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Autore: maggieemae    13/01/2015    2 recensioni
“Dai, Potter” sussurrò, accarezzando piano il dorso del suo braccio. Intrecciò le dita a quelle affusolate e pallide di lui e sorrise guardando le loro mani. “Ci tieni proprio a tenermi sulle spine non è vero?” disse poi, soffermandosi a guardarlo. Era particolarmente bello anche così, con una benda bianca che gli fasciava la testa, i capelli più arruffati che mai e le labbra sottili e rosee leggermente schiuse.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Che stupidi che siamo, quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati.
Tante volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno.
(da Le Fate Ignoranti, Ozpetek)



 
Lily corse fuori dal buco del ritratto della Signora Grassa e imboccò un lungo corridoio, pochi passi e trovò le scale che l’avrebbero portata ai giardini, proprio sotto la torre di Grifondoro. Sentì gli occhi bruciare e sapeva che non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime ancora a lungo. Perché la trattava così? Cosa gli aveva fatto? Non riusciva più a sopportare il comportamento incoerente di James, un attimo era la persona di cui si era innamorata, ma la maggior parte delle volte – ultimamente – era sempre troppo scontroso, soprattutto con lei. Ma quella sera sembrava aver superato il limite. “Lily non viene” aveva detto autoritario, come se la decisione fosse spettata a lui. Ma chi si credeva di essere? Lei voleva esserci, voleva combattere, voleva almeno provarci.
Forse le cose sarebbero andate diversamente se lei avesse finalmente confessato a James i suoi sentimenti, magari avrebbe cominciato a comportarsi con un po’ più di riguardo. Era davvero stanca del suo atteggiamento, ma soprattutto era stanca di piangere ed era stanca di non poter essere se stessa, perché con lui che le parlava in quel modo, le era stato perfino difficile ribattere.
Finalmente l’aria pungente di marzo le riempì a pieno i polmoni e riuscì a tranquillizzarsi. Si lasciò cadere sul prato e finalmente lasciò che le lacrime le inondassero il viso. Piangere le era sembrato così liberatorio, come se tutta la tensione scivolasse via e il macigno sul suo cuore si facesse un po’ meno pesante.
Remus l’aveva raggiunta e si era inginocchiato di fianco a lei.
“Hei” aveva sussurrato lui accarezzandole piano la schiena. Aveva aspettato, in silenzio, che lei si tranquillizzasse. Lily si era asciugata le lacrime con la manica della tonaca e aveva respirato profondamente.
“Mi dispiace sia sempre tu quello che deve venire a raccogliere i pezzi” disse lei, sforzandosi di sorridere.
Remus era il suo migliore amico, era l’unico con il quale riusciva veramente a confidarsi, senza timore di venir giudicata. Lui la capiva, a volte anche meglio di se stessa. Era davvero un buon amico e lei non avrebbe retto tutta quella situazione se non fosse stato per lui.
 
ϟ

James si era imbattuto per caso in quella scena, dopo che lei era scappata da quell’ennesima discussione. Li aveva visti, nel prato. Lily e Remus. Lui che le accarezzava i capelli. Lui che la sfiorava. Lui che l’abbracciava. Lei che gli sorrideva grata. Lei che si lasciava toccare. Lei che ricambiava l’abbraccio.
La mattina seguente durante la colazione, era stato davvero sgradevole con Remus e si era alzato di fretta battendo il pugno sul tavolo, facendo sussultare le persone vicino a lui. Si era diretto a grandi passi vero le rive del Lago, sperando di tranquillizzarsi. Era davvero incazzato nero. Come poteva il suo migliore amico avergli sferrato un colpo tanto basso? Ferirlo in quel modo, poi.
Lily l’aveva raggiunto e si era avvicinata.
“Sei innamorata di lui?” chiese James, a bruciapelo, senza troppi giri di parole, cogliendola di sorpresa.
Lei sgranò gli occhi e lo fissò per un instante mettendo in ordine i pensieri.
Ora si che stava bruciando di rabbia. Come poteva essere così cieco?
“È questo il tuo problema?” chiese furiosa “Sai, sono diversi anni che io e Remus siamo amici nel caso te lo fossi dimenticato” aggiunse avvicinandosi a lui, represse davvero il desiderio di prenderlo a pugni. Come faceva una persona ad essere tanto intelligente e poi tanto idiota allo stesso tempo?
“Se non fossi così concentrato su te stesso, avresti capito da tempo di chi è innamorato Remus” soffiò adirata “e di chi sono innamorata io” pensò, senza dirlo ad alta voce.
James la guardò incapace di rispondere. Lei gli lanciò un’ultima occhiata e poi se ne andò, percorrendo a grandi passi il giardino diretta nel suo Dormitorio.
Stupido, stupido, stupido Potter.
 
ϟ
 
“Per Godric, Remus smettila di colpevolizzarti!” esclamò esasperata, facendo girare tutte le persone presenti in biblioteca verso di lei. Lily fece un sorriso tirato alla sala, come a volersi scusare e poi tornò a guardare Remus che la fissava con sguardo colpevole.
“Non è colpa tua se James è un idiota” bisbigliò lei.
“Si, ma è uno dei miei migliori amici e pensa che sia un traditore” sussurrò con uno smorfia di disgusto. 
“Oh, gli passerà!” disse lei, tornando a scrivere sulla pergamena.
Intinse la punta della piuma nell’inchiostro e mise un punto. Avrebbe voluto mettere un punto anche alla sua relazione – o qualsiasi cosa fosse – con James ma sapeva che non sarebbe servito a niente. Lei pensava a lui costantemente e la cosa stava diventando alquanto ridicola. Aveva perfino cercato una pozione che glielo facesse scordare dal tutto, ma il problema è che lei non voleva proprio dimenticarlo e neanche farsene una ragione. Lily voleva James, in tutte le sue mille sfaccettature.
“Senti, mi dispiace averti messo in mezzo. Ti prometto che sistemerò le cose, ma mi serve tempo. Sono giunta alla conclusione che devo dirglielo, tanto peggio di così non può andare no?”
 
ϟ
 
Si stavano tutti avviando al campo di Quidditch, nonostante tutte le partite fossero state sospese per motivi di sicurezza, James e il capitano dei Tassorosso aveva convinto il Professor Silente a lasciarli giocare, nessuno dei due voleva lasciare il campionato in sospeso, soprattutto perché quella sarebbe stata l’ultima partita della stagione.
Lily era preoccupata e in ansia, non era ancora riuscita a parlare con lui dopo l’episodio sulle rive del Lago Nero ma saperlo in bilico sulla scopa, nonostante fosse un atleta provetto, le recava non poche apprensioni.
La partita era in iniziata e Tassorosso era in vantaggio di quaranta punti, ma se doveva essere sincera non prestava molto caso agli altri giocatori, troppo intenta a seguire gli spostamenti di James. Volava da una parte all’altra del campo senza una meta precisa alla ricerca del boccino e il suo cuore perdeva un battito ogni volta che un bolide lo sfiorava o si avvicinava a lui anche di pochi metri.
La telecronaca di Sirius, era un piacevole sottofondo ai suoi pensieri. Quando sarebbe stato il momento giusto per dirglielo? Doveva essere diretta? Doveva preparare qualcosa? Fargli un regalo?
Lily scosse la testa rendendosi conto di quanto fossero stupidi i suoi pensieri al momento e si sentì come la ragazzina che era stata tanto tempo addietro. Dannazione, imprecò. Non aveva più tredici anni. Era una donna ormai, si riteneva adulta e matura e avrebbe voluto affrontare la situazione come tale, ma James era l’unico che riuscisse a metterla così in difficoltà. Si rese conto di esserci dentro fino al collo.
James sfrecciava a tutta velocità a rasoterra, lasciando una scia sull’erba al suo passaggio. Tutti lo fissavano con il fiato sospeso, notando che stava inseguendo un luccichio dorato. Allungò una mano, lasciando la presa e si spinse in avanti. Pochi centimetri e quella sfera placcata di oro sarebbe stata sua.
Anche lui come tutti gli altri trattenne il respiro e poi si lasciò andare. Con una mossa rapida ed efficace riuscì ad acchiappare il boccino. Lanciò un grido trionfante e guardò distrattamente verso gli spalti. Sirius stava urlando ai microfoni, quella vittoria valeva l’intero campionato. Grifondoro aveva vinto e questo nella sua testa significava solo una cosa: festa!
“Jamesssss” strillò all’improvviso Lily ma lui era troppo lontano per poterlo udire. Un bolide lo centrò in pieno viso, facendolo cadere dalla scopa. Successe tutto troppo in fretta, James chiuse gli occhi per il dolore, tutto si stava facendo scuro e appannato, fino a quando piombò in un sonno pesante.
Remus era stato il primo a correre al centro del campo, seguito da Lily e poi da tutti gli altri. James era sdraiato sul prato verde, privo di sensi.
Lily si sentì mancare, dovette fare uno sforzo enorme per rimanere lucida e in sé.
Nella confusione, era intervenuta la McGranitt e James era stato portato in infermeria.
 
Visibilmente scossa, Lily stava ritornando al castello seguita da Remus che non sapeva cosa dire per farla sentire meglio, soprattutto perché anche lui era preoccupato tanto quanto lei. Non era la prima volta che James finiva in infermeria a causa di un infortunio sul campo ma questa volta la botta in testa era stata particolarmente forte e molto probabilmente il bolide stesso era stato incantato.
“Dai Lils, basta con questo muso lungo” disse Sirius, sempre con il suo spiccato ottimismo. Le aveva circondato con il braccio le spalle e avevano cominciato a camminare fianco a fianco.
Lei sbuffò, come diamine faceva ad essere così? Possibile che mai niente lo perturbasse?
“Quante volte te lo devo dire? Con la testa dura che si ritrova, Ramoso sarà fuori dall’infermeria in men che non si dica!” affermò con sicurezza, facendo un ampio sorriso.
Lily trovava l’entusiasmo di Sirius davvero contagioso e si lasciò andare ad una risata.
“Forse hai ragione” rispose, stringendo il ragazzo a lei.
 
ϟ
 
Erano passati due giorni da quando il bolide aveva colpito con forza la testa di James e da allora non si era ancora risvegliato. Lily passata tutto il suo tempo in infermeria e leggeva a voce alta le ultime notizie prese dalla Gazzetta del Profeta, soffermandosi principalmente sulle ultime sportive.
Si schiarì la gola e guardò l’orologio appeso al muro di pietra davanti a lei. Era già lì da un’ora, James non si era mosso di un centimetro e sospirò sconsolata.
“Dai, Potter” sussurrò, accarezzando piano il dorso del suo braccio. Intrecciò le dita a quelle affusolate e pallide di lui e sorrise guardando le loro mani. “Ci tieni proprio a tenermi sulle spine non è vero?” disse poi, soffermandosi a guardarlo. Era particolarmente bello anche così, con una benda bianca che gli fasciava la testa, i capelli più arruffati che mai e le labbra sottili e rosee leggermente schiuse.
Oh, James. sospirò esausta. Proprio in quel momento Sirius e Remus stava entrando ridendo dalla porta con una miriade di dolci tra le braccia. 
“Ci vediamo presto” mormorò Lily “ti lascio in buone mani.”
 
ϟ
 
Era passata una settimana da quando James si era svegliato e le cose non stavano andando come Lily aveva sperato. Tutti avevano notato che lo stava evitando come mai prima di allora, ogni volta con una scusa, una più banale dell’altra, riusciva a dileguarsi prima che lui potesse anche chiederle la minima cosa.
Sapeva che si stava comportando in modo ridicolo, ma aveva bisogno di tempo per elaborare tutto, prendere coraggio e confessare i suoi sentimenti.
James e Remus erano passati sopra al loro screzio senza troppe pretese, proprio come solo gli uomini sanno fare. E Lily era contenta, almeno per quella cosa aveva smesso di sentirsi in colpa ed era riuscita a guadagnare tempo.
Come poteva uno come James, voler uscire o anche solo provare qualcosa per una persona assolutamente comune come lei? Sapeva di non essere brutta, sapeva di essere intelligente ma si riteneva una noiosa persona ordinaria. Non c’era niente di particolare in lei e sapeva che lui l’aveva tartassata per anni solo perché era l’unica persona in tutta Hogwarts ad avergli detto di no, ripetutamente. Non perché provasse un vero interesse per lei.
Come aveva fatto a innamorarsi di James Potter? Quando era successo?
Quando aveva smesso di importunarla aveva avuto modo di osservarlo meglio, di capirlo meglio. Si era resa conto che dietro la facciata da arrogante presuntuoso, si nascondeva una persona brillante e leale. Era solare, contagioso, spiritoso, imprevedibile ed era dannatamente bello. Era una di quelle persone che era quasi impossibile non amare, con la sua vitalità inarrestabile e la sua continua voglia di mettersi in gioco e rischiare. Tutte caratteristiche, pensò Lily, che a lei mancavano.
 
ϟ
 
Tutto il dormitorio di Grifondoro era in trepida attesa per la festa che si sarebbe tenuta quella sera, per celebrare la fine del campionato. James si era finalmente ripreso e tutti non vedevano l’ora di divertirsi. Sirius aveva dato veramente il meglio di sé – secondo il suo dire – per organizzare quella che lui aveva definito “la festa del secolo”.
Lily aveva passato la maggior parte del suo tempo, prima al grande evento, in biblioteca, cercando di distrarsi. Aveva appreso che studiare Pozioni era un ottimo rimedio per tenere James lontano dai suoi pensieri almeno per qualche ora.
Quando si rese conto di aver letteralmente perso la cognizione del tempo, si accorse di aver saltato la cena. Sistemò i suoi libri e decise di andare al suo dormitorio e prepararsi per la festa.
 
Si guardò l’ultima volta allo specchio e si meravigliò della sua stessa figura. Si era lasciata truccare da Alice e doveva dire che aveva fatto un ottimo lavoro. La matita bianca e il mascara nero come la pece le facevano risaltare gli occhi color smeraldo ancora più del solito, per non parlare del rossetto rosso che le colorava le labbra in maniera innaturale, ma dovette ammettere che le piaceva come creava il contrasto con la sua pelle diafana. Scrutò i capelli che le ricadevano sulle spalle formando dei boccoli morbidi e fece un giro su se stessa, facendo svolazzare l’ampia gonna nera.
Fu veramente soddisfatta del risultato finale.
Lily aveva finalmente deciso di lasciarsi andare, in fondo era una festa no? E poi, era stanca di pensare al futuro, alla guerra, a Voldemort, all’Ordine, a James.
 
Bevve un altro goccio di Whisky Incendiario. Il liquido le scivolò lungo la gola e la sentì bruciare. Aveva un sapore acre, sentì la testa farsi mano a mano più pensante e dopo l’ennesimo sorso avvertì un forte senso di euforia. Aveva cominciato a ridere senza un apparente motivo e aveva improvvisato un ballo con Marlene e Alice sul posto. Non riuscì a ricordare il punto della festa in cui aveva iniziato bere, ma quella sera non c’erano regole. Quella notte sarebbe stata diverso: voleva sentirsi una ragazzina irresponsabile, che si divertiva, voleva sentirsi davvero una diciottenne immatura e sconsiderata. Voleva godersi appieno quell’unica serata che si era concessa di libertà e di svago.
Questa volta avrebbe davvero dovuto complimentarsi con Sirius, era tutto perfetto e non si era fatto mancare davvero niente.
Mentre la musica le rimbombava nelle orecchie e si muoveva sgraziatamente a ritmo di quel suono, una mano le scivolò lungo il ventre e la persona dietro di lei iniziò a dondolarsi a tempo con la melodia. Si lasciò cullare per alcuni minuti, in balia di quelle braccia così forti e possenti e poi si voltò. Sorrise per alcuni secondi che sembrarono interminabili e l’altro ricambiò il suo sorriso. Lily lo abbracciò e insieme ballarono quel pezzo rock immaginandosi che fosse invece una lenta e sinuosa melodia.  Quando l’ultimo assolo di chitarra terminò, James la guardò con dolcezza, scostandosi quel poco per poterla mettere meglio a fuoco sotto le luci che vagavano da una parte all’altra della Sala Comune.
“Sai, quando mi guardi tutto comincia a girare” disse Lily scoppiando a ridere, incapace di tenere per sé quel commento decisamente inappropriato. La sua lucidità e la sua razionalità erano ormai annegate nel Whisky che aveva ingerito e James non poté fare altro che darle corda.
“Lils, quello non sono io.. Ma è quello che hai bevuto che ti fa girare la testa” spiegò con voce divertita.
“Sciocco!” esclamò con voce acuta dandogli un buffetto “Intendevo anche quando non bevo!”
James rise e scosse la testa ”Dai, usciamo a prendere un po’ di aria fresca.”
La prese per mano e la trascinò con sé fuori dal ritratto della Signora Grassa, percorse una manciata di scalini e imboccò il secondo corridoio a destra. A differenza di tutti gli altri aveva una fine e non si ricongiungeva a  nessun altro androne. Sul fondo, invece, si trovava una grande finestra tutta lavorata con vetri colorati e con un davanzale largo perfetto per sedersi. Con un colpo di bacchetta James aprì la finestra che Gazza si premurava sempre di chiudere per evitare spiacevoli incidenti.
Una leggera brezza accarezzò i capelli di Lily che nel frattempo si era appoggiata al muro con gli occhi chiusi. James invece si accomodò sul davanzale assaporando i suoni della natura provenire dall’esterno.
“Grazie..” sussurrò allungando una mano, James l’afferrò intrecciando le dita alle sue. Lily si mosse cauta, cercando di rimanere in equilibrio, appena si spostò le sembrò che tutto si stava rivoltando troppo velocemente. La mano salda di James le dava stabilità e riuscì a piazzarsi davanti a lui. Lo guardò negli occhi color cioccolato e notò che erano lievemente arrossati, anche lui non doveva essere nel pieno della sua lucidità.
“Non voglio dormire da sola questa notte” mormorò. Lui la cinse per la vita stringendola a sé e la baciò lievemente sulle labbra, come se fosse la cosa più naturale e ovvia del mondo.
Un moto di tristezza la pervase e sentì che tutta quell’angoscia che aveva cercato di reprimere insieme ai suoi sentimenti, la stavano per travolgere come un fiume in piena. Cercò di sotterrare tutto ancora una volta, ma l’alcool non glielo permise. Le parole le uscirono ancora prima che potesse pensare seriamente se pronunciarle o meno. Sentì gli occhi bruciare e il cuore battere più veloce del normale.
“Non voglio perderti..” disse in un leggero sussurrò. James appoggiò la fronte sulla sua e sorrise lievemente, come a volerla tranquillizzare, come se la sua fosse una paura insensata.
“E chi ha detto che mi devi perdere?”
“Tu l’hai detto, non a parole certo, ma a gesti sei stato molto eloquente..”
Lui la guardò fisso negli occhi che tanto amava e le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio con un gesto involontario.
“È possibile che tu abbia frainteso ogni mio gesto allora” sussurrò, come se fosse una cosa evidente. Lei lo guardò perplessa, aspettando un’ulteriore chiarimento “Non è ovvio?” chiese poi con estrema dolcezza “L’ho fatto per proteggerti, per tenerti al sicuro. Sono stato abbastanza egoista a dire il vero, ma riesco a ragionare con maggior lucidità quando non sei nei pareggi.”
Lily rimase senza parole, allungò una mano e accarezzò con delicatezza ogni centimetro del suo viso, come a voler imprimere nella sua mente ogni piccolo particolare, ogni piccola imperfezione.
Sarebbe stata lì tutta una vita a inebriarsi di lui, del suo profumo, della sua voce.
Ma poi fu colpita da una certezza insormontabile, un istante di razionalità le era bastato per cancellare ogni cosa.
“Ma io sono una Nata Babbana e tu, James se un..”
“Non usare quella parola” la ammonì lui, sapendo dove lei volesse andare a parare.
Purosangue, che idiozia!
“So che a te non importa di queste cose, ma non puoi negare l’evidenza.. Saresti un bersaglio facile e non posso chiederti di rischiare la tua vita per me!”
“E infatti non me lo stai chiedendo. Io ho già deciso. Pensi davvero che preferisca vivere una vita al sicuro piuttosto che una vita con di te?” chiese facendo il suo miglior sorriso “Possibile che in tutti questi anni tu non abbia ancora capito niente di me?” aggiunse divertito scuotendo la testa.
La conversazione aveva cambiato tono talmente tante volte che Lily aveva avuto difficoltà a seguire tutto senza perdersi. Capì che l’alcool che aveva ancora in corpo non era ancora sparito del tutto e probabilmente quel discorso avrebbero dovuto farlo in un secondo momento.
Lo guardò spaesata e sbatté le palpebre più volte cercando di assimilare tutte le sue parole.
“James, cosa stiamo facendo?” chiese sconsolata, tentando di riordinare i pensieri.
“Te non lo so, ma io sto per baciarti.”
 
ϟ
 
“Lily?” disse richiamando la sua attenzione. Erano in biblioteca ormai da un tempo che James riteneva infinito ed era veramente troppo annoiato. Per quanto adorasse passare del tempo con Lily, quei pomeriggi estenuanti in biblioteca proprio non faceva per lui.
“Ti amo” aggiunse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Ogni tanto James glielo diceva, non importava della situazione e neanche del fatto che fossero soli o meno. Si sentiva di non dirglielo abbastanza e voleva che lei di quel sentimento ne fosse pienamente consapevole. Sceglieva sempre i momenti più assurdi: durante le lezioni, o per i corridoio e addirittura a tavola, mentre stavano mangiando. Lily adorava questa cosa, perché la coglievano sempre un po’ di sorpresa e quando meno se l’aspettava.
“Lo so. Mi ossessioni da quando eri un bambino idiota che pensava solo al Quidditch… Ah, no. Aspetta! Sei ancora un idiota e pensi ancora solo al Quidditch!”
James rise divertito, disturbando la quiete che regnava in quell’ampia aula. Alcuni studenti si girano nella sua direzione e lo fulminarono con lo sguardo.
Lei represse una risata tossendo appena e poi lo guardò negli occhi nocciola che non smettevano mai di guardarla in quel modo speciale.
“Ti amo” sussurrò, sorpresa perfino lei di essere riuscita a pronunciare quelle due parole che tanto temeva.
Era la prima volta che glielo diceva così apertamente ed era felice di essere finalmente riuscita ad esprimere il suo sentimento a voce alta.
Lui le sorrise dolcemente e poi con il suo solito tono rispose “Ce ne hai messo di tempo per dirlo. Cosa stavi aspettando Evans, che un Bolide ti colpisse in testa?”
Lei scosse la testa sorrise tra sé e sé, in fondo se l’era meritata quella risposta.
Borbottò comunque qualcosa che suonava tanto come “arrogante e spocchioso” e poi tornò a leggere il paragrafo che stava studiando. 




NOTE: Allora, non chiedetemi da dove sia uscita tutta questa roba perché proprio non lo so. Anch'io se devo essere sincera non sono convintissima di questa versione dei fatti, però mi piace l'idea che fosse Lily ad andare in qualche modo dietro a James. Mi sono resa conto leggendo che magari alcune cose potessero essere poco chiare e poco esplicite, avendo io bene in mente la storia ma solo nella mia testa quindi se ci sono punti che vi sono poco chiari non esitate a chiedere.
Non nego la possibilità che potrei continuare questa storia, aggiungendo altri capitoli con altri momenti. D'altronde qui siamo solo all'inizio e da scrivere volendo ne avrei fino ad essere stufa, ma questo dipende un po' da diversi fattori, primo fra tutti l'ispirazione. Quindi vedremo, non assicuro niente :)
Nel frattempo se mi fate sapere che ne pensate ve ne sarei eternamente grata! 
Un bacio e spero che il tutto sia stato di vostro gradimento :)
  
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