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Autore: Akemichan    12/01/2015    2 recensioni
[Spoiler! dalla puntata 6x06]
Neal è a Parigi, la sua nuova vita è pronta. Eppure, inizierà partendo da due persone del suo passato, una che non può lasciare indietro, l'altra che ha potuto ritrovare rinascendo.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mozzie-Dante Haversham, Neal Caffrey, Sara Ellis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Regina di Cuori

 
La mansarda dava proprio sulla via principale di Montparnasse. Neal, ora conosciuto come Viktor Moreau, l'aveva scelto perché quello era stato il quartiere degli artisti dai primi del novecento fino alla fine della seconda guerra mondiale. Gente come Picasso aveva vissuto in quei luoghi e Neal aveva sentito che non c'era un posto migliore dove abitare per iniziare la sua nuova vita da artista, anche se della truffa. E la mansarda era in ricordo della casa di June, anche se naturalmente mancava completamente lo skyline dei grattacieli di New York. Ma anche Parigi non era una brutta vista.
"Non posso credere di esserci arrivato così tardi." Mozzie era comodamente seduto sul divano, un bicchiere di vino in una mano e la carta della regina di cuori nell'altra mano. "Mi avevi dato questa! Cosa c'era di difficile?"
Quello che Neal non riusciva a credere, invece, era che Mozzie, il suo compagno di avventure da sempre, non avesse battuto ciglio, nemmeno una volta, al fatto che per un anno gli avesse fatto credere che era morto.
Naturalmente, Neal aveva una giustificazione: stava cercando di proteggere dalle Pantere Rosa lui, Peter e la sua famiglia, i suoi amici fuori e dentro l'FBI. L'unico modo per assicurarsi che non avrebbero subito ripercussioni per il suo tradimento era morire e per fare ciò ogni singola persona che conosceva doveva pensarlo. Doveva morire davvero.
Non era stata una decisione facile da prendere e sapeva che ciò avrebbe comportato perdere tutto e far soffrire le persone che amava, per cui non poteva non sentirsi in colpa. Aveva lasciato loro la possibilità di capire che era stata tutta una truffa, ma non poteva avere la certezza che comprendessero il suo gesto, né che lo perdonassero.
Ora era libero, ma solo. Il sollievo e la gioia che aveva provato quando Mozzie aveva bussato alla porta della sua mansarda e vi era entrato come se fosse a casa sua da sempre era inspiegabile. Ora potevano effettivamente iniziare una nuova vita. Insieme.
"Ci avevo pensato, sai? L'avevo pensato da subito," continuò Mozzie. "Insomma, l'omicidio di Kennedy era chiaro. Ma Peter continuava a dirmi ogni volta che non era così... Mai fidarsi di un agente, è una lezione che non avrei dovuto scordare."
Neal ridacchiò fra sé: poteva anche non fidarsi, ma aveva iniziato a chiamarlo Peter.
"Avevo anche chiaro in testa come avessi potuto fare: pagare dei falsi paramedici, e il veleno di pesce palla, e la pistola scarica... Era un piano perfetto."
"Lo è stato," disse Neal, il tono a metà fra il soddisfatto e il dispiaciuto.
"Ma c'era un problema: non era un piano che si poteva realizzare da soli. Troppo complesso." Mozzie non sembrava averlo nemmeno sentito, troppo preso dalla sua spiegazione. "E quindi mi dicevo: come aveva potuto farlo senza di me?"
Neal appoggiò il suo bicchiere di vino sul tavolino. "Moz..." Il motivo per cui non gli aveva chiesto di aiutarlo era chiaro: doveva tenerlo il più lontano possibile dalle Pantere Rosa e da Keller. Però lui era stato il suo compagno di avventure per così tanto tempo che preparare un piano senza gli era costato, e voleva farglielo sapere.
Il fatto era che Mozzie lo sapeva già. "Ora, dato che per ovvi motivi non potevo essere io, né Peter, né nessun altro dell'FBI, chi poteva essere?" La carta da gioco girò fra le sue dita. "Ed ecco la risposta: così preso da me, non mi ero accorto che la Regina di Cuori aveva un doppio significato. Trovata lei, trovato te."
A dire la verità, Neal non ci aveva nemmeno pensato. Per lui quella carta era solo una maniera per indicare che c'era della strategia in quello che era successo, ma ripensandoci quell'altro significato non era poi così sbagliato.
"Allora, che facciamo?" Mozzie aveva terminato con successo la sua spiegazione, l'obiettivo era rivolto al futuro. "Sei libero, adesso. Possiamo fare quello che ci pare."
"Pensavo di stare qui," rispose allora Neal, con un sorriso. Non gli aveva chiesto di rimanere, né Mozzie aveva chiesto se avrebbe potuto farlo. Per entrambi era una cosa scontata. "Insomma, è Parigi." Il suo sguardo corse fuori dalla finestra. "Un mio amico una volta mi ha detto che un truffatore non può smettere di esserlo. E aveva ragione." Fino all'ultimo, non aveva potuto rinunciare all'adrenalina che l'ideazione e la realizzazione di un piano gli davano, tant'è che, come Neal Caffrey, aveva realizzato la più grande di tutte: fingere la sua morte. "Ma ciò non significa che devo per forza essere un criminale. Ho smesso con quelle cose."
Se c'era una cosa che aveva imparato con Peter in tutti quegli anni, era che il suo talento poteva anche essere usato per fare del bene. Ogni tanto la fiducia che Peter aveva in lui vacillava, ma quello che non era mai venuto meno era il credere che Neal potesse davvero diventare una persona migliore. Anche a distanza di chilometri, anche se non poteva più vederlo, lo avrebbe ringraziato per quello seguendo la strada che gli aveva tracciato.
Mozzie scrutò con guardo attento tutta la mansarda, che era stata arredata con cura ma con sobrietà, riprendendo alcuni particolari della casa di June. "Credo che mi piacerà stare qui," affermò.
"Ma mi aspetto che tu abbia almeno altri sette rifugi in giro per la città," ribatté Neal.
"Oh, il numero sette è superato," scosse la mano Mozzie. "Allora, dimmi, hai già qualcosa da fare?" Poi i suoi occhi si illuminarono. "Non dirmi che... dobbiamo indagare sull'assassino di Lady Diana!"
"Credo che si sia trattato di un incidente."
"Questo è quello che vogliono farti credere."
Neal alzò gli occhi al cielo, ma sorrise. Ormai le teorie cospirazioniste di Mozzie erano qualcosa di talmente familiare che ne avrebbe sentito la mancanza, anche se non le appoggiava mai. "Ti dico solo una cosa: Museo d'Orsay."
Mozzie rimase un attimo senza fiato, a pensare a tutte le meraviglie che vi erano custodite. Aveva persino appoggiato la carta sul tavolino per riflettere meglio. "Non è che si tratta di un Degas?" domandò.
Poi la porta della mansarda si aprì, e la Regina di Cuori fece il suo ingresso nella stanza, sorridendo. Neal e Mozzie si voltarono, e la familiarità del periodo vissuto a casa di June invase l'ambiente. Anche lei non era minimamente sorpresa di vedere che Mozzie lo aveva trovato.
Sara Ellis sorrise. "Posso solo dirti che non sarà un Tiziano."
 
***
Akemichan parla senza coerenza:
Ho deciso di scrivere questa storia perché non mi sono ancora ripresa dal finale ç.ç A differenza di molti, il rapporto che ho amato di più all'interno del telefilm è stato quello tra Mozzie e Neal e mi ha spezzato il cuore non vederli assieme alla fine. Anche se Jess Eastin ha assolutamente confermato che la Regina di Cuori che Peter trova nel container significa che Mozzie ci è arrivato prima di lui e raggiungerà Neal in futuro, mi sarebbe piaciuto vederlo. Quindi ho dovuto scrivere il momento in cui sono di nuovo assieme.
E Sara Ellis... Be', è solo per accontentare il mio cuore di shipper <3 Ma in fondo, perché no? Si erano lasciati con un "un altro tempo" e adesso è davvero un altro tempo, dato che Neal Caffrey il truffatore è morto per sempre e al suo posto c'è una persona nuova che non vive più sulle nuvole.
Non ne sono del tutto soddisfatta, adoro Mozzie ma è davvero, davvero difficile da rendere! In ogni caso, spero che vi piaccia.
   
 
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