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Autore: ratherbeyou    14/01/2015    1 recensioni
“Fanculo a tutti quelli che dicono che i miei sogni non si avvereranno mai, a quelli che vogliono essere alla larga da me... A quelli che ci sono solo nel momento del loro bisogno! Fanculo a quelli che dicono che io non il coraggio di fare un gesto estremo per essere felice! Io sono abbastanza coraggiosa, se si tratta della mia felicità!” Pensa.
Poi preme il grilletto.
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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"In the night, the stormy night,
away she flied."

-Coldplay

She dreamed of Paradise
-ratherbeyou.


Shay si guarda allo specchio; il suo volto è cambiato ma a lei non piace pensarlo. A lei piace pensare che sia semplicemente evoluto - che poi sia la stessa cosa poco le importa, a lei sembra diverso.
Cerca di rendere la linea di eyeliner più dritta possibile ma la vibrazione del telefono la distrae e finisce col sporcarsi l’intera palpebra superiore.
Ennesimo messaggio da parte di Lucas: “Ti prego rispondi! Sono stato uno stronzo, ho sbagliato… Diamoci una seconda possibilità”.
Shay sorride; come se la seconda possibilità servisse anche a lei!
Si riguarda allo specchio e rinuncia a truccarsi, tanto i suoi amici non lo noteranno neppure.
Ricorda quando ancora non sapeva come usare un eyeliner, quando quegli occhi azzurri non erano ancora così chiari e a quando era bambina e si aspettava il mondo. Ma questo è diventato fuori dalla sua portata.
Pensa al fatto che le piacerebbe rifugiarsi in uno dei suoi sogni, quelli dove tutto sembra possedere un senso - anche i messaggi stupidi di Lucas, anche l’eyeliner difficile da mettere. Anche i capelli mai in ordine, anche la sua amicizia con Marcus e Nicole. Perché la loro amicizia non ha un senso, però a lei piace pensare che ce l’abbia perché Marcus e Nicole fanno per lei.

Nicole è stesa sul lato sinistro del suo letto ad una piazza e mezza e fissa costantemente il cassetto del suo comodino.

Ha appuntamento con Shay e Marcus tra mezz’ora ed è ancora in pigiama. In realtà non se ne fa un problema, perché Shay è sempre in ritardo e ad arrivare per primo è sempre e solo Marcus.
Quando apre il cassetto afferra l’arma che tiene stipata da ormai due settimane; quella pistola - una clock 17 - è praticamente la metafora della sua vita.
Si dirige in bagno e si guarda allo specchio: ha gli occhi spenti e le labbra secche, la gola in fiamme e la pistola puntata sui suoi denti.
Si guarda ancora una volta e pensa a quando era bambina e tutto era più semplice.
Quando non le importava di avere le cosce più grandi e tonde rispetto alle altre ragazzine, quando non le importava se nessun ragazzo la guardasse e quando ancora non perdeva i capelli e la pazienza. Quando i suoi occhi ancora gridavano che dal mondo si aspettavano tutto, a quando il mondo era ancora alla sua portata.
Apre la bocca e infila la canna della pistola al suo interno, poi chiude gli occhi e poggia l’indice sul grilletto.
“Fanculo a tutti quelli che dicono che i miei sogni non si avvereranno mai, a quelli che vogliono essere alla larga da me... A quelli che ci sono solo nel momento del loro bisogno! Fanculo a quelli che dicono che io non il coraggio di fare un gesto estremo per essere felice! Io sono abbastanza coraggiosa, se si tratta della mia felicità!” Pensa.
Poi preme il grilletto.

Marcus è sotto casa di Shay e sta fumando una sigaretta. Un po’ gli secca sempre aspettare le due ragazze, ma poi sa che si divertiranno tantissimo e che la sua attesa sarà ben ripagata.

Mentre aspira il fumo, sente squillare il suo cellulare e per prenderlo è costretto a tenere la sigaretta tra le labbra.
-Nicole, che succede?
-Penso di non farcela per l’ora stabilita, potete aspettare ancora un po’?
-Sì, certo. Ma c’è qualche problema?
-A parte la vita, Marcus? No, nessun problema.
Marcus si è accorto che l'amica è strana ultimamente e che anche quando ride, i suoi occhi non lo fanno.
-Nicole, vuoi che passiamo a prenderti?
-No, non importa.
Nicole stacca la chiamata e nello stesso momento Shay esce dal portone del suo palazzo raggiungendo raggiante Marcus.
-Non ci crederai mai, ma Lucas mi ha di nuovo scritta. Riesci a trovare un senso al suo comportamento?
Marcus poco ha ascoltato quello che lei gli ha appena detto. Pensa al fatto che deve parlarle di Nicole ma non sa se sia il caso. Poi si dice che dopotutto sono amici da una vita e che forse è meglio avere un appoggio morale.
-Shay, credo che Nicole non stia bene. 
Alla ragazza non serve sentire una sola parola in più, che già entrambi si stanno dirigendo a casa della loro amica.


Quando Nicole sente il campanello suonare è ancora sotto la doccia. Cerca di gridare il più forte possibile per farsi sentire ma chi c'è  dall’altra parte della porta sembra impazzito e continua a bussare tumultuosamente.
-Un momento, sto arrivando!- urla mentre si chiude l’accappatoio e si avvolge un asciugamano sui capelli bagnati.
Quando apre la porta e si trova i suoi amici davanti, quasi vorrebbe urlare per il nervosismo.
-Ok, questo è davvero imbarazzante!- Dice Marcus - e lo pensa davvero - ma un po’ è sollevato di vedere l’amica sana e salva.
-Marcus ha detto che al telefono ti ha sentita strana, per questo siamo corsi qua per vedere se effettivamente fosse successo qualcosa.
Nicole chiude gli occhi e sospira; per quanto siano invadenti e superattivi comunque sa, che senza di loro non sarebbe la stessa cosa. Forse lei stessa non sarebbe Nicole.
-Stanotte ho pensato.- Dice facendoli accomodare sul divano e dimenticando per un attimo il fatto che le abbiano quasi rotto il campanello di casa. -Ho pensato a farlo di nuovo.
-E lo hai fatto?- le chiede il suo migliore amico.
-Sì, ma senza pallottole non c’è sfizio.
-Sai se usi le pallottole, poi muori!- Dice sarcasticamente e senza quasi pensare, Shay.
-Ma infatti è questa la parte divertente.- E' l'unica risposta che riceve, accompagnata da un sorriso triste da parte di Nicole.
 


Quando Marcus torna a casa, sta barcollando. Ogni volta che esce con le ragazze si dice che non berrà tanto perché poi finisce sempre con l'essere troppo debole.E soprattutto perché poi il giorno dopo non ricorda mai niente. Ma puntualmente, ogni volta cede alla tentazione e beve fin quando riesce ancora a distinguere perfettamente un unico bicchiere da un gruppo di questi.
Si stende sul letto e pensa a quando era bambino ed era completamente diverso. Da bambino non si sarebbe mai aspettato di bere, di fumare e di fare le ore piccole.
Se pensa che le uniche cose che gli interessavano erano i libri horror e i videogiochi, quasi non si riconosce.
Già non ricorda più niente riguardo alla serata appena trascorsa, eppure ha il pensiero di Nicole che dice a lui ed a Shay che va a comprare le sigarette. Ma non ricorda se l’ha fermata ricordandole che non fuma oppure l’ha lasciata andare.
Adesso però è troppo stanco per pensarci; così chiude gli occhi e sogna il Paradiso.
Un Paradiso alternativo tutto suo, ma pur sempre un Paradiso.

Nicole è lucida.

A differenza di Shay e Marcus, lei non beve. Lei non ha un modo per allontanare i demoni che le urlano dentro, lei non ha un modo per sopportare il peso delle colpe. Lei ha solo quella clock 17 priva di proiettili che ogni sera l’attende nel cassetto del suo comodino.
-Sono stanca.- sussurra a se stessa.
E invece di andare a mettersi a letto prepara la vasca da bagno riempiendola d’acqua calda e si immerge del tutto al suo interno - senza nemmeno spogliarsi e aprendo bocca ed occhi.

“Il sole prima o poi dovrà sorgere”
 pensa.
E nel frattempo dentro di lei calano le tenebre
.

Nicole apre gli occhi e si trova a guardare un soffitto completamente bianco; così bianco che quasi pensa:
“Questo potrebbe essere il Paradiso!”.
Poi si guarda intorno e nota Marcus e Shay che giocano a carte vicino al suo letto e che ridono e scherzano come se lei non fosse morta.
-Dove sono?- chiede rendendosi conto di avere la voce tremendamente rauca.
Marcus è il primo a guardarla - perché Shay è proprio lenta per natura - e a chiederle -Nikki, come ti senti?
-Dove sono? - chiede di nuovo lei, incurante della domanda postale dal suo migliore amico.
-In ospedale. Hai avuto la febbre alta, non ricordi?- Questa volta è Shay a parlare.
-No, da quanto tempo sono qui?
-Due settimane. - Risponde uno dei suoi amici, ma non fa caso nemmeno a chi appartenga quella voce.
Si rende solo conto del fatto che non è mai successo niente. Del fatto che il suo letto non è ad una piazza e mezza, che lei non ha un comodino, che non ha mai comprato una pistola e che non ha mai tentato il suicidio. Ha solo avuto la febbre alta che le ha portato delle allucinazioni.
-Non ricordo niente.
Lo sussurra a se stessa, ma Shay comunque le si siede vicino e le risponde dicendo: -Credo sia normale, solo adesso è scesa un po’ la febbre…- fa una pausa e poi riprende a parlare -Eravamo tutti preoccupati! Quella sera quando siamo venuti a prenderti perché non arrivavi più, abbiamo trovato tua madre che cercava di svegliarti perché eri svenuta... Non ho avuto nemmeno modo di raccontarti del messaggio ridicolo di Lucas!"
-Shay, è acqua passata ormai!- La rimprovera il ragazzo, cercando di farle notare che non è il momento adatto per parlare di una cosa del genere.
Poi Nicole incurante di quel piccolo battibecco che sta per nascere, allunga le braccia ed afferra i due amici per abbracciarli.
-Mi siete mancati!- esclama felicemente.
-Siamo sempre stati qui.- Le fa notare Marcus sorpreso, ma ridacchiando ugualmente. Dopotutto anche lui è felice di poter riabbracciare la sua migliore amica..
Nicole non se lo ricorda che sono sempre stati lì, perché adesso ha bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare e capire un po’ di cose. Ma c’è una cosa che non ha bisogno di capire del tutto, perché è chiara e limpida: Shay e Marcus, anche se superattivi ed a volte invadenti, sono la parte più grande di lei. Forse senza di loro, non sarebbe niente.
Forse senza di loro non sarebbe nemmeno Nicole.


 


a Simone e Federica.
Perché forse senza di voi, non sarei nemmeno Esse.


 
  
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