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Autore: stellinabg    16/01/2015    2 recensioni
"Non avrebbe mai sopportato l’idea di perdere la persona con cui aveva maggiore affinità nel gruppo, l’unico che riusciva a comprenderla appieno e ad apprezzarla con tutte le sue stranezze, a volte poco femminili. Spesso si era chiesta come mai Connie sembrava preferire stare in sua compagnia, piuttosto che in quella degli altri membri della squadra, ma non aveva mai osato porgli quella domanda."
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Conny Springer, Sasha Braus
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Fonte immagine: https://www.facebook.com/ShingekiSexyLovelyThings
Ambientazione storia: capitolo 64 del manga
Questa breve one shot mi è stata ispirata da questa fanart che mi sembrava quasi rifarsi al capitolo 64 del manga. Così, ho pensato di ridrescrivere la scena, immaginando i pensieri dei due ragazzi, in particolare quelli di Sasha, inserendo un avvenimento che non è avvenuto nelle pagine dell'opera, ma che potrebbe benissimo essere successo.




Continuava a scagliare frecce infuocate per coprire tutti i suoi compagni e soprattutto per coprire lui. L’idea che sarebbe potuto morire per una sua disattenzione la spaventava a morte, così si impegnava al massimo per fare un buon lavoro. Quella era una missione diversa dalle altre perché diversi erano i nemici da affrontare: avevano le loro stesse abilità ed equipaggiamenti e, cosa ancor più terribile, erano addestrati ad uccidere chiunque, senza distinzioni, per proteggere la monarchia. Nemmeno si chiedevano se i loro ordini fossero giusti o sbagliati, li eseguivano e basta, persino se ciò significava uccidere delle persone, persino se si trattava di uccidere altri compagni d’armi.
Continuando il suo lavoro di copertura, Sasha teneva costantemente sotto controllo Connie e lo vide attaccare con successo un uomo della Gendarmeria. Tuttavia, si rese conto ben presto che per attuare quell’azione, si era scoperto dal fumo di copertura, diventando bersaglio facile. Senza esitare per un secondo, punto l’arco e scagliò la freccia ad una donna che, notando il ragazzo, si stava apprestando ad andare verso di lui usando la manovra tridimensionale.

- Connie, rimani coperto! -

Urlò, terrorizzata dall’idea di poterlo perdere, senza nemmeno rendersi conto che, per salvarlo da morte sicura, aveva appena tolto la vita ad un’altra persona che, con ogni probabilità, sarebbe stata pianta da altre persone, proprio come sarebbe successo se quell’infausta fine fosse capitata a Connie. Senza battere ciglio, ritornò a scagliare frecce infuocate per coprire le azioni della squadra. Non c’era tempo per i rimorsi e i sensi di colpa. Aveva fatto quello che doveva per la missione e soprattutto per sé stessa: non avrebbe mai sopportato l’idea di perdere la persona con cui aveva maggiore affinità nel gruppo, l’unico che riusciva a comprenderla appieno e ad apprezzarla con tutte le sue stranezze, a volte poco femminili. Spesso si era chiesta come mai Connie sembrava preferire stare in sua compagnia, piuttosto che in quella degli altri membri della squadra, ma non aveva mai osato porgli quella domanda.
Tutto accadeva in modo frenetico. I corpi degli avversarsi continuavano a cadere a terra, sotto i colpi delle lame dei suoi amici. Sasha non poteva vedere tutto, proprio grazie al fumo che li teneva coperti, ma quando tra i tanti corpi che cadevano verso il terreno vide quello del ragazzo, trasalì per lo spavento. Gettò l’arco per terra, come se non gli importasse più di nulla e, usando la manovra, lo raggiunse in fretta, usando il gas al massimo, riuscendo così ad afferrare il suo corpo poco prima che sbattesse violentemente sul terreno roccioso. Stringendo forte a sé il ragazzo, Sasha iniziò a piangere a dirotto: non per la tristezza, ma per la felicità di averlo raggiunto in tempo.

- Ehy, Sasha… -, disse debolmente Connie, provato da quelle ferite che gli avversari gli avevano inferto, - Grazie… -
Chiuse gli occhi, mentre la ragazza lo stringeva forte e le lacrime lo bagnavano. Non riusciva a capire nulla: era ancora sotto shock per l’accaduto, ma sapeva di stare bene e tutto grazie a lei che aveva lasciato la sua postazione per afferrarlo in tempo. Perché rischiare la vita di tutti gli altri, per la sua? E soprattutto, perché stava piangendo in maniera così forte? Teneva davvero così tanto a lui?
- Temevo che tu… -, le lacrime coprirono il resto della frase che sembrava quasi una risposta ai suoi pensieri. – Ero così spaventata… -, aggiunse poco dopo, con voce ancora incrinata da quel pianto che non voleva cessare.
Connie allora riaprì gli occhi e, con le poche forze che aveva, allungò una mano verso una di quelle guance bagnate dalle lacrime. – Shhhh…va tutto bene. -, cercò di tranquillizzarla, mentre accarezzava dolcemente quella parte di pelle che era riuscito a raggiungere con la punta delle dita.
   
 
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