Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: ThePirateSDaughter    13/01/2015    3 recensioni
Soltanto dopo molto più tempo del normale, quando aveva smesso di urlare e quando Sam era ricomparso, insospettito, all’interno, arrivò la luce.
________________________________________________________________________
Angst | Ma Angst puro | Tumblr inspired | In un contesto dove Castiel ha *ancora* le ali.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le cose ricominciarono lentamente a scorrere.
Fu come se riuscisse ad avvertire distintamente tutto quello che lo circondava riprendere a muoversi, come se avesse acquisito un qualche potere da coglione alato. L’aria che si sbloccava, cadeva a pezzi, riprendeva ad essere respirabile. Lancette invisibili che tornavano a scandire il tempo. La sua mente che tornava operativa e urlava qualcosa come “muoviti, corri, fai qualcosa”. Una specie di buio che sembrava dipanarsi e concentrare l’unica fonte di luce che si infiltrava in quel magazzino sporco e spoglio su Castiel.
Dean Winchester inspirò senza avere la minima idea di come riuscisse a usare ancora i polmoni.
 
 
 
 
Muoversi, correre, fare qualcosa fu come camminare sott’acqua.
Non ebbe la minima percezione dei suoi movimenti, non seppe nemmeno quanto tempo ci aveva messo ad arrivargli vicino, non ricordava nemmeno di aver sentito le ginocchia impattare il pavimento.
Lo sguardo di Castiel era completamente vacuo, uno squarcio blu pieno del niente più completo, ancora sbarrato, ancora incredulo.
C’era uno squarcio anche sulla camicia.
Non era blu.
 
 
 
Cas pesava.
Reggendogli le spalle con un braccio, Dean muoveva febbrile l’altra mano sulla zona poco sotto la macchia, senza nemmeno sapere quello che stava facendo, come se non si fosse già trovato in situazioni simili. A volte riusciva a ritrovare una parvenza di lucidità che gli imponeva di chiudere la bocca e smettere di blaterare parole sconnesse, disarticolate e quasi poste a caso una in fila all’altra -  “Cas, va tutto bene, tutto bene, è sbagliato, cosa diamine, Cas”, inserendo lunghe pause di silenzio rotte soltanto da qualche singulto strozzato di Castiel. Ecco appunto, parlando di cose sbagliate. Non era evidente quanto tutto fosse fuori posto? Cas non faceva singulti. Cas non stava accasciato. Cas era un angelo, il solo salvabile in quella risma di stronzi dei suoi fratelli, Cas non era tipo da starsene rantolante contro di lui in un posto dimenticato da Dio e per circostanze così stupide.
 
 
 
“Dean…”
“Stai… stai zitto, adesso… ora facciamo qualcosa, ora chiamiamo qualcuno e… e…”
Dean Winchester era una persona obiettiva, ma in quel momento non avrebbe mai e poi mai accettato la verità. L’avrebbe tenuta ben chiusa fuori dalla sua coscienza e dalla sua fottuta testa, sbarrata dietro la porta più pesante e non scardinabile, una come quelle dietro le quali Metatron sarebbe dovuto restare, invece di apparire, colpire alle spalle e scappare, senza piani, senza preavvisi, senza discorsetti stronzi o azioni strane e di puro calcolo.
Una mano di Castiel comparve nel suo campo visivo.
E perché, cazzo, perché cazzo era comparso e perché aveva piantato qualunque cosa avesse piantato nella schiena di Cas?
“D… ean…”.
 
 
 
Nel momento stesso in cui si sentì afferrare un punto della giacca, Dean sentì gran parte della propria forza d’animo vacillare.
Quella mano tremava, la mano di Cas tremava e qualsiasi cosa l’avesse colpito non l’aveva… non l’aveva ucciso sul colpo. Quindi non doveva essere una lama angelica. Giusto? Cas tremava e stava cercando di dire qualcosa. Si sentiva la testa come inceppata. Castiel stava cercando di parlare. Doveva smettere di tremare.
Aveva spalancato gli occhi quasi ai limiti dell’inverosimile, quand’era successo.
Dov’era Sam? Non riusciva neanche a ricordarlo. All’ingresso, forse. L’ingresso era lontano, forse due un piano di sopra. Perché erano capitati lì?
“De…”
“Stai zitto” sbottò, serrando gli occhi con tutte le sue forze. Si detestò nel sentire la propria voce spezzarsi. Perché sapeva cosa stava succedendo e cosa ciò avrebbe comportato, ma non voleva assolutamente venirne a conoscenza e non in quel momento, non era così che sarebbe dovuta andare “Cas, se ti azzardi a morire, io ti…”
Inconsapevolmente, riaprì gli occhi, portando lo sguardo a incontrare quello dell’altro e quello lo mandò in pezzi.
 
 
 
Il volto di Castiel era chiaro, la fronte velata dal sudore, le labbra tremanti e gli occhi, gli occhi se li sarebbe voluti dimenticare.
Invece sapeva che se li sarebbe sognati da lì fino, forse, alla fine dei propri giorni, gli occhi socchiusi nella confusione, gli occhi limpidi e decisi del perfetto servitore del Paradiso, gli occhi venati di pazzia di quando era diventato Dio, gli occhi dolci e rassicuranti dell’amico seduto dall’altra parte del tavolo, gli occhi sgranati per la sorpresa di un colpo alle spalle e infine questi, sconvolti, così innaturalmente blu e pieni della paura che cercava di nascondere.
Non paura per se stesso, logicamente.
E qualcos’altro, quello che Dean non voleva assolutamente sentirsi spiegare, mentre sentiva la propria faccia contorcersi nella smorfia che gli avrebbe permesso di contenersi e reprimere il singhiozzo che gli lottava in gola. Mandò, però, una costrizione al diavolo e portò la mano libera su quella con cui Cas gli stringeva la giacca, sporcandola di sangue.
Cas non sanguinava.
Mi conoscete, no? Sempre pronto a sanguinare per i Winchester!
“Dean… Dean, vattene”.
 
 
 
Questa non se l’aspettava.
“Che diavolo stai dicendo, Cas?”
“Vai… vattene via, Dean. Allontanati”.
“Ma che stai dicendo? Cas, piantala. Adesso… adesso vediamo di tirarti su e se riesci a… a ricordarti cosa…”
“Dean!” Si interruppe un attimo e rafforzò la presa sulla giacca. Aveva sbottato troppo forte. Che diavolo stava succedendo? “Dean… Dean, allontanati da me. Stai lontano, okay?”
“Cas, ma…”
“Devi stare lontano da me”
Non rispondeva più. La sua testa non rispondeva più, era troppo, era troppo tutto insieme.
La mano di Cas si aprì sul suo petto, mentre gli si contorceva fra le braccia, la faccia contratta per il dolore; lo spinse, cercando anche di scrollarsi il braccio attorno alle spalle, ma era come se lo stesse colpendo un bambino “Lasciami, Dean. Lasciami stare!”
“Cas, piantala di dire cazzate!” Dean serrò quasi prepotentemente la presa dietro la sua schiena e sulla mano. Castiel lo fissava spaventato, quasi lo stesse minacciando, ma che cazzo stava succedendo? “Non ti lascio. Va bene, Cas? Io non ti lascio”
Perché si sentiva spuntare un sorriso?
“Non me ne vado da qui senza di te. Ti ricordi? E secondo te dovrei lasciarti qui? Cas, non me ne vado”.
Perché Cas scuoteva la testa in quel modo?
“Dean…”
“Non ti lascio, Cas” Forse doveva smetterla di ripeterlo “Cas, non ti lascio”.
Dean…”
“Non ti lascio, Cas. Cas.
… Cas?”
 
 
 
Aveva chiamato qualsiasi nome.
Cas.
Cas.
Cas.
Castiel.
Cas.
Sam.
Dio.
Cas.
Non aveva risposto nessuno.
 
 
 
Soltanto dopo molto più tempo del normale, quando aveva smesso di urlare e quando Sam era ricomparso, insospettito, all’interno, arrivò la luce.
Completamente accecante, bruciante, di un bianco totale, scoppiò davanti ai suoi occhi dalle spalle di Castiel, che non aveva lasciato fino a quel momento.
Sam scattò in avanti - forse non abbastanza in fretta, col senno di poi – afferrandolo e trascinandolo il più lontano possibile, alla cieca.
 
 
 
Solo molto tempo dopo, mentre stava immobile al fianco di suo fratello, osservando le fiamme divampare sempre più alte, si accorse delle mani.
Bruciavano. Bruciavano incontrollabili.
Le tirò fuori dalla tasca senza muovere un muscolo sul viso.
Gli ci volle qualche secondo per afferrare il tutto. Sui palmi c’erano parecchie linee lievemente curve, rosse e lucenti come ustioni. E forse non erano qualcosa di così diverso. Si sovrapponevano, intrecciavano, allargavano su tutta la superficie disponibile e la forma era inequivocabile.
Ali.
 
 
Due giorni dopo non avevano ancora smesso di bruciare.
 
 
 
Un mese dopo non avevano ancora smesso di bruciare.
 
 
Un anno dopo non avevano ancora smesso di bruciare.
“Dean, allontanati”.
E Castiel era morto così. A tradimento, in uno stupido seminterrato, il più lontano possibile dal cielo, con il suo nome come ultima parola, cercando di allontanarlo, solo per risparmiarglielo, senza una spiegazione, e perché? Per salvare lui.
 
Non avrebbero mai smesso di bruciare.
Anche quando il dolore alle mani sarebbe passato.


 


 
______
ennedià
A) sono una persona repellente
B) Io mi odio in primis per aver scritto questa cosa. Insultatemi felicemente, no, anzi, mi insulto da sola. Pì, sei una brutta persona. #suchinsults
C) Tutto basato su questa cosa di perfidia completa e assoluta. Tumblr / weheartit, non ho ancora ben capito da dove spunti (dal layout pare tumblr, but still).
D) è un sacchissimo che non scrivo, non sono iper convinta dell'IC di Dean. Qualora doveste riscontrare qualcosa di OOC, pray do tell
E) sono veramente una persona repellente.





F) ho fatto rima! *____________________*
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: ThePirateSDaughter