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Autore: Tonks98    15/01/2015    4 recensioni
Questa è una storia diversa da tutte le altre che avete letto. Perciò non aspettatevi mirabolanti avventure, amori appassionanti, efferati omicidi o comicità a buon mercato. Perchè se è questo che volete, vi consiglio di smettere di leggere finchè siete in tempo. [...] narrerò la storia di tre uomini e delle loro reazioni davanti al "doloroso passo" e di cosa dissero e ascoltarono davanti alla Nera Signora. Trovate che lo stile sia un po' pomposo? Mi dispiace, ma per certe storie il narratore deve scegliere il tono giusto.
-tratto dalla storia
Mi pare che questo passo sia perfetto come introduzione.
Buona lettura!
Tonks98
Genere: Angst, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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E La Morte parlò loro...

Questa è una storia diversa da tutte le altre che avete letto. Perciò non aspettatevi mirabolanti avventure, amori appassionanti, efferati omicidi o comicità a buon mercato. Perchè se è questo che volete, vi consiglio di smettere di leggere finchè siete in tempo.
Siete ancora qui? Bene, buon per voi. Per quelli rimasti narrerò la storia di tre uomini e delle loro reazioni davanti al "doloroso passo" e di cosa dissero e ascoltarono davanti alla Nera Signora. Trovate che lo stile sia un po' pomposo? Mi dispiace, ma per certe storie il narratore deve scegliere il tono giusto.

Il primo uomo di cui vi racconterò era conosciuto nel suo tempo con molti nomi, e ognuno di essi era capace di suscitare il terrore in chiunque avesse l'ardire di pronunciarli o di ascoltarli. Egli era un grande mago dall'oscura fama, che tante anime innocenti spinse anzitempo all'estremo giudizio. Non ebbe mai timori nella sua vita, tutto quello che spaventava un normale uomo lui l'aveva già senz'ombra di rimorso compiuto. Ma, nonostante cercasse di elevarsi al di sopra dei mortali quasi come un dio, questo non era.
Era un mortale. E questa era la cosa che lo spaventava di più al mondo, il suo unico e più grande terrore, essere mortale, esattamente come tutti gli altri. Non che non avesse cercato di cambiare la sua condizione anche in questo senso, e per poco non ci riuscì. Molte volte, dinanzi alla morte, era riuscito a fuggire, senza mai affrontarla direttamente, credendosi invulnerabile protetto com'era dalla sua magia. Ma La Morte è astuta, non risparmia nessuno, e lei è l'unica che può davvero essere considerata al di sopra tutto il genere umano. In un modo o nell'altro essa riesce a raggiungerti, non importa quanto tu possa scappare lontano o che tu riesca o meno a ingannarla. Egli ci provò, la sfidò più di una volta, nonostante la temesse, e ovviamente, come tutti quelli che ci avevano provato prima di lui, perse clamorosamente. Perse all'alba del secondo giorno di maggio, quando cadde solennemente, e banalmente, come ogni altro mortale. A quel punto la sua anima spezzata e sgualcita, quasi sanguinante, si levò invisibile dal corpo e si ritrovò in un luogo oscuro e tenebroso che parve farsi più chiaro solo dopo un'eternità. Si trovava nel cortile di un palazzo diroccato, che non esitò a riconoscere per il suo vecchio orfanotrofio. Da lì era partito tutto, la scoperta dei suoi poteri, la brama di conquista, la malvagità, la paura della morte e il desiderio di vendetta. Un brivido corse lungo la sua schiena, sentiva che da quel posto si sprigionava una forza oscura infinitamente più forte e più tremenda di quanto la sua fosse mai stata, ed ebbe paura. Si avvicinò all'entrata, la porta dell'orfanotrofio Wool si aprì cigolando senza che nessuno la sfiorasse. L'aria si fece pesante, quasi irrespirabile, dei fumi oscuri si levavano dal terreno condensandosi per dare origine a una figura alta quasi due metri, con un mantello che pareva tessuto con fili di oscurità e dolore. Si sentì sconsolato, amareggiato, soffocato dai miasmi che la figura emanava. Cercò di guardarla in volto, ma non vide niente, solo oscurità, la paura crebbe. E poi, La Morte, perchè di questa si trattava, parlò, e la voce si espanse rimbombando per tutto il paesaggio, assordandolo. Nonostante questa stesse solo sussurrando. Un sussurro gelido, gelido come le acque di una grotta. 
"Tom Orvoloson Riddle, finalmente. Pensavi di potermi sfuggire ancora per molto?" e La Morte rise. Rise davanti al terrore dipinto sul volto dell'uomo, una risata gelida, orribilante, poi continuò. "Hai creduto di potermi ingannare. Di poter scappare. Di potermi piegare al tuo volere. Ora pagherai questo tuo affronto." sembrava mortalmente offesa, e fu allora che Lord Voldemort capì. Capì che aveva sbagliato tutto, che tutto il potere del mondo, tutta la forza, tutto il male esistente impallidivano, tutto quello che aveva fatto impallidiva, davanti a quella nera figura senza volto, che ora stendeva un braccio verso di lui. Indicandolo, con l'indice della mano scheletrica. "Tu. Sei solo un mortale. E ora è giunta la tua fine." Tom Riddle cadde in ginocchio, implorando, chiedendo una seconda possibilità, giurando e spergiurando su tutto ciò che conosceva, su tutto ciò che aveva di più caro...
"E' inutile. Non puoi giurare su qualcosa di così vano e instabile. In vita ti fu caro solo il potere, e il potere di un uomo davanti alla Morte non conta niente."
 La Morte spalancò le sue ali di tenebra e si librò in alto oltre la soglia dell'orfanotrofio. Tirò fuori da sotto il mantello una falce sbeccata e dall'aria arrugginita. Poi calò in picchiata, come un rapace sulla sua preda... 

Il secondo uomo di cui vi narrerò fu tanto discusso e tanto odiato in vita, quanto fu lodato e amato dopo la sua prematura dipartita. Per tutta la sua vita egli non ebbe che rancori e sofferenze, violenza e tristezza. Voi vi chiederete 'Che senso avrà vivere allora?' Se lo chiese anche lui, infinite volte. La risposta era sempre la stessa. In realtà la sua vita non fu tutta dolore, ebbe dei momenti di felicità durante l'infanzia. In quei momenti conobbe anche lui l'amore, che, anche se per poco, portò un po' di luce nella sua vita. Ma anche la luce, quando è poca, può capitare che sia sovrastata dalle tenebre. Questo a un certo punto gli successe, quando la sua luce, il suo amore, gli sfuggì dalle mani, e allora cadde. Cadde sotto il potere di un grande e potente mago oscuro. Il suo destino pareva segnato, ma qualcosa lo cambiò radicalmente. Per colpa sua e soprattutto del suo padrone crudele, la sua luce si spense. Definitivamente. A quel punto poteva lasciarsi cadere nell'oblio, e la possibilità lo allettava, ma non lo fece. Combattè. Combattè per la luce, nonostante non ne avesse più. Protesse il figlio del suo amore, nonostante non fosse suo. Salvò il mondo magico, nonostante tutti lo odiassero. Oscuro e silenzioso combattente che opera nell'ombra per aiutare il bene a trionfare. Ma il destino, come si sa, è crudele, e con lui lo fu particolarmente. Non gli lasciò il tempo di vedere i suoi sforzi ripagati, nè la possibilità di riscattare la sua vita. Anzi, la sacrificò per il bene, avrebbe potuto salvarsi, se lo avesse voluto, ma non lo fece.  
Gli venne lasciato però il tempo di dare un ultimo saluto intriso di sangue e di lasciare i suoi ultimi ricordi all'unica persona che ne aveva davvero bisogno. Poi la sua anima si staccò dal corpo martoriato, miracolosamente integra, nemmeno lui ci sperava. Aleggiò per qualche secondo sopra il suo cadavere, uno sguardo di ribrezzo impresso negli occhi, ma non per il suo corpo, quanto per come la vita lo aveva ridotto, per come aveva ridotto il corpo e l'animo delle uniche persone a cui aveva voluto bene. Pensò, in quel momento, che niente sarebbe mai stato peggio. Appena ebbe finito di pensarlo fu abbagliato da una luce accecante. Quando riuscì a riaprire gli occhi si trovava su quella che pareva essere erba. Un prato. Si guardò meglio intorno. No. Era un parco giochi. Con delle altalene. Quasi annaspò quando realizzò dove si trovava, si guardò intorno affannosamente. Cercando con lo sguardo l'unica persona che avrebbe davvero voluto vedere. "Non verrà." sentì dire da una voce gelida che proveniva da dietro le sue spalle. Si girò di scatto e si trovò davanti una donna dai lunghi capelli corvini, la pelle color del latte, le labbra rosse e piene come petali di rosa, gli occhi neri e brillanti come quando la luna si rifletteva sul Lago Nero, il fisico slanciato e aggraziato. Era davvero bellissima, con un vestito nero, come l'oblio, semplice ma meraviglioso, che ricordava le notti stellate tanto amate dal giovane mago. Rimase per un lungo istante a fissarla. Lei gli si avvicinò di più, lo strascico del vestito si allungava sull'erba. Poi vide che dalla sua schiena non scendeva solo la stoffa del vestito, c'erano anche delle piume, delle ali. Non era la stoffa del vestito. Le ali erano tanto grandi da farle da strascico. "Chi sei?" chiese l'uomo, i cui occhi neri si tuffarono in quelli della donna, quasi come se cercassero di assorbirne la luce. "Davvero non lo immagini, Severus Tobias Piton?" in risposta Severus fesse un cenno affermativo col capo. Lo immaginava, eccome se lo immaginava. Certo, non pensava che Lei fosse così affascinante, e soprattutto così...bella. 
"Sei sempre stato svelto a capire le cose, Severus." 
"E' arrivata la mia ora, vero?" Lei annuì, spalancando le ali nere, dandogli l'impressione di avere di fronte una qualche sorta di meraviglioso angelo delle tenebre. 
"Posso farti una domanda?" chiese rapito.
"La rincontrerai Severus, non ti crucciare. Andiamo?" 
"Ti ringrazio, ma aspetta solo un secondo. In realtà non era questa la mia domanda." disse, cercando di mantenere un tono calmo e assolutamente gentile, l'ultima cosa che voleva fare era offenderla. Lei piegò il bel viso in un'espressione incuriosita. 
"Come mai sei così...così..." 
"Bella, vuoi dire?" lui annuì. La Morte rise, una risata cristallina, che gli fece scendere un brivido lungo la schiena, ma non era un brivido di terrore, non esattamente... "Severus, io cambio e mi trasformo di volta in volta, da mortale in mortale. Io sono come la tua mente mi vede." 
Poi La Morte stese un braccio e gli allungò la mano, perchè lui la prendesse. Come poteva rifiutarsi?

Il terzo uomo di cui vi racconterò visse una lunga e appagante vita. Nonostante gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza attraversati da continui dolori e dalla perdita delle persone che più amava e che più lo avevano amato, egli fu l'unico che riuscì a sconfiggere il più grande mago oscuro di tutti i tempi. E, anche se per poco tempo, fu il possessore di tutti i Doni, ovvero il vero e unico padrone della Morte. Ma, nonostante avesse la possibilità di dominarla, decise di non farlo. Chi era lui in fondo per dominare un potere tanto grande? Chi era lui per cercarsi così tanti guai? E La Morte fu perfettamente d'accordo con lui, anche se gli portò via molto. Prima la sua adorata sposa, poi il suo migliore amico, ma comunque, solo per lui, ebbe il riserbo di toglierglieli quando già erano in età avanzata. Quando, diciamo così, per un mortale era lecito morire. Quando giunse la sua ultima ora, egli era circondato da tutti i suoi famigliari, amici, figli, nipoti e pronipoti. Tutti gli sorridevano, rigorosamente in lacrime. Come ultimo gesto diede a suo figlio primogenito il suo Mantello dell'Invisibilità, dicendogli di conservarlo per sempre e poi di donarlo a suo figlio quando fosse venuto il momento. Poi, in quella dolce e tiepida notte d'aprile, la sua anima si levò oltre il suo corpo. Restò a guardare le persone che più amava piangerlo. Quando nella stanza non ci fu più nessuno, eccetto le sue spoglie, si allontanò verso il giardino, dove un'oscura figura alata, con un mantello, lo attendeva paziente e silenziosa. Non ci fu bisogno di dire niente. Harry James Potter, con la pace nel cuore, chinò il capo in segno di rispettoso saluto di fronte alla Morte, ed ella ricambiò. Poi si presero per mano, e La Morte, con un colpo d'ali, si librò nel cielo stellato di quella profumata notte primaverile, accompagnata da Harry Potter. Entrambi congedandosi da questa vita da pari a pari. 

Fine









Angoletto dell'autrice: Particolare, no? Adoro la storia dei tre fratelli, specie se associata a Voldy, Sev e Harry. Vi ringrazio per la lettura e mi raccomando, è la prima storia che scrivo di questo genere, perciò ditemi cosa ne pensate e...recensite!!! Alla prossima!
Tonks98

   
 
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