Serie TV > Violetta
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Autore: Rihanna_Love    17/01/2015    2 recensioni
Tratto dal Prologo:
[...] I genitori di lui sorridevano e la sorella aveva lo sguardo fisso verso i due sposini, tutti i loro amici ed ex compagni di studio, erano lì ad osservare quella magica unione.
Il prete iniziò la messa e dopo un’pò arrivò il momento -Vuoi tu Leon Vargas prendere come tua sposa la qui presente Violetta Castillo?-, il ragazzo non smise di sorridere -Sì, lo voglio- aveva detto, il prete continuò -Vuoi tu Violetta Castillo prendere come tuo sposo Leon Vargas?-, la giovane, emozionata, rispose -Sì, lo voglio!!!-, tutti si misero a ridere a causa del tanto entusiasmo con cui la giovane aveva risposto.
-Con il potere conferitomi dalla Chiesa cattolica di Roma, io vi dichiaro marito e moglie! Leon, puoi baciare la tua sposa-aveva detto il prete, il ragazzo non se l’era fatto ripetere due volte e aveva baciato prima dolcemente e poi con più passione la sua Violetta, si udirono dei fischi provenire dai loro amici e sorrisero vedendoli.
(Storia dedicata a: syontai, Ary_6400, Leonetta_3 e HugMeShailene - Siete unici!)
- Revisione in corso dei capitoli -
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Nuovo personaggio, Violetta
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ehilà!
Scusate l'enorme ritardo ma anche per me la scuola è ricominciata e le interrogazioni e i compiti non sono pochi!
Spero che il capitolo vi piaccia, ci tengo molto.
Il titolo viene da una frase di
Up, canzone che io adoro!
Finalmente torniamo a rivivere questa storia!
Ringrazio HugMeShailene e Im_going_numb per aver recensito lo scorso capitolo, siete dei tesori!
Per chi volesse, ho pubblicato una One Shot sulla Dramione - Harry Potter e la può trovare sulla mia pagina!
A più giù!


 

I never meant to make you cry



 

Mercoledì sera. Mancavano giusto due minuti alle sette, quando Violetta Castillo oltrepassò la porta della propria casa, seguita dal suo gruppo fidato di amiche, tra cui si notava una grande mancanza: Camilla.
Al capo opposto del salotto, la figura preoccupata di German Castillo si ergeva in tutta la sua altezza, seguito da Angie, Roberto e Olga.
Padre e figlia si fermarono l'uno davanti all'altro, osservandosi. Gli occhi castani della ragazza erano inespressivi, vuoti.
Lentamente, una lacrima solitaria scese lungo il viso abbronzato di Violetta e l'uomo, ignorante degli ultimi eventi, si chiese perchè sua figlia stesse piangendo silenziosamente davanti a lui senza dirgli nemmeno una parola.
Perché quelle ragazze erano tutte lì?
Questa fu la prima domanda che si pose German, poi, come un lampo a ciel sereno, un pensiero lo stravolse: l'amica dai capelli rossi di Violetta.. Come mai non era lì con loro? Avevano litigato? Cosa era successo?
- Papà..- emise un lungo singhiozzo straziato, - Camilla è stata investita..
La bionda ebbe solo il tempo di spostare gli occhi sulla figura slanciata della zia che, quella, l'aveva presa tra le braccia, stringendola in un abbraccio stritolatore con le lacrime agli occhi.
In quanto insegnante allo Studio, Angie conosceva bene Camilla: le voleva molto bene e quando ebbe sentita la notizia, il suo cuore andò in pezzi come un vaso colpito da un pallone.
Le amiche li raggiunsero, unendosi alla stretta consolatrice.
Perchè lei?
Perchè proprio lei?
Le loro menti erano in subbuglio, accecate dalla cattiva notizia.
E cosa sarebbe successo d'ora in poi?


I never meant to break your heart
Now I won’t let this plane go down
I never meant to make you cry
I’ll do what it takes to make this fly
Oh, you gotta hold on
Hold on to what you are feeling
That feeling is the best thing
The best thing, alright
I’m gonna place my bet on us
I know this love is heading in the same direction
That’s up

 



Casa Ruiz era in fermento da un paio d'ore, precisamente da quando Carlotta aveva annunciato il suo ritorno per le vacanze.
- Io non voglio che lei stia qui!
Disse Ricardo infuriato, continuando a strimpellare la chitarra con attenzione.
La madre, una donna dai corti capelli biondi e gli occhi azzurri come quelli della figlia, si affacciò alla porta della camera, sbuffando e incrociando al petto le braccia. 
- Ric, smettila. E' tua sorella e devi rispettare la sua scelta, in più arriverà anche papà. 
Il ragazzo, nervoso, mollò la chitarra sul letto, afferrando di fretta la camicia di jeans e la tracolla. 
Ricardo raggiunse la porta della camera, sorpassando la madre senza parlare. Si incamminò, oltrepassando il corridoio e le scale, ed uscì di casa.
Non voleva che sua sorella - ammesso che potesse definirla tale - tornasse, nemmeno per qualche settimana.
Carlotta era spregevole, odiosa, calunniatrice.
Ovviamente, come chiunque, aveva i suoi lati positivi ma in confronto a quelli negativi erano il nulla.
Intanto al parco vicino casa, Cielo camminava tranquilla, assaporando ogni momento di quell'estate appena iniziata. Indossava un top azzurro con stampa floreale un po' sfolazzante con le sue pieghe larghe, un paio si bianchi short e delle sneaker azzurre.
Passeggiava tranquillamente, adocchiando ogni tanto lo schermo del cellulare che non smetteva di illuminarsi. Decise di prenderlo e, quando ebbe visto il messaggio mandatole da Ricardo, raggiunse la piazzetta al centro del giardino e aspettò, intrattenendosi con un giochino che aveva scaricato poco tempo prima sul cellulare.
Quando udì una voce che conosceva bene, si deconcentrò e fece una linea troppo corta per poter passare l'omino, perdendo a Stick Hero.
- Cielo!- 
Quello, le mani alzate sopra la testa per farsi notare, urlò il suo nome e la castana potè ben distinguere un brivido attraversarle la pelle.
Scosse la testa, sorridendo. - Ciao, Ric.- sussurrò, abbracciandolo leggermente.
Si guardarono per pochi secondi negli occhi, giusto il tempo per diventare rossi come due peperoni.
- Allora.. Cosa è successo? Mi sembri scosso- constatò la ragazza, invitandolo a sedersi su una panchina nei paraggi. Il ragazzo si guardò bene dal sedersi troppo vicino all'amica, non voleva illudersi più di tanto.
Non avrebbe potuto funzionare tra di loro, pensava lui. Non se qualcuno non avesse fatto il primo passo.
Ricardo le raccontò tutto, dai continui litigi telefonici tra lui e Carlotta fino alla chiamata di quest'ultima, poco più di tre ore prima. Le raccontò delle sue urla furiose, della chitarra che aveva quasi rotto per l'ira, del nervosismo che lo assillava.
Non voleva vedere Carlotta, lei non sarebbe nemmeno dovuta tornare.
Mentre Cielo tentava di tranquillizzarlo con un abbraccio, il telefono prese a squillare e Demi Lovato iniziò a cantare Nightingale. Lo afferrò e rispose, senza abbandonare l'amico.
Francesca, dall'altro capo dell'apparecchio, parlava velocemente, forse troppo scossa. 
La castana non riuscì a trattenere le lacrime e si strinse istintivamente al petto del ragazzo che stava consolando fino a pochi minuti prima.
Le parti si erano invertite e se prima era lei a non voler vedere l'espressione triste sul volto dell'amico, in quel momento era Ricardo a non riuscire a sopportare le lacrime su quel bel volto.



 
 
I never meant to break your heart (C’mon)
Now I won’t let this plane go down (let this plane go down)
I never meant to make you cry
Do what it takes to make this fly
Oh, you gotta hold on
Hold on to what you are feeling
That feeling is the best thing
The best thing, alright
I’m gonna place my bet on us
I know this love is heading in the same direction
That’s up



 
Dall'alto del davanzale della sua finestra, Violetta osservava il cielo trapuntato di stelle.
Ricordava che quando era piccola, in compagnia di Ariana e Leon, le piaceva rimanere tutta la notte sul prato della loro casa estiva a guardare gli astri.
Quando, però, si era girata per vedere cosa stessero combinando le sue amiche, si meravigliò nel vederle completamente addormentate l'una sull'altra, un piccolo sorriso le adornò il volto.
Era tardi. Molto tardi. Si accomodò nel letto, coprendosi con il lenzuolo rosa e cercò di addormentarsi, evitando di pensare all'amica che in quel momento dormiva in un letto d'ospedale senza la minima cognizione di quello che le succedeva attorno.
Le parole del medico le risuonarono in testa: "La signorina Torres ha rischiato grosso, molto grosso. Stiamo facendo tutto il possibile ma, probabilmente, rimarrà in coma per un po'."
Non poteva e non voleva pensarci. 
Non lei, non lei.
Perchè a lei?
Questa fu l'ultima cosa che pensò Violetta prima di cadere in un sonno poco pacifico.




 
Ehilà.
Mi scuso nuovamente per il ritardo ma spero che il capitolo vi piaccia :D
Un bacione!
Vi voglio bene nonostante sia rimasta un po' delusa dal notare che lo scorso capitolo è stato recensito solo da due persone nonostante sia stato letto da 325 persone!
Vi ringrazio lo stesso ;)
Un bacione e alla prossima che, come ormai sapete, non sarà tanto presto!



 
 
 
 




 
  
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