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Autore: MissMizuki    14/01/2015    4 recensioni
Un respiro pesante, un battito costante e forte, appena la stanchezza ha la meglio vedi tutto. Tutta la sofferenza umana, avvenuta e che avverrà, paragonabile al contenuto del vaso di Pandora. Ormai, i tuoi cari non possono più proteggerti, quella melodia che ti proteggeva non avrà più voce. E speri nell'eterno riposo mentre qualcuno ti augura "sogni d'oro"...
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel silenzio della notte si sente un unico respiro affannato, spaventato. Un cuore che batte a mille, quell'apparente pacifico silenzio interrotto dalla paura di una singola persona: un ragazzo, accovacciato in un angolo illuminato dalla flebile luce della luna. Le sue mani sono fra i capelli senza un colore distinto, forse castani, ma la sua eterna paura li ha schiariti. Appena alza il volto come per cercare qualche speranza nella luna si notano le occhiaie, la pelle pallida quasi tanto  il satellite che illumina la notte «Solo... Solo un riflesso della speranza...» sussurra mentre altre lacrime gli segnano il viso.
Ormai, quella luna è la sua compagnia ogni notte, non può arrischiarsi a non vederla, altrimenti... Le vite di tante persone gli passerebbero davanti agli occhi, quegli occhi innocenti, oramai quasi senza lacrime, senza speranza, quasi infantili da tutte le volte che ha pianto. 
Quel povero ragazzo non può neanche ricordare, altrimenti... Rivedrebbe quel sorriso, quel sorriso materno e quegli occhi pieni di gentilezza femminile, e sentirebbe in lontananza, senza neanche ricordarsi le note, quella melodia... Una melodia dolce tanto quanto lo potrebbe essere la speranza di non avere quelle visioni, di non vedere quelle vite... Passate e future, morire in uno spiro o vittime di catastrofi, ormai, nessuno lo aiuta più.
Passare così tante notti insonne, gli fa' bramare il sonno eterno, ormai non ne è più spaventato. Un sorrisino... si ricorda ancora come sorridere, ma solo mentre piange e aspettava il suo ultimo momento.
Quanto tempo avrà passato così, quel ragazzo? Quanto tempo a piangere e vedere morire, o anche ricordarsi quei suoi incubi?
...
Ormai, ha quindici anni. Pochi per sperare nell'eterno riposo? Pochi per aver pianto per le sofferenze di tutto il mondo? Pochi... Solamente pochi.


E' passato un anno da quel giorno, quel giorno in cui lo vidi soffrire a quel modo la notte, quel povero ragazzo.
Ormai, tutti sono riuniti qui, accanto al suo letto, probabilmente per lui comodo. Tutti vestiti di nero, le donne guardano il terreno e lasciano cadere alcune gocce, che malapena rovinano il viso truccato, quelle lacrime sono niente in confronto a quante ne ha versate lui. Gli uomini guardano il suo letto, sguardi dispiaciuti.
Mentre alcuni dicono delle parole gentili in sua memoria, quel ragazzo riposa beatamente, quanto sperava questo momento.
Gli sorrido, ma le lacrime scorrono anche sulle mie guance, gli ero vicina tanto quanto lontana.

Prendo la parola, sono l'ultima a dirgli qualcosa, solo una frase piena di sentimento.
«Sogni d'oro, fratellino...»
 
   
 
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