse, accennando all'auto.

«Con quella non passeremo inosservati, però.» commentò la riccia.

«Sono pur sempre un Malfoy, che si tratti di oggetti magici o babbani voglio sempre il meglio.» affermò, ammiccando.

Hermione scrollò la testa e rise, a volte i maschi maghi e babbani erano più simili di quel che si poteva pensare.

Richiuso il portone si avvicinò all'auto.

Draco le aprì lo sportello e le porse la rosa ammiccando con sguardo divertito.

«Mi piace fare le cose per bene.» disse, in risposta al suo sguardo interrogativo.

Messosi al volante, il biondo accese il motore e partì.

Non aveva detto nulla ma Hermione aveva dei dubbi circa le capacità alla guida del Serpeverde. Dopo pochi minuti, però, si dovette ricredere; non solo guidava bene ma sembrava piacergli.

Il locale non era molto lontano e in un quarto d'ora furono sul posto.

Parcheggiato, i due entrarono nel ristorante e presero posto al loro tavolo.

Diedero uno sguardo alla sala con circospezione nel tentativo d'individuare i loro obiettivi.

«Non mi sembra nessuno dei presenti.» sussurrò Draco, avvicinandosi all'orecchio di Hermione.

Lei fece cenno di si col capo, sorridendo, in fondo agli occhi degli altri dovevano apparire come una coppietta intenta ad una scena romantica.

«Se mi sorridi così comincerò a pensare che stai flirtando con me.»

«Stupido, lo facevo a beneficio della missione.» ribatté Hermione, non riuscendo a trattenere una linguaccia.

«Perfetto, così tutti crederanno che ti ho fatto una proposta osé e che tu ti sia imbarazzata.» sogghignò.

«Concentrati sulla missione.» lo redarguì Hermione.

«Mi sto concentrando sulla missione, difatti sto entrando nella parte.»

La risposta di Hermione fu bloccata dall'improvviso ingresso di una coppia che attirò la loro attenzione, non per qualcosa di particolare nell'abbigliamento o nelle movenze, quanto per il modo in cui scrutarono la sala.

Senza farsi notare li osservarono prendere posto ad un tavolo vicino al loro.

«Potrebbero essere loro.» suppose Hermione.

«Vediamo cosa fanno» propose Draco.

«Si ma scegliamo anche cosa ordinare, se facessimo tornare indietro il cameriere attireremmo l'attenzione.» suggerì lei.

Dandosi il cambio nell'osservarli diedero uno sguardo al menù ed ordinarono un secondo ed un dolce, nella speranza così di essere pronti ad andare via al momento giusto.

«Ti sembrano loro?» chiese Hermione, dopo un po'.

«Non saprei, finora hanno parlato del più e del meno, forse attendono l'arrivo della loro ordinazione per essere certi di non venire disturbati.»

La riccia annuì in segno di assenso.

Intanto arrivò il cameriere con le loro ordinazioni.

Erano giunti a metà delle loro portate senza che nulla degno di nota fosse successo quando Hermione decise di voltarsi per poterli guardare meglio.

«Aspetta!» esclamò Draco, afferrandogli la mano per fermarla. «Lei si sta alzando.»

Istintivamente Hermione fu tentata di sottrarre la mano ma ciò sarebbe apparso strano così, nonostante l'agitazione che il gesto le causava, la lasciò sotto la sua poggiata sul tavolo.

«Questo è sospetto.» le sussurrò.

«Cosa?» chiese Draco, non comprendendo.

«Il fatto che sia andata in bagno così presto. Questo locale non è d'elitè, è un piccolo locale quindi non ti fai chilometri per raggiungerlo, ci vieni solo se sei della zona e se sei della zona sarai andato in bagno pochi minuti fa...a meno che invece tu non sia qui per altri motivi e magari hai bisogno di contattare il tuo capo.»

«Acuta deduzione.» esclamò Draco, sorridendole e facendola imbarazzare.

L'attimo fu però interrotto dal cameriere che venne a portare via i piatti vuoti.

«Sta tornando.» le disse, poco dopo, portandosi la mano di lei alle labbra per nascondere il labiale, visto che in quel momento erano arrivati i loro dessert.

Hermione sentì un brivido attraversarla quando il fiato caldo del biondo le accarezzò la pelle e si trattenne a stento dal sussultare.

«Questo conferma la mia ipotesi.» affermò, cercando di mantenere ferma la voce. «Ha fatto troppo in fretta.»

«Riesci a capire cosa si stanno dicendo?» chiese dopo.

«Hanno intenzione di concludere l'affare, tra poco usciranno, meglio chiedere il conto.» disse Draco, alzando la mano per attirare l'attenzione del cameriere.

«Se usciamo così di fretta non li faremo insospettire?» domandò Hermione, dubbiosa.

«No, se gli facciamo credere che andiamo perché abbiamo fretta di continuare la serata altrove.» spiegò Draco, ammiccando.

Hermione sgranò gli occhi ma non osò protestare visto che gli avevano appena portato il conto.

Dopo aver pagato, il biondo la prese per mano tirandola in piedi.

Abbracciatala da dietro le schioccò un bacio sul collo sussurrandole che aveva voglia di stare solo con lei abbastanza forte da ispirare risolini complici negli altri avventori e rischiando di farle venire un infarto.

Senza alzare gli occhi, per evitare gli sguardi degli altri, prese la borsa e la rosa quindi lo seguì fuori dal locale.

«C'era bisogno di quella battutina allusiva?» lo rimproverò appena fuori dalla porta.

«Si, perché così ho reso chiaro il motivo per cui lasciavamo il ristorante.» spiegò Draco, serafico.

«Seguimi.» aggiunse subito dopo, prendendola per mano e avviandosi verso il piccolo parco situato di fronte al ristorante.

Nascosti dietro ad uno degli alberi attesero di vedere i due sospetti uscire dal locale.

Appena li videro avvicinarsi al parco si ritrassero nell'ombra.

«Se ci vedessero nascosti sarebbe troppo rischioso, meglio nascondersi in piena luce.»

«Che vuoi dire?» chiese Hermione, non comprendendo.

«Dammi corda.» rispose Draco, criptico.

Facendo come lui le diceva lo seguì fino alla fontana al centro del parco quindi si mise a fingere di osservare i rivoli semi-ghiacciati che lottavano per continuare a scorrere.

«Stanno arrivando. Visto che è la Vigilia di Natale che c'è di più naturale di una coppia che si scambia i regali?» disse Draco tirando fuori una scatolina dalla tasca della giacca.

Hermione non seppe cosa rispondere e si limitò a fissarlo, sorpresa.

«Ti riesce proprio bene lo sguardo stupito. Ora apri il regalo, io li tengo d'occhio.»

Confusa, scartò il pacchetto tirando fuori una catenina d'argento con un ciondolo a forma di stella alpina luccicante di brillantini che le strappò un'esclamazione ammirata.

Stava per fargli un complimento per la scelta quando, alzando gli occhi su di lui, lo vide con lo sguardo fisso sull'altra coppia e, ritornando in se, si disse che era meglio concentrarsi sulla missione.

«Mettimi la collana, così avrò una scusa per girarmi.» ordinò Hermione, secca.

Se si stupì del tono Draco non lo diede a vedere e fece come lei diceva.

«Stanno per concludere l'accordo con un Voto Infrangibile, è il momento di agire.» sussurrò Draco all'orecchio di Hermione finendo di chiuderle la catenina.

«Incarceramus!» urlarono insieme, bloccando i malviventi.

Trasferito il suo incantesimo a Draco, Hermione lanciò il suo Patronus. In pochi secondi, diversi “Pop!” li avvisarono dell'arrivo degli Auror che presero in consegna i due.

«Complimenti, siete stati bravi.» disse il Capo degli Auror, avvicinandoli. «Ora andate pure a godervi le feste, per il verbale possiamo aspettare dopo Natale.» aggiunse, congedandoli per poi Smaterializzarsi insieme agli altri.

«Aiutami a toglierla.» disse Hermione, in riferimento alla collana.

«Puoi tenerla, se vuoi.» rispose Draco.

«Ma è tua.» protestò la riccia.

«È una piccolezza.» minimizzò. «O forse Lenticchia s'ingelosirebbe?»

«Noi non stiamo più insieme.» precisò.

«Bene!» esclamò lui, senza riflettere.

«Come?» chiese Hermione, stupita.

«Cioè, insomma, penso che tu meriti di meglio.» spiegò Draco, arrossendo, a disagio.

Hermione si limitò a fissarlo, stupita.

«È meglio che vada. Buon Natale.» disse il biondo, deciso ad evitare ulteriori imbarazzi.

Intuendo che si stesse per Smaterializzare, Hermione si slanciò afferrandolo per una manica.

Materializzatasi, le ci volle un po' per capire di essere atterrata distesa su un corpo caldo.

Alzati gli occhi vide due iridi grigie che la fissavano.

«Perché mi hai seguito?» le chiese, nervosamente.

«Voglio una spiegazione.» rispose Hermione, alzandosi di dosso all'uomo. Nel farlo notò una foto sul comodino. Dapprima non la riconobbe, poi comprese.

Quella era la foto che avevano scattato al Dipartimento Auror il giorno in cui lei e i suoi colleghi avevano finito il corso ma tutti gli altri erano stati ritagliati lasciando solo Draco e lei.

Volse così lo sguardo su di lui, in attesa di una spiegazione.

«Va via.» le intimò, strappandole la foto dalle mani.

«Che significa? Voglio una spiegazione.»

«Maledizione vattene! Tornatene a festeggiare il Natale tra i babbani, non voglio la tua pietà!» sbraitò, spintonandola.

«Che stupida, ti avevo rivalutato, pensavo fossi cambiato invece sei il solito bambino spocchioso!» urlò lei di rimando, arrabbiandosi.

Quelle parole lo colpirono facendo sbollire la rabbia.

«Davvero hai cambiato idea su di me?» chiese improvvisamente serio.

«Si.» rispose Hermione, calmandosi a sua volta.

«Anch'io.» confessò lui, fissandola negli occhi.

«Anch'io cosa?»

«Anch'io ho cambiato idea su di te. Sei stata l'unica a trattarmi da essere umano quando siamo tornati ad Hogwarts.»

«Allora è solo perché mi stimi che tieni la mia foto sul comodino?» chiese, riprendendogliela.

«Non sei stupida, sai che non è così.» rispose lui, risistemando la foto sul comodino.

Hermione alzò il viso e puntò lo sguardo nuovamente su di lui.

Ciò che non aveva detto era impresso nel suo sguardo, sincero e aperto come non era mai stato.

Si mordicchiò le labbra, nervosa, inconsapevole dell'effetto che quel gesto aveva sul biondo.

Draco la fissò e capì che non avrebbe perso quell'occasione. Portò una mano dietro la sua nuca e l'attirò a sé.

Nel momento in cui le loro labbra s'incontrarono sentirono una scossa attraversarli ed Hermione sgranò per un attimo gli occhi, stupita per poi richiuderli e lasciarsi travolgere dalle sensazioni.

Se avessero aperto le tende si sarebbero accorti della prodigiosa nevicata di Natale che aveva iniziato ad imbiancare Londra ma la magia di ciò che stavano vivendo all'interno della stanza era un miracolo ben più grande...per notare il resto ci sarebbe stato tempo.






NDA: Trascorse bene le feste?

Spero di si.

Baci, Notteinfinita.






  
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