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Autore: cuore di carta    15/01/2015    4 recensioni
Gwendolyn è una ragazza di sedici anni fisicamente nella norma, ama leggere e guardare film strappalacrime in compagnia della sua migliore amica Audrey Hepburn, una yorkshire. Ma non tutto è come sembra. Dall'età di nove anni soffre di una grave malattia che le ha impedito di vivere una normale vita, ed è proprio a causa di questo male che è costretta a trasferirsi nella grande città di Londra. La sua sola preoccupazione è quella di non far soffrire chi le sta intorno allontanando chiunque possa avvicinarsi al suo essere così distruttiva. Ma qualcosa cambierà, nel momento per lei più difficile, dove quel poco di felicità rimasta verrà messa a dura prova, avrà al suo fianco una piccola luce che la aiuterà regalandole un po' di quella vita che non ha mai potuto godere.
Riuscirà ad aprirsi mostrandosi in tutta la sua bellezza?
Ha messo un lucchetto nel suo cuore, chi sarà in grado di aprirlo?
A chiunque decida di immergersi nelle pagine della mia storia: buona lettura!
Tratto dalla storia.
[...] Vuoi sapere cosa sei Gwendolyn? Sei la debole e fragile margherita fiorita in un campo di rose rosse, così tanto invisibile, così tanto spettacolare.
COMPLETA.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Che tristezza. È triste, per davvero, che viviamo tutti quanti come idioti, e alla fine moriamo.

-Charles Bukowskij.

CAPITOLO NOVE.

"Un tatuaggio? Benissimo, domani mattina alle 10:00 ti passo a prendere"  Risponde Castiel.
"Okay" Scrivo io, e finiamo di parlare.
Ho sempre desiderato un tatuaggio, ma non un tatuaggio qualsiasi, voglio qualcosa che mi rispecchi, qualcosa che dica ad alta voce "lei è Gwendolyn, ne ha passate tante ma è ancora qui".
Voglio il fuoco sulla pelle, perché sono una combattente, ma, inoltre, voglio una rondine in pieno volo, perché anche se sono incatenata in questo mondo fatto per la buona parte di delusioni, sono libera. Mi sento libera.
Dopo ore di incessanti ripensamenti, alle 4:12 del mattino ho deciso. Voglio un forte e fragile albero, sulla parte alta del mio braccio sinistro, però voglio aggiungere qualcos'altro, una frase, e so già quale: "thousand lives, yet" ovvero "mille vite, ancora".
Sono davvero soddisfatta di questa mia scelta, e mi addormento, tutto sommato, felice.
***
Al mio risveglio trovo Flo accanto a me che dorme tranquillamente, guardo l'ora, sono le 9:00, oggi è domenica, chissà quale tatuatore è aperto.
Vado in bagno, mi lavo velocemente e mi ritrovo davanti al mio armadio, alla ricerca di qualcosa da mettermi. Indosso una semplice maglietta a maniche corte, così da poter lavorare tranquillamente sul tatuaggio, una felpa rossa, e un paio di jeans. Mi lego i capelli in una coda alta, metto le lentine a contatto, e copro il mio volto sempre quel poco di trucco.
Guardo la mia immagine riflessa nello specchio, e mi ritrovo ad arrossire come una bambina, ripensando al piccolo bacio scambiato con Castiel e al suo forte abbraccio consolatorio, un po' per tutti e due. Quando arrivai a Londra non avrei mai pensato che potesse succedermi una cosa del genere, anche perché ho sempre avuto l'intenzione di allontanare chiunque da me, ma è successo l'esatto contrario. Castiel mi piace, mi ha accettato così come sono, con il più grande difetto che una persona possa possedere, e non ho nessuna intenzione di lasciarlo andare.
Mi batto velocemente le mani sul volto, dicendo a me stessa di rilassarmi. 
Sento il mio telefono vibrare, è lui. 
"Spero che tu non stia dormendo, sono sotto casa tua" ora so cosa si prova ad avere le farfalle nello stomaco.
"Tranquillo, sto scendendo".
Passo dalla cucina, i miei genitori stanno facendo colazione con i loro amati cornetti al cioccolato. Li saluto entrambi con un bacio sulla guancia, annunciando che al mio ritorno avrei avuto qualcosa di diverso, non gli do il tempo di cercare spiegazioni che velocemente esco dalla porta. Lui è lì, in tutta la sua bellezza.
Vado verso il ragazzo che piano piano sta rubando il mio cuore a passo svelto, come lo dovrei salutare? Non ne ho idea. Aspetto che sia lui a fare la prima mossa.
Mi fermo quando manca poca distanza fra i nostri due corpi, il mio che vuole, anzi, che desidera stringerlo a sé, il suo impassibile. Gli sorrido mostrando tutti i miei denti a disposizione.
- Non si saluta più? - Domanda, con un sorriso furbo.
Si abbassa, per arrivare al mio viso, (dannata altezza!) Mi alza delicatamente il mento e mi da un bacio. 
Mi perdo fra le sue labbra, pensando che al mondo non possa esistere niente di più bello.
Si stacca delicatamente, sorridendo.
-Vogliamo andare? - Mi chiede.
-Certo - rispondo, rossissima per l'imbarazzo. Che posso farci?! Non sono abituata a tutto questo.
Saliamo nella sua auto, ed accende la musica.
-Allora vuoi farti un tatuaggio eh? - Mi domanda, con lo sguardo fisso sulla strada.
-Sì -
-E cosa vuoi tatuarti? -
-Un albero -
-Un albero? -
-Sì, ha un significato profondo -
-Immagino -
-E tu? Ti farai qualche tatuaggio? - 
-Certo! Secondo te, ti lascio tutto il divertimento? -
-Come posso anche solo pensarlo! - Rido - E cosa ti farai? -
-Un plettro, sotto l'orecchio. -
-Bella idea. -
Ci sorridiamo.
-Ma da chi andiamo? -
-Da un mio amico, da lui si è fatto tatuare Lysandro -
-Lys ha un tatuaggio? E quale? -
-Delle ali sulla schiena -
-Capisco -
Mi piace guardarlo, è così elegante nei suoi movimenti, 
-Stasera sei da me! -
Me l'ha praticamente imposto.
-Vedi che non mi va di tirare un mezzo morto su per le scale, ti avverto. -
-Non troverai nessun mezzo morto, promesso. -
-Allora va bene. -
Non so quanto tempo sia passato, quando sono con Castiel perdo molto facilmente la cognizione del tempo.
Guardo fuori dal finestrino, la strada è tempestata da entrambi i lati di alberi. Quando sono arrivata è la prima cosa che ho notato, la grande differenza tra Londra, o meglio Camden (ho finalmente imparato il nome del mio quartiere!)  e la città nella piccola Sicilia in cui stavo prima. E' un altro mondo. Tutto è così perfettamente perfetto in ogni sua parte. 
A distaccarmi dai miei pensieri è proprio lui. 
-Siamo arrivati! - Annuncia festoso. -Chi è pronto per un tatuaggio? -
-Io! - Urlo alzando la mano, come per rispondere alla domanda più importante di tutto l'anno scolastico.
Scendiamo dalla macchina, ci troviamo nel parcheggio dello studio del tatuatore. Da fuori l'edificio non sembra tanto grande, è rosso e blu con tantissimi disegni, noto: un drago, una tigre e un grosso salmone. Aspetto Castiel che chiude la macchina, e ci dirigiamo insieme, l'uno accanto all'altro verso la porta con la strana maniglia a forma di gelato verde. Non ho paura di farmi il tatuaggio, semplicemente perché non ho paura né degli aghi e né del dolore, come sapete, sono abituata. 
Entriamo, e un omone, dalla grande pancia e la barba legata a treccine, ci viene incontro, abbraccia Castiel.
-Amico da quanto tempo! - Esclama il tatuatore distaccandosi da Cass.
-Sono pieno di impegni - dice - ma come stai? -
-Bene, bene, e tu? - chiede sempre sorridente.
-Bene - si volta verso di me e mi posa una mano sulla schiena, facendomi avanzare - lei è Gwendolyn, vogliamo un tatuaggio -
-Piacere - Dico sorridendo.
-Piacere mio, io sono Mark, italiana? - Mi domanda.
-Come fai a saperlo? - Chiedo dubbiosa.
-Conosco l'accento italiano, ho vissuto lì per 2 anni, Milano. - Conferma - E voi due, state insieme? - Domanda, con aria furba.
Non so sinceramente cosa rispondere, semplicemente perché non lo so neanche io.
-Una specie - dice Castiel - vogliamo fare i tatuaggi Mark? -
-Certamente, facciamo i disegni, venite - 
A quindi è questo che siamo io e Castiel, una specie di coppia. Buono a sapersi.
Dentro lo studio è decisamente meglio, è abbastanza grande, le pareti sono bianche, ma tutte tappezzate da disegni a dir poco sbalorditivi, immagino li ha disegnati tutti Mark, se è così è davvero bravo. Ci sediamo al grande tavolo posto a lato della stanza, io e Castiel accanto e il nostro tatuatore di fronte.
-Da chi iniziamo? - Domanda Mark.
-Castiel inizia tu, il tuo tatuaggio è più piccolo - Dico io.
-Okay Gwen - Si ferma, voltandosi verso Mark - voglio un plettro dietro l'orecchio -
-Un plettro normale? -
-Sì normalissimo, e lo voglio rosso. - 
Mark disegna velocemente qualcosa su un foglio, lo alza e mostra un semplicissimo plettro, però fatto molto bene.
-Perfetto - dice Cass.
-Bene - ora Mark si rivolge a me  -E tu Gwen cosa vuoi? -
-Un albero, qui - segno la parte alta del braccio sinistro.
-Bell'idea, foglie? -
-Sì e poche radici -
Mark continua a disegnare. 
-Perfetto, perfetto - è concentratissimo - altro? -
-Voglio di lato una frase -
-Okay, e quale? - 
-Thousand lives, yet. - 
-Oh mille vite, ancora. - Me lo dice in italiano, vedo il viso di Castiel contorcersi.
-Sì - dico io.
Dopo 20 minuti che Mark disegna e canticchia canzoni a me sconosciute, alza il foglio. E' perfetto, tutto quello che volevo. Un albero pieno di rami, sui rami poche foglie, sopra a destra un piccolo uccello e di lato la mia frase. Mi piace, mi piace tanto.
-Perfetto. - Dico.
Mark arrossisce leggermente. 
-Cass, amico, iniziamo da te. -
-Okay Mark - risponde Castiel. 
Castiel si siede sulla poltrona posta dall'altro lato della stanza, dove di fianco si trovano tutti gli strumenti con cui Mark lavora. 
Si mette i guanti e inizia a disinfettare il luogo in cui andrà a bucare la pelle di Cass, toglie con la lametta la peluria che da fastidio, mette una specie di crema e inizia a disegnare con l'apposito oggetto il plettro. Finisce quasi subito, il disegno è piccolo ma bello.
-Dolore? - Domando appena Mark ha finito.
-Ti ricordo con chi stai parlando - Sorride furbo.
-Oh scusami - alzo le mani in segno di perdono.
-Gwen siediti, tocca a te. - Dice Mark.
Mi siedo e dopo le varie procedure iniziali inizia a bucarmi la pelle. Okay fa male, ma riesco a sopportarlo. Faccio qualche smorfia di dolore, ma sto bene. Noto Castiel mandarmi qualche sorriso.
-Vuoi che ti tenga la mano? - Domanda ironicamente.
-Ma vattene - Rispondo, muovendomi un po'.
-FERMA! - Mi urla Mark.
Anche se si arrabbia non riesco a prenderlo sul serio, è così dolce e pacioccone che è impossibile credere che possa infuriarsi. 
Dopo, credo un'ora e mezza, ha finito. Lo vedo, rimango sbalordita, è davvero bello. Lo copre tutto.
-Grazie Mark - lo abbraccio.
-Di niente cara - risponde lui, ricambiandomi.
-Okay, okay - dice Castiel - avete finito? - 
-Eh smettila! - Gli do uno spintone ridendo.
-Quanto di devo? - Chiedo a Mark.
-Assolutamente nulla, è stato un piacere conoscerti Gwendolyn, non faccio pagare agli amici. - Dice.
Questo ragazzo è la dolcezza. 
-E' meglio andare Gwen - dice Castiel.
Salutiamo entrambi Mark, promettendo di rivederci in prima possibile.
Entriamo in auto. 
-Contenta? - Mi domanda Castiel.
-Contentissima. - Rispondo.
Mette in moto, e andiamo.
-Allora cosa c'è dopo nella tua lista? -
-Voglio imparare a guidare -
Vedo un sorriso formarsi sul suo volto.
-E con quale macchina vorresti imparare? -
-Con la tua, ovviamente - sorrido.
Ride, che bella la sua risata.
-Va bene, inizieremo stasera. -
***
Arriviamo velocemente a casa mia, lo saluto con un bacio sulla guancia, in fondo siamo "una specie" di fidanzati. 
Entro in casa e trovo un bigliettino di mia madre, non ha mai imparato ad usare il telefono per scrivere messaggi, quindi di tanto in tanto, mi ritrovo i suoi fogliettini sparsi per la casa. 
"Io e papà siamo a fare la spesa, chiamami appena leggi questo foglio, ti prego tesoro! E mangia, è tutto sul tavolo."
Prima che mi mandi a cercare attraverso FBI la chiamo. Non ci scambiamo molte parole, le farò vedere il tatuaggio appena torna a casa. 
Mangio ciò che mia madre ha preparato e mi rilasso insieme a Audrey davanti un buon film. 
Non vedo l'ora che arrivi sera per le mie prime lezioni di guida.
Salgo in camera e cancello "tatuaggio" dalla mia lista. 
 
  1.  
  2.  
  3.  
  4. Imparare a Guidare.
  5. Tatuaggio
***
ANGOLO AUTRICE.
Salve care lettrici e cari lettori della mia FanFiction, come state?
Spero bene, perché lo meritate!
Voglio dirvi un po' di cose, quindi iniziamo subitissimo.
Mi dispiace per la mia totale assenza dal sito, ma torno da un'influenza che mi ha totalmente stravolto, perché sì, dovete sapere che sono così deboluccia che appena prendo un po' di fresco mi ammalo. E mi scuso anche per il capitolo, non è granché, doveva arrivare sino alla sera, ma è andata così. Mi rifarò.

Per chiunque volesse parlare con me, all'infuori di EFP, può trovarmi su Kik con il nome di MartinaAlo.


Qui trovate il significato del tatuaggio di Gwendolyn.

Albero: Simboleggia il ciclo della vita, il collegamento tra passato e presente, immortalità, eternità, conoscenza e saggezza, forza e professione, perdono e salvezza.
  
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