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Autore: lapoetastra    17/01/2015    5 recensioni
< Sam! Sam, ti prego, no! >
Ma Sam non poteva più udire nulla, ormai.
Era solo un corpo, ora, un guscio vuoto di carne privo di anima.
E, per quanto il fratello lo scuotesse e lo chiamasse, non apriva gli occhi e non rispondeva.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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< Sam! Sam, ti prego, no! >
Ma Sam non poteva più udire nulla, ormai.
Era solo un corpo, ora, un guscio vuoto di carne privo di anima.
E, per quanto il fratello lo scuotesse e lo chiamasse, non apriva gli occhi e non rispondeva.
< No! >, urlò Dean, disperato, con la pioggia scrociante che cadeva incessante dal cielo come se anch’esso stesse condividendo il suo dolore lancinante.
Le gocce, pesanti ed interminabili, infradiciavano i capelli del ragazzo chino sul corpo esanime del fratello, mischiandosi alle calde lacrime che gli traboccavano come fiumi dagli occhi.
Dean rimase lì, accovacciato su Sam come a proteggerlo dalla tempesta impetuosa.
Non seppe dire quanto tempo fosse trascorso.
Gli sembrava fossero passati mesi, anni, forse, ma in realtà furono solo pochi minuti.
Ed il dolore rimaneva, trasformandosi in lenta agonia.
Quando non ebbe più lacrime, si alzò in piedi tremante, adagiando teneramente il corpo del fratello sul freddo asfalto umido, ed accarezzandogli i capelli come se volesse rassicurarlo che era tutto solo un incubo, che si sarebbe svegliato presto e che si sarebbe risolto tutto.
Dean in realtà cercava di rassicurare se stesso.
< Io non posso vivere se tu muori >, mormorò piano, con la voce rotta, e le sue parole si persero nel freddo vento notturno.
Doveva fare qualcosa, doveva riportare in vita suo fratello, la persona più cara che avesse.
Si riscosse.
Un’idea gli brillò in mente.
Sì, sì, poteva essere quella giusta.
Dean, con una nuova speranza nel cuore, prese dolcemente in braccio Sam, che sembrava aver perduto peso, divenendo leggero come una piuma, e lo portò con poca fatica all’interno del motel nel quale alloggiavano.
Lo adagiò piano nel grande letto, coprendolo con le calde e morbide coperte di lana, come se davvero stesse solo dormendo.
< Ci vediamo dopo, fratellino >, sussurrò Dean, stampandogli delicatamente un bacio sulla fronte pallida.
Poi, ancora con i vestiti bagnati fradici addosso, uscì.
Era diretto all’angolo della strada.
Avrebbe incontrato un demone.
Avrebbe stipulato un patto.
Avrebbe salvato Sam.
 


< Dean? Dean! Cosa.. cosa è successo? Non mi ricordo nulla >, balbettò Sam, cercando di mettersi a sedere nel letto in cui si era improvvisamente svegliato.
Dean, tornato da poco nel motel, sobbalzò nell’udire la voce del fratello.
Chiuse gli occhi per un istante, beandosi di quel paradisiaco suono che già da troppo tempo – nonostante fossero passate solo poche ore – gli mancava terribilmente.
Ce l’aveva fatta.
L’aveva riportato indietro.
< Niente, Sammy. Non ti preoccupare. Sei solo scivolato sull’asfalto bagnato ed hai sbattuto la testa. Sei rimasto svenuto per un po’, ma ora è tutto ok, no? >
< Sì… sì, io credo di sì >, rispose Sam, un po’ titubante ed ancora molto confuso.  < È solo che.. è strano da dire, però… mi è sembrato di essere morto, ed ho visto… >
< Nah! Non dire assurdità! >, lo interruppe bonariamente Dean, con un sorriso forzato. < Non sei morto, fratellino, te lo assicuro. Solo svenuto, tutto qui. Non saresti con me, adesso, se fossi passato all’altro mondo, no? >
< Già, hai ragione. Deve essere così >, sussurrò Sam.
Il maggiore, intanto, lo guardava, emozionandosi profondamente alla vista del suo fratellino di nuovo lì con lui, come sarebbe sempre dovuto essere.
Come sarebbe stato solo ancora per un anno.
Ma Dean non ci voleva pensare, ora.
L’importante era che Sammy fosse vivo, e se quello era un prezzo che bisognava pagare con la propria anima, ebbene, Dean avrebbe pagato senza indugi, attendendo i segugi infernali che lo avrebbero condotto dritto all’Inferno, un anno dopo.
Perché niente era più prezioso di Sam, per lui, neanche la sua stessa vita.
< Io non posso vivere se tuo muori >, disse piano il maggiore, così piano che il fratello non lo udì.
Poi, di colpo, Dean strinse forte a sé il corpo muscoloso di Sam, affondando il viso nei suoi folti capelli castani, inalando il loro profumo che sapeva di casa.
Quest’ultimo, dapprima sorpreso per quel gesto improvviso ed inaspettato, ricambiò poi la stretta con energia ed affetto.
Quando, dopo attimi che parvero ad entrambi interminabili, si staccarono, Sam notò che il maggiore aveva le lacrime agli occhi.
< Dean… perché stai piangendo? >, gli chiese, preoccupato.
< Oh, Sammy. Non sto piangendo, figurati. Perché dovrei, poi? È solo che sono uscito, prima che tu ti svegliassi. E pioveva. Sono gocce quelle che brillano sul mio viso, fratellino. Mi sorprende che tu non le abbia notate prima >, rispose Dean, cercando però di evitare il suo sguardo e di asciugarsi il viso bagnato.
Sam prese per buona quella risposta, e non indagò oltre.
Se solo avesse guardato fuori dalla finestra, però, si sarebbe accorto che il cielo era limpido e completamente privo di nuvole.
   
 
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