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Autore: pensa_e_potrai    18/01/2015    0 recensioni
Questa storia è il seguito di "Marchiati a vita" Dopo la Guerra Hermione si troverà a fare i conti con uno strano sentimento, con quella sensazione familiare ma che non riesce a collegare con nulla, con nessun ricordo. Ma piano piano, dopo numerosi incontri lontano da tutti e domande dalle risposte sempre più ambigue e scollegate, Hermione inizierà a rimettere insieme i pezzi, e capirà il perché di quello che solo Draco le fa provare.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Pensavo fosse odio...'
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Hermione's pov

È dannatamente stupido. Tutto così assurdo e impossibile. Tutto per colpa di quella sera in biblioteca. Per un gesto che, credevo, sarebbe stato insignificante, ma che invece ha stravolto tutto. Sarebbe stato troppo difficile tenerlo fuori dalla mia vita. Non l'ho respinto. Gli ho permesso di avvicinarsi a me e di fare ciò che voleva con il mio cuore.
Il motivo è forse la sensazione di calore che ho provato mentre avvampavo a contatto con le sue labbra, forse quei brividi che mi hanno percorso la spina dorsale, forse quella sensazione di completezza nel petto.
Era stato dolce con me. Ai miei occhi non era più quell'arrogante a cui ero abituata. Solo con me. Cambiava quando eravamo soli, in quel momento era un altro. Non riesco ancora a capacitarmene del tutto, neanche a capire il motivo che lo ha spinto a iniziare tutto questo, a sciogliere il blocco di ghiaccio che era.
Non so se è per la curiosità di conoscere quel motivo, o solo per provare ancora una volta quel sentimento che parte dallo stomaco e che si diffonde ovunque, che ora, all'estinguersi del giorno e all'avvicinarsi del coprifuoco, mi sto dirigendo ancora dove tutto è iniziato.
Ogni tanto mi volto, per essere sicura di essere sola, per non farmi seguire, come una criminale.
Entro facendo attenzione a non dare nell'occhio, dopodiché mi dirigo verso la fine della stanza polverosa dell'odore di pergamena.
Mi siedo e sfoglio distrattamente qualche libro, aspettando e sforzandomi di non ascoltare la solita vocina che mi avverte del fatto che sto commettendo un errore.
Cercare di distrarmi è inutile, e ancora una volta mi ritrovo a chiedermi se non è tutto una perdita di tempo, a cercare di convincermi che verrà, a non credere a quella parte di me che mi dice che è solo un inganno e che tornerà presto ad essere l'odioso figlio di papà di un tempo.
È ormai quasi notte, quando i passi di Madama Pince che si avvicina mi suggeriscono di nascondermi.
Spengo la lampada velocemente e mi nascondo dietro a uno scaffale nel buio.
Madama Pince si allontana e esce.
Rimango nascosta qualche secondo, finché non ho la certezza di essere sola. Mormorando un "Lumos" accendo la bacchetta. Esco dal mio nascondiglio e aspetto qualche secondo, immobile.
Sento delle mani calde e forti prendermi per i fianchi, facendomi sussultare e arrossire allo stesso tempo, sapendo a chi appartenessero.
Mi volto velocemente, incrociando il solito ghigno.

"Brutta serpe che non sei altro. Mi hai spaventata!"

"Pardon mon chéri. Era solo una sorpresa.'' Fa lui con una risatina sotto i baffi.

"Pensavo non saresti venuto." Dico abbassando gli occhi

"E come dimenticarmi?"

Estrae da dietro la schiena un fiore bianco e me lo porge

"Grazie..."
Tutto è bellissimo, il fiore, lui e questo incontro. Ma nonostante questo non riesco a rallegrarmi del tutto.

"Ehi che succede?" Ovviamente lui lo capisce. Mi capisce sempre, come nessuno sa fare. Come se mi leggesse nella mente, come se sapesse di me cose che non gli ho mai detto.

"Nulla''

"Sarai brava in tutto, ma non a mentire. Dai dimmi."

"È come al solito..."

"Lenticchia?" Dice con una smorfia scettica

"Si, è Ron."

"Lo hai mollato finalmente?"

"No..."

"Quando ti deciderai a farlo?" Alza di poco il tono della voce. Ha ragione, da tanto gli divo che lo farò, senza mai trovare il coraggio.

"Presto, te lo prometto. Non riesco più a continuare così. Il problema è proprio questo Draco. Ho i sensi di colpa e non riesco più neanche a guardarlo in faccia. Vorrei solo finirla con questa storia, ma senza farlo star male. Sai che per me la sua amicizia è importante."

"Si lo so..."
Arriccia il labbro e guarda la punta della sua bacchetta che tiene fra le mani, mentre gioca con essa.

"Cosa sei? Geloso forse?" Ridacchio io per tirarlo su e stuzzicarlo

"Chi io?" Fa con tono scettico

"No, Lumacorno. Sì tu." Rido ancora

"Assolutamente no. Non ne vedo il motivo."

"E perché no?"

"Perché tu sei mia."

Si avvicina al mio viso

"Come fai a esserne certo?"
Continuo con tono di sfida, avvicinandomi a mia volta

"Perché sennò, come mai staresti infrangendo il coprifuoco solo per vedermi? È elementare, Granger."

"Chi sei tu, Sherlock Holmes?"

"Chi?"

"Sai, un giorno ti darò delle lezioni private di Babbanologia."

"No grazie."

"Uffa." Metto un finto broncio trattenendo le risate

"Non mettere il broncio, che non attacca."

"Speravo di ottenere qualcosa."

''Qualcosa però la otterrai con quel faccino tanto attraente."

Azzera la distanza e mi bacia.
Dire che è bello è poco. Dire che è strano è mentire.
Dire che è stupendo? È tutto ciò che riesco a capire.

   
 
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