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Autore: TheCapo91    17/01/2015    2 recensioni
Lydia. Non un personaggio cruciale della storia, certo, ma durante la mia primissima partita a Skyrim, sono rimasto incantato dalla sua devozione verso il Sangue di Drago. E, che ci crediate o no, quanto riportato nel racconto, nonostante le ovvie aggiunte romanzesche, è accaduto davvero all'interno del gioco.
Ecco a voi, dunque, la storia di Dovakhiin e Lydia, nei pressi di Labyrinthian...
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dovahkiin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Lydia



 


Skyrim, Labyrinthian, 14 Gelata.


- Eccoti, Lydia. Temevo di averti persa...
Dovakhiin abbassò lo sguardo sulla ragazza, gli occhi vagamente umidi.
- Non ci crederai, ma finalmente sono riuscito a trovare l'incantesimo giusto. Quel succhia-latte di Farengan voleva una fortuna, ma sono riuscito a convincerlo ad abbassare il prezzo. La mia abilità in oratoria sta aumentando, eh?
Lei non rispose.
- Sono riuscito a procurarmi il denaro necessario grazie ad un vecchio Drago del Gelo che ho abbattuto la settimana scorsa. – continuò lui, imperterrito – Prima l'ho costretto a terra lanciandogli Dardi Elettrici. Poi, dopo che era atterrato, l'ho carbonizzato con le mie fiamme arcane. Eorlund Manto Grigio mi ha fatto un buon prezzo per le ossa e le scaglie. In fondo questi draghi non sono poi così male, eh?
Diede una roca risata, non corrisposta.
- Bene – disse infine, concentrandosi – iniziamo...



- Se mi costringi ti ucciderò!
Il Sangue di Drago continuò a dirigere il flusso di fiamme sul terribile Troll del Gelo, mentre Lydia, indomita, sferzava la sua spada d'acciaio contro la creatura, facendo di tutto per tenerla lontana dal suo protetto.
Le era sempre piaciuta, Lydia. Era selvaggia, autonoma e votata alla difesa della sua vita. Ancora una volta, benedisse lo jarl di Whiterun per avergli concesso la possibilità di portarla con sè, nelle sue avventure.
Riemergendo da quelle fantasie, il Sangue di Drago si accorse all'improvviso di aver esaurito la sua riserva di magicka; per quanto si sforzasse, nemmeno una scintilla usciva dal suo palmo.
Non che fosse un problema, comunque. Uno dei fendenti di Lydia aveva raggiunto il Troll alla gamba, costringendolo in ginocchio. La giovane guerriera finì la bestia con un affondo preciso, trapassandogli il cuore e spedendo la sua anima nell'Oblivion.
Il Sangue di Drago sorrise di nuovo. Era un piacere guardarla combattere.
- Ben fatto, Lydia – disse, avvicinandosi
- Sono la tua spada e il tuo scudo, mio thane – rispose lei, guardandolo negli occhi.
Il suo sguardo era fermo, fiero. Era una vera Nord.

A pochi passi dal cadavere del Troll del gelo, il Sangue di Drago individuò un baule nascosto che attirò tutta la sua attenzione.
Amava trovare vecchi forzieri abbandonati nelle rovine, c'era sempre qualcosa di prezioso dentro, pronto ad attenderlo.
- Per la barba di Shor!
Il guerriero non credeva ai propri occhi. Dentro al baule, oltre una manciata di Septim e dei puzzolenti Stivali di Ferro, c'era un Amuleto di Mara.
Tutti a Skyrim, perfino lui, sapevano che per dichiararsi ad una fanciulla serviva quel manufatto della Dea dell'amore.
Immediatamente lo indossò, avvertendo il potere della dea donare al proprio corpo un flusso di coraggio.
Finalmente si sarebbe potuto dichiarare.
Avrebbe passato con Lydia il resto della sua vita, pensò voltandosi. Con lei al suo fianco, neppure Alduin in persona avrebbe potuto fermarlo. Neanche un'altra Crisi dell'Oblivion. Neanche un...

- TROLL!
Dovahkiin balzò in piedi. Altri tre bestioni, bianchi come la neve, erano emersi dalle rovine ed erano partiti alla carica, per vendicare il compagno caduto. Sgraziati, agitavano i lunghi arti superiori, col solo scopo di dilaniare carne umana. Miserabili creature...
Alzò le mani, avvertendo il calore dell'incantesimo bruciargli le dita.
La Palla di Fuoco che rilasciò creò una formidabile esplosione che danneggiò pesantemente i bestioni: ma questo non bastò a fermarli.
Stava per replicare l'attacco quando un guizzo di capelli castani gli sfrecciò davanti agli occhi. Con un urlo, la ragazza si era precipitata verso il pericolo, nonostante le bestie fossero ancora lontane.
- Accidenti – pensò il Sangue di Drago – mi copre il bersaglio... Non posso utilizzare altri incantesimi a lungo raggio o rischio di farle del male...
Senza perdere tempo, iniziò a correre anche lui, estraendo la fidata Mazza Elfica del Gelo. L'incantamento non avrebbe avuto particolare effetto su quelle creature, ma era certo che un bel colpo sulla testa avrebbe funzionato ugualmente.

Ma qualcosa non andava.
I bestioni erano agguerriti e sembravano instancabili. Dovakhiin menava la sua mazza in ogni direzione, ma i Troll non retrocedevano. La loro rigenerazione di vita stava rendendo la battaglia troppo lunga...
In un disperato tentativo di sbarazzarsene, Il Sangue di Drago urlò e il suo Thu'um risuonò in fino al cielo.
- FUS-RO!
I Troll persero l'equilibrio, dando modo al guerriero di bere le pozioni curative che teneva sempre a portata di mano per quelle situazioni. Chissà se anche Lydia ne aveva bisogno...
Ma non riusciva a vederla.
Tutto quello che vedeva era la neve che si confondeva con la pelliccia dei Troll, che lo incalzavano di nuovo. E poi...

Rosso.
Sangue.
La sua mano e poco lontano la sua spada.
Lydia...
- NOOOOOO!

Nessun Thu'um avrebbe potuto eguagliare la furia dell'urlo del Sangue di Drago, in quel momento.
Lentamente, il suo corpo iniziò a mutare, ricoprendosi di peli. Sentì i suoi denti inspessirsi e i suoi arti allungarsi e gonfiarsi.
Il dono dei Compagni. Il Sangue della Bestia.
Degli attimi che seguirono ricordò poche immagini confuse. La sensazione delle sue unghie che strappavano brandelli di carne, il calore del sangue che gli scendeva in gola, le urla agonizzanti dei Troll che cadevano sotto i suoi colpi. E poi...
E poi tutto era finito.
Il Sangue di Drago si trovò nudo sotto la neve, in piedi nel bel mezzo del massacro. Attorno a lui, le viscere nauseanti delle bestie. E sotto i suoi occhi, il corpo esanime della ragazza con cui avrebbe voluto passare la sua vita.
- Lydia...
Il suo corpo macchiato di sangue sembrava intatto.
Dovakhiin la prese in braccio, depositandola su un altare lì vicino e componendone il corpo. Infine, prese la spada della ragazza e la posò accanto a lei, come si addice ad un vero guerriero.
- Non temere, amore mio. Questo non è un addio. Dovessi strapparti dall'Oblivion con le mie mani, ti riporterò da me...



Ed ora eccolo di nuovo lì, a Labyrinthian, davanti al corpo della sua amata.
Non ebbe neppure bisogno di ripassare l'incantesimo, ormai lo sapeva a memoria. Pregò Meridia di perdonarlo per ciò che stava per fare, quindi caricò la magia.

Avvertì distintamente l'incantesimo alimentarsi della sua rabbia e della sua energia, mentre incanalava tutta la potenza necessaria lungo il braccio. Poi, proprio mentre iniziava a pensare che il suo potere non fosse sufficiente, sentì l'incantesimo stabilizzarsi, pronto per essere lanciato.
Con estrema attenzione, lo indirizzò verso il petto della ragazza. Per un breve istante non accadde nulla e il Sangue di Drago temette che tutto fosse perduto. Poi una forza misteriosa sembrò impossessarsi della ragazza, sollevandola come se appesa a dei fili invisibili. Quando i piedi della fanciulla toccarono finalmente terra, Dovakhiin cadde in ginocchio, adorante.
La sua Lydia era tornata, al fine.
Non osava neppure abbracciarla, per paura di rovinare in qualche modo il suo ritorno sulla terra.
- Lydia... Oh, Lydia...
La ragazza era viva, di nuovo. Era tornata per lui.
- Sono io, Lydia... Il tuo thane...

Alle sue spalle, Dovakhiin avvertì la presenza di uno Scheletro errante, ma non vi badò. Nulla era importante come quel momento.
Ma Lydia non perse tempo. Afferrò la sua inseparabile spada e si precipitò contro il non-morto, che si sgretolò sotto i suoi colpi.
Il Sangue di Drago sorrise. La sua Lydia era tornata.
- Lydia... Ti prego, ascoltami...
Sentì gli occhi di lei perforare i suoi, ma nessuna risposta emerse dalle sue labbra.
- Io... io volevo dirti...
Toccò l'amuleto che aveva al collo, in preda alla commozione.
- Lydia, io... io ti amo.

Il vento soffiò sibilando tra le mura di Labyrinthian, portando con sè una folata di gelo puro. Le labbra del potente Sangue di Drago si posarono su quelle, fredde, di lei.
Il loro primo bacio.
Sul volto della giovane comparve una piccola cicatrice luminosa.
Poi un'altra, e un'altra ancora.
Il corpo della fanciulla si ripiegò su sè stesso, consumandosi dall'interno, trasformandosi in una sottile polvere luminosa.
Ancora una volta, Dovakhiin rimase in piedi, senza dire una parola. Non l'avrebbe più rivista.
Frugando tra i resti fumanti di ciò che rimaneva della sua amata, estrasse la spada e la ripulì della polvere.
Quella lama l'avrebbe conservata per sempre.
Con dita tremanti, si tolse l'amuleto di Mara, che aveva portato al collo da quel fatale giorno. Solenne, lo posò sopra la cenere e si alzò, giurando davanti agli dei che non si sarebbe mai più sposato.
Quindi si voltò di nuovo, incamminandosi verso Rotghar Alto, dai Barbagrigia.
Doveva diventare più forte, per sconfiggere Alduin.

Doveva diventare più forte, per trovare il suo posto nel mondo. Doveva diventare più forte, per proteggere ciò che gli era caro.
Doveva diventare più forte, per Lydia.



 

  
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