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Autore: Laylath    16/01/2015    2 recensioni
(Legato alla serie Un anno per crescere, quindi è consigliabile aver letto l'opera principale e gli spin off).
Raccolta di one shot sui vari protagonisti di Un anno per crescere: prima, seconda e anche terza generazione che avete avuto modo di vedere solo nell'epilogo.
Saranno di vario tipo, ma fondamentalmente restano sul genere slice of life.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Team Mustang
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un anno per crescere'
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Protagonisti: Daisy e Max


Black chocolate… like your eyes.

 
New Optain, 1871

Quella nuova divisa lo faceva sentire un gran figo, non c’era niente da fare.
Ora camminare per le strade era completamente diverso: gli sguardi di tutti erano attratti dalla sua persona, non più un comune ragazzo di New Optain, ma un poliziotto, un tutore della legge, un uomo in divisa.
Alla luce di questo, Max Maffer riteneva che tutti gli sforzi fatti durante l’anno e mezza di corso venissero ampiamente ripagati, in particolar modo dai sorrisi ammirati che gli faceva praticamente ogni ragazza che incontrava. Del resto si sa che la divisa ha un grande fascino che si andava ad aggiungere a quello che lui sapeva di possedere già di suo.
Quando due belle fanciulle si misero a guardarlo ridacchiando e ammiccando, non poté far a meno di lanciare loro una strizzata d’occhio. Certamente se fosse stato in giro con quel palo di Vincent non si sarebbe potuto permettere delle confidenze simili, ma per fortuna il suo rigido ed imperturbabile collega, e prima ancora compagno di corso, era stato assegnato di ronda ad un’altra zona della città.
A lui era toccato quel quartiere della New Optain benestante, dove le vie erano piene di negozi e bei palazzi ed un viavai di persone era sempre presente, a tutte le ore della giornata. Decisamente un bel poliziotto come lui non poteva che essere assegnato ad una bella zona come quella.
Ma certo – annuì compiaciuto, mentre si fermava davanti alla vetrina di un negozio e ammirava per la decima volta la sua immagine in divisa – del resto come potrei essere altrove? Ah, Max, finalmente sei arrivato in cima: adesso non ti resta che trovare una bella ragazza ed il gioco è fatto. Ma del resto con questa divisa ci vorrà ben poco prima che qualcuna cada ai miei piedi e…
“Scusi, signor poliziotto – una voce accanto a lui lo fece sobbalzare – deve entrare o sta usando la vetrina del negozio come specchio per sfogare la sua vanità?”
“Che? – balbettò Max arrossendo per essere stato colto in flagrante. Subito si mise composto e cercò di trovare qualche scusa credibile per quell’imbarazzante momento – ma che dice? Io controllavo solo che…”
La sua spiegazione venne interrotta da quello che si poteva definire un colpo di fulmine bello e buono.
Lei era perfetta.
Era praticamente una visione: non troppo alta, il corpo morbido, le mani sui fianchi, la posa a gambe allargate, i capelli neri e mossi… e poi lo sguardo irato di quegli occhi così scuri come il più delizioso cioccolato fondente.
Come poteva non innamorarsi all’istante di lei?
“Le dispiace levarsi? – continuò la ragazza, squadrandolo con irritazione – ai clienti all’interno non piace essere osservati in quel modo. Se proprio ha voglia di una fetta di torta venga dentro.”
“Torta? – solo allora Max si accorse del grembiule da pasticcera indossato dalla ragazza e del profumo di dolci che proveniva dalla porta aperta – è una pasticceria?”
“La migliore di New Optain – annuì lei con fierezza – provare per credere!”
Era un invito chiaramente, a cui venne aggiunta anche una strizzata d’occhio che fece definitivamente capitolare Max Maffer. Che importava se nelle sue idee iniziali doveva essere una ragazza a restare affascinata dalla sua divisa? Una delle sue doti era quella di sapersi adattare alle situazioni e dunque non esitò a seguire la giovane pasticcera dentro il negozio.
Per fortuna lui aveva una vera predilezione per i dolci: non sarebbe potuto capitare meglio.
Vedendo che il suo invito aveva avuto buon esito, la ragazza lo condusse ad un tavolo vuoto.
“Allora, che cosa posso portare al nostro vanitoso tutore della legge?”
“Tutto quello che vuole, meravigliosa creatura…” disse lui, estasiato, senza nemmeno riflettere.
“Che? Ma mi prende in giro?”
“Non potrei mai… anzi, mi conceda di presentarmi: Max Maffer al suo servizio!” e con gesto eclatante si alzò per mettersi in ginocchio e prenderle la mano.
“Ma che fa!? – si ritrasse lei arrossendo – Mi mette in imbarazzo con il resto dei clienti. Diamine, signore, possibile che…”
“La prego, mi chiami Max e mi dia del tu” continuò lui, per nulla scoraggiato da quell’aria irritata.
“Va bene, Max… dicevo, possibile che non hai un minimo di dignità con quella divisa?”
“Posso sapere il suo nome?”
“Ma mi ascolti quando parlo?”
“E dai… se mi dice il suo nome giuro che le dimostrerò che sono l’uomo più attento del mondo.”
“Daisy McLane – si presentò lei, guardando il soffitto con aria esasperata – e sì, puoi darmi del tu… tanto intuisco già che me lo chiederai nei prossimi minuti.”
“Sei proprio una fata.”
“Scusa? – a quella dichiarazione lei scoppiò a ridere fragorosamente e continuò per un minuto buono, tanto che alla fine si dovette asciugare le lacrime con il grembiule – Oddio, sei la persona più teatrale che abbia mai conosciuto in vita mia!”
“Lo prendo come un complimento!”
“Se ti fa piacere – scrollò le spalle lei – allora, Max, facciamo che ti porto qualcosa io? Sennò mi sa che qui restiamo a discutere fino a notte fonda e non credo che gli altri clienti ne sarebbero felici.”
“Approvato, mia dolce fata!”
 
“Un poliziotto? – Alyce era così eccitata che si mise in piedi sul letto di Daisy e iniziò a saltare – Oddio, che cosa emozionante!”
“Finiscila, piccolo terremoto! – la bloccò la sorella maggiore, tirandola per la camicia da notte e facendola risedere – hai solo dodici anni e certe cose non ti devono riguardare!”
“Sei perfida! – sbottò la ragazzina con un broncio – Non vuoi mai raccontarmi niente! Rosie, dai, diglielo tu di smetterla di essere così cattiva con me!”
“Sei troppo pettegolina per la tua età – scosse il capo Daisy con aria decisa – se continui di questo passo diventerai una vera chioccia e nessuno ti vorrà mai, a prescindere dai tuoi boccoli perfetti per i quali fai tanto la vanitosa.”
“Sei gelosa perché i tuoi capelli sono solo leggermente mossi! Tanto lo so bene che ogni mattina con la spazzola provi a farti i boccoli e non ci riesci mai!” esclamò la più giovane con aria maligna.
“Dannazione, bestiolina! – Daisy scattò verso di lei – Adesso ti faccio vedere io e…”
“Suvvia, suvvia – cercò di portare pace Rosie, mentre Alyce si rifugiava dietro la sua persona – non mi pare il caso di litigare e…”
“Mamma! Daisy mi sta minacciando con la spazzola!” strillò Alyce, facendo poi una smorfia alla maggiore.
“Non è vero! – protestò lei – Mamma! Dì ad Alyce di andare a dormire che è tardi per lei!”
“Ragazze, per favore – giunse la voce della loro madre – non mi pare proprio l’ora di litigare.”
“Vai in camera tua e restaci – sibilò Daisy puntando la spazzola contro la sorellina, ma minacciando di fatto Rosie – altrimenti il brutto voto in geografia che hai tenuto nascosto salterà fuori e allora vedrai se mamma non userà la spazzola sul tuo fondoschiena!”
“E’ un ricatto!”
“Sì, lo è! Fila via, viperetta!”
Solo dopo che quella scenetta quotidiana finì con l’uscita di scena di una sdegnatissima Alyce, Daisy smise l’aria arrabbiata e scoppiò a ridere.
“Lo tengo in pugno quel demonietto!” dichiarò con fierezza.
“A volte sei troppo cattiva con lei – ammise Rosie con lo sguardo basso, arrotolandosi una ciocca di lisci capelli neri sull’indice – non è bello ricattarla.”
“Non è bello nemmeno tenere i brutti voti nascosti a mamma e papà… e non osare fare paragoni con te stessa: tu non hai mai avuto simili atteggiamenti poco rispettosi. Su, girati, piccolo fiore, ti faccio la treccia per la notte. Meno male che ci sei tu…” sorrise e baciò con affetto la guancia della quindicenne prima di iniziare a pettinare i suoi perfetti capelli scuri.
“Davvero ti ha fatto tutti quei complimenti? – chiese ancora Rosie con il tono di voce bassissimo, quasi fosse incredula delle novità – Nonostante ti avesse appena conosciuto?”
“A quanto pare a Max la faccia tosta non manca – ammise Daisy per nulla turbata – è audace il ragazzo, glielo concedo.”
“Ma è un poliziotto… insomma… è grande.”
“Credo che abbia solo qualche anno più di me. Dovrebbe essere sulla ventina.”
“Oh, beh, allora va già meglio…”
“Piccola sciocchina – Daisy la abbracciò – adesso capisco! Tu pensavi al vecchio poliziotto che faceva le ronde vicino a casa fino a qualche anno fa! Rosie! Ma che sciocchezze vai a pensare!”
“E’ che – arrossì lei, impacciata – pensavo che… scusami, è ovvio che i poliziotti sono di tutte le età.”
“Piccolo fiore, a volte sei davvero ingenuotta: dovresti darti una svegliata. L’anno prossimo finisci le scuole e dovresti iniziare a guardarti intorno.”
“Oh no! – Rosie si accoccolò di più nell’abbraccio della sorella – non dire queste cose, ti prego. Noi staremo sempre assieme, vero Daisy? Io e te!”
“E come posso dire di no al tuo musetto, Rosie McLane? – sospirò Daisy, come sempre spiazzata dall’eccessiva timidezza della sorella di mezzo – Certo che staremo sempre assieme. Coraggio, mettiti sotto le coperte: stanotte voglio spettegolare con te fino a tarda ora!”
“Davvero?” Rosie annuì estasiata a quella proposta, anche se sapevano benissimo che avrebbe parlato quasi esclusivamente Daisy.
“Sul serio: in fondo parlare di Max è divertente!”
 
“E ti ho già detto dei suoi meravigliosi occhi color cioccolato fondente?”
“Sì, almeno dieci volte… e, per cortesia, vuoi mollare la manica della mia giacca? Mi sgualcisci la divisa!”
“Andiamo, Vin! Come puoi pensare a questi sciocchi dettagli mentre io ti parlo della più splendida visione che mi sia mai capitata? E il suo nome? Daisy… ah, è pura poesia per le mie orecchie! Non trovi che sia particolarmente melodioso?”
“E’ un nome.”
“Un nome perfetto.”
Max sospirò estasiato, ignorando del tutto l’occhiataccia che Vincent gli aveva appena lanciato.
Era chiaro che il suo rigido amico non poteva capire le bellezze dell’amore, ma il giorno dopo l’incontro con la sua personalissima fata Max si sentiva in dovere di rendere partecipe il mondo della sua felicità.
E non importava se il mondo venisse incarnato da Vincent Falman.
Del resto, volente o nolente, era il suo miglior amico.
“E fammi capire – disse Vincent con tono di rimprovero – hai interrotto la tua ronda per andare a mangiare una fetta di torta? Questo potrebbe anche esser motivo di richiamo.”
“Oh, andiamo, non farai la spia dopo che ti ho confidato le mie gioie d’amore.”
“Max Maffer, sei un poliziotto adesso: finché eravamo allievi potevi anche permetterti queste cose, ma ora più che mai…”
“E la sua voce? Ah, Vin, è così accattivante!”
“Ma mi ascolti?”
“Eh?”
“Lascia stare – sospirò irritato Vincent sistemandosi meglio la giacca della divisa e alzandosi dal tavolo della mensa – adesso devo andare a fare la mia ronda. E non mi metterò di certo a fare la corte a qualcuna in servizio, parola mia.”
“Tu che fai la corte? – Max si alzò a sua volta e lo squadrò con un sorriso divertito – Vincent Falman, tu e l’amore siete due opposti che non si incontreranno mai, parola mia.”
“Non durante l’orario lavorativo.” rispose l’altro con un sorriso sarcastico.
Max lo guardò uscire dalla mensa e scosse il capo con rassegnazione: no, decisamente Vincent non avrebbe mai capito l’amore. Ma lui invece c’era cascato in pieno e non se ne pentiva affatto. Ormai aveva deciso che Daisy McLane era la donna della sua vita e nessun’altra avrebbe mai preso il suo posto.
Che sia questione di settimane, mesi o anni, giuro che capitolerà.
 
Due pomeriggi dopo, in un momento di quiete, Daisy stava al bancone assieme a Rosie aiutandola a ripassare la lezione di storia.
“… e quindi il congresso, dopo il trattato di pace, ha deciso di applicare una politica di sostegno nei confronti del distretto ovest.”
“In che anno?” chiese Daisy, controllando gli appunti.
“Millesettecentosessanta…due? No tre!”
“Sessantadue, piccolo fiore – sospirò Daisy – la devi smettere di cambiare idea all’ultimo. Le cose le sai.”
“Uff, queste interrogazioni mi mettono sempre in agitazione.”
“Vedrai che andrà benone e…”
“Buon pomeriggio, Daisy!”
A quel saluto la giovane alzò gli occhi e vide Max entrare con un gran sorriso dipinto sul volto avvenente.
Sì, che sia bello è innegabile
L’aveva pensato sin dal loro primo incontro: le erano sempre piaciuti i ragazzi particolarmente alti e robusti e a questo Max aggiungeva anche un viso molto avvenente e sfacciato, con dei mossi capelli scuri, quasi ricci… con sua somma invidia.
“Disturbavo qualcosa?” chiese il poliziotto, avvicinandosi al balcone.
“Solo un ripasso di storia – sorrise lei chiudendo il quaderno – lei è mia sorella Rosie.”
“Ciao, Rosie – le strizzò l’occhio lui – tranquilla, la storia non è mai piaciuta a nessuno!”
“Eh? – la ragazza avvampò davanti a quelle parole  e si affrettò a recuperare i quaderni sparsi sul bancone – i… io… io vado a studiare in cucina!”
E prese una rincorsa tale che quasi andò a sbattere contro la porta della cucina, rischiando di far cadere tutto il materiale scolastico. Daisy scosse il capo davanti a quell’ennesima dimostrazione di timidezza, ma poi rivolse la sua attenzione a Max.
“A cosa devo l’onore? Non sei a fare la corte a qualcun’altra? Presumo che uno come te ne abbia una in ogni porto, come si suol dire.”
“Chi, io? Daisy, mi offendi, il mio cuore batte solo per te: è destino.”
“Ci conosciamo solo da tre giorni – sbuffò lei, sollevando una ciocca di capelli neri – e ieri non sei nemmeno venuto.”
“Impegni di lavoro – congiunse le mani lui con aria di scusa – e non hai idea di chi mi hanno assegnato come collega. Ma forse è meglio che non lo conosci.”
“Pare un mostro da come ne parli – ammise Daisy, divertita da quell’espressione così melodrammatica – che fa? Morde?”
“Troppo ligio al dovere, estremamente rigido oserei dire.”
“Ah, allora con me proprio non va d’accordo! E quindi hai la giustificazione per la tua assenza…”
“Perché hai sentito la mia mancanza, vero?”
“Con la sala piena? – mentì lei che, invece, aveva guardato più volte del previsto fuori dalla vetrina per vedere se arrivava – Ah! Caro mio, ne pretendi di cose!”
“Pretendo solo di vedere ogni volta che posso i tuoi occhi color cioccolato fondente, mia dolce fata.” sospirò lui con aria sognante.
“Torta ai frutti di bosco? – propose Daisy alzando gli occhi al soffitto – Appena fatta, il caffè lo offre la casa.”
“Affare fatto!”
Annuendo la ragazza si girò per raggiungere la cucina.
Uno stupido sorriso le apparve in viso, ma fu rapida a cancellarlo, prima di aprire la porta, ed assumere l’espressione più seccata di cui era capace.
Non ci aveva mai pensato, ma non era affatto male essere corteggiata.



___________________
Nota dell'autrice.
Come vi avevo annunciato nella mia pagina fb ecco qua la prima di queste one shot sui vostri personaggi preferiti.
Ho deciso di iniziare con Daisy e Max dato che sono tra le coppie più amate. Finalmente viene svelato come andò il loro primo incontro, ben cinque anni prima rispetto a quello di Vincent e Rosie

Questa prima one shot la voglio in particolare dedicare a BreezyLeveret, dato che oggi è il suo compleanno.
Tanti auguri ^___^ 


Ps: andando contro quello che faccio di solito per questa raccolta voglio coinvolgere pure voi... nel senso, se avete richieste particolari su qualche pg o su qualche momento particolare delle storie potete farmelo sapere sulla mia pagina fb 
https://www.facebook.com/pages/Laylath-Efp/297627547093139

Buon divertimento ^^

 
  
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