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Autore: angelad    17/01/2015    3 recensioni
Natale è arrivato in casa Castle.
Tutti sono felici e contenti, nessuno può immaginare neanche lontanamente quale disgrazia si abbatterà su tutti loro.
Solo un super papino agente segreto può risolvere questo dramma e salvare il Natale...
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Martha Rodgers, Nuovo personaggio, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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AGENTE SPECIALE CASTLE: "MISSIONE NATALE"
 


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Il freddo era davvero pungente, la temperatura era in picchiata, ma la piccola Castle sembrava non sentirlo, impegnata com'era a seguire il suo nuovo amico lungo una stradina battuta nella neve in un piccolo boschetto.
Avevano attraversato l'intero villaggio, avvolto in un'apparente tranquillità, dovevano dormire tutti, per poi intraprendere la via per la loro meta.
La piccola aveva avuto un momento di dubbio quando si era resa conto che stavano per lasciare il centro abitato, ma Nick donandogli uno splendido sorriso aveva sentenziato: "Non devi preoccuparti, non è molto lontano. Anche se usciamo dal villaggio non corriamo nessun pericolo. Abbiamo bisogno di un posto un po' buio, le luci artificiali potrebbero darci fastidio. Ti fidi di me?".
Aveva allungato di nuovo la mano per prendere quella della bambina e Joy, rapita da una forza inspiegabile, l'aveva accolta.
"Certo che mi fido di te".
Se l'avesse sentita la sua mammina non sarebbe stata così d'accordo, ma lei sapeva che non poteva accaderle alcun male.
Il suo istinto le diceva così e lei aveva deciso di fidarsi.
Nick si voltò sentendola ansimare: "Non preoccuparti siamo quasi arrivati, non manca molto".
La piccola ringraziò virtualmente, incominciava ad essere un po' stanca. In fin dei conti, fino a pochi minuti prima stava dormendo il sonno dei giusti.
Come promesso la salita finì poco dopo, ma Joy non vide nulla di così speciale..
Sono una piccola staccionata e un orizzonte bianco sconfinato davanti a loro. Forse di giorno sarebbe stato un bellissimo paesaggio, non lo metteva di certo in dubbio, ma con quel buio scrutare qualcosa era davvero impossibile.
Era un po' delusa, doveva ammetterlo a lei stessa.
Nick doveva aver colto l'espressione del suo viso poichè le venne vicino e le disse: "Non preoccuparti, siamo arrivati in tempo. Anzi a quanto pare siamo un pochino in anticipo, lo spettacolo non è ancora iniziato. Dai vieni, sediamoci sul legno più basso dello steccato. Mi sa che dobbiamo aspettare un po'.. Sei hai tanto freddo posso imprestarti la mia giacca, io sto bene, sono abituato a queste temperature".
La piccola lo ringraziò, ma rifiutò. Era una tipetta dura, un po' di venticello gelido dell'artico non l'avrebbe di certo piegata.
Andò a sedersi accanto al suo nuovo amico e posò lo sguardo verso l'oscurità senza dire una parola.
Era pensierosa.
Nick, invece, pareva molto loquace e intavolò di nuovo un discorso: "Come ti sembra qui? Ti piace?".
Joy sorrise un poco: "Sì, certo è davvero un posto incantevole. È molto diverso dalla città in cui vivo, ma devo dire che mi piace molto".
Il piccolo rise: "Oh sì, New York è molto diversa da qui... non credo che tu possa contemplare questo meraviglioso silenzio in quella città così caotica".
La piccola Castle si fermò a guardarlo accigliata. Come faceva a sapere che lei abitava a New York? Non le sembrava di averglielo detto.
Il bambino intanto continuava a parlare incurante dei dubbi della sua amica.
"E del villaggio cosa ne pensi? Per quel poco che hai visto.. devo mostrarti anche moltissimi posti incantevoli che non è permesso a chiunque di visitare..".
"E' un bellissimo villaggio a tema, i creatori sono stati davvero molto bravi. Rispecchia fedelmente la favola...".
Fu Nick ad accigliarsi questa volta: "Villaggio a tema? Ma cosa dici? Qui siamo in Finlandia e questo è il VERO paese di Babbo Natale!".
Joy lo interruppe: "Mi dispiace darti una delusione, ma Babbo Natale non esiste. Il mio papino mi ha portato qui perchè vuole che io creda di nuovo in lui, ma... io purtroppo adesso so la verità...".
Nick la guardava con gli occhi a palla fuori dalle orbite: "Ma posso sapere chi ti ha detto una baggianata simile?".
"Non ha importanza... e poi pensaci bene, un vecchietto su una slitta volante che porta doni a tutti i bambini del mondo in una notte? È davvero difficile..".
"Beh, ma lui è magico.. e con la magia si può fare qualunque cosa. Anche volare con una slitta, trainata da 8 magnifiche renne, sennò si offendono, su nel cielo nella notte più magica dell'anno!".
Joy abbassò un poco lo sguardo e mormorò: "la magia... fino a ieri ci credevo anche io, ora non ne sono più tanto sicura.. è davvero difficilissimissimo che sia vero..".
Nick a quel punto sorrise: "Beh se è difficilissimissimo, non è detto che sia impossibile..".
Joy non seppe rispondere, forse non volle rispondere, ma una lacrima le attraversò il visino tenero.
Era davvero triste, in totale conflitto dentro di sè..
Si girò di scatto per non farsi vedere dall'amico, ma sentì la sua manina appoggiarsi sulla sua spalla.
"Beh se sei tanto sicura che la magia non esiste, prova a guardare davanti a te. Credo che cambierai idea...".
La piccola alzò gli occhi e ciò che si trovò davanti a sè la lasciò del tutto senza fiato.
Nel cielo erano apparse mille luci di diverso colore..
Verdi, bianche, a tratti perfino rosse che si confondevano nel blu oscuro della volta celeste...
Sparivano e riapparivano trasportate dal vento.
Sembravano compiere una danza meravigliosa.
Una danza antica milioni di anni, quasi più antica della Terra stessa.
Joy era rimasta a bocca aperta e non faceva altro che mormorare: "Ohh, ohhhhh" completamente rapita da quello stupendo spettacolo.
La piccola si spostava, senza guardare dove andava col naso all'insù, poi si voltò verso Nick e chiese: "Che cos'è quello? Non l'ho avevo mai visto!".
E tornò a guardare le luci senza aspettare la risposta.
"Quella è una magia della Terra.. Noi uomini la chiamiamo Aurora Boreale, ma la mia amica Madre Natura lo considera un passatempo divertente e gioioso nelle lunghe serate invernali.. Lei è un tipo decisamente creativo, ma occhio a non farla arrabbiare. È un tipo decisamente permaloso.. Se si arrabbia sono guai..".
Joy rispose: "Peggio della zia Gates? Anche lei è un po' irritabile, specialmente col mio papino..".
Rimase un attimo in silenzio colpita improvvisamente dal vero significato delle parole del suo amico: "Ma hai detto "La mia amica Madre Natura"? come sarebbe a dire?" e si voltò per guardarlo in faccia.
Ciò che vide la sorprese ancora di più dell'aurora boreale..
Appoggiato alla staccionata, nel medesimo posto, dove pochi minuti fa stava il suo giovane amico, si trovava un uomo molto più vecchio, grasso e con una lunga barba bianca.
Vestito di rosso, con un lungo cappello e un paio di stivali neri ai piedi.
Joy, dentro di sé, sapeva benissimo chi fosse, ma non poteva essere vero.
Lui non esisteva...
Oppure sì?
Si sfregò gli occhi con le manine e poi tornò a guardare davanti a sè.
Il vecchietto era sempre al suo posto con un bel sorriso stampato sulla faccia.
Si avvicinò titubante e gli toccò un braccio dandogli quasi un pizzicotto.
"Ahai! Mi hai fatto male".
"o cavolo, ma allora sei vero! Abbassati...".
L'uomo le obbedì e la piccola gli schiacciò il naso e provò a tirarlo.
"Ahia Joy, se fai così mi riempirai di lividi..." disse il vecchietto ridacchiando...
"Cavolo, non ha nemmeno una maschera!".
Joy indietreggiò decisamente stupita ed incominciò a girare in tondo nelle neve, massacrandosi le manine.. Era un pochino preoccupata..
L'uomo tentò di parlare: "Joy, non essere così agitata...", ma la piccola stroncò la sua frase sul nascere.
"Scusa, ma al momento mi mette un poco male... Ero qui con un mio amico a guardare questo spettacolo.. poi mi giro e vedo... te... insomma sembri proprio Lui..".
"Ma non l'hai ancora capito?  Io sono Lui!".
"Lui, lui... ma ne sei sicuro?".
L'uomo rise di sommo gusto.
"Sì, piccola Joy. Sono sicuro... io sono Babbo Natale e sono anni che muoio dalla voglia di conoscerti...".
Joy  rimase senza parole per qualche secondo, poi si avvicinò con gli occhietti lucidi e si fermò ai suoi piedi.
Abbassò la testolina e non ebbe il coraggio per guardarlo negli occhi..
Una lacrima percorse la sua bella guanciotta rossa.
Babbo Natale se ne accorse e si accucciò per raggiungere la sua stessa altezza e posò le sue grosse mani coperte dai guanti neri sulle piccole spalle della bambina: "hei piccola, non devi piangere. Va tutto bene..".
Di risposta la bambina gli lanciò le braccia al collo tanto da sbilanciarlo ed entrambi caddero sulla neve stretti in un dolce abbraccio.
L'uomo, dopo un attimo di sorpresa, passò le sua mani contro la sua schiena e la tenne contro la sua folta barba, mentre la piccola continuava a piangere di gioia: "Scusa Babbo Natale, non vorreiii piangere, ma tu non immagini che bruttissimissimi giorni sono stati questi per me. Io ho sempre creduto in te, sempre, ma quest'anno... non so cosa mi sia capitato... non posso credere che avevo smesso di credere in te... mi segui? O parlo troppo?".
"Sta tranquilla piccola, ti seguo...ma adesso cerca di calmarti, non è successo nulla di che... basta lacrime.." cercò di tranquillizzarla.
"Ma io piango perchè sono felicissimissima... esisti davvero e io ti ho anche conosciuto...".
Si staccò dal corpo di Babbo e lo guardò in faccia: "Posso darti un bacino? Devo farmi perdonare in qualche modo..".
L'uomo sorrise, colpito dalla domanda di quella cucciola così dolce: "Certo piccolina, sono qui".
Joy appoggiò di slancio le sue labbra sulle guancie color ciliegia del mitico Babbo Natale e rimase a guardarlo estasiata.
Poi d'improvviso si destò e, quasi saltandogli sulla pancia, chiese: "Ma Nick dov'è finito? Dov'è andato?? Anche lui deve conoscerti!!".
L'uomo assunse un'espressione stupita: "Ma come? Joy non hai capito?".
"Cosa Babbino bello?".
"Piccola, guardami negli occhi... non mi riconosci?".
la bimba ubbidì e lo fissò direttamente negli occhi e solo quando vive lo splendido color nocciola delle sue pupille ebbe un sussulto...
"Sei lui! Sei Nick!! No, cioè sei Babbo Natale, ma sei anche Nick... io non ci capisco più niente!!".
Babbo Natale rise di nuovo di gusto, quella bambina era decisamente simpatica. Lo aveva sempre saputo, l'aveva "spiata" per molto tempo grazie alla sua palla di cristallo magica, ma doveva ammettere che dal vivo era decisamente meglio.
La piccola continuò: "Scusa, perchè mi hai detto di chiamarti Nicholas? E perchè ti eri trasformato in un bambino?".
L'uomo la fece sedere per bene sulle sue ginocchia e, dopo averle dato una carezza sul volto, le rispose: "Non mi sono "trasformato" in un bambino, quella era la mia fisionomia quando ero davvero un bimbo e vivevo lontano da qui. Mi sono presentato a te in "versione junior" solo per metterti a tuo agio. Pensaci bene, avresti dato confidenza ad un vecchio che nemmeno conoscevi? Avevo bisogno di fare "amicizia" con te e ho pensato che in questo modo sarebbe stato più semplice...".
"Hai barato quindi! Ma ti autometti nella lista dei monelli?" chiese la piccola piegando la testolina di lato.
"ahahhah no, no... non parliamo di quello adesso.. devo ancora risponderti ad una domanda. Ti ho detto di chiamarmi Nick perchè quello è davvero il mio nome. Prima di diventare ufficialmente Babbo Natale, mi chiamavo Nicola. Conosci la mia storia?".
Joy scosse la testa: "Io credevo che avessi sempre vissuto al Polo nord".
"ed in effetti è così. Abito qui da quando sono stato incaricato di essere Babbo Natale ed ho acquistato i miei poteri magici, ma, quando ero solo un semplice uomo, vivevo lontano da qui in un luogo chiamato Turchia.. Cercavo di essere una brava persona, di non commettere alcun male e di aiutare chi era in difficoltà.. Una famiglia aveva tre figlie e il loro padre aveva faticato molto, ma aveva messo da parte una dote per ognuna di loro. Un maledetto giorno, però, un ladro si intrufolò in casa loro e rubò tutto quello che possedevano.
Le tre ragazze erano disperate.
Così decisi che dovevo aiutarle. Sapevo molto bene che non avrebbero accettato del denaro se glielo avessi regalato di persone, erano delle donne molto orgogliose. Dovevo farmi venire un'idea brillante.
E l'ebbi. Decisi di calarmi dai loro camini e di lasciare una parte dell'oro che possedevo dentro ad un sacco, in maniera del tutto anonima!
Loro furono felici ed io lo fui più di loro. Decisi di farla diventare un'abitudine e divenni il più generoso possibile con chi era più povero di me.
Quando morii fui portato in Cielo da molti angeli ed ebbi l'immensa gioia di essere condotto direttamente alla presenza del Signore. Quando fui davanti a lui, Gesù mi accolse sorridendo e mi comunicò di avermi scelto per un compito estremamente importante. Sarei tornato sulla Terra e avrei continuato a donare agli altri. In suo nome però... mi donò una veste rossa, molto calda e molto ampia e mi spiegò che per festeggiare la sua nascita avrei portato giocattoli a tutti i bambini di tutto il mondo nella notte di Natale..
Io accettai entusiasta e venni spedito qui, dove la magia regna sovrana e dove avrei avuto i miei amici elfi a darmi una mano...".
Joy era rimasta a bocca aperta ad ascoltarlo per tutto il tempo: "E quindi sei Babbo Natale da allora? È moltissimissimo tempo!!!".
"Esatto, lo è... ma è la cosa migliore che potesse capitarmi. Quindi hai capito perchè in moltissime parti del mondo mi chiamano Santa Clause? È in onore del mio vero nome...".
La bimba annuì..
"Sono davvero molto fortunata ad essere venuta qui... Ti ho conosciuto dal vivo...".
L'uomo la posò in terra e si mise in piedi: "E non hai ancora visto nulla. Se non ricordo male, stanotte ho delle consegne da fare... anzi, sarei già in ritardo. Ti va d'accompagnarmi alla fabbrica? Devo controllare che sia tutto in ordine..".
Gli occhi della piccola si illuminarono di nuovo di gioia: "E me lo chiedi? Certo! Sono onoratissimissima!!".
L'uomo le diede mano e si avviarono insieme verso il villaggio.
"Babbino, scusa..."
"Dimmi piccola..."
"Posso aiutare gli elfi a preparare gli ultimi regali?".
"Certo...."
"Mi porti anche a conoscere le renne? Io voglio accarezzare Cometa... è la mia preferita.. E poi è vero che metti Rudolph davanti alla slitta perchè il suo naso rosso ti fa luce e vedi dove vai nel cielo?".
L'uomo provò a rispondere, ma la piccola continuò il suo monologo..
"Ma   Gimpy allora è davvero un elfo? Come ho fatto a non capirlo prima? Ed è vero che mangi sempre la cioccolata perchè ti fa sentire più felice?".
Babbo Natale scosse la testa, ma un gran sorriso copriva il suo viso.
La piccola Castle era decisamente tornata.
 
 
Angolo mio!
Buonasera ragazze! Ecco qua il nuovo capitolo..
Spero si sia capito perchè Babbo Natale in versione junior si chiamava Nicholas.
Quella che gli ho fatto raccontare è la storia rivisitata di San Nicola da Bari che ho letto su un libro di favole del mio nipotino (quindi non è proprio farina del mio sacco, mi sono ispirata).
Nicola--> Nicholas---> Santa Clause (Klaus è il nome Nicola nei paesi del nord, credo).
Sono malefica, lo so!
Piaciuta l'idea dell'Aurora Boreale?
Chissà cosa faranno Joy e Babbo Natale insieme... mah vi tocca aspettare i prossimi capitoli.
Sempre molte grazie a chi legge...

 

 

  
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