Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Ricorda la storia  |      
Autore: Letizia25    12/01/2015    6 recensioni
Molti lo chiamano amore.
Prendiamolo per vero, anche di vero a questo mondo non c’è niente, se non quello che la persona accanto a noi ci dona, ogni singolo istante della sua vita.
Prendiamo per vero quelle sensazioni e quelle emozioni che sentiamo. Quelle piccole e grandi dimostrazioni di quello che stiamo vivendo, di quella forza immensa e senza fine che ci trafigge completamente e non ci lascia via d’uscita.
Prendiamo per vero il fatto che solo grazie a questa forza, iniziamo a vivere sul serio, iniziamo ad assaporare sul serio com’è vivere, iniziamo ad essere qualcuno, ad avere un’identità, unica, bellissima, insostituibile, irripetibile, un’identità che vive dentro il cuore dell’altro, nel cuore di quella persona che ha deciso di condividere la sua vita con noi.
Non sei nessuno fino a che qualcuno non ti ama.
Questa è l’unica cosa che ci è dato sapere e questa sola ci deve bastare, una cosa da condividere con la persona a cui doniamo noi stessi, senza riserva.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Moments'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

You’re nobody until somebody loves you
Cit. Calum Hood
 
 
 
Era sera, una di quelle sere in cui non c’è molto da fare, una di quelle sere che è bene passare in compagnia per riempire il vuoto della giornata, una di quelle sere che si sta bene solo se c’è qualcuno a fare un po’ di compagnia.
Era inverno, la stagione dei cappelli, dei guanti, delle sciarpe, dei maglioni grandi e caldi, della neve, del cielo un po’ grigio, delle cioccolate calde, dei plaid, dei libri letti sul divano, sotto le coperte, vicino al caminetto, delle luminare nelle vie delle città, delle vetrine colorate e vivaci, dell’aria di festa.
E loro erano in salotto, la luce soffusa, quasi assente, che proveniva dal camino accesso, seduti per terra, con la schiena poggiata al divano e coperti da una delle tante copertine colorate che la ragazza aveva in casa. Lei era ben accoccolata tra le braccia del ragazzo, che non riusciva a smettere di sorridere, osservandola leggere per la quindicesima volta il suo libro preferito. Perché quella scena si ripeteva ormai da giorni, anni, da quando la loro storia era iniziata tanto tempo prima.
E sì, le aveva contante, le volte in cui la sua ragazza aveva preso in mano quel libro e lo aveva letto da capo, ogni volta come se fosse sempre la prima, come se le sue emozioni si rinforzassero, diventassero più profonde, crescessero.
E lui non si stancava di guardarla, mai. Gli piaceva il gioco di luci sui suoi capelli, che li faceva diventare più luminosi, più caldi, più belli. Gli piaceva come la luce del fuoco mettesse in risalto le curve di quel viso dolce, quel viso che ogni volta sembrava essere diverso, più timido, più solare. Gli piaceva come gli occhi scuri della ragazza si perdevano in mezzo alle pagine, alle righe, alle parole del libro, come se ne fossero così talmente catturati da non riuscire a vedere tutto il resto attorno a loro.
Sorrideva, Calum, ritenendosi il ragazzo più fortunato della terra, ad essersi innamorato di lei.
Non sei nessuno fino a che qualcuno non ti ama.
Non poteva essere frase più azzeccata di questa per descrivere il loro rapporto.
Prima di conoscersi, erano come naufraghi, in balia della tempesta delle difficoltà della vita. Soli, freddi, distanti dal resto del mondo. Non avevano un’identità, non si sentivano parte di niente. Si ritenevano solo una parte di un qualcosa più grande e sconosciuto, a cui loro erano stati legati per forza di cose. E la loro vita atona aveva continuato a seguire il suo giro, con lo stesso ritmo, le stesse cose da fare, lo stesso stressante e opprimente tram tram, come una catena di montaggio che non si fermava, mai. Fino a che i resti delle navi a cui si aggrappavano con tutte le loro forze per rimanere in piedi, per non affondare, non si erano scontrati.
E, guarda caso, era successo in un freddo pomeriggio invernale, mentre la neve cadeva, lenta, a fiocchi grandi e leggeri e rendeva più magico tutto ciò su cui si posava.
Calum era in una libreria, cosa parecchio strana per uno come lui, che posti come quelli li evitava il più possibile. Solo che doveva fare delle commissioni per sua madre, ed eccolo lì ad affrontare quel piccolo sacrificio. Stava gironzolando tra i vari scaffali, stracolmi di volumi, grandi, piccoli, spessi, sottili, colorati, polverosi, vecchi, nuovi. Ce ne erano di tutti i tipi e al ragazzo aveva iniziato a girare la testa a causa di tutti i titoli che stava leggendo per trovare quello giusto.
Stava per svoltare nel reparto successivo, quando tutto era diventato d’un tratto insignificante, eccetto la figura di una ragazza, minuta, seduta al tavolo di lettura, così concentrata nella lettura quasi da far spavento.
Non l’aveva mai vista, anche se era molto probabile che frequentassero lo stesso istituto. Ma non gli importava. Senza dire una parola, era rimasto lì, in piedi, come ipnotizzato, per minuti che parevano senza fine, almeno finchè la ragazza non si era alzata ed era uscita dal negozio.
Da quel giorno, Calum aveva cercato qualsiasi pretesto per andare lì. Ed il caso voleva che ce la trovasse, sempre allo stesso posto, quasi sempre con lo stesso libro in mano, con la copertina un po’ sbiadita e lievemente consumata agli angoli. Si concedeva il lusso di osservarla da lontano, in silenzio, mentre il cuore gli batteva così forte nel petto da farlo impazzire.
E i giorni passavano lenti, trasformandosi in mesi. Ma Calum non voleva che diventassero anni. Ecco perché alla fine aveva preso tutto il coraggio che aveva con due mani e aveva dato vita a tutto quello che adesso entrambi stavano vivendo.
E gli anni erano poi passati, sì, ma erano passati in compagnia, con l’amore di quella ragazza di cui si era innamorato da subito, senza neppure saperlo.
E si innamorava, Calum, ogni volta che posava gli occhi su di lei. Mentre leggeva, mentre dormiva, mentre guardava la TV, mentre sorrideva, mentre arrossiva, mentre sorrideva. Si innamorava ogni secondo come la prima volta, ed ogni secondo più intensamente di quello precedente, senza riuscire a fermare quello che provava.
Era sempre stato così, per entrambi. La corrente del mare aveva fatto in modo che i due naufraghi solitari si ritrovassero, che i resti a cui si aggrappavano con tutti se stessi si scontrassero. Quella stessa corrente aveva fatto in modo che entrambi trovassero la loro vera identità, il loro vero io. Era una cosa difficile da spiegare, complicata, senza senso. Eppure era proprio così.
Prima dell’arrivo dell’altro nella loro vita non riuscivano a sentire le loro esistenze ancorate a qualcosa, non si sentivano parte di niente. Ma poi tutto era cambiato, era diventato più bello, migliore. Si erano scoperti, passo dopo passo, con calma, senza affrettare niente. Si erano dati il giusto tempo per conoscere veramente l’altro e se stessi, come se le due cose fossero irrimediabilmente collegate.
Era un qualcosa di mozzafiato, letteralmente. Un qualcosa che non aveva spiegazione.
Non sapeva di preciso cosa fosse successo. Era come se d’un tratto avessero entrambi iniziato a vivere sul serio, ma solo quando l’altro era irrimediabilmente entrato nella loro vita, con l’intenzione di non abbandonarla, mai, per nessun motivo al mondo.
Calum sorrideva così tanto quel pomeriggio di inverno, con la sua ragazza stretta tra le braccia, così, senza aver bisogno di altro. Dopotutto, cosa gli mancava? Niente, assolutamente niente. E tutto era merito di ciò che in quegli anni erano riusciti a fare, a mettere in piedi, senza mollare mai, senza lasciare l’altro indietro, procedendo sempre in due, sempre con le mani unite, come a darsi quella forza che mancava e che mai sarebbe finita.
Il ragazzo aveva gli occhi fissi sulla figura della sua ragazza, perso nei suoi ricordi, quando lei ad un tratto si era mossa e gli aveva mostrato una frase sottolineata sul libro, una frase che ormai conosceva bene e che lo faceva sorridere ogni volta. Perché quella frase parlava di loro, parlava di tutte quelle persone che, in un modo o nell’altro, ne erano, ne sono e ne saranno sempre coinvolte.
 
Molti lo chiamano amore.
Prendiamolo per vero, anche di vero a questo mondo non c’è niente, se non quello che la persona accanto a noi ci dona, ogni singolo istante della sua vita.
Prendiamo per vero quelle sensazioni e quelle emozioni che sentiamo. Quelle piccole e grandi dimostrazioni di quello che stiamo vivendo, di quella forza immensa e senza fine che ci trafigge completamente e non ci lascia via d’uscita.
Prendiamo per vero il fatto che solo grazie a questa forza, iniziamo a vivere sul serio, iniziamo ad assaporare sul serio com’è vivere, iniziamo ad essere qualcuno, ad avere un’identità, unica, bellissima, insostituibile, irripetibile, un’identità che vive dentro il cuore dell’altro, nel cuore di quella persona che ha deciso di condividere la sua vita con noi.
Non sei nessuno fino a che qualcuno non ti ama.
Questa è l’unica cosa che ci è dato sapere e questa sola ci deve bastare, una cosa da condividere con la persona a cui doniamo noi stessi, senza riserva.
 
Si sorridevano, seduti in quella stanza rischiarata e scaldata solo da quel fuoco scoppiettante, con le dita intrecciate tra loro, pronte a sorreggere sempre l’altro, in qualsiasi caso. Si guardavano attenti, e solo negli occhi della persona che amavano, riuscivano a capire chi fossero veramente.
E questo bastava, per sempre.






Letizia
Hola gente! Eccomi qui con un'altra One Shot. Beh, che dire? Mi vengon idee in testa per questi quattro scemi e a me fap piacere metterle su carta e condividerle con voi, In fondo non sono molto lunghe, questa è 1.400 paroline tonde tonde :). Sto imparando ad essere più breve, ahahah :D.
A parte gli scherzi, spero davvero che questa piccolina vi sia piaciuta, perchè ci tengo tanto, come tengo ad ogni storia che ho pubblicato :'3.
Aspettatevi anche una OS su Ash e una (ennesima) su Luke ;). A breve arriveranno entrambe :).
Grazie fin da ora per tutto, un bacione grandissimo, Letizia <3
P.s.: OH MAMMA, QUESTA E' LA 10ma STORIA CHE PUBBLICO SU DI LORO, ED E' LA 16esima CHE PUBBLICO QUI SU EFP *^*. Scusatemi lo sclero <3 <3 <3

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Letizia25