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Autore: phoibos    14/01/2015    0 recensioni
Gli ho dato amore, per poi togliergli tutto.
Ho suggellato la sua morte con un ultimo bacio, prima di lasciare che il suo corpo bruciasse fra le fiamme.

1° pubblicazione: 15 luglio 2013
2° pubblicazione: 14 gennaio 2015
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hostage

 

13 gennaio 1439
Le giornate scorrono lunghe ed interminabili. La lentezza è atroce, rende il tutto ancor più insostenibile, ancor più pesante da tollerale. Mi sembra di essere in gabbia, in carcere, senza una vita di fuga, senza una via di scampo e qui con me non ho neppure un misero cucchiaio per scavare una qualche buca da cui fuggire. Sono solo.
La cosa non mi dovrebbe neppure stupire: sono sempre stato solo, ho trascorso la mia vita in solitudine, non so se per scelta o per via degli eventi che hanno segnato la mia infanzia ma ho sempre saputo che al mio fianco non avevo nessuno, ho sempre saputo che se cadevo dovevo essere io, con le mie mani, ad alzarmi, a medicarmi, a consolarmi.
Ero solo, e lo sono tutt'ora. Una vita piena senza incoraggiamenti, giornate senza sorrisi, serate senza baci della buonanotte. Era come vivere dentro quelle pellicole in bianco e nero, la mia vita era tutta “bianco e nero”, senza una singola traccia di colore. Spenta.
Scrivo queste parole su questo diario, le scrivo mentre le lacrime rigano il mio viso e la luce della candela si fa più tenue, forse dovrei alzarmi, cambiarla, ma sono stanco, stanco di fare avanti e indietro in quella piccola camera. Sto seduto e continuo a scrivere, scrivo nella speranza che qualcuno, magari fra qualche decennio, troverà queste pagine e riuscirà a comprendere il mio dolore, riuscirà a distinguere quello che si prova ad essere prigionieri, ad essere prigionieri di noi stessi.
 

14 gennaio 1439
Un altro giorno è passato, lento ed inesorabile come sempre. Alla fine ieri l'ho cambiata la candela, ne ho un cassetto pieno zeppo, speravo di trovare una lampada ad olio, ma non posso chiedere tanto, le candele vanno bene: fanno luce e calore, sono le mie compagne, insieme a queste pagine di diario. Stavo pensando di abbellire la copertina, di renderla più presentabile, ma poi ho realizzato che non ne vale la pena, è solo un diario.
In queste pagine non ci sono dei bei pensieri, non ci sono racconti felici, non ci sono poesie o lettere d'amore. E' solo un diario, un diario triste e spoglio come la mia vita.
Non cambierà mai, e io lo so, lo so perchè le cose non cambiano mai, siamo destinati ad essere immutati. In questo momento però la candela è spenta, dalla finestrella posta in alto, nel punto più alto della camera, filtrano i caldi raggi del sole, io non so che sensazione sia sentire il tiepido calore del sole sulla pelle, non lo ricordo. Però sono sicuro che sia piacevole, qualche vago ricordo passa per la mia mente: ricordo quando, durante il giro in carrozza con Lady Anne, il cocchiere fu costretto a fermarsi, e ricordo di essere sceso personalmente dalla carrozza, e ricordo di aver sentito tepore sulla pelle.
Ma sono solo ricordi. I ricordi non ci portano da nessuna parte.
Tante volte ho provato a raggiungere quella finestrella, ma è troppo alta, posta troppo in alto, avrei voluto sventolare la mano e sentire il calore del sole, la sensazione di bagnato sulla pelle della pioggia, il freddo del vento... ma non posso.
 

17 gennaio 1439
Qualche giorno fa ti ho parlato delle sensazioni, ti ho parlato del caldo e del freddo ma sono tutte sensazioni che io ignoro. Ma una sensazione è nota a tutto il mio corpo: il dolore. Il dolore fisico e carnale. La scorsa sera qualcuno ha bussato alla mia porta, nessuno bussa mai alla mia porta, e quando qualcuno lo fa non porta mai nulla di buono. Quando la porta della mia camera si apre io sono che la mia disfatta è vicina, so che proverò ancora quella sensazione, so che proverò ancora dolore. E dolore mi viene inflitto, forte e senza ritegno, dolore scuote la mia carne dell'esterno, dolore che colpisce uno squarcio di pelle scoperta, dolore che incatena la mia anima.
E lo sento, lo percepisco: il sangue che macchia la mia già lercia veste, le lacrime che rigano il mio viso sporco e il tremore che percuote il mio corpo. Ma il dolore mi aiuta a capire, mi aiuta a capire che sono vivo. E quando la porta si chiude io so che non sarà l'ultima volta che mi sentirò vivo, perchè quella porta si riaprirà, e con sé porterà dolore.
A me piace il dolore. E' l'unica sensazione che conosco.
 

18 gennaio 1439
Oggi ho ricevuto una piacevole sorpresa, capita di rado: il ragazzo moro dagli occhi castani mi è venuto a far visita. Lo riesco a descrivere, so com'è fatto, perchè mi è permesso guardarlo, lui mi permette di farlo. E' dolce, più di tutti gli altri che mi vengono a fare “visita”. Il dolore che lui mi infligge non è tanto forte, non è uno squarcio doloroso, mi fa sentire meno vivo, ma i suoi occhi hanno un effetto calmante, quegli occhi color caramello (non sono sicuro che il caramello abbia quel colore, non lo ricordo, ma spero che sia così) scuotono il mio corpo dall'interno, all'altezza del petto, in quel piccolo e preciso punto dove, secondo mio padre, batte il nostro cuore. Questa cosa del “cuore che batte per una persona” non l'ho mai capita, ma non so a chi chiedere, non mi è concesso parlare. Però a loro sì, loro parlano, parlano spesso, parlano di me, della mia famiglia, di mia sorella, li sento spesso ridere, ridere della mia sventura e molte volte ascolto i loro piani, riesco a distinguere parole sconnesse, ma se unite hanno un senso. Progettano di uccidermi. Ho paura, ho paura perchè una volta morto non sentirò più dolore, e non sentire più dolore significa non essere vivo. Ma io voglio il dolore.
Nessuno di loro parla con me, tranne lui. Lui non parla spesso, la sua voce non la sento quasi mai. Forse non è un tipo molto socievole, non ride mai. Ma la sua voce è risuonata chiara quando al “Come ti chiami?” mi rispose “Zayn”, suona bene, è l'unico nome che riesco a ricordare, l'unico nome che mi fa sentire più vivo della sensazione del dolore. Zayn
E' un bel nome, non trovi?
 

24 gennaio 1439
Li ho sentiti parlare ancora. Mamma ha sempre detto che è sbagliato origliare, ma mamma non c'è più, quindi posso farlo, no?
Vogliono togliermi il dolore, vogliono farlo per sempre, vogliono farlo il 2 febbraio. Ho appena alzato lo sguardo verso il muro, ho iniziato ad intagliare i giorni, a cancellarli con una tacchetta, mancano solo 9 giorni. Non sono pronto, sento qualcosa attanagliarmi l'anima, stringere il mio cuore fra le dita, stringerlo con forza, farlo sempre di più, vedo il sangue scorrere. Penso di chiami “paura”. Ma non ne sono sicuro.
Per la prima volta ho sentito Zayn parlare con loro, sembrava arrabbiato, la sua voce era alta, troppo forte, non pacata come quando parla con me, faceva un po' di paura. Ha urlato contro tutti loro, ha detto loro di lasciarmi in pace, di lasciarmi vivere.
Ma poi è calato il silenzio, ho sentito solo dei passi allontanarsi, e poi un piccolo “Scusa” sussurrato contro la mia porta. Forse era Zayn. Non lo so, non ho mai avuto tante certezze nella vita.
 

26 gennaio 1439
Ho appena tagliato il 25 sul muro, questo significa che il 26 gennaio è arrivato.
Ieri nessuno è venuto a farmi visita. Non ho sentito alcuna risata, alcuna parola su di me. Questo silenzio è straziante. Ma non so perchè mi stupisco, dovrei essere abituato al silenzio, no? Ma non vedo Zayn, Zayn viene quasi sempre a farmi visita, da qualche giorno a questa parte non porta neppure con sé la verga, non mi fa del male, non mi provoca dolore ma io mi sento vivo lo stesso. Sono sicuro che sia per colpa dei suoi occhi, avranno qualche potere curativo, sono davvero belli. La scorsa volta mi ha aiutato a darmi una ripulita, non ricordavo che l'acqua fosse così fresca, mi ha aiutato a liberarmi di quella vecchia veste, non mi sono mai ritrovato nudo davanti ad un uomo, ho sentito un brivido lungo la schiena mentre le sue mani lavavano accuratamente ogni lembo della mia pelle. Non penso sia moralmente corretto, non credo che la Chiesa lo permetta, ricordo di aver letto qualche verso della Bibbia, o di qualche altro testo sacro, su quanto fosse considerato peccaminoso provare attrazione per qualcuno dello stesso sesso.
Ma cosa ne so io? L'unica cosa che so è che è stata davvero una bella sensazione indossare qualcosa di pulito, mi sono sentito apprezzato.
Ma poi se n'è andato. E con lui la luce della candela ha iniziato a traballare, a scemare, a spegnersi, a lasciarmi nel buio oscuro come catrame che caratterizza la mia vita.
Non lo vedo da due giorni, che fine ha fatto?
Dove sei, Zayn?”
 

28 gennaio 1439
Ieri Zayn è venuto. Ricordo di aver sentito qualcosa spuntare sul mio viso, un sorriso.
Zayn ha ricambiato, non avevo mai visto Zayn sorridere. E' davvero una visione unica, paradisiaca. I suoi occhi hanno scrutato il mio corpo, e io sentivo il suo sguardo scrutare anche la mia anima. E aveva sorriso, due sorrisi in pochi secondi. Sembrava felice.
Mi ha dato il permesso di parlare, nessuno mi aveva mai detto di parlare, non ricordavo neanche più il suono della mia voce. E allora ho obbedito, ho parlato, lui ha risposto, e io proseguivo a parlare. Ho scoperto che mi piace farlo, e a quanto pare a Zayn piace parlare con me, mi ha detto che ama il suo della mia voce, dice che è dolce ma roca. Ma non ho capito, come può una voce essere dolce? Ho provato a chiederglielo ma lui si è alzato, di fretta, come se qualcosa lo avesse disturbato dalla sua pace interiore.
Ricordo ancora le parole con cui mi ha lasciato «Torno domani sera, Liam».
Quelle poche parole mi hanno aiutato a non percepire la luce della candela spegnersi: per me in quella camera c'era ancora luce, luce nel mio cuore, luce nel mio corpo.
Zayn sarebbe ritornato. I raggi dalla piccola finestra non filtrano più, è già sera.
Ma Zayn, dov'è? Inizio a preoccuparmi. So che forse non dovrei, niente mi lega a lui, solo qualche visita, qualche sorriso, qualche chiacchiera, ma sento che c'è qualcosa di più.
Ti potrà sembrare assurdo ma da quel 24 gennaio loro, gli altri, non sono più venuti da me. Non ho più sentito dolore sulla pelle e mi rendo conto che non è il dolore che mi fa sentire, non è il dolore che mi aiuta a vivere: sono io, io che resisto. Me lo ha detto Zayn.
Mi ha detto che è merito mio, che sono la persona mi forte che lui abbia mai visto e incontrato. Quelle parole mi hanno scaldato il cuore.
Sento dei passi, penso sia Zayn, devo andare. A domani, spero.
 

29 gennaio 1439
Mi ha baciato.
Contro ogni logica, se la mia vita ha una logica, le sue labbra calde e piene di sono posate sulle mie bianche e screpolate. Con le sue labbra contro le mie ho provato una nuova sensazione, più forte coinvolgente. Zayn l'ha chiamata “amore”.
Zayn mi ha detto che mi ama, non so cosa significhi, non capisco se sia qualcosa di positivo o qualcosa di negativo, ma io ho ricambiato e lui ha sorriso, in modo più pronunciato, più entusiasta. L'ho reso felice, quindi credo che sia positivo. No?
Stamattina è ritornato. Mi ha baciato di nuovo.
Dice che ama le mie labbra. Ancora quella parola “amare”, mi piace come suona, mi piace sentirlo dalla sua voce. Mi ha parlato di sé, e anche di me, e ho capito, ho capito chi sono. Figlio di Lary Dianna e Sr Matthew Vanderwall, la famiglia nobile più importante di Cardiff. Mi ha parlato della morte tragica di mio padre e di mia madre avvenuta per colpa di mio zio. Ho scoperto perchè sono qui, sono in ostaggio (Zayn ha usato questa parola), mi ha detto che le persone che mi tengono prigioniero sono degli uomini fedeli a mio zio, lo stesso zio che ha ucciso i miei genitori per ottenere il trono e lo stesso zio che adesso occupa un trono che dovrebbe appartenere a me. Gli ho chiesto se anche lui è uno di loro, se anche lui è fedele a mio zio e lui mi ha risposto con una semplice frase “Si cambia Liam, il buio può tornare ad essere luce”. Penso che che lui si identifichi con la figura del “buio”, ma come può un angelo del genere vestire i panni del diavolo? La luce che irradia la sua persona è unica, è il mio salvatore, come può sottovalutarsi così? Gliel'ho chiesto e lui mi ha solo sorriso, mi sorride spesso, non so perchè lo faccia, ma quando lo fa smetto di farmi domande. Se n'è andato qualche minuto fa, lasciandomi con un bacio e con una promessa che ancora aleggia nell'aria «Non ti lascerò morire».
 

31 gennaio 1439
Mi manca Zayn. La camera dove sono rinchiuso è troppo grande, non pensavo che potesse risultare così grande senza di lui. Ricordo i giorni in cui l'avvertivo piccola anche solo per una persona come me. Ora cambio spesso la candela, Zayn dice che ama vedere il mio volto, dice che sono bellissimo, vuole la luce per ammirare ogni singolo centimetro della mia pelle e io lo accontento. L'ho fatto anche ieri quando mi ha chiesto di spogliarmi, quando mi ha detto che non aveva mai visto nulla di più bello del mio corpo nudo, non capivo il senso delle sue parole: come può un corpo tutto pelle e ossa essere bello? Ma poi ho capito, l'ho capito quando anche lui si è tolto i vestiti.
Ricordo che mia madre mi parlava spesso dei principi delle fiabe, che accennava spesso agli Dei greci. Lui mi sembra un Dio greco. Ho capito di essere bello quando le sue labbra calde iniziarono a depositare baci roventi su tutto il mio corpo, scendendo fino a giù, penso che Dio non ammetta tutto questo, ma in quel momento non ero neppure sicuro dell'esistenza di Dio, sapevo solo il mio paradiso era lì, con il mio angelo che lambiva con le labbra la mia erezione. Non credo di aver provato così tanto piacere. Era meglio del dolore, meglio di tutto. Mi sono sentito vivo. Ma il dolore si è mostrato subito a me quando tutta la sua lunghezza si è spinta nella mia tenera carne, ricordo di aver urlato, e anche tanto, di aver pianto senza dubbio, ma era un dolore diverso: un dolore piacevole, avrei implorato per ricevere ancora quel dolore.
E poi tutto si era concluso.
Zayn ha detto ancora quelle due parole, mentre sussurrava il mio nome, ha detto «Ti amo» e allora gli ho chiesto cosa significa “amare”. Ho capito che l'amore è il sentimento più forte, il sentimento più passionale, un sentimento positivo e travolgente, quel genere di sentimento che tutti vorrebbero provare per una persona, quel genere di sentimento che, se ricambiato, è la sensazione più bella del mondo. Ho capito che amo, Zayn.
Perchè Zayn è bello, è bello dentro e fuori, quindi merita amore.


1 febbraio 1439
Le voci sono tornate. Sono tante, sono di più, sono troppe.
Non so cosa sta succedendo, sto scrivendo queste poche righe di fretta e furia, non vedo Zayn da un paio di giorni, dall'ultima volta che abbiamo fatto l'amore.
Non so dove sia, le voci si fanno più vicine. Ho paura
Devo andare, spero ci sia un domani. Per me, per lui e per noi.

 

 

Ho trovato questo diario.

L'ho trovato buttato per terra, ai piedi del letto. Ai piedi del nostro letto.

Forse non dovrei scrivere, forse non dovrei macchiare la sua memoria, ma ormai queste pagine sono segnate anche dalle mie lacrime, le mie stesse lacrime hanno cancellato un po' dell'inchiostro nero, spero che tu, tu che stai leggendo, potrai ancora perderti in queste righe, potrai vedere lo stesso dolore che ho visto io.

Spero però che tu non giudicherai Zayn Malik, spero che tu non mi giudicherai.

Ho fatto una promessa, gli avevo fatto una promessa, una promessa che non avrei mai potuto mantenere. Ma gli ho consentito di vivere i suoi ultimi giorni con un sorriso sulle labbra, gli ho dato la possibilità di avere amore e di poterlo vivere.

L'ho visto morire davanti ai miei occhi. Con lui è morta anche una parte di me.

Ricordo ancora il momento in cui, aperta quella porta, lui mi ha visto, mi ha sorriso, mi è corso incontro, mi ha abbracciato, non ho ricambiato, l'ho allontanato, loro sono entrati. Ho detto loro di fare in fretta, di non farlo soffrire. E' così è stato.

Ha esalato il suo ultimo respiro. Non ha sofferto.

Non giudicarmi. Lui non poteva vivere, non poteva governare il suo regno, ma non poteva sopportare altro dolore. Gli ho dato amore, per poi togliergli tutto.

Ho suggellato la sua morte con un ultimo bacio, prima di lasciare che il suo corpo bruciasse fra le fiamme. Sono corso via, ma ho salvato questo diario.

Lo porterò con me, sempre.

Mio padre mi ha sempre detto che non sono bravo a mentire, e aveva ragione: ogni singolo “ti amo” era vero, ogni mio singolo gesto era vero. Lui vedeva in me un angelo, senza rendersi conto che gli angeli non possono stare sulla terra, gli angeli devono stare in cielo, quello è il loro posto. Liam Payne era un angelo, ora ha trovato il suo posto.

Un diavolo come me non può portare gioia.

Con la sua morte muoio anche io. Oggi è il 5 febbraio 1439, è morto da qualche giorno, la sua assenza è insopportabile. Fra le mani stringo il suo diario, mentre nel mio organismo il veleno fa effetto. Morirò qui, nella stessa stanza in cui il suo corpo è stato lasciato, in fiamme, martoriato. Amate, fatelo in modo incondizionato e non permettete mai a nessuno, neppure a voi stessi, di scegliere per qualcun altro.

Lui mi amava. E io l'ho ucciso.

Io amavo lui. E non posso rimanere vivo.

Addio.
    Zayn Malik

  
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