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Autore: Ofeliet    16/01/2015    1 recensioni
Svegliarsi dopo una notte di passione – soprattutto quando tu sei quello che è stato sotto per tutto il tempo – non è mai facile. Per questo Kagami strizza un paio di volte gli occhi, imprecando mentalmente per quella imposta che non chiude mai e grazie alla quale ogni mattina, puntuale, la luce viene a disturbare il suo sonno.
La tigre si muove con fare pigro sul letto, cercando di constatare se potesse muoversi o era destinato a passare la sua unica giornata di riposo a poltrire nel letto nel tentativo di riprendersi. Con calma, allora, alza la parte superiore del corpo e si puntella sui gomiti deciso a stuzzicare un poco il suo amante prima di alzarsi.

{ KaKuro | fluff a colazione | dominio dei Mentalmente Seme }
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Giochi delle tigri e delle ombre'
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Svegliarsi dopo una notte di passione – soprattutto quando tu sei quello che è stato sotto per tutto il tempo – non è mai facile. Per questo Kagami strizza un paio di volte gli occhi, imprecando mentalmente per quella imposta che non chiude mai e grazie alla quale ogni mattina, puntuale, la luce viene a disturbare il suo sonno.
La tigre si muove con fare pigro sul letto, cercando di constatare se potesse muoversi o era destinato a passare la sua unica giornata di riposo a poltrire nel letto nel tentativo di riprendersi. Con calma, allora, alza la parte superiore del corpo e si puntella sui gomiti deciso a stuzzicare un poco il suo amante prima di alzarsi.
Ed è solo poi che volge, lentamente, lo sguardo verso Kuroko. O meglio, verso quello che dovrebbe essere il posto di Kuroko. Questi non è lì. Realizzarlo per un attimo stordisce Taiga, tanto che appoggia la mano per percepire chiaramente la mancanza del compagno nel letto, nel tentativo di capire se sia un’allucinazione prodotta dalla misdirection.
Il posto accanto a lui è freddo, segno che Kuroko ha abbandonato il letto già da diverso tempo.
A lui non rimane altro che alzarsi a tentoni, lentamente e con enorme cautela, cercando di non dare spazio al dolore che di tanto in tanto gli lascia spiacevoli scariche elettriche. Si veste con calma, nonostante la crescente ansia per quella insolita sparizione, e si alza definitivamente dal letto al primo tentativo.
Però non sa comunque dove cercare Kuroko. Bagno? Salotto? Cucina? Si passa una mano tra i capelli nel tentativo di riordinarseli, ma fallendo miseramente, e si dirige verso la cucina – l’opzione più probabile per l’orario. Trovando lì l’oggetto dei suoi pensieri.
Tetsuya sembra impegnato, tanto da ignorare del tutto la sua presenza. Kagami si avvicina, furtivo, afferrando improvvisamente l’amante per i fianchi quando la distanza glielo permette. Kuroko emette un piccolo grido di sorpresa, ma riconosce subito le braccia di Kagami. Questi appoggia il mento sulla sua spalla, guardando quello che Tetsuya stava combinando prima che arrivasse.
La vista lo spiazza. Dire che il ripiano della cucina è un disastro è fargli un complimento.
Tra cinque o sei uova rotte – due bruciate – in mezzo a quello che dovrebbe essere carne, con piccole montagnole di riso sparse qua e là come graziose nuvole e altre sostanze non ben identificabili, a Kagami viene voglia di mettersi a piangere. La sua cucina…!
Nel vedere quella reazione malamente contenuta, Kuroko sussulta. La tigre era gelosa della cucina più delle Air Jordan, e in genere ammetteva poche persone nelle vicinanze. E ora lui aveva combinato un bel pasticcio. Sperava tanto che Kagami dormisse di più, per permettergli di ripulire quello scempio, ma a quanto pareva la cosa era andata diversamente da come aveva programmato. La tigre era difficile da stancare.
Sente Kagami sospirare contro il proprio collo, e rimane di sasso in attesa di una sua reazione. Gli passa in mente di scappare, ma rinuncia presto. Non servirebbe a niente, in fondo.
« Cosa volevi fare? » la voce del compagno è neutra, ma a Kuroko non sfugge il lieve tremolio, tanto simile a quello di una mamma disperata, nella voce e nemmeno le lacrimucce affacciatesi negli angoli degli occhi.
« Prepararti la colazione, Taiga-kun. » risponde in fretta, nervoso. « Volevo provare a fare l’omurice, ma a quanto pare… » commenta, osservando con stizza il prodotto del suo impegno. Con la cucina non sarebbe mai andato d’accordo, e quell’ennesimo tentativo sembra voler farlo desistere in maniera definitiva. Sente Kagami sospirare ancora, e la sua ansia non fa altro che aumentare.
Le braccia di Kagami, allora, si allineano alle sue.
« Prendi le uova. » gli comanda all’orecchio, e Kuroko non riesce a fare altro che obbedire. Dal ripiano in alto il ragazzo recupera un tegame pulito, cosicché Kuroko possa lavorarci. L’ombra le sbatte con dovuta calma, mentre le mani di Kagami sono sui suoi fianchi e gli occhi puntati sul suo operato.
Con calma, allora, gli avvicina il latte e le spezie, che Kuroko butta dentro con poca cognizione, perdendosi ad osservare le braccia del compagno che traggono in salvo del riso con il pollo scampato al suo flagello. Sente quasi freddo, quando Taiga abbandona la posizione dietro di lui per recuperare la padella e accendere il fuoco, ma ben presto Kuroko torna tra il calore delle sue braccia.
« Taiga-kun, e adesso? » le mani di Kagami si allineano nuovamente alle sue, accompagnandolo nel fare la frittata e, successivamente, aggiungerci il riso. Entrambi non proferiscono parola, nel sentire un buon odore diffondersi per la stanza. Quando la pietanza è pronta, sembrando normale in tutto e per tutto, entrambi gli uomini sentono quasi un moto d’orgoglio per il risultato.
Kuroko si dedica con cura nel mettere il prodotto del suo duro lavoro nel piatto, afferrando ben presto la bottiglietta del ketchup per decorarla. Scruta bene il “piano di lavoro”.
« Tetsuya, hai intenzione di farci un graffito? » sbotta allora Kagami, la fame che aveva iniziato a borbottare nel suo stomaco, e l’impazienza in quel momento della giornata comandava indiscutibilmente.
« Volevo disegnare Nigou. » commenta impassibile questi, sotto lo sguardo terrorizzato del compagno.
« Non ci provare! »
« Ho cucinato io. »
« Ma se ti ho aiutato tutto il tempo! » Kuroko cala nuovamente in un silenzio meditativo, emettendo un lieve sospiro. Vorrebbe disegnare qualcosa di carino, ma l’unico oggetto che associava a quell’aggettivo gli era stato severamente negato. Quando la folgorazione lo coglie, allora disegna quello che ha in mente e porge il piatto a Kagami con un leggero sorriso.
Questi, notando il disegno, arrossisce violentemente e manda giù l’omurice in un solo boccone.
« Sei rude, Taiga-kun. Non me ne hai lasciato nemmeno un pezzetto. »
« Ma ti pare normale l’idea di disegnarci un cuore?! »
« … »
« E rilassati, era buona! » quello era ciò che Kuroko voleva sentirsi dire.





Ed eccoci di nuovo su queste frequenze!
Questa storia nasce come una sfida con mughetto nella neve. Una sfida dolce e pucciosa, se si parla di questa coppia.
Mi sono informata sulla vera ricetta, e a parte i procedimenti sveltificati sono lieta di sapere di non aver toppato miseramente. Per il resto, che dire sulla pucciosità che transuda da questa coppia?
   
 
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