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Autore: SSJD    14/01/2015    5 recensioni
Questo racconto è la continuazione di Come Fratelli, pubblicato qualche mese fa. La storia è ambientata nel periodo successivo alla scomparsa di Goku, a causa di Cell. Chichi è incinta di Goten e sta per partorire.
Dal testo:
Dopo che Mirai Trunks era tornato nel futuro, Vegeta aveva perso, oltre a Goku, anche la voglia di vivere e di combattere. Era riuscito con fatica a ritrovare la serenità perduta grazie a Bulma, il piccolo Trunks e, motivazione non trascurabile, la promessa che aveva fatto a Goku, prima dell’arrivo dei Cyborg, quella cioè di prendersi cura della sua famiglia nel malaugurato caso in cui gli fosse successo qualcosa.
Trascorso un mese, da quel terribile scontro, Vegeta sentì che era giunto il momento di mantenere la promessa fatta a colui che, ormai, considerava suo fratello e, in una fresca mattina di primavera, uscì di casa e prese il volo verso il monte Paoz, per andare a far visita a Gohan e Chichi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Gohan, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Chichi/Vegeta
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era passato ormai un mese dalla scomparsa di Goku a causa di Cell e, da quel tragico giorno, nessun combattente aveva più avuto la forza, né il coraggio, di andare a far visita agli altri. Solo Yamko passava, di tanto in tanto, a trovare Chichi, ma ogni volta che se ne andava, a lei passava nella testa sempre la stessa domanda: ‘ma perché viene qui?’. Non se lo riusciva proprio a spiegare.
Dopo che Mirai Trunks era tornato nel futuro, Vegeta aveva perso, oltre a Goku, anche la voglia di vivere e di combattere. Era riuscito, con fatica, a ritrovare la serenità perduta grazie a Bulma, al piccolo Trunks e, motivazione non trascurabile, la promessa che aveva fatto a Goku, prima dell’arrivo dei Cyborg,  quella cioè di prendersi cura della sua famiglia nel malaugurato caso in cui gli fosse successo qualcosa. 
Trascorso un mese, da quel terribile scontro, Vegeta sentì che era giunto il momento di mantenere la promessa fatta a colui che, ormai, considerava suo fratello e, in una fresca mattina di primavera, uscì di casa e prese il volo verso il monte Paoz, per andare a far visita a Gohan e Chichi.

“Ciao, Gohan, come stai?” chiese Vegeta affacciandosi alla finestra della cameretta del piccolo sayan.
“Vegeta!!” rispose lui saltando fuori dalla finestra ed andando ad abbracciarlo.
Quel gesto aveva sconvolto il principe. Gohan lo aveva accolto come se fosse tornato all’improvviso suo padre. Lo teneva stretto e sembrava non volerlo lasciare più. Il povero bambino aveva passato un periodo orribile dopo la morte del padre. Si sentiva terribilmente in colpa per essere stato lui a non eliminare immediatamente Cell, quando poteva. Le immagini di quello scontro si riaffacciavano nella sua mente quasi tutte le notti, facendogli fare incubi terribili. Vegeta gli accarezzò i capelli e gli diede il tempo di sfogare il suo pianto disperato, senza dire nulla.
Quando finalmente riuscì a calmarsi, lo scostò un pochino da sé e con il pollice ricoperto dal suo inseparabile guanto bianco, gli asciugò le lacrime dicendogli:
“I sayan non piangono mai di fronte ad altri sayan, capito?”
Il bambino fece cenno di sì con la testa e smise di piangere all’istante.
“Bravo bambino. Dimmi, su, come stai?” continuò Vegeta facendogli un sorriso.
“Eh, insomma…non è facile…” rispose Gohan cercando di trattenere le lacrime che di nuovo facevano capolino nei suoi occhi pieni di tristezza.
“Lo so…è difficile per tutti, ma per te e tua madre deve essere molto dura…Dì un po’, ti alleni ancora con Junior?” chiese Vegeta cambiando discorso per evitare di far piangere di nuovo Gohan.
“Ehm…no. Non mi alleno più. Mamma non vuole, dice che devo studiare e non pensare più a tutte le sciocchezze a cui teneva mio papà. Sai, lei…è molto…vulnerabile in questo periodo…” rispose Gohan abbassando lo sguardo.
A Vegeta salì alla testa una rabbia furiosa. Ma come? Il suo migliore amico aveva dato la sua vita per salvare quello stupido pianeta e la vita della sua famiglia e delle persone a lui care e Chichi le considerava sciocchezze? Ma si era bevuta il cervello?
Con tono serio, ma cercando di mantenere il controllo, disse:
“Che cosa? Sciocchezze? Gohan, ascoltami bene. Tuo padre ha sacrificato la SUA vita per salvare tutti noi. Tu ne devi solo essere fiero, hai capito? Quanto a tua madre…beh…questo sarebbe il suo ringraziamento?”
“Vegeta, ti prego, non ti arrabbiare con mia mamma. Sai, anche io non la capisco, a volte. Ma quando la sento piangere la sera, nel letto e penso che è solo colpa mia se mio papà non c’è più, credo che l’unica cosa che posso fare sia quella di assecondare i suoi desideri e rinunciare ad allenarmi, se questo la rende un po’ più felice…”
Vegeta si rattristò molto nel sentire quelle parole e rimase in silenzio per qualche istante. Poi, ricordandosi del motivo per cui era andato lì, gli disse:
“Gohan, ascoltami, Cell avrebbe trovato il modo di ritornare anche se tu lo avessi colpito quando sembrava a tutti che fosse quello il momento giusto per farlo fuori. Non ti biasimare per come sono andate le cose…sono sicuro che tuo padre non vorrebbe vederti così…Posso…posso parlare con la tua mamma?”
“Sì, vieni, ti mostro dov’è!” rispose Gohan prendendolo per mano e portandolo sul retro della casa, dove Chichi stava stendendo i panni.
“Ciao, Chichi, come stai?” le chiese il principe vedendola.
Chichi fece un sobbalzo, non si era accorta dell’arrivo di Vegeta accompagnato da Gohan.
“Oh, Vegeta, sei tu…come stai? Come stanno Bulma e Trunks?” chiese sforzandosi di essere cordiale.
“Oh, loro stanno bene, Bulma è sempre indaffarata con Trunks e non ha mai il tempo di mettersi a pensare a…ciò che è successo…Anche io sto un po’ meglio…ho passato un brutto periodo…ma penso che per te sia stato peggio…” rispose lui abbassando lo sguardo, non potendo sostenere quello rassegnato di lei.
“Oh, non ti preoccupare, Vegeta…so perfettamente cavarmela da sola…e poi c’è sempre Gohan che mi dà un aiuto con tutte le mie faccende…e mi tira su il morale…e poi…comunque…devo pensare a…” disse lei bloccandosi all’improvviso per non dire a Vegeta nulla della sua gravidanza.
“A cosa?” chiese Vegeta che già sapeva la risposta, ma non voleva dire nulla davanti a Gohan, non essendo sicuro che il bambino sapesse qualcosa.
“…no, niente…non ti preoccupare…”
“Eddai, Chichi…guarda che lo so…”
Chichi lo guardò con aria stupita. Come faceva a saperlo? Ah, già, quella stupida aura…quei diavolo di Sayan avrebbero riconosciuto quella dei loro simili anche lontani anni luce. Ricominciando a stendere i suoi panni disse:
“Beh, sì, è di tre mesi…Gohan lo sa, è un sayan anche lui, sai? L’ha sentita già da due mesi l’aura di suo fratello…quindi non ti preoccupare di parlare liberamente davanti a lui…”
“Ha la stessa aura di Goku…vorrei tanto dirti che sono felice per te e per il tuo bambino, ma non so se è la cosa giusta da dire…non voglio farti arrabbiare o rattristare…” continuò Vegeta abbassando di nuovo lo sguardo.
“E perché dovrei? In fondo bisogna essere felici di aspettare un bambino, no? Anzi, sai cosa ti dico? È un bene che Goku non sia più qui con noi, così Gohan si può dedicare molto di più allo studio e questo bambino non verrà cresciuto come uno di voi teppisti biondi” disse lei ostentando una sicurezza disarmante, ma completamente falsa.
“Ma Chichi, come puoi dire così? Come puoi parlare così davanti a Gohan? Quel bambino ha salvato la Terra e tutti noi. Ha perso suo padre che è morto per proteggerci tutti. Credo che tu gli debba un minimo di rispetto in più…”
“Gohan! Vai a finire i compiti, devo parlare con Vegeta da sola, per favore” disse Chichi rivolgendosi al bambino che corse immediatamente dentro casa, appena sentito l’ordine perentorio della madre.
“Rispetto? Rispetto, Vegeta?” continuò poi rivolgendosi di nuovo verso il sayan alzando la voce “Voi sayan non avete la minima idea di che cosa sia il rispetto. Goku se n’è andato, sapeva che aspettavo suo figlio. L’ha saputo la sera stessa in cui ha deciso, da solo, di concepirlo, senza chiedermi nulla. Ok, ero d’accordo ed ero cosciente del fatto che sarebbe potuto succedere, visto che non prendevo più alcuna precauzione, ma il fatto che ora io sia in attesa e tu sia qui a parlarmi di rispetto mi fa venire il voltastomaco e sai perché? Perché E’ SOLO COLPA TUA!”
“Colpa mia? Ma di che parli?” chiese lui che si stava iniziando ad irritare per le accuse assurde che Chichi gli stava rivolgendo.
“Sì, colpa tua, sei stato tu a inculcargli nella testa tutte le cazzate di cui parlava negli ultimi tempi…e i sayan sono i combattenti più forti dell’universo…e le lezioni di scrittura in sayan…e l’avevi convinto addirittura a far nascere suo figlio in casa!!! Ma ti rendi conto? E lui in tutta risposta non è voluto nemmeno tornare in vita con le sfere del drago, quando ne avrebbe avuta la possibilità. Mi ha lasciata sola, con due figli da accudire…non ha avuto nessun rispetto per me e io non ho la minima intenzione di averne per lui…né per te…siete due bast…”
Chichi non riuscì a finire la frase. Vegeta, non potendo sopportare una parola di più, le tappò la bocca con una mano e guardandola negli occhi color tenebra le disse:
“Ora basta, donna. Ma come ti permetti? Tuo marito è stato uno dei più valorosi combattenti che io abbia mai avuto l’onore di incontrare e ti posso assicurare che di pianeti ne ho distrutti parecchi prima di arrivare qui, sulla Terra. Ero venuto qui oggi per onorare la promessa che avevo fatto a Kaaroth qualche mese fa. Mi fece giurare di prendermi cura di voi, se gli fosse successo qualcosa…ma l’unico che merita di avere ancora una figura paterna al suo fianco, qui, è Gohan…Tu non meriti niente, nemmeno il bambino che Kaaroth ha voluto donarti prima di sacrificare la sua vita per voi. Dovresti solo vergognarti per ciò che hai detto”
Chichi aveva dei grossi lacrimoni negli occhi che pressavano per uscire, ma non voleva. Non voleva assolutamente farli scendere davanti a quel sayan che l’aveva ferita con le parole che le aveva rivolto. Era stato troppo il dolore per la perdita di Goku e l’unica sua ancora di salvezza era stata quella di trovare qualcuno a cui dare la colpa e, l’unico capro espiatorio che era riuscita a trovare, era proprio il sayan che, in quel momento, le stava di fronte. Non poteva cedere, l’odio che aveva maturato in quel mese nei confronti del principe era del tutto ingiustificato, ma nella mente di Chichi era l’unica cosa che l’aveva tenuta in vita, dopo la scomparsa di Goku, ma per rispetto verso suo figlio Gohan, decise di rispedire le lacrime da dove erano venute, ovvero nel profondo del suo cuore. Lo squadrò severamente e gli disse:
“Sta bene, vuoi onorare la promessa fatta a Goku? Io non ho bisogno di nulla, grazie comunque, per il tuo interessamento. Ma sono disposta ad ammettere che per Gohan tu possa essere un esempio migliore di quel Junior, per la sua crescita. Quindi, se per te non è troppo sforzo, darò il permesso a mio figlio di frequentarti, se lui lo desidera. A patto che non venga distratto per troppo tempo dai suoi compiti e tu non pretenda di frequentare questa casa”
Vegeta la guardò con aria severa. Era innervosito dal modo di fare di Chichi perché era cortesemente offensivo e la cosa non gli andava giù. Non gli andava che una terrestre si comportasse così, proprio come…lui? Il sayan si trovò a pensare che era incredibile, ma Chichi era molto più simile a lui che non a suo marito. Dopo qualche istante di silenzio, ricambiò lo sguardo severo che lei aveva in quel momento e le disse:
“Da domani Gohan potrà venire ad allenarsi da me quando vorrà in base al tuo consenso. Quanto a te, sappi che qualunque cosa di cui tu abbia bisogno, Bulma ed io ci saremo sempre, che tu lo voglia o no. A presto e salutami Gohan, per favore”
Così dicendo volò via, in direzione della Città dell’Ovest.

 















 

 

   
 
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