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Autore: ThisisSoph    14/01/2015    14 recensioni
"Ma, nell'attesa, rivedeva quello che gli si presentava dietro le palpebre ogni volta che chiudeva gli occhi: ogni notte la mente gli si riempiva di immagini dai colori tetri o vivaci, di risate, di lacrime, di persone conosciute e di visi dai lineamenti appena accennati, quasi irriconoscibili, quasi inumani. Ma alcune notti invece era altro quello che passava sotto le sue palpebre chiuse: sprazzi di lei.
tratti del suo viso, i suoi occhi, il suo sorriso, le sue labbra, la sua mano intrecciata alla sua.
Come poteva non sperare di riaverla con lui con tutto se stesso?"
Dopo Peeta ed Haymitch, ecco una one shot dedicata a Finnick e soprattutto al suo rapporto con Annie.
Per quanto possa essere stato difficile, sono molto felice di come è venuta fuori questa storia e spero piaccia anche a voi! Quindi vi lascio i commenti, a presto
Soph
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Katniss Everdeen, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A soul as bright as a star

 

“Did you love Annie right away, Finnick?" I ask. "No." A long time passes before he adds, "She crept up on me."
- Suzanne Collins, Mockingjay.

 

Avrebbe riconosciuto la sua voce anche fosse stato solo un flebile sussurro, ma non avrebbe mai voluto sentire le sue urla. Non nell'arena. Non nel posto dove Mags si era sacrificata per salvare tutti loro, lei che per prima si era offerta volontaria per tenere quella ragazza al sicuro al Distretto 4.
《 Annie! Annie! 》urlò per l'ennesima volta il ragazzo con tutto il fiato che aveva in corpo, quasi a voler sovrastare quell'eco assordante di grida e richieste d'aiuto. Sembrava arrivare da ogni direzione, la sua voce, mentre uno stormo innumerevole di ghiandaie volava sopra la sua testa e quella di Katniss. Girandosi verso la ragazza, Finnick vide che anche lei stava urlando disperatamente contro quegli uccellini all'apparenza cosí piccoli ed innocui ma che in quel momento rischiavano di farli impazzire; gli stava pregando di smetterla: smettere di tormentarla, di beccarla con i loro stridii acuti e taglienti quanto lame.
Il ragazzo avrebbe voluto aiutarla, avrebbe voluto confortarla in qualche modo ma, in quel momento, non riusciva neanche a tranquillizzare se stesso. Anzi, sentiva più di ogni altra cosa la forza scivolare via da ogni particella del suo essere e le gambe cedergli, fallendo nel loro compito di tenerlo in piedi. Era come se quei lamenti stessero prosciugando la sua volontà e la sua vitalità, come se avessero il potere di togliergli quella speranza che lo faceva andare avanti ogni giorno.
Si ritrovò per terra ancora prima di potersene rendere conto, gli occhi chiusi e le mani premute con forza contro le orecchie nel vano tentativo di chiudere fuori quel frastuono doloroso; l'ultima cosa che vide fu Katniss nella sua stessa posizione, la bocca spalancata in un urlo che lui percepiva come muto.
E poi tutto divenne nero, nella mente solo il ricordo di quelle urla.

 

 

Tirò forte la corda sciogliendo in un unico movimento il complesso nodo che aveva creato, sperando che con quel gesto potesse fermare anche le urla che ancora sentiva rimbombargli in testa.
Se tutto fosse andato nel verso giusto, oggi l'avrebbe rivista.
Se tutto fosse andato nel verso giusto, oggi avrebbe potuto riabbracciarla, tenerla stretta a sè come mai aveva fatto prima.
Di fianco a lui, Katniss sembrava essere ancora più nervosa ed impaziente; probabilmente Finnick la capiva meglio di chiunque altro in quel posto: loro due erano gli unici rimasti al Distretto 13 a cui importasse davvero l'esito della missione d'attacco contro Capitol City per riprendersi i tributi tenuti fino a quel momento prigionieri.
Peeta, Annie, Johanna.
Il primo probabilmente era quello più in pericolo, considerando le informazioni che aveva fatto trapelare durante le interviste in diretta che avevano salvato tutti da morte certa; Johanna, d'altro canto, non avrebbe mai rivelato nulla che potesse nuocere loro o la ribellione già in atto, Finnick la conosceva troppo bene per avere dubbi.
E poi c'era Annie, la sua Annie, che non avrebbe fatto male ad una mosca. Annie, che era già torturata continuamente dai suoi stessi incubi e allucinazioni. Annie, il cui unico peccato era quello di stare insieme a lui.
Finnick non poteva permettersi di lasciarsi andare a pensieri negativi, ma non voleva neanche essere troppo speranzoso, aveva troppa paura di vedere le sue aspettative distrutte da un fallimento, e non avrebbe sopportato un altro tracollo psichico.
Non di nuovo.
Ma, nell'attesa, rivedeva quello che gli si presentava dietro le palpebre ogni volta che chiudeva gli occhi: ogni notte la mente gli si riempiva di immagini dai colori tetri o vivaci, di risate, di lacrime, di persone conosciute e di visi dai lineamenti appena accennati, quasi irriconoscibili, quasi inumani. Ma alcune notti invece era altro quello che passava sotto le sue palpebre chiuse: sprazzi di lei.
I tratti del suo viso, i suoi occhi, il suo sorriso, le sue labbra, la sua mano intrecciata alla sua.
Come poteva non sperare di riaverla con lui con tutto se stesso?

Finnick era sul punto di voltarsi verso Katniss, con la speranza di poter iniziare una conversazione e così smettere di pensare alla ragazza dagli occhi color del mare, quando qualcuno urlò.
《 Sono qui! Sono tornati! 》
Il suo sguardo e quello della ragazza si incontrarono ancora prima di sentire la frase "sono tornati" per intero, mentre i loro corpi si mobilitavano all'unisono con uno scatto.  Si ritrovarono a correre senza nemmeno rendersene conto, seguendo qualunque cosa pensavano potesse portarli più vicini al luogo del loro arrivo: un gruppo di persone, un medico all'opera per gli eventuali feriti, delle voci familiari.
Fu allora che la sentí.
《 Finnick! 》
Con la coda dell'occhio registró che Katniss aveva rallentato il passo, avvicinandosi ad un ragazzo seduto che veniva medicato;  in un altro momento, si sarebbe fermato anche lui, avrebbe cercato di capire cosa fosse successo, ma non era quello il caso. In quel momento riusciva solo a seguire il suono di quella voce, la sua voce, che chiamava il suo nome.
《 Annie! 》la chiamò a sua volta, prima di vedere una figura corrergli incontro con indosso solo una vestaglia sporca e sgualcita.

E poi il suo corpo esile si abbattè contro il suo, arrancando, aggrappandosi dove poteva. Finnick sentí l'odore della sua pelle ancora prima di aprire gli occhi, sicuro fosse solo frutto della sua immaginazione, sicuro di essere intrappolato in un dormiveglia senza fine popolato solo dell'oscurità colorata sotto le palpebre e dal suo profumo.
Perché era impossibile che, dopo tutto quello che aveva subito nella Capitale, il suo corpo avesse ancora lo stesso profumo che lui ricordava: sapeva di sole e di mare, sapeva di casa.
E al ragazzo non importava quella fosse solo un'allucinazione senza senso o fosse realtà, perché in quel momento lei era vera, con il respiro irregolare e il corpo tremante ma le braccia strette intorno al suo collo.
Si tirò indietro per prenderle il viso tra le mani, scostandole dolcemente i capelli per guardarla negli occhi; e poi le loro labbra si unirono in uno scatto, disperate, desiderose, affamate di sentire quelle dell'altro finalmente sulle proprie. E fu come se due anime distrutte si fossero unite e ricomposte, formandone una piú luminosa di una stella.

 

 

Note:
Ed eccomi qua con una one shot fresca fresca! Dopo Peeta e Haymitch non potevo proprio non scrivere anche di Finnick, probabilmente il mio personaggio preferito in assoluto di questa bellissima saga.
La scelta di questa parte in particolare di Mockingjay ha portato la storia ad essere molto incentrata anche sul suo rapporto con Annie, infatti è molto più romantica del mio solito, ma come non lasciarsi andare al romanticismo quando si parla di questi due??**
Premetto che, anche se solitamente cerco di essere il più fedele possibile ai libri, in questo caso ho proposto un’interpretazione un pò diversa di alcuni punti, soprattutto nell’incontro con Annie,
Detto questo, le recensioni mi rendono sempre molto felice, quindi se la storia vi è piaciuta o semplicemente volete esprimermi un parere sarà più che un piacere leggere quello che avete da dire!
A presto,
Soph

 

 

   
 
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