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Autore: Bluesun    14/01/2015    2 recensioni
Una raccolta di momineti familiari sulla coppia GajeelxLevy, nonchè mia coppia preferita xD
Inizia tutto dal momento in cui si crea la famiglia vera e propria, ovvero dalla nascita del primo figlio e poi a seguire. Ne si vedranno di belle.
Altri Paring che ogni tanto possono apparire sono: Nalu e Gruvia e forse anche Elfever, Jerza e Mila.
AVVISO: I personaggi che compaiono nella storia sono stati inventati insieme a Banana-Chan, una mia cara amica.
Spero che vi piaccia.
Buona lettura :)
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil/Levy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giocattoli Everywhere

E la fabbrica di ferro chiuse i battenti perchè quel maledetto aggeggio di Levy lo aveva nuovamente svegliato come tutte le mattine. Mormora una bestemmia prima di voltarsi sradicando mezze coperte. Ma come lo fece come gridò:
“ZEREF RINCOGLIONITO”
Levy, che intanto era in bagno, si sporse incuriosita e spaventata dalla porta del bagno, con tanto di spazzola in mano e spazzolino in bocca:
“Teboro? Che è pupeffo?”
In lingua umana e comprensibile sarebbe stato un: “Tesoro? Che è successo?” ma lo spazzolino e il dentifricio impedivano alla turchina di parlare la comune lingua mortale.
Gajeel intanto era caduto a terra con un tonfo secco, attorcigliato tra i lenzuoli e mormorando accidenti coloriti e bestemmie poco carine.
“TE LO DICO IO CHE E’ SUCCESSO!” gridò alzandosi a forza, agitandosi nelle coperte e liberandosi dopo un paio di calci.
Nella sua mano un piccolo giocattolo di legno, un soldatino per la precisione, con tanto di spada in mano molto appuntita. Si voltò di fianco verso la sua ragazza e mostro un buchetto di pelle arrossata proprio su una delle parti più delicate del corpo umano.
“IO GLIELO FICCO NEL CULO A QUEL DEFICIENTE DI JET!!! CHE CAZZO REGALI UN COSO COSI’ PERICOLOSO AD UNA BAMBINA DI DUE ANNI?!?” gridò mentre due lacrime di dolore spuntavano dagli angoli degli occhi rossi.
Levy non fece a meno di ridere e, dopo aver sputato con seria difficoltà il dentifricio nel lavandino per evitare di strozzarsi, si piegò in due dalle risate, raggomitolandosi sotto il lavabo.
“E’ solo un giocattolo amore!!! E poi tua figlia gioca con spade di ferro e stecche appuntite, una spada giocattolo non le cambia niente! Ahahahah” cercava di dare spiegazioni ma le risate le scuotevano la cassa toracica e la voce tremolava per via del divertimento. E se Gajeel piangeva lacrimucce di dolore, lei le piangeva per le troppe risate.
Il moro ringhiò e sbuffò con i denti stretti e con la mascella sigillata. Guardò il soldatino negli occhi finti e infine gli regalò l’occhiataccia peggiore della sua vita, tanto da fare a gara con quella di Acnologia.
“Fottiti” sussurrò poi lanciando il giocattolino di dietro e grattandosi con l’altra mano una chiappa.
“Oh su tesoro, un giocattolo non è la fine del mondo” la voce cristallina e ancora affannosa della ragazza lo raggiunse dal bagno mentre si apprestava a cercare una qualche maglietta da indossare.
“Il problema non è UN giocattolo ma I giocattoli!” gridò di rimando lui tirando fuori dal cassetto una maglia e infilandosela in malo modo.
“Fra poco li ritrovo anche nelle mutande!” aggiunse ringhiando non appena, dalla nuova maglietta, si vede spuntare un pezzo di lego.
“Oh, come sei difficile. E va bene… cercherò di buttare via qualcosa o almeno di metterlo a posto” rispose con tono sospirato l’azzurra uscendo dal bagno.
“Brava! Intanto io picchio i tuoi due cagnolini e cerco di inculcargli in quelle maledette testaccie vuote che abbiamo la casa piena di quei fottutissimi giochi che regalano ad Ana!” affermò incazzato mentre si apprestava a mettersi i pantaloni bianchi, saltellando su un piede solo.
“Mhmh” ridacchiò di rimando l’azzurra, scuotendo il capo rassegnata.
Sbuffò e si ravvivò i capelli neri come la pece e ignorando il gesto dell’amata, si voltò adirato e uscì dalla camera aprendo la porta con violenza e scaraventandosi fuori a passi lunghi e pesanti, senza nemmeno darsi il disturbo di accendere la luce del corridoio.
“Ehhh, non cambierà mai. Si incavola sempre per un nient….”
Ma Levy non fece in tempo a borbottare che un grido acuto, il frastuono di oggetti sfasciati e una caduta da brivido la interruppe. Uscì di corsa dalla camera e non appena accese la luce del corridoio notò un piccolo camioncino con le rotelle proprio in prossimità delle scale. Aveva paura persino ad affacciarsi ma Lily intervenne placando i suoi dubbi.
“Gajeeel!! Ti sei fatto male?” gridò la voce del gattino nero mentre cercava di aiutare il compagno a rialzarsi.
Gli occhi color nocciola della ragazza si sporsero leggermente dal muro della scala e incrociarono subito la figura dell’uomo in mezzo a pezzi di legno del loro povero e, ormai, defunto mobiletto d’entrata, addobbato in qua e là da qualche cubo di plastica colorata che mostrava una lettera.
Come unica risposta ci fu un secco mugolio di dolore mischiato a rabbia e poi un urlo assordante che svegliò l’intero vicinato:
“IO ODIO I GIOCATTOLI!”
 
 
“Questo tesoro?” chiese la ragazza con tono stanco, mostrando alla bambina un’ennesima bambola di pezza.
La bambina scosse la testa dopo un semplice sguardo di disapprovazione, poi tornò a sgranocchiare qualche chiodo.
Ormai erano da ore sedute una di fronte all’altra: la prima con un vestitino giallo a girasoli e una fascetta del medesimo colore a tenerle i capelli azzurri e ribelli, l’altra con un vestitino rosa a cuoricini e due codine tenute da due fiocchetti del medesimo colore.
“Neanche questo??” chiese sbalordita e dispersa l’azzurra mentre si rigirava l’oggetto fra le mani “Ma tesoro questa è bella! Non la vuoi tenere?” riprovò la donna avanzandole l’oggetto più in avanti.
La risposta fu la stessa. Un secco e stancato no.
“Oh basta mi arrendo!! Su una cinquantina di bambole, costruzioni, macchinine e pupazzi, ne hai scelti solo tre!!” mugolò disperata afflosciando le braccia e lanciando la bambola sulla pila dei giocattoli da buttare.
La bambina ridacchiò mentre con un ghigno simile al padre si portava un pezzo di ferro alla bocca.
Sulla testa della turchina galleggiava un aria nera e densa. Come poteva constatare grazie a quella pila di giocattoli, la bimba non era minimamente interessata a nessuno oggetto in particolare. Erano veramente INUTILI come diceva Gajeel.
Come lo avrebbe detto a Jet e Droy? Si erano talmente fissati di essere lo zio preferito che la loro gara a “Chi regala il gioco più bello alla principessa” non era ancora terminata.
“Uff…” sospirò alzandosi in piedi. Si stirò il vestito con le mani e dopo aver lanciato un ultimo sguardo deluso verso la figlia, prese tra le esili braccia l’enorme cestino pieno di giocattoli e tra un passo e l’altro barcollò fino alla porta della cameretta. Nel passaggio urtò uno scaffale e da lì cadde un piccolo e sottile libro, pieno di colori e figure.
Levy non se ne accorse nemmeno, tanto che continuò la sua sfida e, insieme all’aiuto di Lily, portò giù in cucina quel mucchio di oggetti da buttare.
“Li regalerò a qualcuno” sbuffò sbattendosi le mai una contro l’altra. Ritornò dalla bambina per vedere il suo operato di pulizia e si sorprese dalla scena che si ritrovò davanti agli occhi.
Ana sorrideva divertita mentre con le manine piccole e paffutelle, agguantava le pagine di un libro a colori e figure e le voltava interessata.
La turchina non poté che sorridere e in un momento fu accanto a lei a osservala nel suo intento di leggere.
“Ti piace il libro, amore?” chiese dolcemente prendendola per i fianchi e trasportandosela sul grembo. La bimba annui energicamente rispondendo con piccoli e sussurrati “Tchì!”.
Levy sorrise e quasi le uscirono le lacrime dagli occhi: alla sua bambina piacevano i libri.
Capelli neri, occhi rossi, mania nel mangiare, ferro ovunque, ghigni destabilizzanti, furbizia e tutta piena di se. La copia spiccicata in versione ridotta di suo padre.
“Ohhh!!” sospirò amorevolmente stringendola forte al petto “Allora qualcosa lo hai preso anche da me!!” mugolò felice sommergendola di baci che fecero gorgogliare divertita la bambina.
“Allora rimediamo subito a questo vuoto in camera!!” e alzandosi di scatto, Levy fu subito pronta a prendere la cornetta e digitare il numero del “Mercato Magico”, tutto sotto lo sguardo curioso della bambina e quello divertito del piccolo exceed nero.
“Non appena torna Gajeel, si ride” sussurrò quest’ultimo ridendo sotto i baffi.

 
La porta sbatté violentemente e il rumore di passi lenti e pesanti risuonarono nel vuoto della casa. Gli occhi rossi girovagavano in quel buio, constatando che nessuno era in casa e che la cena non lo accoglieva come sempre.
“Levy?” chiese ad alta voce ma nessuna risposta. Lanciò in un angolo del corridoio la sacca da viaggio e mosse qualche passo verso le scale. Notò con piacere che quei dannati cubi e quel dannato camioncino erano spariti dalla sua vista. Questo gli regalò un sorriso e una piccola vittoria interna.
“Lily?” ripeté sta volta alzando la voce mentre mosse il primo passo sulle scale.
Risposte zero anche questa volta ma un leggero battito di qualcosa che cadeva gli catturò l’attenzione.
“Mh… viene dalla camera di Ana” borbottò iniziando a salire le scale con estrema lentezza.
Accese la luce e sorrise nel non vedere nemmeno un giocattolo. Aveva vinto contro quei dannati aggeggi.
“Ghihi!” ghignò mentre rispense la luce adesso sicuro di non rischiare di morire a causa di un camioncino.
Raggiunse la cameretta di Ana e confermò i suoi dubbi: i rumori provenivano da lì dentro.
Non appena aprì la porta, però, mancò per qualche secondo.
Davanti ai suoi occhi decine e decine di pile di libri lo accolsero. Libri ovunque. Sul letto, per terra, sui mobili, sulle mensole. La stanza era piena di libri di tutti i tipi e generi.
Boccheggiò per un attimo davanti a quel caos poi notò sua figlia distesa in terra a sfogliare due libri nello stesso momento, gorgogliando divertita e muovendo le gambine come percossa da fremiti di felicità. Lily volava da una mensola all’altra riempiendole con vari libri di vari dimensioni e infine la sua ragazza era intenta a sistemare i mobili addobbandoli anch’essi di libri. Non appena Ana si accorse della presenza dell’adulto iniziò a chiamarlo con la sua dolce vocina, avanzando con le braccia e mostrando stretto nella mano destra il libro del brutto anatroccolo.
“Oh?” si stupì Levy non appena lo vide sulla porta, poi lo accolse con un bel sorriso
“Ben tornato tesoro!” e lo salutò muovendo una mano in segno di ciao, una mano che teneva ben stretto un libro.
Lily lo salutò con un cenno del capo prima di voltarsi e scoppiare a ridere silenziosamente.
“Che….diavolo?” chiese con un flebile tono di voce il moro, roteando gli occhi su tutto quel macello.
“Grazie a te abbiamo scoperto una cosa importante!!” gridò Levy euforica.
Gajeel non mosse nemmeno un muscolo, si limitò a guardarla.
“Ad Ana non piacciono i giocattoli, ma i libri!!!”
Un enorme gocciolone percorse la fronte del moro.
Come si sa, lui non era un amante dei libri, anzi, il solo vederli in giro per casa gli provocavano tic nervosi. Provarne a leggere uno era come andare incontro all’orticaria, un colmo per uno che sta con Levy McGarden, il classico topo da biblioteca, eppure la realtà era quella: a Gajeel i libri non piacevano.
“Mi stai dicendo che oltre ai tuoi libri… ci saranno anche i … suoi?” chiese indicando la bambina.
“Ovvio!!!” rispose esaltata l’azzurra.
“E i giocattoli?”
“Scambiati al Mercato Magico con i libri!”
“…Quanti…” sussurrò disperato il corvino, portandosi una mano davanti agli occhi.
“Quanti cosa?”
“Quanti libri”
“Oh…” ci pensò su portandosi un dito sotto il mento “Diciamo una settantina!”
Il silenzio calò nella stanza. Lo sguardo dei tre venne puntato subito sull’uomo.
Non una parola. Un semplice gesto.
Le braccia del Drago si disposero sul petto a croce e la sua voce rituonò come una disperata richiesta di aiuto:
“Mi rifiuto”
Inutile dirlo ma Lily scoppiò a ridere, seguito subito dopo da Levy. Gajeel se ne uscì chiudendosi la porta alle spalle. Bianco in volto si mosse verso la cucina, determinato a sfogare la sua frustrazione sul cibo. Già Levy era disordinata come pochi per via dei suoi libri, adesso pure sua figlia cadeva in quel girone di pazzi maniaci della lettura, per lo più in tenera età. Si appoggiò per un attimo alla parete delle scale, frastornato dal brutto rientro a casa, e dopo un leggero ringhio si limita a tirare un leggero pugnetto ad essa. Non fece in tempo a scendere il primo gradino che un sonoro “Stack!” gli catturò l’attenzione. Voltò il viso sopra la sua testa e come notò la mensola, ovviamente piena di libri, come questa si staccò rovesciandogli addosso tutto il suo contenuto.
A sentire il frastuono di oggetti che cadono uno sopra l’altro e un qualcosa di poco carino rivolto a Natsu Dragneel, Levy e Lily si sporsero dalla stanza e accesero la luce del corridoio.
scoppiarono a ridere alla scena. Kurogane era disteso a terra tra scale e piano, sommerso da libri e con tanto di libro aperto sopra la testa. Una mensola mezza staccata ciondolava dal muro.
“Erano meglio i giocattoli”  piagnucolò buttando indietro la testa all’apice della sua disperazione.



Angolino Autrice:
*si ripara con l'ombrello* Ok, ho aggiornato più tardi di quanto pensassi ^^'''
In realtà avevo il capitolo pronto da un sacco di tempo ma non mi convinceva e restava lì a fare la muffa. Alla fine mi sono decisa e con qualche ritocco... Zac! Pubblicato!
Sono già quasi pronti altri capitoli quindi FORSE dovrei pubblicare presto.
Aaaallora! Colgo l'occasione di dire grazie a tutte le persone che hanno commentato i precedenti capitoli, a quelle persone che hanno messo la storia fra i preferiti, a quelle persone che invece l'hanno inserita tra le ricordate, a quelle tra le seguite e a tutte le persone che leggono in silenzio. Sono felicissima che vi piacciono ^3^
Dedico questo capitolo a
bea_kron, vincitrice della piccola sfida dell'altra volta ^^
Spero ti sia piaciuto :)
Alla prossima!
   
 
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