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Autore: Sae    21/11/2008    2 recensioni
“In fisica, il vuoto è l'assenza di materia in un volume di spazio.
La condizione di vuoto perfetto non è ottenibile in laboratorio e non è mai stata osservata in natura; si ritiene che gran parte dello spazio intergalattico consista di un vuoto quasi perfetto, con un piccolo numero di molecole per metro cubo.”[wikipedia]
13/11/08 a te TakaRa
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando cerchi sinceramente l'amore, lo trovi che ti sta aspettando.

Oscar Wilde

 

Vacuum

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

“In fisica, il vuoto è l'assenza di materia in un volume di spazio. Un vuoto parziale viene espresso in unità di pressione. L'unità di misura SI della pressione è il pascal (abbreviato con Pa). Viene talvolta misurato anche in termini di torr o millimetri di mercurio (mmHg), usando la scala barometrica, o in rapporto alla pressione atmosferica media usando il bar. L'antitesi del vuoto, che è tecnicamente inottenibile, viene chiamata pieno. La condizione di vuoto perfetto non è ottenibile in laboratorio e non è mai stata osservata in natura; si ritiene che gran parte dello spazio intergalattico consista di un vuoto quasi perfetto, con un piccolo numero di molecole per metro cubo.

 

 

Il campo sussurrava parole che gli uomini non potevano sentire. La luna era pallida come se il sole, quella notte, le avesse negato lo splendore e la sfera pareva senz’anima incollata su quel cielo di vetro.

Sussurrava il campo di grano e una donna ci annegava dentro.

Guardava un punto sull’orizzonte e lo scrutava, come se da un momento all’altro lì dovesse accadere qualcosa. Eppure mai l’orizzonte era sembrato più immobile: una sottile linea che reggeva l’intero peso del cielo.

Tra i rumori di un semplice paesaggio, ecco un fruscio farsi strada nella mente della donna  fino a raggiungerla tra i fili di quel grano. Con quel rumore una civetta faceva la sua comparsa sulla scena.

Non è chiaro se quella donna sussultò per via del verso arrivato dalla boscaglia, o se fu per l’individuo che adesso la scrutava dall’alto in basso mentre lei, testarda, si limitava a tenere i suoi occhi ben lontani poggiati lì, sulla linea labile dell’orizzonte.

Il grano si piegò sotto un soffio più audace del vento e delle labbra sottili si schiusero come per dire qualcosa.

Forse un nome uscì da quelle labbra ma era troppo debole il suono che morì lì dove era stato partorito.

Non era necessario, c’erano tutti gli elementi tipici di un preludio: la luna, i fruscii… perché aggiungere parole: suoni che qualcuno ha deciso siano comuni per tutti gli uomini?

Per lo spazio vuoto che faceva intravedere ora l’orizzonte, ecco perché.

Tuttavia dei capelli d’ebano si abbassarono fino a toccare dei fili rosati che passavano inosservati nel mare di grano. La figura si chinò su quello che sembrava uno scoglio (lei) sparendo in quel mare, infrangendosi e piegando (distruggendo) le spighe benedette il giorno prima dal sole lì, dove persisteva l’unica traccia lasciata dall’uomo.

La donna chiuse gli occhi respirando più veloce mentre il petto ritmico si alzava, urtando contro le bende bianche (poste su ferite che lei stessa stava curando) proprio lì dove c’era un altro vuoto.

Una mano fredda cominciò piano a slacciare il vestito troppo leggero che indossava e la bocca invece lasciava delle scie di calore passando sulla pelle ormai nuda e liscia della donna.

Gli occhi verdi si riaprirono improvvisi come due lampi perdendosi in pozze di petrolio,  la mano piccola di lei cercò di avvicinare la figura che l’aveva invasa; intanto gli occhi respingevano le lacrime che capricciose volevano bagnare le gote.

I respiri aumentarono nel mare di grano così come l’impazienza di compiere (il peccato) qualcosa che sembrava impossibile a entrambi.

Lui, Sasuke Uchiha, non esitò entrando dentro Sakura Haruno, stringendola al suo corpo,  facendo sua ogni parte di lei che era rimasta lì ad aspettare.

Per un attimo solo lui si fermò a guardarla ancora dall’alto in basso mentre lei mordendosi le labbra aspettava ancora quell’amore che tanto aveva desiderato. Forse pensò che era la creatura più insopportabile che conoscesse  o forse non pensò a nulla; tuttavia il suo stesso corpo si lamentò per l’improvvisa astinenza e Sasuke Uchiha la cercò di nuovo soffocando il suo respiro sul petto caldo della ninjia.

Il sole tornò sul cielo di cristallo in modo discreto. Le spighe e i chicchi lasciarono risplendere le due figure che proteggevano.

La pelle di Sakura in quella luce sembrava dorata e lei con il sorriso sulle labbra trovava la pace accarezzando i capelli neri di Sasuke. Lui si svegliò su quel pavimento di carne e di terra, pensò a tante cose: aveva avuto un assaggio del paradiso, mentre lui condannava tutto all’inferno. La costrinse ad alzarsi con la rabbia tipica di chi ha capito di aver sbagliato tutto nella vita.

Il vuoto era lì sotto gli occhi di entrambi adesso.

Konoha era solo macerie e l’orizzonte ricordava il peccato commesso.

Lei forse ricadde di nuovo in quel mare, forse lui si dileguò di nuovo: non è dato saperlo. Ma entrambi i corpi, i respiri che erano stati miscelati, erano ormai legati indissolubilmente da un destino comune, e anche se fossero finiti all’inferno magari un giorno avrebbero scontato la pena e sarebbero potuti rinascere per ricominciare daccapo… per tessere di nuovo insieme il loro peccato.

Dio unisce il simile dal dissimile.

 

13 novembre 08

A te.

Con un ritardo pazzesco ç.ç spero vorrai perdonarmi. A te nel modo più dark possibile un destinoso destino J da Sasusaku. A te che unisci il bianco e il nero con i tuoi scritti le tue emozioni, tu che mi fai sognare: questo è per te. U.u a libera interpretazione dato che tu meriteresti una cosa mooolto più decente.

Takara, ti voglio bene.

 Sae

** ringrazio la mia dolce Beta, che beta in modo divino *_*

Wikipedia copyright dei rispettivi autori

Sasuke e Sakura copyright del Kishi-sensei

 

 

 

 

  
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