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Autore: mahidevran    15/01/2015    1 recensioni
Può la guerra separare due metà della stessa anima?
Cersei e Jaime Lannister, figli del Primo Ministro del Reichstag Tywin Lannister, all'alba della Prima Guerra Mondiale.
Genere: Angst, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robert Baratheon, Tywin Lannister, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incest
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"Non ho scelta, lo sai."

"Ce l'hai. L'hai sempre avuta.
"

Le splendide iridi verdi di Cersei non erano mai state più lucide ed inorridite.
Jaime dovette ammettere a malincuore che, in fondo, c'era qualcosa che la leonessa temesse.

"Me. Puoi scegliere me."

Avanzò verso la sorella, ma quella indietreggiò, come se il fratello recasse fra le mani un'arma letale.
Invece erano vuote, e cercavano solamente di toccare le sue.

"Non essere sciocco, Jaime. Piantala."

Jaime la cinse con le braccia, nonostante sapesse quale terribile rischio stesse correndo.
Cersei era una belva feroce messa alle strette, una bomba ad orologeria che minacciava di esplodere da un momento all'altro.
Esplodi, allora, e facciamola finita, insieme.
Si dimenò, nel tentativo di liberarsi dalla sua stretta. I loro cuori battevano all'unisono anche nella lotta.
C'era qualcosa che li teneva legati. Qualcosa che era infinitamente più grande di loro, e persino più potente di Tywin Lannister.
Non lo aveva mai detto a Cersei, perché temeva che lei lo avrebbe giudicato troppo melenso e stupido. Inoltre, la sorella non credeva possibile che esistesse qualcosa che suo padre non potesse fermare o controllare.
Cersei non si sarebbe mai arresa all'esistenza di una potenza superiore, un volere che potesse contrastare il suo, quindi Jaime aveva sempre evitato di parlargliene. In certi momenti, tuttavia, quella forza prepotente gli pareva così reale ed innegabile da poterla quasi avvertire nel respiro della sua gemella.

Non ti lascerò nelle mani di un altro uomo.”

Le parole rimanevano intrappolate nei capelli d'oro di Cersei. Jaime riuscì a farsi strada fino alla sua bocca, e la baciò.
Avvertì una certa resistenza all'inizio, ma ben presto la sentì sciogliersi come ghiaccio al sole, e anche le sue labbra si schiusero per accogliere la lingua del gemello.

Quell'uomo sarà mio marito.

I denti di Jaime cozzarono fra di loro quando la sorella parlò, di nuovo libera dal bacio.
L'uomo che il primo ministro del Reichstag, Tywin Lannister, aveva scelto per lei, era un giovane dai capelli scuri come rovi spinosi, una barba folta della medesima tinta, e due occhi blu come zaffiri. Il suo petto era ampio e forte, le mani rudi come quelle di un taglialegna, e Jaime riusciva a malapena ad immaginarsi quelle dita rozze percorrere il corpo di sua sorella senza prendere a pugni la parete più vicina.
Ma Robert Baratheon aveva deposto il vecchio kaiser Targaryen, e suo padre, più simile alla volpe che al leone del suo stemma, si era fatto in quattro per assicurarsi che i Lannister ricevessero dei benefici da quello spargimento di sangue durato un anno.

Era stato proprio Jaime a mettervi fine e, senza saperlo, a consegnare la città nelle mani del rivoluzionario che adesso stava per portargli via Cersei.
Varcò la soglia del palazzo reale con un manipolo esiguo di uomini, poiché non si aspettò di trovare resistenza.
Tywin aveva già preso la città, acclamato come un liberatore, il principe ereditario era morto, e ormai non rimaneva che ucciderne il padre.
L'immagine del demente che lo fissa, coi suoi occhi violacei, mentre si aggrappa con le unghie ai piedi del trono, e implora pietà, ha tormentato i suoi sogni per giorni, e di tanto in tanto, continua a rivedere il fantasma di Aerys Targaryen nei suoi incubi, insieme a quelli del Generale Dayne, della principessa Elia, e dei suoi bambini.
Al diavolo i mocciosi, il loro sangue sporcava le mani di suo padre, non le sue. Non aveva avuto nessuna parte nell'infanticidio, e non c'era nulla che potesse fare per impedirlo.

 
È il prezzo della guerra. Se lo ripeteva in continuazione, e qualche volta finiva per crederci. Se avesse saputo prima che Lyanna Stark aveva seguito il suo amato principe nella tomba, lasciando Robert di nuovo scapolo, avrebbe riflettuto più attentamente prima di trafiggere la schiena del kaiser con una lama.
Aveva amato l'odore del suo sangue, si era goduto ogni istante di quell'espressione atterrita ed incredula sul suo volto decrepito, aveva ammirato a lungo la scia rossa che rigava la sua spada, estasiato, ma mai avrebbe immaginato che un atto così rapido e deciso potesse portare quello che stava accadendo adesso. L'avidità e la lungimiranza di Tywin Lannister non smettevano mai di sorprenderlo.

“Lunga vita all'Impero, e lunga vita a te, sorella.”

Jaime si specchiò nei suoi occhi come se fosse l'ultima volta. La volta successiva sarebbe stata una donna sposata, la legittima imperatrice di Prussia, la consorte del nuovo kaiser.  Cersei non tentò di fermarlo, né di consolarlo con qualche bugia, pur sapendo che Jaime avrebbe volentieri creduto a qualsiasi sciocchezza. Nessuna bugia, nessun addio, solo un ultimo sguardo sull'uscio della camera da letto.
Non aveva potuto impedire che si sposassero, e non aveva neppure potuto uccidere Robert Baratheon nell'istante in cui reclamò Cersei con un bacio, di fronte a Dio e di fronte all'intera nazione.

È giunto per te il momento di prendere moglie e portare lustro alla nostra famiglia, figlio mio.”

Suo padre non aveva mai amato le mezze misure e i giri di parole. Il ricevimento in onore di Cersei e suo marito non era ancora terminato, che già si preoccupava delle nozze successive. Jaime sentiva le tempie andargli a fuoco, mentre guardava sua sorella danzare insieme all'energumeno con la fronte madida di sudore.

Le vene pulsavano più violentemente ogni qualvolta li sorprendeva a ridere insieme, o a sussurrarsi qualcosa, come due giovani amanti. Trattenere la mano dal correre alla spada diventava più difficile che mai quando ripensava alla sera del loro addio.
Cersei gli aveva detto che non aveva avuto scelta, eppure adesso non aveva affatto l'aspetto di qualcuno che obbedisce alla volontà di qualcun altro. Il solo pensiero che lei potesse volere quell'uomo dentro di lei lo mandava in bestia. Riuscì a stento ad udire le parole del padre.

Sposerai la figlia del langravio Hoster Tully, Lysa.
È giovane, e ci garantirà buona parte delle terre in Baviera, oltre che numerosi voti nel Reichstag.


Jaime rabbrividì al solo sentirla nominare. Lysa era indubbiamente giovane, ma non c'era molto altro che si potesse dire in suo favore. Non era neppure lontanamente bella quanto la sua leonessa.
Senza contare che le voci sulla sua schizofrenia avevano scoraggiato pretendenti ben più motivati di lui.
Tywin lo guardava in silenzio, pretendendo l'esplicito ed obbediente consenso del figlio.
Jaime chinò il capo, e finì a fissarsi la punta lucida degli stivali. Non aveva potuto impedire che Cersei sposasse Robert. Molto probabilmente lei stessa non aveva mai realmente desiderato che lo facesse, ma avrebbe certamente potuto impedire il proprio matrimonio con una donna che non sarebbe mai riuscito ad amare.

Non lo farò. Lascia che la sposi Tyrion, se proprio ti occorrono i voti di quei principi.

Il viso del primo ministro rimase impassibile, ad eccezione di un nervo sul lato destro delle sue labbra, che saltò, tradendolo.
Jaime sapeva che avrebbe dovuto temere suo padre più di ogni altro uomo sulla faccia della terra, eppure sentiva inspiegabilmente di essere immune alla paura. Gli avevano portato via Cersei, e suo padre non poteva infliggergli una punizione peggiore di quella.

Fingerò di non averti udito, se ora andrai dritto da lei, ti presenterai, e le chiederai di concederti l'onore di una danza.”

Jaime seguì lo sguardo del padre, proiettato sulla fanciulla dai capelli ramati, dall'altra parte del salone da ballo.
Se ne stava in disparte, e Jaime ebbe l'impressione che anche lei fosse afflitta da qualche faccenda di cuore.
Era divenuto più perspicace e sensibile a questioni simili, da quando lo riguardavano in prima persona.
Sentì la presa di Tywin, ferma e inesorabile, stringersi intorno al suo avambraccio. Il suo fiato, non meno freddo di tutto il resto, sfiorava appena l'orecchio del figlio.

Non farmelo ripetere, ragazzo.

Il giovane Lannister attraversò il salone, dove altre coppie stavano già danzando, ma non furono le minacce del padre a convincerlo. In quel modo avrebbe potuto avvicinarsi a Cersei, e all'uomo che stava danzando con lei in una maniera che pareva sgraziata e maldestra persino ad un pessimo ballerino come lui. Lysa Tully trasalì quando se lo ritrovò davanti.
Probabilmente aveva già smesso di sperare che qualcuno le rivolgesse la parola, o forse era troppo assorta a fissare la pista da ballo per accorgersi di lui.

Jaime compativa le donne stupide come quella.
Qualsiasi uomo, persino uno come Robert, avrebbe potuto sedurle con facilità e prenderle in moglie, incassare la loro generosa dote, giacere con loro una o due volte nel primo anno di matrimonio, per poi lasciarle ad invecchiare in una splendida villa vuota.
Era proprio quello che gli stava chiedendo di fare suo padre, dopotutto.

Milady, siete incantevole questa sera. Io sono-

Lysa spalancò le palpebre e Jaime poté osservare i suoi occhi distintamente; due enormi pozze d'acqua di fiume. Niente a che vedere con gli smeraldi scintillanti nelle iridi di Cersei. La figlia di Lord Hoster era impacciata e fin troppo timida per i gusti di Jaime.
Per poco non si morse la lingua nel tentativo di rispondere al suo complimento.
Ancora una volta, non poté fare a meno di paragonarla alla sua coraggiosa e sfacciata sorella.

“Jaime Lannister, die Königsmörder. Siete più gentile di quanto si dica, milord.”

Jaime percepì la nota di disprezzo che marchiava quell'appellativo come se fosse palpabile. Nonostante tutto, però, ritenne che fosse un bene che lo conoscesse già. Gli avrebbe risparmiato la lunga e tediosa formalità delle presentazioni.
Sembrava che essere un Lannister e aver ucciso il folle Targaryen avesse anche dei lati positivi, alla fine. Limitò la conversazione al minimo, poiché non gli interessava affatto arrivare al cuore della giovane Tully, né conoscerla più a fondo. Arrivò dritto al punto.

E voi sarete così gentile da concedermi l'onore di un ballo?

Lysa sorrise, finalmente, e Jaime tirò un sospiro di sollievo. Persino parlare con lei lo aveva messo a disagio, e non era da tutti mettere a disagio Jaime Lannister. La giovane gli lasciò prendere la sua mano, e si unirono alle altre coppie nella sala da ballo. Notò che non opponeva resistenza, e si lasciava guidare totalmente. Non gli piacque affatto.
Cersei insisteva sempre ad essere lei quella a guidare nella danza, e lui finiva per accontentarla. Si chiese come si sarebbe comportata con Robert. Mentre li guardava danzare, non troppo lontani da lui e Lysa, gli sembrò chiaro che Cersei stesse seguendo Robert anche nella danza. Non aveva scelta, dopotutto, nella danza come nella vita, era sua moglie.
Sentì il cuore andare in frantumi al solo pensiero che un giorno quell'uomo avrebbe trattato sua sorella proprio come i suoi pari trattavano le donne come Lysa.

Cersei era una leonessa, forte e feroce, ma troppi anni di solitudine e sconforto minacciavano di spegnere anche il suo fuoco. Quando il suo sguardo ritornò su Lysa, della quale si era quasi dimenticato, si accorse che anche lei stava guardando qualcun altro, e allora molte cose gli furono chiare. La giovane aveva fissato per tutta la serata sua sorella maggiore, Catelyn, e i due cavalieri con cui quella aveva ballato.
Il primo era Eddard Stark, suo promesso sposo, ed il secondo era stato Baelish, il figlio di un mercenario dell'esercito austriaco che Tywin non si prendeva mai la briga di nominare, o di convocare durante le riunioni infinite in Senato.
Jaime la compatì allora come non mai e, per qualche motivo, gli venne in mente Tyrion.

L'immagine del fratello minore che si sforzava di essere all'altezza del bel primogenito, e che puntualmente falliva, ignorato da suo padre e da sua sorella, gli strappò un sorriso malinconico. Jaime era stato l'unico a riconoscere i suoi sforzi, a lodarli, e a premiarli, ma negare la cruda verità gli pareva una crudeltà nei confronti del suo stesso fratello, così come di Lysa.
La allontanò da sé con calma, mentre osservava lo smarrimento e la disperazione offuscare di nuovo i suoi occhi acquosi.

È stato un piacere, lady Tully.

Si lasciò dietro le danze, le mire egoistiche di suo padre, Cersei, e l'uomo disgustoso che l'avrebbe posseduta nel giro di poche ore. Non era quello il suo mondo. Non avrebbe sopportato di viverci un istante di più, non senza l'altra metà di se stesso.
Mentre camminava da solo per le strade deserte quella notte, prese la decisione che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.
Andava ad arruolarsi, e al diavolo tutto il resto.
   
 
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