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Autore: SSJD    18/01/2015    4 recensioni
Questo racconto è la continuazione di Come Fratelli, pubblicato qualche mese fa. La storia è ambientata nel periodo successivo alla scomparsa di Goku, a causa di Cell. Chichi è incinta di Goten e sta per partorire.
Dal testo:
Dopo che Mirai Trunks era tornato nel futuro, Vegeta aveva perso, oltre a Goku, anche la voglia di vivere e di combattere. Era riuscito con fatica a ritrovare la serenità perduta grazie a Bulma, il piccolo Trunks e, motivazione non trascurabile, la promessa che aveva fatto a Goku, prima dell’arrivo dei Cyborg, quella cioè di prendersi cura della sua famiglia nel malaugurato caso in cui gli fosse successo qualcosa.
Trascorso un mese, da quel terribile scontro, Vegeta sentì che era giunto il momento di mantenere la promessa fatta a colui che, ormai, considerava suo fratello e, in una fresca mattina di primavera, uscì di casa e prese il volo verso il monte Paoz, per andare a far visita a Gohan e Chichi.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Gohan, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Chichi/Vegeta
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera fu solo grazie a Gohan che Bulma riuscì a ritrovare, in parte, il buonumore. A cena, infatti, il bambino raccontò anche a lei la buffa storia del pianeta puzzolente che lo aveva particolarmente colpito. Dopo cena, Bulma prese un vassoio e portò da mangiare a Chichi.
La trovò a riporre Goten nel suo lettino dopo aver finito di allattarlo. Appena entrò in camera, la mora fece un sobbalzo e si affrettò a dire:
"Oh, Bulma...sei tu, io stavo...stavo solo....
"Trasgredendo gli ordini di Vegeta...non dovevi alzarti a prendere Goten. Non potevi chiamarmi?" la interruppe Bulma appoggiando il vassoio sul comodino per aiutarla a rimettersi a letto.
"Ci ho provato, ma stavate cenando e Goten piangeva..." provò a giustificarsi Chichi.
"Ok, scusa, non ti ho sentito. Tieni. Buon appetito" disse poi porgendole la cena una volta che si era riinfilata a letto.
"Grazie, sei stata molto gentile a portarmela. Non dovevi disturbarti, potevi mandare Gohan..." disse lei iniziando a mangiare.
"Sì, beh...ecco...veramente io...in realtá volevo sapere...come...come andava...con Vegeta. Mi sembra che adesso siate...insomma, siete tornati a parlarvi...è positivo, no?" chiese Bulma cercando di indagare lo stato d'animo di Chichi.
"Sì, lui è così..." Chichi si interruppe un secondo. Prese il bicchiere dell'acqua per deglutirne una piccola parte e pensare velocemente quale degli aggettivi che le erano venuti in mente poteva dire a Bulma senza suscitare alcuna gelosia in lei. Decise di scartare i primi cinque, che non erano decisamente appropriati alla sua posizione e scelse il più diplomatico che le fosse venuto in mente. Depose il bicchiere e continuò:
"...così...gentile. Mi dispiace tanto per come mi sono comportata con lui negli scorsi mesi...ma ero così...arrabbiata e...frustrata... Ho cercato un capro espiatorio e ho dato la colpa a lui per la morte di Goku...sono stata così...antipatica"
"Sì, è vero, eri decisamente antipatica!" esclamò l'amica per farla sorridere.
"Ah, grazie! Tu sì che sei un'amica!" concluse Chichi finendo di cenare.
Quando finì, Bulma riprese il vassoio e, prima di andarsene le disse:
"Chichi, mi dispiace per ciò che ho detto prima...sai, sul fatto di sdebitarti con Vegeta...io, non so cosa mi sia preso...forse lo stress della giornata mi ha fatto impazzire qualche neurone e...
"Bulma, non ti preoccupare...puoi dirlo che sei gelosa che il mio sushi sia molto meglio del tuo!" la interruppe Chichi facendole l'occhiolino.
"Giá..." rispose Bulma facendo un sorrisetto imbarazzato. Poi, voltandosi per uscire dalla camera, concluse:
"Se non ha bisogno di altro, buonanotte, Chichi. Fra poco passerá Gohan a salutarti. Quel bambino è meraviglioso, veramente"
"Lo so" rispose l'amica facendole un sorriso "grazie, ma non ho bisogno di altro. Buona notte, Bulma"
Appena uscita dalla porta, Bulma si fermò per un istante nel corridoio. Si ritrovò a pensare che sì, era un po' gelosa, ma di certo non del sushi di Chichi.
Appena vide uscire Bulma dalla porta, Chichi si sprofondò nel cuscino e si ritrovò a pensare che i primi cinque aggettivi che aveva poco prima attribuito a Vegeta, prima di trovarne uno pronunciabile, non andavano affatto bene, per la sua salute mentale. Con questo malsano pensiero che roteava per la testa, si addormentò, senza rendersi minimamente conto che per lei sarebbe andata solo di male in peggio.
 
Il giorno seguente trascorse per tutti come la più normale delle giornate, tranne che per Gohan. Il bambino passò la mattinata con Bulma in laboratorio e il pomeriggio con Vegeta ad allenarsi. Per lui fu molto istruttivo stare con la sua amica ad osservare il progetto su cui stava lavorando e si fece promettere di poter tornare anche il mattino seguente. Bulma accettò molto volentieri. Le piaceva la compagnia di Gohan e non le dispiaceva affatto che Vegeta passasse un po’ di tempo con Trunks.
Vegeta, dopo essere passato a controllare che Chichi stesse bene e che non avesse bisogno di nulla, prese Trunks, lo imbacuccò come se dovesse affrontare la traversata del polo nord e se lo portò in giardino a giocare a palle di neve.
Quella sera, mentre tutti erano già a letto a dormire da un pezzo, Bulma e Vegeta si misero a guardare, senza alcun interesse, le televisione. Se ne stavano solo lì, sdraiati sul divano a coccolarsi l’un l’altro senza dirsi una parola.
Bulma aveva appoggiato la testa sul petto di Vegeta che le accarezzava i lunghi capelli turchini senza mai stancarsi, dandole un piacere infinito.
Ad un tratto, Bulma sollevò la testa per incrociare lo sguardo di lui che le regalò un sorriso dolcissimo ripagato da una tenerissima carezza. Seguì poi un bacio così desiderato da entrambi che le loro labbra si unirono come calamitate le une dalle altre. Il cuore dei due iniziò a battere all’impazzata e il desiderio di fare l’amore si impossessò di loro in un istante.
I due si spogliarono della poca biancheria che avevano addosso e lasciarono che i loro corpi esprimessero i sentimenti che entrambi non avevano mai smesso di provare l’uno per l’altra.
Fu una serata davvero speciale per Vegeta. Bulma si dimostrò stranamente desiderosa di dare piacere solo a lui che non si fece troppe domande quando, per la terza volta, la vide sorridente iniziare ad accarezzarlo di nuovo facendolo impazzire.
Il principe quella sera non si fece mancare proprio nulla. Poi, non smentendo la sua fama, si prese un tempo che a Bulma parve infinito per poter ricambiare volentieri ciò che gli era stato magistralmente donato fino a quel momento e, quando la donna arrivò ad implorarlo invocando il suo nome, sul suo volto si aprì un meraviglioso sorriso e la portò con sé in paradiso, nel loro paradiso. Quando tornarono, pochi istanti dopo, Vegeta sprofondò le due perle nere che gli facevano da iridi nell’azzurro mare di quelle di lei e le disse:
“Quanto mi piace sentirtelo dire”
“Dire cosa?”
“Il mio nome, mentre mi preghi di non smettere”
“Mhm…tu invece non lo dici mai” disse lei mettendogli un broncino infantile che a lui fece una tenerezza incredibile. Iniziò a baciarle il viso, centimetro per centimetro intervallando, tra un bacio e l’altro una sola parola sussurrata appena:
“Bulma”
Poi, all’improvviso, smise e, senza staccare per un secondo gli occhi dai suoi, molto innocentemente le chiese:
“Bulma…cos’è successo stasera?”
“Niente, perché?”
“Eri…eri strana, non è mai successo che…sì insomma…fossi così…intraprendente?” chiese lui timidamente.
Lei lo guardò. Era così evidente? Era stata così spudorata da farsi scoprire subito? Eppure non le sembrava di aver mostrato così chiaramente il fatto di essere diventata un po’ gelosa di Chichi e di aver voluto deliberatamente ricordare a Vegeta chi in realtà fosse la sua donna. Scosse la testa e, dicendo una mezza verità, in modo molto, troppo sensuale, gli rispose:
“Nulla, è che mi andava di farlo così…Non mi sembra che per te sia stato spiacevole, o sbaglio, principe Vegeta?”
“Mhm…Bulma…non mi chiamare così, quando stiamo facendo l’amore…e poi detto in quel modo, lo sai che mi viene ancora voglia…” rispose lui ricominciando a baciarle le scapole per poi scendere a sfiorarle appena i seni.
“Ma lo sai che sei insaziabile, principe Vegeta?” insistette lei a cui un altro giro di piacere non sarebbe dispiaciuto affatto.
“Mi provochi eh?”
“Nooo, nessuno può osare provocare il principe Vegeta” disse lei prendendosi un’altra rovente fila di baci su tutto il corpo.
“Bulma, io…” disse lui staccando solo leggermente le labbra dalla pelle della sua pancia.
“Tu cosa, principe Vegeta?”
“Io…non resisto più…vorrei essere ancora…dentro di te…posso?” le chiese come sempre.
“Puoi…per sempre”
L’ennesimo viaggio verso il loro piccolo grande mondo di piacere, si concluse a tarda notte quando i due decisero di coprirsi con il famoso plaid di Bulma, sempre presente sullo schienale del divano e di addormentarsi lì, abbracciati come due amanti che non lo facevano da anni, come due amanti che lo avrebbero fatto per sempre.








 
   
 
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