Note
dell’Autore: Questa storia può illustrare come un trauma
venga subito dalle persone.
Ovviamente
non tutti siamo uguali e di conseguenza abbiamo reazioni differenti.
Dedicata
a tutti gli amanti dei vampiri.
A
Gianna, la migliore madrina che questa ficcy potesse avere.
E
a quanti commenteranno.
...Petali di Sangue...
In
un piccolo appartamento al primo piano di un condominio, nel
quartiere di Oxford Street, nella periferia di Londra, la luce
soffusa del giorno penetra nella camera da letto dalle piccole
fessure della veneziana. Grandi occhi color dell'ambra si aprono
lentamente e altrettanto lentamente mettono a fuoco il soffitto della
stanza, mentre la mente inizia a pensare come ogni giorno alle
stranezze della sua esistenza...
“Non conosco il motivo per cui
odio il sangue...
Non so perché sono qui...
Ho vissuto da sola per 10 anni in
un orfanotrofio...
Ora che ho 18 anni, mi sono
allontanata e vivo per conto mio.
I miei genitori... non li
ricordo...
I miei parenti... nemmeno.
Non ricordo nulla dei miei primi 8
anni di vita.
L'unica cosa che so con certezza è
che odio quel colore scarlatto intenso, quell'odore che sa di sale e
ruggine: il sangue. È l'unica certezza che ho.
Lavorando in un locale, ho
guadagnato qualche spicciolo per tirare avanti; in seguito ho
affittato un piccolo appartamento, anche se è un po' grande
per me; così ho deciso di mettere un annuncio nella bacheca
della mia università, per trovare un coinquilino. Che sia uomo
o donna non ha importanza, basta che paghi.”
Contemporaneamente
in un altro punto di Londra, un ragazzo nasconde i suoi occhi alla
luce del sole con un paio di occhiali neri e vaga per le strade della
città, alla ricerca di qualcosa... qualcosa che lo faccia
stare bene.
“Vivo da 127 anni, forse di
più... chi può dirlo con certezza!
Francamente ho perso il conto
degli anni.
Agli occhi della gente appaio come
un giovane di 19 anni, bello ed affascinante.
Ai miei occhi, invece, tutto
appare immutato e palese... Gia! Vivere a lungo ha i suoi difetti!
Camminando per le strade di questa
città, non posso fare altro che pensare al passato: la gente
era ed è stupida come una volta, non fa altro che farsi del
male. E che diamine! Non posso nemmeno nutrirmi come si deve!
Arrivo sempre tardi e la mia preda
è ormai morta e il sangue di un morto non mi fa certo bene.
A me serve linfa viva che plachi
la mia sete... spesso mi chiedo ''Perché attendo che la gente
si uccida per mangiare?'' forse perché voglio mantenere il mio
segreto.
Scruto ogni angolo in attesa di
''qualcosa'' e la mia attenzione viene catturata da un annuncio:
''Cercasi coinquilino/a con cui dividere le spese dell'appartamento.
Per ulteriori informazioni venire al numero 10 di Oxford Street,
chiedendo di Kaely... Affitto di 560£''
Uhm... non è alto! Beh
perché no... posso farmi uno spuntino se mi va, ma devo stare
attento a non ucciderla, sennò verrebbero subito da me!
Sono davvero in pochi, gli esseri
umani che sanno dell'esistenza di noi vampiri.”
Passano
le ore e la luminosità del sole si affievolisce a poco a poco,
per dar spazio a dense nubi cariche di pioggia e nell'appartamento di
Kaely, finalmente regnano il silenzio e la tranquillità,
perchè in molti sono venuti a farle visita, per l'annuncio da
lei affisso.
“Un candidato, due candidati,
tre candidati, quattro candidati per essere mio coinquilino, ma
nessuno che m'ispiri fiducia. In totale sono venuti a chiedermi
informazioni tre uomini e una donna, ma nessuno di loro, aveva
un'aria rassicurante...
''Sarebbe stato meglio, non
mettere quell'annuncio! Mi sarei arrangiata da sola in qualche
modo...'' penso mentre mi godo alcuni attimi di pace.
Finalmente un po' di tranquillità!
No, come non detto... il campanello suona per l'ennesima volta: un
altro babbeo o babbea che vorrà chiedermi dell'appartamento.
Mi alzo dal mio comodo divano in
pelle e mi dirigo verso la porta, la apro e vedo un ragazzo: avrà
su per giù la mia età, forse di più, non so
dirlo con precisione. Ha la pelle
bianca come l'avorio; un fisico statuario di quelli che si vedono una
volta ogni non so quanti anni; capelli color nocciola, che a
guardarli sembrano così morbidi e ha degli occhi verdi
stupendi, che rendono il suo viso estremamente dolce.
Mi guarda con un sorriso mellifluo
e dice: ''Sono venuto per l'annuncio, posso parlarti?''
La sua voce così bassa e
sensuale, mi spiazza completamente e poi timidamente rispondo:
''Ce... Certo entra pure...'' ”
“Quando la porta sia è
aperta, per poco non mi sono preso un infarto! Ha degli occhi ambrati
stupendi, un viso così dolce, immagino con una pelle liscia
come una pesca; una fluente chioma color dell'oro ondulata come le onde
del mare che ha un gradevolissimo profumo di fragola. Non è
molto alta, beh... rispetto a me, sembra una nana, ma è carina
proprio per quello.
Mi fa accomodare sul morbido
divano in pelle del suo salotto, si siede di fronte a me accavallando
le gambe... francamente sto sperando in un si... è davvero un
bocconcino prelibato... ”
-Che cosa ti ha spinto qui?-
chiede lei
-Ho letto il tuo annuncio sulla
bacheca dell'università e sarei interessato, dato che non ho
un alloggio.- spiega il ragazzo
-Uhm, uhm... il tuo nome?-
-Mi chiamo... Johel Norton-
-Bene Johel, mi chiamo Kaely-
-Kaely...-
-Kaely e basta, non conosco il mio
cognome!-
-Sei orfana?-
-No... o per meglio dire non lo
so.-
-Come sarebbe a dire non lo so?-
-Non ricordo nulla dei miei primi
8 anni di vita. So solo che ho vissuto in orfanotrofio fino a poco
tempo fa. Nulla di più!-
-Capisco si tratta di amnesia...-
-Può darsi... l'unica cosa
che so con certezza è che odio il sangue...-
Johel deglutisce poi domanda -E
perché mai?-
-Non lo so... quando lo vedo o ne
sento l'odore, inizio a tremare e poi avverto un fortissimo mal di
testa...-
-Vivi da sola?-
-In teoria si, in pratica no!-
-Come scusa?-
-In teoria si vivo sola, ma non è
del tutto esatto perché c'è Milly con me.-
-Milly?-
-Si, è una gattina siamese
che ho trovato pochi giorni fa... quindi cerco anche persone che non
siano allergiche agli animali.-
-Io non sono allergico a nulla!-
-Bene... hai particolari
esigenze?-
-No, nessuna...-
-Fidanzato?-
-No... attualmente single. Tu?-
-Ho appena ricevuto un due di
picche!-
-Mi dispiace...-
-Non preoccuparti... non so perché
mi metto a parlare di certe cose con te!- dichiara la ragazza
iniziando a ridere
-Forse perché t'ispiro
fiducia?!?-
-Può darsi...-
Il ragazzo sorride benevolo,
sembra essersi conquistato la sua simpatia e di conseguenza, il si
che aspetta.
-D'accordo! Vieni pure anche
domani!-
-Bene... ciao Kaely!-
La
giovane accompagna Johel alla porta, lo saluta e si accomoda di nuovo
in casa. Milly che fino a quel momento era rimasta nascosta sotto la
poltrona, perché a differenza della padrona, ha avvertito
qualcosa di strano, si avvicina a lei strusciandosi tra le sue gambe.
-Visto
Milly, da domani avremo un buon ''compagno'' con cui vivere.- dice
lei accarezzando la gatta affettuosamente.
Ma
l'animale avendo un sesto senso sviluppato, cerca in tutti i modi di
mettere in guardia la giovane su Johel.
-Buona
cucciolotta! Non fare così, sono sicura che è un bravo
ragazzo!-
Nel
frattempo, il vampiro cammina per le vie, scrutando ogni angolo con
la sua vista acutissima e ascolta tutto con estrema attenzione, fin
quando... ecco il momento propizio, un omicidio. Con scatto felino,
si fionda sul corpo del povero malcapitato succhiandone il sangue e
placando così la sua sete, ma si ferma in tempo, prima che
spiri.
“Uhm...
non è molto dolce... ma sono sicuro che il sangue di quella
ragazza lo è davvero. Visto che mi ha accolto potrò
mangiare un po' tutti i giorni, ma devo stare attento al gatto. Lui,
come tutti gli animali, ha un sesto senso sviluppato, ma sono sicuro
che riuscirò a far qualcosa.”
“Credo che si tratti di un bravo ragazzo, una persona di cui posso fidarmi, ma sono convinta che Milly sia gelosa... quando è andato via, gli ha soffiato. Mi sa tanto che non gli piace, ma a me si! No, non sono innamorata, sono reduce da un tremendo due di picche, quindi non ci penso proprio a ricaderci subito. Voglio provare a fidarmi della gente ancora una volta...” pensa Kaely
Il
mattino del giorno seguente, accompagnato da una pioggia torrenziale,
arriva molto presto; quasi come se qualcuno avesse in mano un
orologio per cambiarne l'ora. Kaely si alza di buon ora. Riordina la
casa, fa il bucato, va a far la spesa riempiendo così il
frigorifero e la credenza, sistema i letti ed infine passa alla
cuccia della gatta. Se nonché, ecco suonare il campanello.
Quell'insopportabile trillo induce Kaely ad abbandonare la cuccia di
Milly, per rispondere al citofono...
-Si
chi è?- domanda lei alzando il ricevitore
-Sono
Johel!- risponde il giovane dell'altra parte.
La
ragazza preme il tasto sull'apparecchio per aprire la porta,
consentendo al suo coinquilino di entrare. Subito Kaely si dirige
verso l'entrata per accogliere Johel. Lo vede e gli sorride.
-Ciao!-
esclama Johel vedendola
-Ciao!
Posso aiutarti?- domanda Kaely contraccambiando il saluto.
-Volentieri!-
“Ha
con se solo due valigie, sembrano delle ventiquattr'ore, non sono
molto grandi. Chissà che ci avrà messo?! Ah, non
importa!” pensa la fanciulla scrutandolo.
-Dormiremo
nella stessa stanza?- chiede Johel con un velo di perplessità
-Si!-
conferma Kaely
-Non
hai paura che ti salti addosso?-
-Milly
è un'ottima guardia del corpo!-
-Ho
capito!-
-Sistema
pure le tue cose in quell'armadio!-
-Ok...-
La ragazza lo aiuta a disfare le valigie, rendendosi conto che Johel è come lei: una persona estremamente semplice e non sofisticata come le è apparsa. Solo oggetti della massima necessità ma anch'essi molto funzionali e pratici. Ciò induce la ragazza a considerarlo genuino. Un giovane che non segue molto le mode, che non si fa condizionare della massa, come il resto del mondo.
§§§ Diversi mesi più tardi... §§§
Kaely
è all'università, ma non fa altro che guardare fuori
dalla finestra la pioggia incessante che cade e pensare al fatto che
non ha preso l'ombrello perchè ultimamente ha proprio la testa
tra le nuvole. Non fa altro che pensare a Johel e ai suoi insoliti
atteggiamenti. Poi terminata la lezione, guarda il cielo, iniziando a
camminare sotto la pioggia battente, vagando con la mente...
“Viviamo
insieme da mesi! Abbiam trascorso insieme tanto tempo, ma per me,
Johel rimane un vero mistero. È così riservato... non
parla mai di se e del suo passato. Se glielo chiedo, cambia
espressione, come se non volesse ricordare e poi per non rispondere,
cambia discorso. Tra le altre cose, s'interessa ai casi di omicidio
in maniera così morbosa, quasi maniacale. Chissà
perchè?!?
Inoltre
mi sono accorta anche dei suoi strani atteggiamenti: a volte è
aggressivo... irrazionale... sembra che il suo buon senso si azzeri.
Se lo guardo, noto che i suoi occhi sono diversi, hanno una luce
rossa così intensa, che li vela. Sembrano quelli di una belva
in forma umana. Per principio non riesco a guardarlo negli occhi...
mi ricorda troppo il sangue. E poi... quando è in questo
stato, la sua pelle è bianchissima e fredda! Qualcuno potrebbe
scambiarlo per un morto vivente, per una persona appena uscita da un
blocco di ghiaccio. Per me invece è un cucciolo abbandonato e
ferito, alla ricerca di calore.
Altre
volte invece... è così gentile, amichevole e
disponibile. È estremamente dolce... sembra veramente che
abbia due personalità... quand'è così... il
colorito della sua pelle è rosea e calda, mentre i suoi occhi
sono languidi, quasi come un bambino! È troppo tenero!
Se
non fossi sicura che lui è un essere umano come me, inizierei
a spaventarmi...”
In
quello stesso momento, Johel è sdraiato sul morbido divano in
pelle. Suda in maniera incontrollata e ha il respiro affannato. Si
tiene una mano sulla fronte per impedire alla luce di arrivare ai
suoi occhi. Mentre pensa all'ironia del destino...
“Viviamo
insieme da mesi! Tanto tempo è trascorso ma non son riuscito a
combinare un bel niente! Ogni volta che cerco d'avvicinarmi a lei per
morderla, ma quel gattaccio della malora si fa notare iniziando a
soffiare e io rimango a bocca asciutta! Il solito cibo di cui si
nutrono gli uomini non mi soddisfa. Sono ormai tre settimane che non
mangio. L'ultimo spuntino era un certo Shon; l'ha ucciso sua moglie
perchè la tradiva! Devo dire però che aveva un
saporaccio, ma in mancanza d'altro mi accontento.
Accidenti!
Ultimamente sto perdendo la mia razionalità. Da quel Shon ho
succhiato così poco sangue che la fame è tornata quasi
subito. Solitamente le risse, gli incidenti, gli omicidi sono
all'ordine del giorno, ma di recente la malavita, i violenti e gli
stupidi non lavorano affatto! Cos'è? Son andati in ferie?!?
Piano
piano sto perdendo la ragione... avere del cibo a portata di mano e
non poterlo mangiare mi affligge! Ogni volta che la guardo... che
vedo la sua pelle rosea... che avverto il profumo del suo sangue
dolce, ho un'irrefrenabile istinto di mordere... ma non voglio
farlo... non posso più farlo!
Il
silenzio s'infrange... sento il rumore delle chiavi che girano nella
toppa, Kaely è tornata dell'università e quella gatta
sta già iniziando a soffiare. Poi eccola arrivare in
soggiorno. È fradicia perchè fuori piove, e lei, da
brava sbadata ha dimenticato l'ombrello. Mi chiede ''Se mi spoglio
davanti a te, non ti scandalizzi vero!?'' Ovviamente no! Si toglie
quella buffa maglia col cagnolino, rimanendo in canotta. La sua pelle
è bagnata e il profumo che sento... è ancor più
invitante degli altri giorni. Non resisto più! Voglio
mangiare! Mi da le spalle, ma il gatto come di consueto mi soffia
contro acutizzando la sua voce. E poi... ”
Accade
tutto in un attimo: un movimento rapido, quasi fulmineo, per poi
fiondarsi sulla preda con una violenza inaudita. I canini affondano
nella carne, per lasciar spazio ad un verso agghiacciante. Grandi
occhi color dell'ambra si spalancano dal terrore. Un forte tremore,
una sensazione d'impotenza e un tonfo a terra.
“Che
sta succedendo? Johel... che cosa sta facendo? Da... da... dal corpo
di Milly e... esce tanto sangue! Mi sento male... la testa mi fa
male... sembra una bomba pronta ad esplodere. Ho... ho come la
sensazione di... di aver già vissuto tutto questo... non
capisco. Un impulso di dolore più forte alla testa... chiudo
ermeticamente gli occhi per non vedere oltre, per non provare
ulteriore dolore e invece è tutto l'esatto opposto! Ho la
testa che potrebbe scoppiare da un momento all'altro. Ho come la
sensazione di aver già vissuto una situazione simile... tutto
quel sangue, quell'espressione... è tutto così
famigliare. Tutto è così strano... Quando riapro gli
occhi, non sono nel mio appartamento, ma sono in una stanza che non
ho mai visto... è piccola ma accogliente: ci sono tendine
azzurre e rosa a fru fru alle finestre, pupazzi di peluche ovunque,
mobili in legno di faggio e un letto a baldacchino in stile
settecentesco con le coperte, le lenzuola e le federe in coordinato
con le tende. Mi volto varie volte in diverse direzioni e noto un
mobile con uno specchio... mi avvicino e ne guardo l'immagine
riflessa: c'è una bambina. Avrà su per giù otto
anni e mi somiglia molto: gli stessi occhi e gli stessi capelli.
Non
capisco bene quello che sta succedendo, io vedo attraverso i suoi
occhi, apro la porta accanto al mobiletto con lo specchio... c'è
buio, l'unico barlume proviene dal piano di sotto... sento un
chiacchiericcio confuso che proviene da lì. La curiosità
è tanta! Scendo le scale arrivando nel corridoio, per poi
dirigermi ulteriormente verso la luce... trovo una porta semiaperta e
la apro. Ciò che vedo mi spiazza completamente e mi
terrorizza: il corpo di un uomo a terra, lo sguardo rivolto al cielo
e dal suo collo sgorga tanto sangue che lo sporca e sporca anche il
pavimento; accanto al corpo di lui, una donna viene bloccata alle
spalle da un ragazzo dai capelli color nocciola, che affonda i suoi
canini nel suo collo. Altro sangue che sgorga, grida di dolore e poi
quest'ultima viene lasciata cadere con poca grazia. Con le
ultime forze si volta verso di me, dicendo ''Scappa... Kaely
mettiti... mettiti in salvo...''. Mi ha chiamato per nome... che
significa? Quel ragazzo... non lo vedo più. Mi guardo attorno
ma non lo vedo, e poi, apparendo dal nulla si s'inginocchia in stile
cavalleresco di fronte a me... si lecca le labbra per togliersi
l'ultima goccia di quella linfa che gli da la vita, mentre mi guarda
allungando la mano destra verso di me. Paura... terrore... il blocco
totale... la vista si appanna e poi solo buio. Sento il corpo leggero
e solo una voce ''Mi dispiace per i tuoi genitori... perdonami se
puoi.''. Riapro di scatto gli occhi e Milly è a terra, mentre
Johel si sta pulendo la bocca sporca con la mano sinistra, ed inizia
ad avvicinarsi a me... La paura mi assale, l'unico pensiero sensato
che la mia mente ha in quel momento è fuggire, scappare. Mi
alzo e inizio a correre uscendo dall'appartamento. Corro... corro...
corro... corro fino alla fine dell'isolato, trovandomi davanti ad una
villetta disabitata. Entro e mi nascondo... tutto è ormai
ridotto ad un rudere, passo davanti al salotto e sul pavimento c'è
un'enorme macchia di sangue e in sua corrispondenza appare l'immagine
dei corpi delle persone che avevo visto in quella visione.
Indietreggio e corro su per le scale, chiudendomi in una stanza.
Alzando lo sguardo, mi accorgo che quella è la stessa stanza
che avevo visto pochi minuti prima. Mi rannicchio spaventata in un
angolo, sperando che tutto questo... proprio tutto sia solo il frutto
della mia mente, un mio incubo e soprattutto spero di svegliarmi
presto.”
Johel
avvertendo la paura della sua preda, si teletrasporta dinnanzi alla
vecchia villa. Entra con passo felpato e trovandosi davanti al
salotto, vede la macchia di sangue... anche a lui riaffiorano dei
ricordi... ricordi che avrebbe voluto dimenticare... un passato che
avrebbe voluto cancellare. Coi suoi poteri telecinetici porta a se un
piccolo quadretto. Il suo vetro è sporco di polvere, ma per
guardare bene la foto che esso ospita, la strofina via con la manica
della sua giacca... osserva quel quadretto famigliare e quella
bambina dagli occhi dorati...
“Ora
capisco il motivo di quegli occhi pieni di terrore e capisco anche il
motivo del suo odio verso il sangue. Non credevo che fosse lei e dire
che i suoi occhi mi ricordavano qualcosa!
Quel
giorno di otto anni fa, pioveva tanto... ricordo che non mangiavo da
tempo. Ero ridotto uno straccio, il mio buonsenso era meno di zero,
l'unico pensiero era il cibo. Barcollavo per le strade di Londra,
fino a quando non sono arrivato qui: ho aperto il cancello e mi sono
trascinato fino all'entrata, per poi lasciarmi cadere contro la
porta, per attirare l'attenzione degli inquilini. Infatti i padroni,
hanno aperto la porta accogliendomi in casa, c'era una bambina
nascosta tra le gambe dell'uomo subito la portarono nella sua
cameretta per prendersi cura di me. Invece io... non necessitavo
delle cure, atte agli esseri umani... avevo solo bisogno di sangue.
Subito mi sono fiondato sull'uomo, saziandomi a metà poi sono
passato a sua moglie, per completare il pasto come si deve. Solo
allora mi sono accorto della presenza della bambina. Inizialmente
pensavo di farla diventare come me, così mi avrebbe fatto
compagnia... ma poi... ho cambiato idea. Questa vita infondo è
un inferno. Non poter esporsi alla luce del sole, nutrirsi del sangue
degli uomini... non è il massimo, dopo un po' che si ha questa
vita, si desidera solo una cosa: morire! È straziante restare
in vita per anni, fuggendo da un posto all'altro e cambiare identità
perchè col trascorrere del tempo, è praticamente
impossibile che una persona rimanga bella a giovane. C'è
qualcosa che non va.”
Mentre
pensa a questo, Johel appare dinnanzi alla fuggitiva, che trema in un
angolo. Ha paura. Tutto ciò è comprensibile.
-Hai
paura vero?- chiede lui volteggiando in aria
Lei
alza di scatto il capo guadandolo con disprezzo, per poi urlargli
-SI
PUO' SAPERE CHE COSA VUOI DA ME!? VUOI UCCIDERMI COME HAI FATTO COI
MIEI GENITORI?-
-Vedo
che hai recuperato la memoria.-
-Si...
prima... sei stato tu a cancellarmela?-
-No,
non ho questo tipo di facoltà.-
-RISPONDI
ALLE MIE DOMANDE!-
-Da
te non voglio assolutamente nulla! E non voglio ucciderti...
credimi...-
-BUGIARDO!
QUELLO CHE HAI FATTO A MILLY E AI MIEI GENITORI ALLORA?-
-Avevo
fame...-
-Si
può sapere chi sei?-
-Io
sono... una belva in forma umana... colui che succhia il sangue delle
persone, per poter sopravvivere... questo non ti dice nulla?-
-Sei...
un... un vampiro?-
-Esatto!
Sono un vampiro! Noi esistiamo, ma la maggior parte delle persone non
lo sa...-
-Che...
che cosa vuoi da me?-
-Un
patto...-
-Di
che genere...-
-Io
non ti ucciderò, ma tu dovrai mantenere il mio segreto e darmi
un po' del tuo sangue giornalmente... in caso contrario non avrò
esitazione e ti mangerò e ti ucciderò! Accetti o no?-
-Diventerò
anche io un vampiro?-
-Solo
se tu bevessi il mio sangue.-
-Accetto...
ma...-
-Ma...-
-Non
aspettarti che io ti perdoni tanto facilmente per tutto quello che mi
hai fatto...-
-Immaginavo...
potrò mai auspicare ad un tuo perdono in futuro?-
-Può
darsi, ma non adesso che la ferita è aperta...-
-Capisco...-
Johel
vola verso di lei... prima che potesse ribattere l'abbraccia, senza
morderla.
-Non
ti sei mai chiesta il motivo per cui ti ho risparmiato?-
-Si...
prima che tu apparissi dal nulla...-
-Perchè
i tuoi occhi mi hanno cambiato, prima potevo uccidere la gente come
se niente fosse, come ho fatto durante la seconda guerra mondiale. Io
non uccidevo con il fucile, ma con i canini, per mangiare... dopo
averti incontrato, i tuoi occhi mi hanno profondamente colpito...-
-Perchè?-
-Perchè
erano carichi di odio, ma allo stesso tempo, sembra che tu non
potessi biasimarmi per averlo fatto, sembrava che tu avessi capito la
mia natura, e il motivo per cui l'avevo fatto, forse perchè un
bambino, non è ancora in grado del tutto di odiare...-
-Io...
io non conosco il significato di amare né tanto meno quello di
odiare, nessuno me lo ha insegnato. La prima volta che ti ho
incontrato, ho pensato che fossi un bravo ragazzo... ma adesso credo
di non essermi sbagliata più di tanto. Però devi
scusarmi... non riesco a fidarmi ciecamente dopo queste rivelazioni.-
-Ti
comprendo... ma non preoccuparti...-
-Solo
il tempo è in grado di guarire le ferite...-
-Si...
ma le mie non guariranno mai...-
-Anche
le tue...-
-Chi
può dirlo... non lo so...-
-Io
dico di si... D'accordo accetto la tua proposta... resta con me e
manterrò il tuo segreto...-
-Grazie...-
Un
abbraccio che dura pochi secondi... ma che per i due ragazzi sembra
durare anni...
Solo
il tempo è in grado d'infrangere ogni barriera, sia essa parte
del bene o del male...
Solo
il tempo è in grado di guarire le ferite del cuore...
Non
solo l'amore...
E
solo il tempo che scandisce ogni cosa può dirci che loro due
sono la prova vivente della coesistenza pacifica della razza umana e
quella del popolo della notte.
Non
è amore, il loro... ma la nascita di una splendida amicizia.
-Fine-
Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è da ritenersi casuale e privo di alcuno scopo di lucro.
Attualmente questa ficcy è in gara... L' ho scritto per partecipare ad un Contest indetto dal Forum di EFP da Eugeal, il cui titolo era “No Pairing Challenge ”. Il bando chiedeva: “La regola principale è che la storia non deve essere incentrata su un pairing o su una storia d'amore. Al massimo l'elemento romantico può essere una parte marginale della storia, ma la fanfic in sè deve avere una trama vera e propria.”
Precisazione necessaria: La storia ha inizio coi pensieri dei due protagonisti, essenziali per iniziare a comprendere i piccoli interrogativi in essa!
Ringraziamenti particolari...
Grazie Mille Katia per tutto il tuo stostegno^^
Un bacione
Shurei
Campagna di Promozione Sociale -
Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.