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Autore: ivi87    18/01/2015    12 recensioni
-Marzo 2015-
Dal testo:
Dietro ad ogni donna di successo c’è una notevole quantità di caffè.
Amen.
Pensare di vivere senza caffè era impensabile per Kate Beckett. Forse solo in un paio di casi avrebbe potuto spontaneamente rinunciarvi, ma le ci sarebbe voluta tutta la sua forza di volontà.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Our Coffee Thing

 

 

Kate Beckett stava aggiornando la lavagna con gli ultimi sviluppi di un caso d’omicidio davvero molto complicato.

Era nervosa per svariati motivi. Uno di questi era il vicolo cieco in cui erano incappati con le indagini.

Un altro era l’assenza di Castle.

Il suo turno finiva tra pochi minuti e lui avrebbe dovuto essere lì al distretto già da tempo.

Chiuse il pennarello dando un leggero colpetto al tappo e in quel momento il suo cellulare segnalò l’arrivo di un messaggio.

Sorrise nel leggere che suo marito – adorava chiamarlo così nella sua testa – la stava aspettando fuori dal distretto.

Non vedeva l’ora di passare tutto il weekend a letto.

Sembrava strano, ma da quando Castle aveva iniziato la sua nuova carriera da investigatore privato, e di conseguenza passavano molto meno tempo insieme, non ne avevano mai abbastanza l’uno dell’altro.

Martha e Alexis dovevano averlo notato perché, saputo del finesettimana libero di Kate, si affrettarono a trovare entrambe una scusa per dormire fuori casa e per restarci fino a lunedì.

Sorrise infilandosi la giacca di pelle, un po’ in colpa per averle praticamente cacciate da casa loro.

Ma l’idea di passare le successive giornate a letto le fece svanire in fretta ogni rammarico.

Scese in strada e con una piccola corsa lo raggiunse, appoggiato al cofano della sua auto.

“Hey, detective”, Castle la salutò e la abbracciò in vita.

“Hey, investigatore privato”, ricambiò la stretta circondandogli il collo con le braccia.

“Pronta per andare?”, le domandò lasciandole un dolce bacio sulle labbra prima di sciogliere l’abbraccio e dirigersi verso la portiera del passeggero per aprirla galantemente a sua moglie.

“Portami subito a casa”, rispose Kate con estrema malizia mentre si accomodava sul sedile.

“Ci andremo”, le disse Castle prendendo posto al volante “Ma non ora”.

Rimase interdetta per un momento.

“Cosa intendi?”, chiese perplessa mentre lui si immetteva nel traffico.

Doveva forse affinare le sue doti seduttive? Perché le era sembrato di essere stata molto chiara su come voleva passare il weekend.

“Rilassati, è una sorpresa!”, rispose lui.

Sì, beh... anche lei aveva una sorpresa per lui. Di pizzo e parecchio cara.

“Non possiamo andarci un’altra volta?”, gli domandò lievemente seccata.

“Ho già preso i biglietti e sono sicuro che ti piacerà”, le disse sorridendo e per nulla turbato dal suo malumore.

Kate corrugò la fronte. Biglietti? Per dove? O per cosa?

“Castle, dove stiamo andando?”.

“A Brooklyn, più precisamente al numero 72 di Noble Street”, affermò candido.

A quell’indirizzo c’era solo un edificio, che lei sapesse.

“Perché andiamo al Brooklyn Expo Center?”, cercò di non sembrare troppo irritata, ma continuava a non capire cosa ci fosse di meglio che passare l’intero weekend a letto a...

“Andiamo, non ti ricordi?”, Castle interruppe il filo dei suoi pensieri.

“Quale evento c’è ogni anno, a Marzo, all’Expo Center?”, l’aiutò Castle.

Beckett fissò il cruscotto cercando di radunare le idee finchè non ricordò “Il Coffee & Tea Festival?”, esclamò con stupore.

“Esatto, detective! Me ne hai parlato mesi fa, sembravi tenerci molto... purtroppo cade proprio in questo weekend...” Castle le lanciò un’occhiata inequivocabile che le fece capire che aveva recepito benissimo la sua volontà di vivere a letto “...ma ho pensato che se ci andiamo un paio d’ore adesso poi avremo tutto sabato e domenica per noi”.

Kate  se ne era completamente scordata, con tutto quello che succedeva al distretto e a casa Castle.

Lo guardò quasi commossa per tutte le attenzioni che lui continuava a riservarle, anche da sposati.

Eppure... eppure, per quanto dolce fosse o anzi forse proprio per quello, per quel gesto, per essersi ricordato di un vago discorso fatto mesi fa dopo aver letto un semplice volantino... non vedeva l’ora di tornare a casa. A letto.

Era diventato un pensiero fisso ormai.

“Me ne ero dimenticata...ma non dobbiamo andarci per forza se non vuoi...”, cercò di convincerlo.

Castle entrò nell’ampio parcheggio e adocchiò un auto in procinto di lasciare libero un posto “Scherzi? Il caffè è il nostro simbolo! Se c’è un posto in cui dobbiamo andare è proprio la fiera del caffè!”, e con un’agile manovra si infilò velocemente nel posto appena lasciato vuoto.

“Giusto”, sussurrò Beckett, e comunque ormai erano arrivati.

Sembrava tutto parte di un grande disegno per rovinare i piani del super romantico e sexy weekend di Kate Beckett,  in cui lei avrebbe sfoggiato il suo recente acquisto – che cominciava a pizzicare oltretutto – avrebbero fatto l’amore per ore, avrebbero parlato languidamente distesi a letto, lei agli avrebbe detto quanto quei primi mesi del loro matrimonio fossero stati meravigliosi per lei, quanto era cresciuta emotivamente dopo aver passato anni a negarsi la felicità, quanto era felice di come stava crescendo il loro rapporto, gli avrebbe detto che...
“Kate ci sei?”, Castle le sventolò una mano davanti agli occhi distogliendola un’altra volta dai suoi pensieri “Ce la fai a non immaginarmi nudo per un paio d’ore? Solo un paio, giuro. Poi sono tutto tuo!”, la prese in giro conducendola all’entrata dell’edificio.   

Beckett scosse la testa ma non disse nulla.

Negare avrebbe significato mentire perché sì, ci stava proprio pensando.

Non calcolarono nemmeno l’area dedicata al tè ed entrarono immediatamente nel padiglione del caffè.

La stanza era immensa, piena di stand, ognuno rappresentativo di una qualità di caffè.

In alto, sulla parete in fondo di fronte a loro, spiccava una citazione di Stephanie Piro che Castle trovò particolarmente significativa.

Si accostò al suo fianco, posandole una mano sulla schiena e gliela sussurrò all’orecchio “Behind every succesful woman...is a substantial amount of coffee. La trovo molto accurata, specialmente nel nostro caso”.

Dietro ad ogni donna di successo c’è una notevole quantità di caffè.

Amen.

Pensare di vivere senza caffè era impensabile per Kate Beckett. Forse solo in un paio di casi avrebbe potuto spontaneamente rinunciarvi, ma le ci sarebbe voluta tutta la sua forza di volontà.

Lo ringraziò con un lungo bacio ed ancora una volta avrebbe voluto essere a casa, tra le sue braccia.

Si avvicinarono ad un gruppetto di persone che stavano ascoltando la spiegazione di uno degli organizzatori.

“Il caffè è un prodotto della terra, di Madre Natura”, l’uomo iniziò con qualche aneddoto “Sue notizie ci giungono da molto lontano. Una delle tante leggende legate alla nascita del caffè narra che il profeta Maometto si vide portare in dono lo scuro elisir dall’arcangelo Gabriele, così che potesse vincere il sonno durante la preghiera, disarcionare quaranta uomini e rendere felici quaranta donne. Ma di quest’ultima prodezza non si hanno riscontri effettivi, purtroppo”, tutti risero alla battuta e proseguirono nell’ascolto di un'altra leggenda.

Man mano che parlava l’uomo scortava il piccolo gruppetto tra i vari stand.

“La Coffea è un arbusto sempreverde, appartenente alla famiglia delle Rubinacee”, molti annuivano, altri ascoltavano con attenzione “Le specie di Coffea conosciute ad oggi sono alcune decine, ma quelle che a noi interessano sono essenzialmente due: Arabica e Robusta”.

Castle prese la mano di Kate “Mmm Arabica”, sussurrò, come se potesse già sentirne il sapore in bocca.

Si fermarono poi davanti ad un piccolo banchetto.

Su di esso troneggiavano alcuni cesti in vimini colmi di chicchi appena macinati.

L’uomo invitò i presenti a prenderne un piccola manciata tra le mani.

Con i polpastrelli, Kate ne saggiò la consistenza morbida, quasi vellutata.

L’avvicinò al naso e chiuse gli occhi per sentirne il profumo.

Intenso e forte.

Buonissimo.

Ed era solo il macinato!

“Dio, persino sniffare il caffè diventa dannatamente sexy con te!”.

Riaprì gli occhi e vide lo sguardo totalmente ebete di Castle.

Gli sorrise e accostò la mano colma al suo naso.

La imitò. Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente.

Quando lui li riaprì, Kate giurò che fossero un po’ più dilatati del normale.

Sì, era dannatamente sexy sniffare il caffè.

“Se invece di spargere petali di rose sul letto come fanno tutti, noi spargessimo la miscela del caffè?”, le domandò mentre si stava pulendo le mani con le salviettine poste sul banco.

Questa volta Kate rise più forte “Lo trovo scomodo e poco igienico!”.

“Dici che i granelli si infilerebbero su per...”, la signora accanto a loro si voltò con sguardo allarmato, interrompendolo.

Beckett trovò saggio scostarsi di almeno un metro dal quel gruppetto.

“Pensi mi abbia sentito?”, chiese ironico, leggermente imbarazzato.

Kate trattenne a stento un’altra risata, premendosi una mano alla bocca.

Superarono altri stand osservando ed ascoltando con estremo interesse ed attenzione finchè, attratto da un aroma assolutamente ipnotico, raggiunsero la degustazione vera e propria.

Dei mini bicchierini contenenti diverse qualità di caffè venivano distribuiti ai visitatori.

Castle ne porse uno a Beckett e poi ne prese uno per se.

“Prima tu”, disse Kate.

“Ok, sentiamo cosa dice l’esperto”, Castle si voltò verso l’uomo che stava spiegando come effettuare una corretta degustazione.

“Per prima cosa effettuiamo un esame visivo del nostro caffè”, tutti, Castle compreso abbassarono il viso su bicchierino “Il colore della crema non deve essere né troppo chiaro né troppo scuro, ma piuttosto color nocciola con striature rosso scure” spiegò.

Venne spontaneo quasi a tutti roteare leggermente il bicchierino, come ad una degustazione di vini.

Beckett sorrise vedendoli, ma nessuno parve accorgersene.

“La consistenza della crema  deve essere compatta e senza spazi che lascino intravedere il colore nero del caffè”, tutti controllarono e concordarono che la loro crema era bella compatta.

“Passiamo ora ad un esame olfattivo. Il profumo deve essere piacevole e intenso e varierà a seconda del diverso tipo di chicco che è stato macinato. Nei prossimi stand potrete trovare aromi fruttati, cioccolatosi o tostati, per esempio”.

Regnava il silenzio mentre tutti eseguivano meticolosamente l’esame olfattivo.

“Ed ora la parte che tutti preferiamo. Per l’esame gustativo è buona norma fare due assaggi per provare prima il caffè amaro e poi zuccherato. Ovviamente a seconda di propri gusti”.

 A turni il piccolo gruppetto eseguì la procedura dei due assaggi.

Castle assaporò quel liquido nero con cipiglio da degustatore esperto.

“Amaro”, si leccò le labbra con convinzione “Senza dubbio”.

“Tocca a te”, aggiunse poi passandole il secondo bicchierino con il caffè zuccherato.

Beckett fissò i due piccoli contenitori , indecisa.

Castle non le levò gli occhi da lei nemmeno per un secondo.

Alla fine si decise a partire da quello zuccherato. Eseguì tutti i passaggi fino all’esame gustativo.

Lasciò cadere una piccola quantità di liquido sulla lingua che si fece largo immediatamente tra i suoi sensi.

Assolutamente. Divino.

Ripetè l’operazione con il caffè amaro.

Bastò una piccola goccia per decretare che la sua preferenza andava verso il caffè zuccherato.

Castle fu momentaneamente distratto da una coppia di turisti che vollero il suo autografo.

Kate posò i due bicchierini sullo stand senza però averne bevuto tutto il contenuto, raggiunse lo scrittore e proseguirono verso le altre varietà di caffè.

Rick volle provare subito quello con l’aroma cioccolatoso.

Staccarlo da quello stand fu particolarmente difficile.

Le qualità di caffè sembravano infinite ed ogni volta, prima di assaggiarle, Kate esitava. Solo per un secondo. Ma esitava.

“Sono consapevole che 'L'attesa del piacere è essa stessa il piacere ma così esageri”, scherzò lui, sfoderando una delle sue solite citazioni letterarie.

“Castle, se bevo tutto il caffè che mi danno ad ogni stand non chiuderò occhio per una settimana!”, rispose sorridendo.

“Si ma non ne hai bevuto affatto, solo qualche goccia”.

Kate ammutolì, sorpresa che l’avesse notato.

“Credevo aspettassi di trovare un caffè che ti piacesse più degli altri ma ormai abbiamo finito il giro ed erano tutti buonissimi”, le disse visibilmente preoccupato.

“Infatti lo erano Castle...”, lei gli prese le mani “Avevo dei piani per noi...per stasera.. e mi hai rovinato tutto”.

Castle era esterrefatto “Lo so, ma... è caffè... è... voglio dire, siamo noi... e tu ci volevi venire me lo ricordo benissimo... abbiamo stanotte più due giorni per stare a letto e comunque cosa c’entra col fatto che non hai bevuto caffè per tutta la sera?”.

Beckett si strinse nelle spalle “C’entra! C’entra perché a quest’ora avremmo dovuto essere a letto. C’entra perché questo stramaledetto pizzo mi sta prudendo da morire e se fossimo a casa me l’avresti già levato da ore! C’entra perché dovremmo essere a letto abbracciati a  farci le coccole dopo aver fatto l’amore e in quel preciso momento te lo avrei detto. Ti avrei detto perché diamine  non mi posso strafogare di caffè come hai fatto tu per tutta la sera!”, stava quasi urlando ma per fortuna il chiacchiericcio generale era sufficiente a coprire la sua voce.

Castle la condusse ugualmente in un angolo, cercando di collegare quanto detto dalla sua molto agitata moglie.

“Mi dispiace aver rovinato i tuoi piani Kate, sul serio, non credevo ti arrabbiassi tanto anzi mi sembravi contenta”.

“Certo che sono contenta di essere qui, io amo il caffè!”, esclamò con fermezza.

Rick la guardò come se fosse completamente fuori di testa.

“Kate, mi stai spaventando”.

Lei sbuffò a testa bassa “Lo so, scusa”.

“Mi vuoi dire cosa sta succedendo?”, chiese poi più dolcemente.

“Adoro questo posto e tu sei stato dolcissimo ma... hai scelto il momento peggiore per portarmi ad una degustazione di caffè”, gli disse prendendogli le mani tra le sue.

“Perche mai non potresti bere caffè?”, domandò stupito.

Incatenò i loro sguardi e parlò “Perché ho avuto un ritardo e ho fatto il test”, lui aprì la bocca registrando bene il significato di quelle parole.

Non emise suono, però.

Kate si strinse nelle spalle, inclinando le labbra in un timido sorriso “Positivo”.

“P-positivo”, ripetè lui, incredulo.

“Mi ero immaginata di dirtelo in un certo modo, in una certa situazione... e tu mi hai portata qui e... non lo so, forse hai ragione. Il caffè ci rappresenta. Siamo noi. Se non mi avessi portato circa un milione di caffè in questi anni forse non saremmo a questo punto delle nostre vite. Dopo tutto non è un posto così sbagliato per dirti che aspettiamo un bambino”.

“P-positivo!”.

Kate scoppiò a ridere, si alzò sulle punte e lo abbracciò “Lo so, babe, lo so... io ci ho messo un quarto d’ora per riprendermi, dopo aver fatto il test”, ammise prima di dargli un dolce bacio sulla guancia.

“Sei incinta incinta?”, chiese ad occhi sgranati.

“Si”.

“Davvero?”.

“Si, Castle”.

D’impulso la sollevò e fecero un giro completo su sé stessi.

“Ti amo. Tantissimo. Ma proprio tanto”, le disse parlando a raffica.

“Ti amo anch’io. Possiamo andare a casa ora?”, domandò posando nuovamente i piedi per terra.

“Sì, assolutamente!”, la prese per mano e letteralmente corse verso l’uscita quando d’improvviso si bloccò “Aspetta, hai parlato di pizzo, prima?”.

Kate sorrise diabolicamente mordendosi il labbro “Andiamo a casa, Castle”.

 

 Fine.

 

 

Ivi’s corner:

 

Raccolgo la richiesta di Jessica che voleva una fanfic basata sulla frase che vedete nel banner.

Spero di essere riuscita ad accontentarla!

Un super grazie come sempre a Rachi che mi sopporta e corregge :-* smaaaack

Sono sparita da un po’, scusatemi, spero di tornare presto attiva nella scrittura e nella lettura!

 

Un bacione grosso!

 

Ivi87

 

 

   
 
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