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Autore: Linktroll    21/11/2008    4 recensioni
[Ha partecipato alla Narusaku Week 2008]In un’epoca in cui i draghi catturano senza pietà povere fanciulle indifese, un cavaliere imbattutosi in una di esse decide di salvare la sua vita. Ma si scopre che in realtà il drago non è poi così tanto “drago” e che un’oscura mente malvagia sta macchinando qualcosa di diabolico…
Genere: Demenziale, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Orochimaru, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il punto di vista dell’autore: Questa è la fanfiction che avevo sempre sognato di scrivere. C’è dentro tutto quello che trovate in genere dentro di me, per chi mi conosce abbastanza, E’ un po’ lunga ma credo valga la pena leggerla. Quindi mettetevi comodi e buona lettura U_U

A Claudia, la spasimante di Naruto, dagli occhi belli.

OH, MIO CAVALIERE!

Era già mattina tarda: il sole nascostosi tra le nuvole, faceva capolino ogni tanto, illuminando vaste porzioni di quelle terre desolate, brulicanti di mostri che pochi scrupoli si facevano ad ammazzare umani, terrestri, persone, genti, insomma in qualunque modo li vogliate chiamare, ciò non toglie che essi venissero scannati brutalmente da ogni genere di mostri, e per ogni genere intendo i draghi, gli altri draghi, quegli altri draghi, e infine i draghi. Una popolazione un po’ troppo numerosa, e soprattutto rumorosa. Anche oggi era uno di quei giorni, in cui un’ignara vittima stava per essere adorabilmente pappata. Naturalmente, si trattava di una donna. E si badi, che non faccio una certa scelta per un ovvio motivo di maschilismo, ma solo per il fatto che, come la tradizione vuole, un prode cavaliere debba arrivare prontamente a salvare la madamigella in pericolo!
Oggi toccava a una deliziosa preda dai capelli rosa shocking… eh già, chi vuoi che non rimanesse scioccato a quei tempi, quei tempi che non ho neanche specificato e quindi non potete immaginare, nel vedere una fanciulla dai capelli ROSA?
Eppure, i dolci lineamenti del viso, le graziose iridi verdi, e il poco prosperoso seno, e non così esagerato come di sicuro lo aveva una sua certa amica, la rendevano una preda appetitosa, nonostante quei capelli orribili.
“Aiuto! Aiuto! E’ possibile che nessuno abbia deciso di passare per questa strada, oggi?” Urlava a squarciagola la rosa, mentre il malcapitato drago di turno, che sicuramente a fine racconto sarà già bell’è morto e stecchito, la teneva stretta in una delle proprie zampe, si grattava la pancia e ruttava in attesa dello spuntino.
“La finisci di urlare? Mi rovini l’appetito!” Sbuffò il drago.
“Stai zitto, brutto drago dragoso! Se devi proprio uccidermi, perché non lo fai subito, e così metti fine alle mie sofferenze?”
“Perché non ho fame.”
“Allora non è vero che ti rovino l’appetito!”
“… E smettila di far la pignola!” Sbraitò il drago violentemente.
La situazione non era poi completamente sfavorevole per la nostra amica dai capelli rosa. Infatti, aveva avuto la fortuna di essere stata catturata dal grande drago “Giàmmangiato” il drago che si mette a caccia subito dopo aver mangiato, tanto per fare un po’ di movimento e digerire meglio, e che per questo motivo ogni volta non riesce a slurparsi subito la preda non appena catturata.
In quel momento, quasi ad esaudire le preghiere della rosa, un uomo veloce come un lampo si stava aggirando nella zona, destreggiandosi nella fitta boscaglia che attorniava la radura in cui si trovava lei insieme al drago.
“Ehi! Lì c’è qualcuno! Ehi, aiuto! Aiuto! Vienimi a salvare!” urlava la rosa sperando di essere udita.
E in effetti quell’uomo arrivò lì, spedito come un lampo. Aveva dei capelli grigi, un’acconciatura fuori del normale e una benda sull’occhio, un bavaglio che gli copriva la bocca; un equipaggiamento da possente guerriero, la sua armatura scintillante indicava che lo splendore delle sue azioni non aveva fine; o forse, che era soltanto un’armatura nuova di zecca e basta, chi lo sa. Arrivò lì, si fermò e disse: “Qui, è d’obbligo fermarsi…”
“Evvai! Grazie, mio salvatore!” Urlava la rosa.
“… Per leggere il capitolo finale del Paradiso della pomiciata, ovviamente! Il paradiso della pomiciata Deluxe: Anche i vermi sanno pomiciare! Un libro imperdibile!” Urlò, mentre cavava di tasca un libretto e si sedeva in quella favolosa radura.
“Ma è rincoglionito!?” Esclamava la rosa a bocca aperta.
“Lo capisco, leggere in una radura così bella e all’aria aperta dev’essere proprio favoloso!” Disse il drago.
“E tu come fai a saperlo? I draghi mica sanno leggere!”
“Mi stai dando dell’ignorante, per caso? Guarda che ti pappo subito!”
“Oh, no! Aiutami prode cavaliere! Qual è il tuo nome, mio salvatore?”
L’uomo dai capelli grigi alzò il viso e rispose: “Kakashi. E tu, invece?”
“Sakura.”
“Bene, Sakura, puoi farmi il favore di chiudere quella boccaccia? Non riesco a concentrarmi nella lettura!”
“Buuuuhuhuh! Che uomo senza cuore! Ma va‘ a kakashi, va‘!” Esclamava Sakura fra una lacrima e l’altra, mentre il drago continuava a ruttare e ad emettere gas, cercando di liberarsi lo stomaco.
Ma dal cuore della foresta, o dal polmone (non sono mai stato una cima in anatomia) un altro prode eroe, sicuramente più prode di Kakashi, stava per caso passeggiando da quelle parti, fischiettando, stonando tra l’altro, e intonando un motivetto alquanto squallido.
“Uhm? Cos’è questo rumore? Che ci sia qualcun altro tra queste lande brutte, brulle, in cui il sangue ribolle?” Pensava Sakura tra sé e sé.
E da uno dei cespugli, sbalzò fuori un altro cespuglio, o per lo meno, un ragazzo dai capelli cespugliosi e biondi, tre lunghe cicatrici sulle guancie, e una faccia focosa da far impazzire, che se infatti provavi a toccarlo in viso avresti preso un’ustione bella e buona.
“AMMAZZA CHE BAMBOLA DAI CAPELLI ROSA!” urlò il ragazzo appena arrivato, quando, subito dopo voltandosi vide Kakashi che leggeva il famigerato libro e rivolto a lui, disse: “Tenente Kakashi! Non dovrebbe essere a pattugliare un’altra zona in questo momento? Questa era stata affidata a me!”
“Beh, sai, sono stato colpito dalla bellezza del paesaggio, e…”
“La verità è che siete in ritardo come al solito, tenente Kakashi!”
“Sergente Naruto, non dovrebbe rivolgersi così a un suo superiore, non le pare?”
“Mi… mi scusi.”
“E allora!” Sbraitò Sakura osservando la scena “Invece di parlare, qualcuno di voi due vuole venire a salvarmi!?”
“Eh? La bambola ha bisogno di aiuto! Ci penso io!” Esclamò Naruto.
Oh, mio cavaliere!” Sospirò Sakura, mentre i suoi battiti pian piano incominciavano ad aumentare e il rossore si impossessava del suo viso.
Non era ben chiaro come i capelli rosa potessero piacere a uno come Naruto, ma era ben chiaro che di sicuro fosse uno svitato.
“Mi sta incominciando a venire un certo appetito.” Diceva il drago soddisfatto, mentre l’emissione di rutti e gas si faceva sempre più intensa.
“Ehi! Se non mi salvi subito qui non so se finisco morta per essere stata mangiata o ancora prima per asfissia! Fai in fretta!… Com’è che ti chiami? Naruto!”
“Si, si, solo un secondo… Ma dove l’avrò messo?” Disse Naruto mentre si levava l’armatura di dosso, in cerca di qualcosa.
“Muoviti, idiota biondo! Qui ci lascio le penne!”
“Perché, sei una gallina?” Chiese Naruto sorpreso.
“Macchè gallina, muoviti!”
“Si, si, solo un secondo…”
“Lo sento, lo sento, qui finisce male!” Pensava tra sé e sé Sakura mentre ormai Naruto era rimasto in boxer e ancora era indaffarato a cercare quel chissà cosa.
“Eppure dovrebbe essere qui da qualche parte! Uhm… Ah, già!” Esclamò Naruto, mentre dai boxer tirava fuori un cucciolo di volpina a 9 code, di colore arancione splendente, da far tenerezza solo a guardarlo.
“Ditemi che non l’ha tirato fuori da lì! Ditemi che ho visto male!!!” Intanto urlava furibonda Sakura.
“Vai, Kyuubi! Uccidi quel drago!” Esclamò Naruto.

“Ehi, fermi un attimo!” Io sono un cavaliere druido! Io amo gli animali! Non posso ucciderli!” Esclamò Naruto mentre si grattava il mento, incerto sul da farsi.
“Un cavaliere druido? Ma che diavolerie stai dicendo??? E quindi non puoi ucciderlo, il drago? Ma guarda, anch’io sono in difficoltà, e sono un animale! Guarda! Meow, meow!” Urlò Sakura, ormai disperata.
“Meow? Ho proprio sentito Meow! Ci dev’essere una gattina in difficoltà dietro quei cespugli! Vado subito a controllare!” Urlò Naruto gettandosi tra i cespugli dietro di lui.
“Ero io, idiota! Oh, mamma, preferisco morire piuttosto che stare ancora in compagnia di questo imbecille!” sospirò Sakura.
“Burp! Che fame! Penso proprio che sia arrivato il momento di mangiarti.” Disse il drago mentre iniziava a portarsi Sakura alla bocca.
“No, no, no! Morirò! Aiutooooo!” Urlava Sakura, e si dimenava follemente.
“To’, guarda!” Esclamò Naruto rialzandosi da dietro un cespuglio, mentre teneva una specie di aggeggio elettronico in mano e lo fissava. “C’è anche un bottone! Chissà che succede se lo schiaccio…”
Nel momento in cui Naruto schiacciò il bottone una luce bianca e intensissima ricoprì tutta l’area, terminando con una violentissima esplosione. Non appena la nebbia si diradò, Naruto vide davanti a sé pezzi di drago sparsi ovunque, e una Sakura alquanto ferita, che giaceva a terra sanguinante.
“To’, guarda, era un drago robot, quindi… Avrei potuto anche ucciderlo. Beh, pazienza!”
Sakura si rialzò colma di rabbia, e iniziò a dirigersi verso Naruto a braccia aperte.
“Brutto…”
“Di sicuro sta venendo per ringraziarmi.” Pensava Naruto.
“…Bakarospo!” Urlava Sakura, mentre portando le braccia al collo di Naruto, cercava di strozzarlo senza pensarci due volte.
“Sa…Sakura! Non è così che si ragiona, diamine! Mi stai uccidendo, cough, cough!”
“Ti sto solo ricambiando il favore!” Rispose Sakura con una strana luce negli occhi.
“Mollamiiiii!”
“Ahahah!” Kakashi osservava la scena divertito: “Naruto, sembra proprio che quella donna sia l’ideale per te!”
“Eh? Perché, Tenente Kakashi?” Chiese incuriosito Naruto, mentre anche Sakura incuriosita dal discorso, smise temporaneamente di strozzare Naruto.
“Logico, sergente Naruto. In un’epoca come questa, in cui l’esistenza delle streghe è ogni giorno in pericolo, ognuna di loro avrebbe proprio bisogno di un valoroso cavaliere che la protegga dalle insi- SPUAH!” Kakashi non ebbe neanche il tempo di finire, che venne travolto dalla feroce furia di Sakura, che sembrava in preda a quello che comunemente viene chiamato “raptus di violenza” e che, per fortuna, nel nostro mondo reale non è così frequente.
“Grrrrrrr!”
“Ehi, che potenza! Hai mai pensato di diventare un cavaliere?” Chiese Naruto, mentre quasi quasi impallidiva di fronte alla vista della potenza della ragazza.
“Veramente… Sì! Ho sempre sognato di provare un cavallo!”
“Se vuoi ti faccio provare il mio di cavall- SPUAH!”
Anche a Naruto, a quanto pare, era stato riservato lo stesso trattamento di Kakashi. Una donna che non fa eccezioni: complimenti Sakura!
Purtroppo però, la paura che aveva di incontrare un altro drago, la fece rimanere lì dov’era, in compagnia di due uomini svenuti, che sarebbe stati proprio adatti come contentino per un possibile drago che fosse arrivato. Dopo circa una mezz’oretta Naruto si svegliò, dolorante, incapace persino di stare in piedi decentemente; finchè non focalizzò bene il suo sguardo su Sakura più che altro: e a quel punto drizzò bene in piedi… E non fu lui il solo a drizzare, specifichiamo. Ma non voglio entrare nei particolari: come ho detto, non mi intendo di anatomia.
“Ehi, bambola, sei ancora qua! Che bello rivederti, ehm…”
“NON-DIRE-UNA-PAROLA…”
“Perché? Qual è il tuo problema?” Chiese Naruto incuriosito.
“I draghi, sono il problema! Tu sei maschio e non si sognano nemmeno minimamente di toccarti! E noi donne, invece, dobbiamo sopportarci tutte le pene
“Hai detto per caso… Pene?”
“…”
“SPUAH!” Un altro colpo ben assestato si infranse contro lo stomaco di Naruto.
“Ho capito, Sakura… la smetto di dire boiate del genere.”
“Bravo.”
“Comunque, credo che la colpa di tutto sia del fatto che esistono solo draghi maschi, purtroppo.”
“No, ti sbagli esistono anche draghi femmina.”
“Beh, si vede che allora sono tutte lesb- SPUAH! Ma la smetti di picchiarmi?”
“La smetterò quando tu la smetterei di dire cretinate, baka.”
“Piuttosto… Cosa hai intenzione di fare adesso?”
“Vorrei solo avere una vita normale, senza più preoccupazioni.”
“Allora, non ci resta che una cosa da fare!”
“Ossia?”
“Andremo alla Orochimaru’s Pet Factory!
“La fabbrica di animali di Orochimaru?”
“Esattamente, cara Sakura-chan!”
“E che sarebbe?”
“Che ne so, io. C’era scritto qua. C’è persino il numero di telefono!” Disse Naruto, mostrando a Sakura un pezzo di quel drago esploso che lui stesso aveva raccolto precedentemente.
Sakura fregò, con un colpo rapido di mano, il pezzo dalla mano di Naruto, fissandolo attentamente: non riusciva a credere ai suoi occhi! Era davvero tutto come le aveva detto Naruto. Le mani le cominciarono a tremare selvaggiamente, e il sudore si incominciò a impossessare del suo corpo, e insieme ad esso, ovviamente, anche la puzza.
“O-o-orochimaru!”
“E’ con una sola o, sakura.”
“Non capisci la gravità della situazione, tu!”
“Però capisco alla perfezione la gravità terrestre!”
“Grrrr…. NARUTO!”
Un gelido silenzio si insinuò improvvisamente, aumentando la tensione di quei momenti… Finchè  Naruto non comprese che era il momento opportuno per farsi passare quel leggero prurito al fondoschiena, iniziandoselo a grattare, e riempiendo l’aria di un certo grasp grasp.
“Farò finta ch’io non stia sentendo, Naruto. Ad ogni modo: non conosci Orochimaru, vero?”
“Certo che lo conosco! Non è il tizio della fabbrica?”
“Idiota. Intendevo: ne hai mai sentito parlare?”
“Si, da te, adesso.”
“Ma insomma, non potresti fare il serio una volta ogni tanto!?” Sbraitò Sakura, lanciando un calcio dritto dritto nei gemelli di famiglia di Naruto. E si badi, Naruto non stava indossando alcuna giacca al momento.
“Waaaa, scema! Ma non sai che lì tengo la mia volpina? Potresti avergli fatto molto male!”
“Ma davvero? Peggio per lei, che ha un padrone come te! Adesso stammi ad ascoltare, brutto teleidiota. Orochimaru è un uomo molto potente. Diciamo che non si può toccare.”
“Quindi, se non si può toccare, immagino che non potrà nemmeno farsi le seg…”
“MA LA VUOI PIANTAREEE?!” Sakura condensò tutta la sua rabbia e la sua potenza in un solo devastante pugno, che scagliò Naruto molto distante da lei, disperdendolo nella fitta boscaglia vicina.
“Vorrà dire che andrò da sola. Pfui a te, sergente Naruto.”
Dopo un’abbastanza lunga e dispendiosa camminata, sul ciglio della strada (che per inciso, aveva degli occhi stupendi, la suddetta strada, tanto quanto la suddetta Claudia) Sakura si imbattè in quella che pareva essere una cabina telefonica, che chissà come si trovava lì a quei tempi, quei tempi che non ho neanche specificato e quindi non potete immaginare.
“Vediamo se mi ricordo com’era il numero che avevo letto su quel frammento di drago… sì, era 333-333333! Eheh! Meno male che ho una memoria di ferro! Componiamolo!” Esclamò Sakura mentre con diligenza componeva quel numero.
“Tu… tu…” Il telefono squillava.
“Io… Io…” Rispondeva Sakura nel ricevitore.
“Tu… Tu…” Continuava il telefono.
“Io, io che cosa? Se non metti il verbo non ci intendiamo, bello!” Sbraitò Sakura nel ricevitore, quando, poco prima che finisse la frase, dall’altro capo del telefono venne accolta la chiamata.
“Ho sentito per caso… Bello? Erano anni che non ricevevo un complimeto del genere! Che imbarazzo…” Rispose la voce all’altro capo del telefono.
“Oh, beh, ehm, ecco io…” Rispose incerta Sakura.
“Si?”
“Io… Io…”
“Tu, tu che cosa? Se non metti il verbo non ci intendiamo, bella!” Rispose sbraitando la voce all’altro capo del telefono.
“Certo che hai proprio una gran faccia a trattare così una tua cliente!”
Cliente? Hai detto… Cliente? Ma allora questo cambia tutto! Potevi anche dirmelo prima, accidenti! Pensavo fosse una di quelle persone che ci provano gusto ad insultarmi. In primis, i miei parenti.”
“Addirittura, i suoi parenti? E come mai?”
“Dicono che il modo di dire “Parenti serpenti” sia molto azzeccato per me.” Rispose pacatamente la voce dall’altro capo del telefono, lasciando scorgere nella sua voce una vena di tristezza.
“… Parliamo d’altro. Ho qui un esemplare dei vostri draghi meccanici difettoso e vorrei restituirlo. Se per cortesia potrebbe dirmi dove trovare la fabbrica…”
“Ma certo, si trova a circa 2000 metri a nord del villaggio di “Polmone”. Sarà una passeggiata.”
“Cav… 2000 METRI?”
“Ah già, mi scusi, mi scusi, ho sbagliato. Intendevo dire due chilometri.”
“Oh, beh, adesso sì che si ragiona!” Rispose Sakura molto soddisfatta. “Non credo di essere molto lontana da “Polmone”. E’ quella città molto progredita, il cuore dell’industria pesante, vero?”
“No. Se fosse stata il cuore dell’industria pesante, la città si sarebbe chiamata “Cuore” e non “Polmone”, giusto?”
“Mi sembra plausibile. Grazie delle informazioni. Ci vedremo fra non molto.”
“Oh, ma certo. Mia cara cliente…”
Sakura riattaccò la cornetta e si imbarcò sul sentiero che l’avrebbe portata alla città di Polmone, e di lì a poco alla “Fabbrica di animali di Orochimaru”.
Nel frattempo Naruto si risvegliò in mezzo a una piccola radura, circondato da parecchi animali selvaggi che sembravano fissarlo con uno sguardo cupo.
Dopo essersi rialzato ed essersi dato una abitudinaria grattata al sedere, si voltò intorno, notando con segno di disappunto quegli sguardi che tanto lo stavano fissando, sboccando in un:
“Che c’è? Non avete mai visto qualcuno grattarsi le natiche?”
Il ringhio degli animali arrivò quasi a coprire le sue parole, e si fece molto più intenso man mano che le bestie si avvicinavano sempre di più, accerchiandolo.
“Bene, bene, vedo che siete in tanti, ma anche io ho dei rinforzi speciali! Kage bunshin no jutsu!”
Naruto uno era e uno rimase. L’unica cosa che si moltiplicò fu la sua autocommiserazione. Povero Naruto: alcune volte fa ancora fatica a ricordarsi che è un cavaliere, e non un ninja.
Merda!” Urlò Naruto… Indicando un mucchio di escrementi appena lasciati da uno degli animali, “Qui la situazione si fa pericolosa. Non mi resta che… Lottare!”
Al sentire di questa frase di Naruto, uno dei lupi presenti si infilò velocemente uno smoking e, acciuffato un microfono, iniziò a disperdere alcune parole per l’aria:
Ladies and gentleanimals, benvenuti a questa nuova puntata di “Lotta di Latta”! Oggi abbiamo qui con noi un bellissimo esemplare di razza umana che ha avuto il coraggio di addentrarsi nel nostro territorio ed espresso addirittura il desiderio di combattere! Come non accontentarlo? Siamo animali gentili, dei veri gentleanimals, e non ci sentiamo di deluderlo. Prendete pure posto al limite del cerchio che stiamo tracciando come linea di limite dell’arena. Lo spettacolo è aperto a tutti e sono sicuro che difficilmente ve ne andrete poco soddisfatti dopo questo incontro!”
Gli animali, come annunciato dallo speaker, si posizionarono tutti diligentemente al limite di quella circonferenza che era stata tracciata come arena, tutto sotto gli occhi abbastanza stupefatti di Naruto.
Naruto non riusciva a trovare le parole giuste per esprimere il suo disappunto: “Ma… Ma… Questa è blasfemia, questa è pazzia!”
“QUESTA E’… una semplice arena.” Rispose il lupo-speaker. “Non lagnarti e preparati. Tra poco arriva il nostro campione.”
All’improvviso dalla selva uscì fuori… Un lupo? No. Una lonza? No. E nemmeno un leone. Ma un temibilissimo… Boa costrictor!
“E ‘sto coso strisciante, sarebbe?” Chiese Naruto mentre pian piano rideva sotto i baffi (che non aveva).
“E’ un temibile Boa costrictor!” Urlò nel microfono il lupo-speaker.
“Boa costrictor? Uhm, vediamo che dice il mio manuale del cavaliere al riguardo.
Naruto cavò di tasca un libriccino intitolato come lui stesso aveva pronunciato, nel quale, sfogliando le pagine, riuscì finalmente a trovare quello che gli interessava:
Origine e storia
Il Boa constrictor è uno dei serpenti costrittori più comuni che si possono reperire in commercio. È relativamente facile da allevare e le sue dimensioni sono abbastanza ridotte, per essere un costrittore, arriva a circa 2,5 metri (eccezionalmente a 4 metri). Il Boa constrictor è caratterizzato da un disegno romboidale nero e marrone su uno sfondo color sabbia, in genere la regione della coda si differenzia per il color rosso mattone dei rombi, ed è per questo che in inglese si chiama "Red-tail boa". È un animale prevalentemente crepuscolare o notturno ed è arboricolo. Raggiunge la maturità sessuale a circa tre anni. È ovoviviparo, il che vuol dire che produce uova, ma queste vengono portate alla maturazione nel grembo della madre, che partorisce piccoli già schiusi. Il numero dei piccoli nati può essere dai 15 ai 40 per volta.
Informazioni utili
In Italia il Boa necessita di un documento di accompagnamento chiamato CITES, questo perché è una specie in via di estinzione nella natura e come tale è protetto dalla Convenzione per la tutela del commercio internazionale.
Come affrontarlo
Nel caso doveste avere la sfortuna di doverne affrontare uno, diversi metodi d’attacco sono parecchio efficienti contro di esso. Per esempio…
“Cheeee? Che succede? Perché improvvisamente la frase si interrompe? Manca un pezzo di pagina!”
Voltando la pagina, Naruto osservò che nella pagina successiva una piccola nota a penna era stata scritta da qualcuno. Essa riportava: “Scusa Naruto, ma ho dovuto strappare una pagina del tuo manuale perché ero estremamente in ritardo e non riuscivo a trovare un foglio da nessuna parte. Non me ne volere. Firmato: Tenente Kakashi.”
“Quel… Quel… MALEDETTO!
Impossibilitato dallo scoprire un punto debole, Naruto decise di imbarcarsi in questa nuova avventura senza nessuna certezza, ma con una spropositata determinazione.
“Fight!”

Naruto                                                                                 VS                                                               Boa costrictor

E’ il turno di Naruto!
Naruto fissa il Boa! Lo sguardo del Boa è gelido! Naruto perde 1 Hp!
E’ il turno di Boa costrictor!
Il Boa prende gli applausi del pubblico! L’attacco e l’agilità del Boa salgono di 10!
E’ il turno di Naruto!
Naruto lancia uno shuriken! Il Boa evade il colpo agilmente!
E’ il turno di Boa costrictor!
Il Boa si slancia verso Naruto, mordendolo! Naruto perde 5 Hp! Naruto viene avvelenato.
Naruto non si sente molto bene… E’ il turno di Naruto!
Naruto concentra tutte le sue energie sullo stomaco e il retto!
E’ il turno di Boa costrictor!
Boa costrictor si innalza! Concentra le forze per l’attacco finale!
Naruto sta malissimo… E’ il turno di Naruto!
Essendosi concentrato abbastanza, Naruto esplode in un micidiale peto! Il Boa costrictor perde… 0 Hp! Ma l’apparato respiratorio del Boa costrictor è fuori gioco! Boa costrictor è K.O.
Naruto accumula… 0 punti esperienza! La prossima volta combatti meglio, sfigato!

L’arena adesso era tutta per Naruto: compresa i fischi e i sacchetti di popcorn scaraventatigli addosso.
“Questo è quello che si chiama… Giocare sporco!” Commentava indignato il lupo-speaker, mentre Naruto col briciolo di forze rimastegli attraversava velocemente la boscaglia fino ad arrivare, vuole il caso, proprio davanti alla Orochimaru’s Pet Factory, giusto prima di svenire di fronte alla porta di essa.
In quel momento, Sakura arrivò tutta trafelata, guarda caso, proprio lì, trovandosi ad accoglierla davanti alla porta della fabbrica, anziché un gentile signore, un cadavere, puzzolente per giunta.
“Ma questo… E’ quell’idiota di Naruto! Come diamine ci è finito qua? Oddio, oddio! Vuoi vedere che sono diventata davvero così potente da spedirlo fin qua? Ma è splendido! Allora l’allenamento di nonna Tsunade è servito a qualcosa!”
Per chi se lo stesse chiedendo, l’allenamento di “nonna” Tsunade, prevedeva semplicemente di lavorare a maglia, allo scopo di rafforzare i muscoli delle braccia.
“Però… Non mi sembra nelle migliori condizioni! Forse dovrei controllargli il battito cardiaco…”
Sakura appoggiò il proprio orecchio per sentire quello che doveva essere il battito di Naruto… Doveva, dato che, era completamente assente.
“Oh, no, come faccio? Perché non ho voluto accettare i consigli di nonna Tsunade?”
Devi imparare l’arte medica, Sakura. Così potrai visitare gli uomini e vederli nudi… Nudi!
“Smettila!” Ripeteva Sakura tappandosi le orecchie come se quella voce provenisse al di fuori di sé.
Nudi… Nudi!
“Maledetta vecchia rapposa!” Urlava, incominciando a schiaffeggiare Naruto, e a ogni “smettila” che urlava, un sonoro ceffone si scontrava con le guance arrossate di Naruto.
Nudi!
“Smettila!”
“Smettila tu di mollarmi ceffoni piuttosto!”
Sakura era incredula: sotto i suoi occhi sbigottiti Naruto si era finalmente svegliato.
“Naruto! Non ci posso credere. Sei vivo!”
“E perché mai dovrei non esserlo? Certo che sei proprio strana.” Disse Naruto, scrollandosi Sakura di dosso, e alzando il busto, assumendo una posizione seduta.
“Mi hai fatto preoccupare, Naruto… Vedi, io… Io…”
“Sì, Sakura-chan?”
“Io… Io…”
Le guancie di Sakura erano molto più arrossate di quelle di Naruto ora. Il biondino avvicinò il suo viso a quello di Sakura, in modo da accorciare le distanza: i suoi occhi erano fissi su di lei. Inutile dire che questo provocò ancora più disagio in Sakura.
“Io…”
“Sakura-chan, per me è difficile dirlo, ma…”
La testa di Sakura era sul punto di esplodere. Mai si era ritrovata così vicino ad un ragazzo, tanto da sentirne il profumo. Oddio, a chiamarlo profumo quasi si sfiora la blasfemia. Chiamiamolo olezzo, se a voi va bene.
“Mi dispiace che tu sia balbuziente.”
In quel momento qualcosa si ruppe. Mi riferisco chiaramente all’arcata dentaria superiore di Naruto. Se questa era una battuta, beh, Sakura non aveva abbastanza senso dell’umorismo per comprenderla. Il corpo di Naruto volò spedito fino al portone della fabbrica, buttandolo giù, mentre una scia di sangue ricoprì il terreno, quasi a formare una sorta di tappeto rosso su cui Sakura poteva intraprendere la sua magistrale entrata nella fabbrica.
Dentro la fabbrica c’era parecchia agitazione: stava prendendo luogo quella che pareva essere, agli occhi di Sakura e a quelli (esanimi) di Naruto, una parata.
Alcuni carretti stavano sfilando fra le varie stanze della fabbrica, e una melodia cerimoniale, composta probabilmente da una banda, pervadeva ogni singolo angolo della fabbrica.
“Naruto? Sembra che siamo arrivati nel momento sbagliato.”
“I momenti sbagliati non esistono. Ricordi la pubblicità? Cranio e Busto, ogni momento è quello giusto!
“Non mi sembra il momento di fare pubblicità, scemo! Piuttosto, qual è il tuo piano?”
“Sta a vedere, bambola! Con le mie super doti di intelligenza, ti salverò da una vita fatta di pericoli, per condurti ad un’oasi d’amore!”
Naruto condusse Sakura sempre più verso la fonte del rumore, finchè sbirciando da una stanza riuscirono a scorgere il carro principale, sul quale era ben visibile un distinto signore in abiti eleganti, provvisto di cilindro, dalla faccia abbastanza pallida, i capelli lunghi e lisci, occhi schiacciati con del trucco viola alla base di essi. Dietro di lui, migliaia di animali seguivano estasiati il carro, facendo baldoria, gettando coriandoli, distruggendosi a vicenda contendendosi il privilegio di riuscire a salire sopra il carro principale.
“Certo che qui lavorano molto, eh, Naruto?”
“Diamine. Ci mancava anche l’effemminato. Sakura, aspettami qui. Sistemo tutto e torno. Te lo prometto.”
Naruto si voltò verso Sakura, lo sguardo pieno di determinazione. I suoi occhi brillavano di una strana luce, che Sakura non mancò di cogliere.
Oh, mio cavaliere! Va’, e torna vittorioso!” Urlò amorevolmente Sakura mentre faceva balenare in aria la mano, accennando a un saluto, e con un sorriso porta-fortuna lasciava incamminare il valoroso cavaliere.
Naruto si parò coraggiosamente di fronte al carro, allargando le braccia e facendo segno di bloccare tutto. La musica improvvisamente si fermò e tutti gli occhi furono bloccati su di lui.
“Questa è una parata…” Naruto incominciò a muovere le labbra, dolcemente e lentamente, per catturare tutta l’attenzione su di sé.
“Già, questa è una parata.” Rispose pacatamente il gentiluomo, dai dubbi gusti, rivolto a Naruto.
“Questa è una parata… Che fa schifo!” Sboccò Naruto, mentre si voltava di scatto abbassandosi i pantaloni, e mostrando compiaciuto il suo fondoschiena.
“Tu! Come osi insultare la nostra parata e sbeffeggiarmi con quel fondoschiena molleggiante? Questa è la Orochimaru week! Io, ho bisogno di essere venerato! Non ti permetteremo di intralciare i nostri festeggiamenti! Prendetelo! Non deve passarla liscia!”
Al comando di quel galantuomo, tutti gli animali che prima erano indaffarati a fare altro, mutarono la loro espressione in quella di predatori assetati di sangue.
Naruto cominciò a schizzare via a tutta velocità, tentando di non farsi cogliere dagli animali, ma qualcosa che lo afferrò al piede gli impedì di fuggire. Si voltò: la linguaccia biforcuta di quel gentiluomo si era allungata, fino a bloccargli l’uso dei piedi.
“Ma… Ma… Che diamine sta combinando quel citrullo?” Levatasi in piedi, Sakura si diresse velocemente verso Naruto, nel tentativo di proteggerlo. Tre e più unghiate le devastarono il corpo: ponendosi davanti a Naruto, aveva incassato i colpi che originariamente erano indirizzati verso il biondo.
“Sakura!”
Vederle sgorgare del sangue dal volto, dalle braccia e dal busto era uno spettacolo rabbrividente. Naruto era immobile, quasi pietrificato, non sapeva come agire. Sakura crollò priva di vita di fronte a lui, davanti all’espressione compiaciuta di un Orochimaru che, se avesse potuto usare la lingua, si sarebbe leccato i baffi.
“Mi sa che per lei non c’è altro da fare… Amen.” Sussurrò Orochimaru, levandosi il cilindro e abbassando la testa, con lo sguardo rammaricato.
Tutt’a un tratto, il cavallo dei pantaloni di Naruto iniziò a gonfiarsi e qualcosa pareva muoversi all’interno.
“Erezione?! Sei per caso un necrofilo?!” Urlò Orochimaru con sguardo indignato, mentre a dispetto di quanto voleva far credere, il rossore si impossessò del suo volto.
Naruto fissava shockato la scena.
“E’… E‘… Non ci posso credere… E’ il Kyuubi!”
Naruto abbassò velocemente pantaloni e boxer tanto quanto bastava per far uscire il Kyuubi fuori da sé, per mandarlo all’attacco, incapace com’era Naruto in quel momento di compiere qualsiasi azione bellica.
“Vai, Kyuubi! Distruggi tutto! Radi al suolo questa schifosa fabbrica! Fagliela pagare!… In contanti possibilmente.”
Sfruttando l’attimo di disattenzione, Naruto prese Sakura con sé, scappando verso l’entrata della fabbrica, mentre il Kyuubi dietro di sè lasciava una scia di distruzione.
Naruto portò Sakura, tutto trafelato, fuori dalla fabbrica che di li a poco sarebbe caduta a pezzi, colpita dalla furia devastante del Kyuubi, mentre la rosa continuava ancora a perdere sangue copiosamente.
Naruto appoggiò con delicatezza il suo corpo a terra, prima di entrare nel più cupo sconforto.
“Pensa, Naruto, pensa! Come dovrei agire in questo momento? Se solo riuscissi a ricordare gli insegnamenti del generale Jiraya…”
La lezione di oggi, vi illustrerà cosa fare qualora vi ritrovaste nella situazione di avere una donna svenuta e ferita di fronte a voi…
“Sì! Sì! Incomincio a ricordare!”
… Spogliatela senza pietà! Non potrà opporvi resistenza!
“Stupido Ero-Sennin! Ma chi gli ha dato il diritto di avere una carica così alta? Merda! Forse… L’unica cosa che potrei fare… E’ la respirazione bocca a bocca…”
Lentamente, Naruto avvicinò le sue labbra a quelle della ragazza: le loro bocche non erano mai state così vicine. Prese un bel respiro, e si preparò al contatto. Una piacevole sensazione lo invase nello sfiorare leggermente le labbra della ragazza, durante il processo.
Prese ancora diverse boccate finchè Sakura non incominciò a riprendere conoscenza.
Non appena Sakura aprì gli occhi, Naruto sobbalzò bruscamente, scollandosi dalla bocca di Sakura; ma una mano lo trattenne dall’allontanare troppo la testa: la mano di Sakura, che lentamente lo riportava verso le proprie labbra.
Non fermarti, Naruto.” Sussurrava.
Il cavaliere si spinse in un bacio passionale. Chiuse gli occhi, gustandosi appieno quel momento che affrontava per la prima volta. L’intreccio delle lingue, lo scambio di bava (mi scuso con i lettori per la crudeltà della scena, ma qualcosa dentro di me mi spinge a usare codesta affermazione) tra i due, il calore del respiro affannoso di Sakura che si infrangeva sul suo volto, l’insopportabile e leggero solletico provocato dall’infrangersi dei baffi contro il viso di Naruto.
Baffi? Pensò Naruto, mentre di scattò apriva gli occhi, ritrovandosi faccia a faccia e lingua a lingua con il suo Kyuubi.
“Puah!” Urlò Naruto, mentre si allontanava di scattò dalla propria volpina, sputacchiando qua e là, quasi potesse far scomparire ogni traccia di quel bacio rubato.
“Scusami, Naruto. Non che non mi piacesse… ma ho pensato che forse lei se lo sarebbe meritato di più, visto come ci ha tirato fuori dai guai.” Disse Sakura con tono allegro, ridacchiando e coprendosi il volto leggermente.
“Sakura, sei una vipera!” Urlò Naruto, visibilmente imbarazzato.
“Sarà… Ne avrò preso da Orochimaru!” Continuando a ridacchiare.
Il suo sorriso era così splendido che Naruto non aveva la forza di insultarla ancora.
“Dove vai?” Chiese Sakura, notando che il biondo aveva voltato le spalle.
“Probabilmente ci sono altre bambole da qualche parte che hanno bisogno del mio aiuto. Non posso restare qui a perdere tempo!”
“Non ci provare!”
“Uh?” Naruto si voltò di scatto verso la ragazza, con la faccia di uno che chiedeva delucidazioni sulla frase che aveva appena udito.
“Volevo dire… fa attenzione, Naruto. Non salvarne troppe, eh.”
“Tu, piuttosto, cosa credi di fare in quelle condizioni? Sarà meglio che ti curi quelle ferite al più presto.”
“Non ti preoccupare, sono abituata a questo genere di cose. Me la caverò.”
La distanza fra i due cominciava ad aumentare. Naruto fece cenno al Kyuubi di venire con sé. Voltò le spalle e intraprese il suo cammino, verso quel sentiero che sembrava intriso dell’odore di una nuova avventura.
Alzò una mano in segno di saluto, mentre già di spalle, si allontanava sempre di più da Sakura.
La sua sagoma si allontanava, sempre, sempre di più. La rosa allungò le braccia, quasi come volesse afferrarlo. Ma erano distanti. Sakura aveva capito che se avesse voluto“acciuffarlo” non avrebbe potuto farlo. O perlomeno, non da quella posizione.
“Ehi, Naruto! Dove credi di andare? Vorresti lasciare una bambola così, da sola, in mezzo a questo mondo pieno di pericoli?”
Naruto si voltò, e osservò compiaciuto la rosa, che stava correndo verso di lui.
Insieme, imboccarono quel sentiero, che li avrebbe visti intraprendere insieme tante avventure in quei tempi, quei tempi che non ho neanche specificato e quindi non potete immaginare.
                                                                                                                                                                         Fine




***

Questa fiction ha partecipato alla Narusaku week 2008 su http://narusaku.forumfree.net/

   
 
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