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Autore: Jade Tisdale    14/01/2015    2 recensioni
Nel futuro di Trunks, la distruzione ormai è all'ordine del giorno. Gli androidi costruiti dal Dottor Gelo, oltre ad essere molto forti, sono estremamente pericolosi. I guerrieri Z, nonostante sperino di riuscire a batterli, sanno che potrebbero essere uccisi da un momento all'altro. L'incontro tra C18 e Crilin, però, cambierà il corso degli eventi e Trunks riuscirà a trovare la luce che, attraverso un labirinto buio, lo condurrà verso la guerra più importante: la vita.
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 17, 18, Altri, Marron, Mirai!Trunks | Coppie: 18/Crilin, Marron/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
“Ti capisco”


«Mamma, io vado!» esclamò Marron sorridente.
«Dove vai, tesoro?» domandò una voce femminile, sconosciuta alla ragazza.
«Vado a battere Cell, è ovvio!»
La donna lasciò la cucina e raggiunse la figlia sulla soglia. Una figura alta, snella, con dei meravigliosi occhi di ghiaccio e i capelli biondissimi, si mostrò davanti a Marron. La terrestre si sentì il cuore in gola e per qualche secondo fece fatica a respirare.
«Mamma... sei davvero tu?»
C18 sorrise. «E chi altri se no?»
La ragazzina rimase bloccata.
«Tesoro, non andare.» disse la madre, avvicinandosi. «Non andare a combattere con Cell, per favore! Ci stanno già pensando tuo padre e Vegeta, non intrometterti.»
«Vegeta... e papà?» balbettò, incredula. «Ma voi... voi... eravate tutti morti!»
C18 alzò un sopracciglio. «Marron, sei sicura di stare bene? Mi sembri un po' pallida...»
«Sto benissimo!» sbottò, indietreggiando.
Ad un tratto, Cell sbucò dal corridoio della casa e si mise dietro a C18. Marron, con gli occhi spalancati, si ritrovò a gridare con tutte le sue forze.
«MAMMA!!»
La coda del mostro verde si aprì e in men che non si dica, aspirò la cyborg; dopodiché, Cell scomparve dalla vista della terrestre.
La scena si ripeté e Marron, in preda alla disperazione, incominciò a piangere.

 

La bionda si svegliò col fiatone e la fronte sudata. Si guardò intorno, riconoscendo la camera in cui si era addormentata.
«Marron, ti ho sentita urlare! Cos'è successo?» domandò Trunks, spaventato, entrando all'improvviso nella stanza.
Marron si passò una mano sulla fronte. «E' stato solo un brutto sogno...»
Il giovane sayan tirò un sospiro di sollievo. «Ti va di parlarne?» chiese, spostando una ciocca di capelli della ragazza dietro al suo orecchio.
Quest'ultima fece cenno di no con la testa, rimettendosi immediatamente a dormire.

 

Questa volta, fu un urlo a svegliare Marron. La ragazza si precipitò nella stanza accanto, trovando Trunks seduto a terra, intento a calmare Bulma.
«Ha la febbre altissima!» esclamò il sayan, agitato. «Non abbiamo medicine... cazzo!»
Trunks cominciò a tremare. La turchina continuava ad agitarsi nel letto, lamentandosi del forte dolore che provava.
Marron si avvicinò al ragazzo e cercò un modo per calmarlo: in realtà, anche lei si stava agitando parecchio.
«Le medicine hanno una scadenza lunga, altrimenti ci sono delle erbe curative... ci sarà una farmacia ancora intatta nei dintorni, non credi?»
Trunks trattenne con fatica le lacrime. «Ieri mentre...» singhiozzò. «Mentre cercavo del cibo, ho visto un paese con delle case intatte, a tre chilometri da qui... potrebbe viverci qualcuno...»
La terrestre abbozzò un sorriso. «Allora, che ne dici di provare a portarla laggiù? Se ci sono davvero dei superstiti, ci potrebbero dare una mano.»
«Hai voglia di scherzare? Fuori ci saranno zero gradi: non possiamo rischiare facendola uscire di nuovo!»
«Trunks, in questa casa tutte le finestre sono rotte e le uniche fonti di riscaldamento sono due misere coperte bucate. Se vuoi che la mamma guarisca, ci dobbiamo provare!»

 

Un quarto d'ora dopo, la terrestre, il sayan e la scienziata priva di sensi, atterrarono nel paese citato da Trunks. Le case, in effetti, erano intatte, ma si vedeva che erano state ricostruite da poco. Ce n'erano tre in tutto, una di fianco all'altra: il terreno, invece, era tutto ricoperto d'erba, con qualche fiore sparso qua e là.
Marron corse alla prima casa, bussando molto forte.
«Aiuto! Abbiamo bisogno di aiuto! Apriteci!»
Dopo pochi secondi, sulla soglia apparvero un uomo e una donna. La prima a parlare fu quest'ultima.
«Altri superstiti?» sussurrò.
Trunks, in preda al panico, nemmeno si accorse della frase pronunciata dalla donna. «Nostra madre sta molto male! Vi prego, dateci una mano!» implorò.
La donna spalancò la porta, dandogli così lo spazio per entrare.
«Adagiatela sul divano, io vado a chiamare il dottore!» esclamò l'uomo, correndo fuori dall'abitazione.
La donna poggiò del ghiaccio sopra alla fronte di Bulma e misurò la temperatura della scienziata con un termometro.
Passò un minuto.
Un minuto, prima che il termometro emettesse un bip e segnasse trentanove e mezzo di febbre.
Un minuto, prima che un uomo alto, dalla folta barba bianca, facesse il suo ingresso nel salotto, seguito da una bambina.
«Accompagnate da un'altra parte i due ragazzi.» disse l'anziano, parlando con la donna e l'uomo, in piedi accanto a lui.
Marron e Trunks si scambiarono un'occhiata di preoccupazione, prima di seguire la coppia all'esterno della casa.
La terrestre si strinse nel braccio del sayan, mentre camminavano uno di fianco all'alto verso la casa situata di fianco a quella dalla quale erano appena usciti.
La donna li fece accomodare in una piccola cucina e si sedette a tavola, di fronte a loro, mentre il marito si dirigeva al piano superiore dell'abitazione.
«Come vi chiamate?» domandò, osservando prima Marron, poi Trunks.
La bionda non aprì bocca e toccò così a Trunks a dare spiegazioni.
«Io sono Trunks e lei è mia sorella Marron.»
La signora abbozzò un sorriso. «Io invece sono Ikue e lui è mio marito Akio.» Fece una pausa, sospirando. «Cos'è successo a vostra madre?»
«Qualche giorno fa ha iniziato a stare male.» ammise il sayan, socchiudendo gli occhi. «Non avevamo la minima idea di come curarla. Pensavamo che sarebbe bastato farla mangiare un po' di più rispetto al solito, ma...»
Trunks fu bloccato dalla voce di Marron. «Questa è la casa del dottore?» chiese, indicando i numerosi farmaci posti su una mensola.
Ikue annuì. «Il Dottor Tanaka abita qui assieme alla nipotina Hanako.» disse, mentre un velo di tristezza attraversò i suoi occhi. «Quella bambina... se ne sta sempre chiusa nella sua stanza. Più o meno quattro anni fa, Cell ha attaccato il nostro villaggio e la piccola ha visto morire la sua famiglia davanti ai propri occhi. Esce da quella stanza solo se viene a trovarla Saya, la mia gatta, che lei adora, altrimenti segue solo suo nonno.»
Trunks decise di cambiare argomento. «Abitate qui da molto?»
Ikue scosse la testa. « Prima di trasferirci qui vivevamo in una città a nord, ma poi...»
«Ma poi è stata attaccata dai due cyborg.» continuò Akio. «Nostro figlio Kazuki, assieme ad altri giovani combattenti, ha provato ad attaccarli, ma C17 gli ha spezzato l'osso del collo. C18, invece, ha bruciato il palazzo in cui vivevamo.»
Marron sentì il respiro mancare. Nonostante sapesse che sua madre aveva ucciso delle vite innocenti, fu molto contenta di sapere che il figlio di quella coppia non era tra quelle: anche se non avrebbe mai detto a nessuno di essere la figlia di C18, si sarebbe sentita molto in colpa.
«Voi avete assistito?» domandò la bionda, con voce tremante.
La donna annuì. «Eravamo nascosti dentro la nostra macchina. Abbiamo visto tutto.»

 

Trascorse ancora una buona mezz'ora prima che il dottore, mano nella mano con la piccola Hanako, raggiunse tutti gli altri.
«Vostra madre non sta per niente bene.» esordì l'uomo, avvicinandosi a Trunks e Marron. «Se non le avessi somministrato dei farmaci potenti, tra un paio d'ore sarebbe sicuramente morta.»
Trunks sentì un nodo formarsi in gola. «Lei... lei guarirà?»
Il vecchio si tolse il cappotto. «Ogni ventiquattro ore deve prendere il farmaco, che le somministrerò con una siringa. Se tutto va bene, entro una decina di giorni dovrebbe guarire del tutto. Comunque, potete stare tranquilli: la febbre è già scesa un poco ed è fuori pericolo.»
Marron tirò un sospiro di sollievo. «Possiamo vederla?»
«E' meglio aspettare che si svegli. Avete un posto dove stare?»
Trunks scosse la testa. «Ci spostiamo di continuo.»
«Beh, allora direi che vi potreste trasferire qui a tempo indeterminato. Akio, Ikue, mi sono permesso di trasportare la donna nella vostra stanza degli ospiti. Nella camera di mia nipote c'è un letto singolo in più, ma ne manca comunque uno.»
Il sayan sorrise. «Io posso benissimo dormire sul divano, signore! Comunque, il mio nome è Trunks, mentre lei è mia sorella Marron.»
Il dottore ricambiò il sorriso. «Potete chiamarmi Yaichi, mentre lei è mia nipote Hanako.»
La bambina rivolse un'occhiataccia a Marron. «Lei dovrebbe dormire nel letto di Sen?»
L'anziano dedicò un sorriso dolce alla bimba. «Tesoro, dobbiamo ospitare questi ragazzi e...»
Prima che finisse la frase, Hanako corse al piano di sopra.
«Scusatela, è solo che quel letto è di sua sorella e... beh, lei non riesce ad accettare il fatto che sia morta.»
«Se è un problema, posso dormire nel divano di Akio e Ikue.» ipotizzò Marron.
«No, stai tranquilla.» continuò il dottore. «Dormirai in camera con Hanako.»
Marron si strinse nelle spalle. «Se vuole, potrei provare a parlarle...»
Yaichi sorrise. «Mi farebbe molto piacere.»
E così, mentre il dottore mostrava a lei e Trunks il resto della casa, Marron si trovò davanti alla porta della camera di Hanako. Prese un bel respiro profondo, prima di bussare. Nessuna risposta.
Bussò di nuovo, questa volta più forte. Nessuna risposta.
Spazientita, Marron spalancò la porta, trovando Hanako seduta alla scrivania, intenta a disegnare. Si avvicinò lentamente a lei, ma la bambina nascose il foglio sotto al suo letto.
«Hanako, il mio nome è Marron e io...»
«Zitta!» sbottò lei, imbronciandosi. «Tu non prenderai il posto di Sen, hai capito?!»
La bionda sospirò. «Non voglio prendere il posto di Sen, sto solo cercando un posto in cui passare la notte.»
La bambina si sedette sul materasso. «No, tu vuoi prendere il suo posto... ma tu non sai cosa vuol dire perdere la propria famiglia... tua madre e tuo fratello ci sono ancora!» esclamò, mentre i suoi occhi si inumidirono.
Marron si avvicinò ancora a lei. «Cos'è successo a Sen?»
«Sen... lei è... stata uccisa da Cell...» sussurrò, mentre le lacrime iniziarono a scendere rapidamente sul suo viso. «Io ero in braccio a mio nonno, mentre Sen sulle spalle di mio padre... eravamo nascosti di fianco ad uno ammasso di lastre di ferro, dalla forma simile a quella di una piccola casetta... nostra madre non arrivava e Sen è scappata per andare a cercarla... poi, quando Cell l'ha vista, si è scagliato su di lei e nello stesso istante, mia madre è uscita allo scoperto... ha abbracciato forte Sen e quel mostro le ha uccise... mio padre ha cercato di combatterlo, ma è morto anche lui... si è portato via la mia famiglia!»
Marron si sentì soffocare. Hanako continuava a piangere e la terrestre, istintivamente, la abbracciò, accarezzandole dolcemente i lunghi capelli castani.
«Tua madre guarirà...» continuò la piccola, singhiozzando. «La mia... la mia non tornerà mai più...»
Marron sospirò. «Hanako, sai mantenere un segreto?»
La bambina non rispose: si limitò ad alzare gli occhi verso quelli di Marron, che continuò a parlare.
«Vedi, la verità è che quella donna non è mia madre e quel ragazzo non è mio fratello. Io sono stata adottata, perché i miei genitori sono entrambi morti, ma nessuno lo sa! Quindi, non dirlo a nessuno, ok?»
Hanako si asciugò le lacrime. «Perché me lo stai dicendo?»
«Per dirti che ti posso capire.» rispose la bionda, mentre una lacrima scendeva solitaria dal suo occhio sinistro.
 La bambina sorrise; dopodiché, si abbassò e tirò fuori il disegno. Raffigurava lei, con lo sguardo terrorizzato, mentre al suo fianco vi era Marron, simile ad una strega.
Iniziamo bene... si ritrovò a pensare la giovane, osservando sbigottita quel pezzo di carta.

   
 
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