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Autore: Spartaco    14/01/2015    2 recensioni
Alcuni amori sono impetuosi, nascono in un battito di ciglia, in uno sguardo, in un gesto. Altri invece sono più lenti, più calmi, hanno bisogno di più tempo, ma non per questo sono meno belli.
Attraverso le vicende che tutti conosciamo e amiamo, i loro momenti insieme.
[Fire Emblem Awakening][Avatar x Sorpresa]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La vita che abbiamo percorso insieme

Era uno strano pomeriggio di nullafacenza all’accampamento, come ne capitavano ormai pochi in quel periodo, ma quel giorno gli ordini erano stati dati e i risorti sembravano aver deciso di passare la mano per un giorno dopo l’ultima cocente sconfitta inflittagli dalla stratega.

Si trovava nella sua tenda, sdraiata scompostamente sul letto, in compagnia dell’eterno compare e migliore amico Sthal. I due condividevano una passione per la tranquillità, per il cibo e talvolta per fare le cose con calma, col giusto tempo.

Il cavaliere comunque era concentrato a fissare un’arpa, di legno chiaro molto bello, che aveva imparato a suonare splendidamente grazie a settimane di notti insonni, ma ora la scrutava, seduto a gambe incrociate sul pavimento della sua tenda, come se fosse un complicato rebus da risolvere.

Erano una strana coppia: entrambi erano immobili a fissare intensamente qualcosa e sembrava non avessero la minima intenzione di smettere.

- Dovresti andare a parlarle – disse in tono abbastanza distaccato la stratega, anche la sua attenzione d’altronde era altrove.

- Pratica quello che predichi Eren – rispose dopo qualche istante in tono dismesso.

La stratega a quelle parole scattò in piedi – Magari! Ma non posso!

Non capisci? Mi ha battuto la scorsa volta e anche quella precedente!

Non posso chiedergli la rivincita senza nemmeno aver studiato una contromossa decente! –

proclamò esasperata, squadrando il tavolo pieno di figurine intagliate nel legno, alberi e montagne ricostruite fedelmente, fisse in quella posizione da ormai tre giorni.

Tre giorni!

Eren si sarebbe sicuramente maledetta se avesse lasciato passare un giorno in più!

 

E Sthal, per la prima volta da qualche tempo ormai, rise, rise al vedere la sua migliore amica così preoccupata per un semplice gioco, così scombussolata, lei che mai si scomponeva davanti al nemico.

Eren lo incenerì con lo sguardo facendo ridere ancora di più l’amico. Decise allora di prendersi una boccata d’aria e fece per uscire dalla tenda, non prima però di restituire l’affronto al cavaliere in verde.

- Molto bene. Avviserò Cordelia che la vostra esibizione è fissata per domani sera. –

Sthal impallidì.

- Stai scherzando! – ma lei era già uscita dalla tenda – Eren! Non dirai sul serio! Ereeeen!!!! –

La ragazza ghignò e se ne andò soddisfatta.

 

 

 






 

- Lissa! …Lissa! – gridò, per poi lanciarsi e prendere al volo la principessa, svenuta.

Strinse la presa sull’elsa della spada fino quasi a sanguinare e si morse il labbro per l’impotenza, ancora pervasa dalla rabbia e dal dolore di quanto accaduto poco prima.

Fremeva dalla collera, mentre stringeva a sé il corpo di Lissa ed era probabilmente l’unica cosa che la tratteneva dal lanciarsi in un attacco suicida, quando una voce ruppe il silenzio e lo stridio dei corvi.

- Chrom, Eren! Da questa parte, presto!

Abbiamo trovato una via di fuga!! –

Mai come quel giorno maledisse tanto Basilio, mentre udiva le parole dei Khan e voltava le spalle al nemico, sempre portando Lissa con sé.

Chiamò Chrom con quella che non sembrava nemmeno la sua voce e lui non parve nemmeno sentirla, ma continuò finché il principe non si mosse, dovevano andarsene da lì.


Quando poi i nemici li sorpresero, una volta lasciato il campo, combatté con un odio che non le apparteneva, con il volto bagnato dalle lacrime e massacrando i nemici senza pietà, godendo per la prima volta del sangue e delle loro morti.

 

 

Fu il freddo a darle conforto una volta arrivati nei Regna Ferox.


Si lasciò divorare dalle raffiche di vento gelido, prima di ritirarsi silenziosamente nella sua stanza.

 

 

 

 

- Eren, la cena è pronta –

Passò qualche istante prima che dall’altra parte della massiccia porta di legno giungesse una risposta.

- Non ho granché fame, grazie lo stesso Virion –

Ma la voce era rotta, nonostante il pallido tentativo di mascherarla, e il duca se ne accorse subito.

Non poteva sopportare quella voce così sofferente, così decise di socchiudere la porta ed entrare.

La stanza era immersa nel buio e nel freddo ferrosita, la stratega, rannicchiata con la testa nel cuscino, non aveva neanche provato a fissar le tende o ad accendere il camino. Ma l’arciere decise di lasciare le cose così come stavano e invece andò a sedersi a fianco alla stratega.

Eren lo percepì subito, ma inaspettatamente non lo cacciò via, quando invece provò a parlarle scoppiò e riversò su di lui tutti i pensieri di quel pomeriggio cupo.

- È colpa mia, Virion. È morta per colpa mia..! –

- Non essere ridicola Eren! –

- Sono io la stratega, Virion! Ho detto io a Chrom che avrei ideato un piano per salvarla! Ma sapevo benissimo che non era possibile! Alla fine ci saremmo ritrovati a dover scegliere, io mi sarei ritrovata a dover scegliere.

E lei l’ha fatto anche per me! Per evitarmi quella scelta…! –

Eren era ormai in lacrime aggrappata alla camicia del nobile, per poi porgli l’ultima, dolorosa domanda – Virion, perché non fai tu lo stratega? –

L’arciere dai capelli cerulei sussultò, comprendendo bene che quella preghiera era la conseguenza delle loro costanti partite e se ne rammaricò; aveva creduto di aiutarla con quel gioco, di poter alleviare anche solo di un poco le fatiche della giovane, ma a quanto pare forse anche a causa della situazione in cui si trovavano, il risultato era stato l’opposto.

Virion abbracciò la ragazza, lasciandola calmare, e cullando quel corpo squassato dai singhiozzi.

Anche il freddo, lo sapeva, era un modo come un altro per punirsi.


Dopo un po’ si decise a parlare – E pensi che qualcuno seguirebbe le idee di uno squinternato come me? –

La ragazza nascose un sorriso nel petto dell’uomo.

- L’esercito ha bisogno di una guida forte, carismatica, che arrivi dove Chrom non può arrivare, che capisca le cose prima di lui, di cui l’esercito si fidi. Può essere il principe del popolo quanto vuole, ma lui un giorno sarà Re, e per molti diverrà inarrivabile. Mentre la gente ha bisogno di qualcuno come te, che cammini in mezzo a loro, che sudi e si sforzi quanto loro.

È per questo che tutti hanno fiducia in te, Eren. Perché sei umana.

E gli umani sbagliano.. –

Sorrise amaramente, prima di riprendere – Ascolta, io ho commesso più errori di ogni uomo, donna o bambino, su questa terra. Ma se tutte le volte che qualcuno fosse morto per causa mia, mi fossi fermato, come avrei potuto rimediare a quegli sbagli?

Come avrei potuto ripagare quelle anime che erano morte per me? –

La stratega lo guardò; era uno di quei momenti in cui l’arciere si toglieva la maschera e mostrava il vero se stesso. Vedeva la sofferenza nel cuore di Virion e sapeva che quelle parole non erano per semplice sentito dire, che lui stesso aveva provato quella sofferenza e adesso stava lottando per non farla annegare in quel pozzo nero.


- Resta con me – gli disse, prima di abbandonarsi nuovamente su di lui e lasciarsi carpire dalle braccia di Morfeo, mentre l’arciere, abbozzando un sorriso, le carezzava dolcemente i capelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

- Ha preso un po’ di polvere mentre non c’eri – le pedine ancora allo stesso posto, come in attesa di una loro mossa.

E così avevano ricominciato. Nonostante la curiosità iniziale, l‘intero accampamento aveva accettato la nuova routine della loro stratega senza obbiettare, tranne qualche malalingua, persino tra i suoi amici, che non riusciva a credere che ogni santo pomeriggio si rinchiudessero a giocare. Considerata la fama di Virion.

Eppure, ogni qual volta che si trovavano insieme, l’arciere agiva sempre in modo frivolo per farla divertire, ma era più franco, quando si rivolgeva a lei.

In battaglia si trovavano con una sincronia perfetta: Virion, a cavallo del suo baio, la copriva sempre con la sua mira infallibile e lei era libera di falciare risorti e nemici e buttarsi nella mischia o di dare le direttive all’esercito.


Era strano come tanto facilmente si fosse instaurata una sorta di complicità tra loro due, come lei riuscisse a vedere tanto facilmente sotto la sua maschera frivola e come lui riuscisse sempre a leggerla come un libro aperto e a confortarla, restandole semplicemente accanto senza diventare una presenza scomoda.

Quando Zelcher li aveva visti chiacchierare insieme, una delle prime volte, era rimasta stupita, le avrebbe raccontato in seguito, era da tempo, le disse, che non vedeva il viso di Virion così sereno e sincero.

 

 

 

La brezza marina le scompigliò i capelli, mentre veniva raggiunta da un leggero spruzzo d’acqua.

Una figura alta si avvicinò, camminando lentamente per il ponte, portandosi anch’essa verso la prora della nave e fissando con intensità l’orizzonte.

- Sei preoccupato? –

- No, io.. – l’uomo scosse la testa, sospirando. Non trovando il coraggio di mentire di fronte a quegli occhi.

– Come posso tornare così nel mio paese? 

In salute, in forze, quando ho abbandonato i miei uomini stanchi e stremati? –

Chinò la testa, incapace di sopportare ulteriormente pensieri simili, quando una mano afferrò la sua spalla.

- Virion.

Sei tornato, hai un esercito che combatterà il tuo nemico e tu stesso ti sei esposto in prima linea.

Non c’è bisogno di lasciarsi prendere proprio adesso dalla disperazione.

Vedrai, ce la faremo –

Eren sorrise con dolcezza, al contempo convinta delle sue parole e l’arciere si lasciò convincere da quel viso, che ormai da tempo e senza rendersene conto l’aveva conquistato e gli dava forza.



Dopo un attimo di silenzio i due parlarono di nuovo, osservando il profilo delle navi nemiche all’orizzonte.

- Certo che con le navi mezze vuote.. –

- Qualcosa si potrebbe fare.. – aggiunse il nobile senza riflettere.

- Pensi a quello che sto pensando io? – sorrise.

- Credo proprio di sì – ghignò furbescamente l’arciere – Vado a controllare quanti barili di polvere abbiamo – continuò voltandole le spalle, mentre Eren guardò nuovamente l’orizzonte con lo stesso ghigno dipinto sul volto.

 

 

Il piano fu un successo e quando i membri della nave ammiraglia risalirono sulle altre navi, l’entusiasmo era alle stelle.

Pacche sulle spalle, sorrisi e brindisi furono levati quella notte. Olivia fu costretta a danzare e persino Gaius diede mostra di sé inscenando uno spettacolo di magia, puntualmente interrotto da Miriel che cercava di scoprirne il trucco e da Gregor che infervorato li spiegava alla moglie, avendoli visti molte volte in giro per il mondo.

Virion le porse la mano, con un sorriso trionfante sul volto, ma Eren si lasciò andare e lo abbracciò.

E poi.. Passarono gli anni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Linfan, aspetta! Non ti allontanare troppo, mi raccomando!! – gridò una donna, con la voce preoccupata, mentre il figlio coi capelli dello stesso colore del padre, ma legati in una coda, già spariva all’orizzonte.

- Non gli succederà niente, vedrai – rispose un uomo che si avvicinava lentamente, godendosi il sole e la brezza mattutina.

- È solo che è così.. vivo, così pieno di energia..! – fece uno sbuffo, mentre l’uomo la affiancava.

- Chissà da chi ha preso – commentò, stringendosi a fianco della moglie e osservando l’immensità del cielo e il prato fiorito.

- Ti amo Eren – disse, tornando a posare lo sguardo sulla stratega.

- Anch’io Virion – rispose, e mentre i petali di fiori si levavano portati dal vento in un turbinio di colori, i due si avvicinarono sempre più, stringendosi a sé, mentre le loro labbra si incontravano.





















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Angolino dell'autore!

Come potete vedere, dopo aver shippato il primo avatar femminile con Chrom, alla seconda (indecisi tra Lon'zu, Gaius e altri) è finita con Virion,
un personaggio che amo molto e che ho trovato semplicemente perfetto con il mio character *-*
E' comunque un pg molto interessante, e se leggete i vari dialoghi vi rendete conto dei motivi del suo agire e del suo vero carattere.
E anche quando fa il firvolo con le altre donne, quando si compra qualcosa lui dirà 'se mi vendi il vero amore, pagherò qualsiasi prezzo'.
(O più o meno. Temo di saperlo a memoria xD).
Il primo pezzo fa riferimento alle conversazioni tra cordelia e sthal (ma anche a quelle tra l'avatar e virion ovviamente),
mentre il secondo credo sia chiaro che è dopo la morte di Emmeryn; gli altri due sono dopo la sconfitta plegiana (quando virion ritorna) e la famosa battaglia sul mare. Essendo una strategia famosa (anche Salgari la utilizza ne 'Il corsaro nero' anche se si tratta di una singola lancia piena di barili), ho immaginato che anche Virion, visti i suoi exploits contro di noi, ne sia a conoscenza.
L'ultimo pezzo è un post finale, dopo che i due si sono ritrovati =)

Sono stato a lungo incerto se dividere il tutto in capitoli, ma alla fine ho deciso di lasciare un pezzo unico,
anche perchè non c'erano delle vere e proprie divisioni che giustificassero una tal mossa.

L'unico rimpianto è che avrei voluto fare come molti altri, vedi i vari Lon'zu ecc prima di me, e dare vita ad una storia unica, ad una vicenda,
magari proprio il momento prima e dopo la dichiarazione, ma mi son reso conto di non essere in grado di farlo. E dunque è venuta fuori così,
attraverso quei momenti che ho immaginato intercorrere tra i due attraverso la storia.

Spero vi piaccia lo stesso ^^

  
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