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Autore: Love_Food    16/01/2015    4 recensioni
[Chicago P.D.]
Possibile spoiler per chi NON segue la programmazione Americana! I miei Linstead
Dal testo:
** -Sai- rispose lui -non lavoriamo più insieme ora, niente più regole o vincoli da rispettare- il respiro le si mozzò, l'atmosfera divenne più calda**
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quello sarebbe stato il suo primo giorno nella Task Force, l'unità speciale di Chicago. Era un onore, certo, ma i sentimenti contrastanti non mancavano. Avrebbe cambiato i colleghi, gli amici di una vita, luogo di lavoro, e non avrebbe avuto nessun punto di riferimento, almeno non al livello di Voight.

Solo Jay, che quella mattina l'aveva accompaganta al poligono di tiro, la incoraggiava e non la lasciava mai sola con i suoi pensieri,

Fin dall'inizio, erano stati una coppia affiatata, avevano avuto alti e bassi certo, ma nessuno si capiva meglio nei pattugliamenti e nei lavori sotto copertura; ne loro e nemmeno gli altri ragazzi potevano negare che l'attrazione c'era, ma le regole erano ferree, nessuna relazione tra colleghi nell'Intelligence, cosi aveva sentenziato Hank.

Soltanto pochi mesi prima si erano parlati, e avevano messo in chiaro che il lavoro era più importante, per ora contava di più catturare criminali e spacciatori piuttosto che vivere una storia d'amore.

Quella giornata fu terribile per Erin: scoprì che la fidanzata dello spacciatore, appena stata rapita dallo stesso, aveva una figlia che teneva nascosta.

Chiese spiegazioni al nuovo superiore, che se ne uscì dicendo che quell'informazione non era necessaria per le indagini.

Soltanto dopo aver assestato un bel colpo al contenitore di fazzolettini in bagno tornò in sè, si sistemò, una rapida rinfrescata al volto e tornò al lavoro.

Durante tutte le indagini sul criminale erano stati affiancati dalla sua vecchia unità più esperta dei sottoborghi di Chicago, e si erano dovuti spostare nella loro centrale.

Non appena gli uffici si svuotarono e furono soli, Jay le si avvicinò.

-Ruzek ha rubato la mia sedia- disse.

-Stanno interrogando il sospettato- rispose il ragazzo sorridendole.

Poi improvvisamente dimezzò la distanza tra loro, Erin era appoggiata alla scrivania e lo guardò con sorpresa.

-Sai- rispose -non lavoriamo più insieme ora, niente più regole o vincoli da rispettare- il respiro le si mozzò, l'atmosfera divenne più calda, sentiva il suo profumo invaderlo, si avvicinò fino a poter chiaramente distinguere ogni lentiggine sul volto di lei, che stava per rispondergli...

-Il sospettato?!- urlò il responsabile della Task Force, salendo le scale

-Sala interrogatori, ti faccio strada – balzò in piedi, correndo incontro al capo.

Ripensò alle parole del ragazzo, ed effettivamente anche lei ammise che non erano più colleghi, e ormai i sentimenti di entrambi erano parecchio chiari, bisognava fare qualcosa.

Ottennero informazioni preziose riguardo un carico di soldi provenienti dalla droga che stava per essere spostato in Messico nel pomeriggio e, grazie alla collaborazione, riuscirono a fermare il camion con un paio di inseguimenti ad alta velocità e senza nessun ferito.

Erin riportò alla bambina la proria madre, che nel ringraziarla per essersi presa cura di lei, chiese se era possibile ottenere i soldi per aver fatto da informatrice -Certamente- rispose la donna - Me ne occupo io-.

Ma la goccia che fece traboccare il vaso fu quando scoprì che a differenza della Polizia la sua 'nuova unità' non aveva soldi per gli informatori, addiruttura il suo capo si congratulò con lei per il magnifico lavoro della giornata e la invitò a partecipare con lui alla conferenza stampa, ma ella rifiutò, preferendo andare a casa.

Una ventina di minuti dopo, si trovò davanti alla porta del ragazzo. Pensò fosse un idea stupida e si voltò, pronta a richiamare l'ascensore per portarla a casa. Solo il pensiero di trascorrere del tempo con lui la face rinsavire e sorridere, e decise di suonare il campanello.

Il ragazzo aprì, indossava una maglietta nera che evidenziava i muscoli delle braccia e i pantaloni della tuta, e reggeva una birra in mano.-Oh! È cosi che passi la tua serata allora, devo mancarti molto-

Le sorrise, la fece accomodare e chiese come mai non fosse presente alla conferenza

-Non è il mio campo, non mi sento a mio agio con loro-.

Lo guardò, la luce soffusa definiva perfettamente i suoi lineamenti, gli andò vicino.

-Vuoi parlare della tua giornata?- chiese il ragazzo
-Mmm, non proprio- rispose sorridendo

Jay le si avvicinò, le loro bocche si scontrarono, tutta la passione di quei mesi si riversò in quel bacio, si aggrapparono l'uno all'altra, come se fossero soli al mondo.

Si trovò contro la parete, lo allontanò, fermando i suoi baci sul collo. Lo guardò, tutto quel tempo sprecato. Si sorrisero, e le loro bocche si riunirono, baci, carezze, gesti affettuosi si susseguirono mentre si toglievano camicia e maglietta. Jay la invitò a stingere le gambe intorno alla sua vita, adorava quanto lei fosse minuta e leggera, e la portò in camera . Si trovò sul letto, e mentre ammirava il fisico palestrato del ragazzo continuava a ripetere tutto il tempo perso, per tenere un lavoro! Jay la zittì baciandola e una volta tolti i vestiti, i loro corpi aderirono perfettamente, diventarono una cosa sola. Trascorsero insieme tutta la notte, prima di addormentarsi si scambiarono un lungo bacio, Erin si strinse a lui -Starai con me anche nelle prossime notti?-

-Non ti lascerò più andare via-

La baciò, e si addormentarono insieme

   
 
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