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Autore: lapoetastra    12/01/2015    5 recensioni
Ma lui è lontano, ormai.
E si è tenuto con sé il mio cuore, lasciandomi nel petto solo un pezzo di pietra duro e pesante, che pesa come un macigno insostenibile rendendomi difficili anche i più semplici movimenti.
Non sono nient'altro che una sincope, ormai.
Un guscio vuoto di carne senza più l'anima.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merry, Pipino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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< Merry! >, lo sento ancora urlare mentre si allontana in groppa al cavallo bianco di Gandalf.
Lo guardo andare via, e sento che una parte di me mi sta abbandonando.
Quella parte di me che era lui.
Mio cugino, il mio migliore amico.
Non ho idea di come potrò continuare a vivere senza la sua risata cristallina ed un po’ infantile che mi scaldava il cuore anche nelle giornate invernali più gelide, senza le sue battute che mi divertivano e mi rendevano felice anche se ero disperato.
Senza di lui.
Merry e Pipino, i nostri nomi sono sempre andati insieme, l’uno al fianco dell’altro, uniti.
Proprio come noi.
Ma ora tutto è cambiato.
Adesso sono solo.
Solo, in questo lungo viaggio che mi ha fatto conoscere pericoli che non credevo potessero esserci, paure che non credevo potessi provare, nemici che non credevo potessero esistere.
Nonostante tutto, però, ho sempre visto la nostra missione verso il Monte Fato per distruggere l’anello del potere come una grandiosa avventura, un modo originale per evadere per qualche tempo dalla monotona tranquillità della Contea.
Ed all’inizio era proprio così, quando lui era al mio fianco, pronto a sostenermi nei casi di difficoltà e ad offrirmi dolci parole di conforto quando la malinconia mi invadeva.
Ora però sono completamente solo.
Certo, ci sono gli altri membri della Compagnia, vicino a me.
Eppure mi sento solo lo stesso.
Perché Pipino non è con me, e non so se lo potrò rivedere ancora.
Giuro però solennemente sia a me sia a lui che farò tutto ciò che è possibile pur di poterlo incontrare di nuovo.
Per abbracciarlo.
Per fondermi con lui.
Per fumare l’erba pipa del Vecchio Tobia insieme.
Per sgridarlo.
Perché se non avesse preso in mano quel maledetto Palanthir, a quest’ora sarebbe ancora qui con me.
Ed io potrei rivelargli che, anche se non gliel’ho mai detto, gli voglio un bene infinito.
 
 

< Merry! >, urlo, disperato, con voce rotta.
Ma tanto so che non mi può più sentire, ormai.
Il cavallo bianco corre, batte il terreno, mi porta sempre più lontano da mio cugino.
< No! No! >, grido ancora, dimenandomi sulla groppa dell’animale, con le lacrime che si asciugano in un attimo a contatto con il vento estivo che mi sferza il viso.
Gandalf mi trattiene saldamente nelle sue possenti braccia, impedendomi di cadere rovinosamente a terra.
Rimango immobile, con il fiatone.
Il viso di Merry è ancora impresso come un marchio di fuoco nella mia mente, ma il pianto mi offusca lo sguardo distorcendo quell’immagine che mi lega al passato.
Non voglio andarmene.
Voglio stare con i miei compagni, con i miei amici.
Con lui.
Non riesco ad immaginare un futuro privo delle nostre risate, delle nostre seconde colazioni, dei nostri canti a squarciagola.
Della nostra amicizia.
So che non ce la potrei mai fare, senza la sua presenza accanto a me, che mi sostiene come un bastone per un vecchio e mi scalda come un fuoco per un uomo congelato.
Lui era il mio ultimo legame con la Contea.
Perché quando ero in sua compagnia mi sentivo a casa, anche se magari mi trovavo in un antro buio ed angusto, così diverso dal mio comodo ed accogliente buco hobbit.
Ma lui è lontano, ormai.
E si è tenuto con sé il mio cuore, lasciandomi nel petto solo un pezzo di pietra duro e pesante, che pesa come un macigno insostenibile rendendomi difficili anche i più semplici movimenti.
Il paesaggio intanto cambia, intorno a me.
Ed io non posso fare a meno di pensare a quanto queste verdi colline che si presentano di fronte ad i miei occhi inondati di lacrime gli sarebbero piaciute.
D’improvviso odio questo viaggio, come non ho mai fatto neanche nei momenti di maggior pericolo.
Perché allora c’era lui, con me.
E sarei morto volentieri al suo fianco.
Ora invece sono solo, completamente solo.
Ed è devastante, questo senso di solitudine che mi invade il corpo lasciandomi inerme come una sincope, come un guscio vuoto di carne senza anima.
So che se voglio cambiare il corso degli eventi devo agire.
E così sarà.
< Ti rivedrò, Merry >, giuro a me stesso ed a lui.
Lo devo fare.
Lo devo rincontrare.
Per stringerlo forte contro di me fino a sentire i nostri cuori battere allo stesso ritmo.
Per raccontargli una delle mie barzellette assurde che però lo fanno sempre divertire.
Per vederlo sorridere.
Per farmi perdonare.
Perché se non avessi preso in mano quel maledetto Palanthir, a quest’ora sarei ancora lì con lui.
E potrei rivelargli che, anche se non gliel’ho mai detto, è il mio migliore amico.
 
   
 
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