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Autore: Darkunk    18/01/2015    1 recensioni
DAL PRIMO CAPITOLO:
-Tu...mi hai salvata.-
Mi avvicinai verso quel ragazzo con le lacrime agli occhi, e sentì che le mie gambe stavano per cedere. Ma l'avrei raggiunto. Lui mi aveva salvato.
DAL TERZO CAPITOLO:
Ci restammo a fissare per un tempo che mi sembrò infinito,
finché la mia boccaccia non parlò.
-Scusa, ma noi due...
per caso, non ci siamo già incontrati?-
•~•~•~•~•~•
Prima fiction su Death Note con il solo scopo di far piacere al pubblico il mio lavoro.
[LxNuovo personaggio•LightxMisa]
Darkunk
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Mello, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Save You 

Capitolo: 1 Save Me

-Ametista?- 
Una voce fanciullesca mi svegliò dal mio sonno.
Roteai la testa giusto quel poco che mi bastava per parlare con il mio interlocutore, nonché uno dei miei migliori amici presenti in questo postaccio.
-Si, Mihael?-
-Dov'è Mail?- 
Tentennai. 
-Ehm...non lo so. Forse è già in servizio.-
La rabbia cominciò a trapelare su i suoi lineamenti. Mihael era molto suscettibile quando Mail non gli era affianco, ed era una cosa che mi rendeva piuttosto felice. Adoravo il legame che si era instaurato in questi anni di sofferenza, perché non tutti in questo luogo oscuro potevano avere un supporto come ce l'avevamo noi tre. 
Strinsi la mano della persona accanto con forza.
Forse non si notava, ma anche io ero preoccupata per Mail.
-Coraggio. Oggi attueremo il nostro piano.-
Il biondo annuì con convinzione, stringendo a sua volta la mia, di mano.
-Giusto. Oggi spaccheremo il culo, a quei bastardi.-
Lo guardai un po' disgustata per il linguaggio scurrile usato, ma non dissi niente. Era forse il bambino più volgare che avessi mai incontrato, ma in fondo, mi piaceva proprio per questo. La brandina su cui dormivamo era piuttosto larga, ora che Mail non c'era. Mi avvicinai di più a Mihael, fino a quando le nostre spalle non combaciarono.
Non avrei mai voluto lasciare quella mano e quel calore, ma quando la voce roca e minacciosa della guardia di servizio intonò "Ametista Rain, un cliente l'aspetta", non potei fare altro che abbandonare una delle poche persone che comprendeva davvero la mia situazione in quell'angolo marcio che era la nostra camera da letto, seguire la persona alta e imponente che mi bloccava la vista dall'uscita e sperare che tutto andasse bene.

                             ***
Tutto avvenne tre anni fa.
Stavo camminando mano nella mano di mio padre, l'unica figura famigliare che mi era rimasta.
Mi aveva promesso che saremmo andati al Brighton Pier*, unico parco di divertimenti vagamente vicino a casa nostra. Ad un certo punto, appena entrati al lunapark dei miei sogni, ritrovai la mano che doveva essere intrecciata a quella di mio padre al mio fianco.
"Resta qui." Mi disse, "Torno subito".
Rimasi ferma ed immobile per tutto il giorno, attaccata dai morsi di fame e dalla voglia di andare in bagno, ma lui non tornò.
Quando realizzai che non sarebbe più arrivato, era ormai troppo tardi.
Mi ero rannicchiata piangente ad uno stand di donuts, con l'odore dolciastro di quelle stramaledette ciambelle che mi pervadeva le narici, misto all'aroma di lacrime salate.
Poi, verso sera, quello che  allora sembrava il primo barlume di speranza di quella pessima giornata, apparse.
Un uomo sulla trentina in un pesante giaccone nero e con occhiali da sole,   cominciò a parlarmi.
Risposi banalmente a diversi si è no, finché codesto mi prese per la manica e mi portò con se'.
A quei tempi ero troppo piccola, troppo ingenua, troppo distrutta dalla situazione per ribellarmi. Avevo solo 5 anni.
Mi fece salire sul suo furgone, usando come scusa che mi avrebbe portato in un posto migliore, e partimmo dove scoprì dopo essere una grande cantina di Londra.
Da quel giorno, la mia vita cambiò.
Mi facevano fare cose che non capivo e che facevano male a gente losca e orribile. Passavo giornate a fare cose che persone più grandi di me volevano che facessi.
Cose così brutte che mi facevo schifo solo a pensarle. 
Ma sono stata più fortunata di altri, perlomeno: avevo sia Mail che Mihael, migliori amici per la vita, abbandonati come me.
Avevamo quasi tutto in comune, e avrei potuto dire che tutto il male che mi si è parato davanti non è venuto per nuocere. Sorrisi al pensiero, mentre soddisfai l'ultimo cliente di quella giornata, facendolo addormentare.

                           ****
-Be'? Tutto pronto?- sussurrai a Mail, quando ci ritrovammo a mangiare la brodaglia che ci servivano a metà mattinata. 
-Hm-Hm- mugugnò di risposta e, senza farsi vedere dalla guardia di controllo, alzò la maglietta, tirando fuori un plicco di foto di ragazzi sotto abusi.
Le sfoggiò come fossero un premio a me e a Mihael, sorridendo a trentadue denti.
-È stato semplice, a dire il vero. Dopo mesi che quel porco mi sfruttava scattando addirittura foto con il pc, sono riuscito mentre dormiva dopo l'ennesimo lavoretto a scoprire tutte le sue password e a stampare queste...-
Mi buttai senza dare troppo nell'occhio su di lui.
-Sei stato grandissimo, Mail!-
-Grande, fratello!-
Sussurrò poi Mihael, grattandogli la testa con fare amichevole.
-Non è niente di che, ragazzi-
Disse lui imbarazzato.
-Ho solo fatto quello che Ametista mi ha suggerito. Sei tu, il vero genio-
-Ma va'!- la buttai lì scherzando, ma avrei tanto voluto sprofondare per il complimento.
Finimmo di mangiare per poi intrufolarci nelle nostre camere, come tutti gli altri bambini del resto, in attesa di altri ordini. 
-Bene-
Disse Mihael, leggermente nervoso.
-Adesso che facciamo?-
-Be'...adesso dobbiamo contattare la polizia, in qualche modo. Dopotutto, ora abbiamo le prove.-
Ragionò subito Mail, sventolando l'unica fonte di salvezza.
Restammo minuti a pensare a qualche idea intelligente, finché non mi venne l'illuminazione.
-Possiamo inviarle per posta!-
Mi guardarono attoniti per un po', scoppiando poi a ridere.
-Wow, Sherlock. Come se non fosse ovvio che non ci beccano, se usciamo da qui come se niente fosse.-
Presi il gruppo di foto e le lanciai in faccia al rosso e al biondo, per poi riprendere il discorso.
-Dico sul serio! Hai presente la cassetta delle lettere di fianco all'uscita? Potremmo lasciare un messaggio sul retro di una di queste foto che dica dove siamo e, prima di salire sul furgone che ci porta a casa del cliente, spedire le foto alla polizia. Non per altro, Mail, tuo padre era un poliziotto, no? Ti ricorderai la via della centrale...
-Quello si, Ametista, però non abbiamo ne' francobolli ne' buste. Sarebbe impossibile.-
Cancellò tutta la speranza da me creata.
Stavo quasi per sospirare un "hai ragione" quando Mihael prese il discorso.
-In realtà,- deglutì, prima di continuare -i francobolli ce li abbiamo. Per fare uno scherzo al capo ho rubato una busta sulla sua scrivania, contenente un paio di francobolli. Avete presente, no? Quelli che usa per inviare le ricevute e roba varia.- 
Si abbassò all'altezza del materasso, e da sotto di esso comparvero diverse cose. Soldi, penne, orologi e tra quelli anche i francobolli.
Io è Mail eravamo pietrificati.
-E...quand'è che l'avresti presi?- sbottò il rosso.
-Due settimane fa', credo. Ma il suo piano me li ha fatti ritornare in mente.- 
Me li gettò fra le mani, con espressione atona. Ero troppo sorpresa per rimproverarlo dal suo gesto attentato.
-È deciso, Ametista.-
Mi disse.
-Usciremo da qui.-
       
                            **** 
Ci vollero tre settimane per far si che il mondo per Ametista Rain, Mihael Keehl e Mail Jeevas cambiasse radicalmente, ancora una volta.
Non mi ricordai nulla di quello che accade da quella mattina in poi, finché, nel putiferio generale, causato dai poliziotti, Mihael non mi prese per la spalla e mi portò dove erano tutti i sopravvissuti. 
Di quel giorno ricordavo la paura.
La paura che mi assaliva, la paura che forse la polizia non ce l'avrebbe fatta, che non  sarei sopravvissuta.
Mi accorsi allora che forse non avrei più rivisto Mail e Mihael, ed era una cosa troppo brutale da pensare che la mia testa sfiorò solo raramente, quell'idea.
Chi ce l'aveva fatta da non essere sparato dalle guardie si era rintanato in una stanza dove un poliziotto, con un assurdo accento spagnolo, aveva detto di rimanere fino a quando sarebbe finito tutto.
Ed io ero una delle pochissime, insieme a Mail e a Mihael, ad avere l'anima in corpo.
Ma in quel momento era quasi come se non lo fossi.
Non facevo altro che stringere fino a quasi far fermare la circolazione le mani a miei più grandi amici, e dal momento che non si lamentavano, ero decisa a non lasciarle.
Le parole di mio padre echeggiavano nella mente.
"Resta qui" 
E si cavolo, qui, con Mail e Mihael sarei voluta restare.

                            ****

Il baccano finì dopo un'ora, ma a mio parere, sembrava che non si fosse mai fermato.
A dar conferma di ciò, un poliziotto sporco di sangue entrò, facendomi  rivivere le scene di prima.
-Qualcuno, fra voi, è stato fondamentale per risolvere il caso-
Nessuno fra noi sembrava intento a parlare. Quel poliziotto sembrava minaccioso, e, con i vestiti coperti di sangue, faceva uno strano effetto.
Una frase si proiettò nella mente:
"non parlare"
Il silenzio regnò sovrano, così il personaggio inquietante riparlò, con più convinzione.
-Abbiamo ricevuto delle prove decisive per rintracciarvi, e siamo certi che è stato qualcuno di voi 16 a consegnarcele. Chi è stato?-
"Non Parlare"
Sentì improvvisamente la mano destra abbandonare un'altra mano, e fui certa che Mihael non c'era più.  
-Sono stato io-
Avrei voluto ribattere, ma...
"Non. Parlare."
Altro calore se ne andò, e un'altra mano s'appoggiò ad un fianco.
-Anche io-
La voce di Mail tremava, ma mai quanto il mio corpo.
Erano successe troppe cose insieme, e il fatto che due delle persone più importante di sempre se ne stessero andando peggiorava solo la situazione. 
Non sapevo se volessero che mi unissi a loro, ne' se lo facevano per  mettermi al riparo.
L'unica frase che mi rimbombava in testa era "NON PARLARE",
e effettivamente così feci.
Non potevo sapere che non avrei mai potuto dire "addio" a Mihael e a Mail, ne' che quella sarebbe stata l'ultima volta che gli avrei rivisti.
-Molto bene. C'è qualcuno che vuole parlare con voi due.-           

                            *****

Da lì in poi, fu un susseguirsi di eventi.
Ma non avrei mai potuto immaginare, che in quel frangente di attimi, potessi incontrare la persona che avrei mai amato più in assoluto.
Avvenne tutto per caso.
La polizia ci stava scortando verso l'ambulanza, per constatare se avessimo riportato ferite gravi. Io, impalata e bianca come un cencio, stavo camminando verso le luci rosse e blu, quasi mummificata.
Poi, girai la testa verso sinistra, per vedere se Mail e Mihael fossero nei paraggi, quando vidi parcheggiata una limousine nera.
Incuriosita, mi avvicinai, e potei notare il tutto e il niente.
Un ragazzo, più o meno sui quindici anni, seduto in maniera insolita sul sedile della macchina posteriore, stava parlando con un vecchietto dall'aria innocua.
Riuscì a sentire qualche frase.
E fu una frase, che mi fece incamminare verso di loro.
-Complimenti, Lawliet. Sei riuscito a risolvere il tuo primo caso con successo! Hai salvato la vita a più di venti bambini.-
-Grazie, Wammy, ma preferirei che non mi chiamassi con il mio vero nome, in pubblico. Per precauzione-
"Hai salvato"
"Hai salvato"
"Hai salvato"
"Hai salvato"
-Mi hai salvata-
Sussurrai, flebile. Ma non abbastanza perché non mi sentissero.
Mi guardarono, con espressione sorpresa.
Non se l'aspettavano, evidentemente.
-Tu...mi hai salvata.-
Mi avvicinai verso quel ragazzo con le lacrime agli occhi, e sentì che le mie gambe stavano per cedere. Ma l'avrei raggiunto. Lui mi aveva salvata.
Caddi in ginocchio.
Prima di svenire, riuscì a vedere delle infermiere portarmi via gridando -È sotto shock!- 
E ad urlare, con tutto il fiato in gola,
-Mi hai salvata-







Angolo autrice:
Emh.... (Che vergogna, mio dio)
Salve! Sono nuova nel fandom di Death Note, quindi per favore non ammazzatemi subito di critiche...
(Be', se è giusto, fatelo, ma tenente conto che so i vostri nomi, cognomi e volti...)
Ho veramente paura di una cosa: cadere nell'OCC. Quindi, se credete che stia per farlo, non esitate a dirmi quello che pensate veramente.
Ci tengo che tutti i personaggi siano Ic.
Pubblicherò il prossimo capitolo la prossima Dominica (sempre se volete) 
Sayounara!











  
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