Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Alexiel Mihawk    19/01/2015    3 recensioni
«Ho elaborato un piano perfetto» alita Anna con gli occhi che brillano «Possiamo usare la tua cabina?»
Rosaspina scrolla le spalle, quindi girandosi verso alcune ragazzine più piccole le convince ad uscire utilizzando la lingua ammaliatrice.
«Dimmi che non coinvolge la distruzione di oggetti di valore» borbotta facendole accomodare.
«Più che altro un piano per cosa?» domanda Rapunzel esasperata.
«Mi sembra ovvio –»
«Non lo dire» mormora Aurora a mezza voce lanciando uno sguardo disperato alla figlia di Apollo.
«Un piano per sedurre Hans, il Pretore di Nuova Roma».
«L’ha detto» risponde la giovane Corona lasciandosi andare su una sedia.

Anna vorrebbe davvero tanto uscire con il Pretore di Nuova Roma, quello schifosamente bello che partecipa sempre alle loro riunioni, solo che lei non è esattamente un esempio di femminilità, anzi è nota in tutto il campo per la sua goffaggine.
Hans/Anna, Percy Jackson!AU, in cui Anna cerca di essere sensuale e fallisce miseramente.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Hans
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: Alexiel Mihawk | alexiel_hamona
Titolo: Nachos al formaggio
Personaggi: Anna/Hans, Jack Frost, Rapunzel Corona, Aurora, Megara, Hiccup, Astrid
Genere: commedia romantica
Avvertimenti: One shot, Percy Jackson!AU
Parole: 4014
Prompt: Frozen, Hans/Anna, Percy Jackson!AU (fanfiction meme) | Sensualità (Cow-T) | 40. Spiaggia d’inverno (maritombola)
Note: questa storia partecipa alla prima prova del Cow-T di maridichallenge con il prompt sensualità, da me interpretato come Personaggio A che prova ad essere sensuale e fallisce miseramente (ciao Anna, mi hai fatto tanto ridere). Partecipa anche alla maritombola di maridichallenge con il prompt Spiaggia d’inverno.
Ora qualche nota sulla Percy Jackson!AU:
- i personaggi sono divisi in questo modo: Anna figlia di Atena, assieme a Jim Hawkins, Milo Thatch e Belle; Rapunzel figlia di Apollo; Jack Frost, Flynn Ryder, Miguel e Tullio figli di Hermes (anche se M&T non compaiono, ma nel mio headcanon ci sono); Elsa come cacciatrice di Artemide; Merida non c’è perché è una delle Amazzoni; Megara, figlia di Ade; Astrid, figlia di Ares; Hiccup, figlio di Efesto; Hans, figlio di Venere; Kristoff, figlio di Cerere; Giselle, figlia di Demetra; Aurora, figlia di Afrodite; Nord as Chirone.
- nei libri non sappiamo come vengano sistemati i semidei romani dopo la guerra contro Gea, ma escludo abbiano voluto sciogliere le coorti.
- nella sala riunioni il tavolo è davvero un tavolo da ping-pong e c’è davvero un distributore di nachos, ma nessuno (nei libri) lo ha mai distrutto.
- non avevo idea come scrivere capo cabina (se così o Capo-Cabina, capo-cabina, CapoCabina, quindi sono andata per il banale).
- le figlie di Afrodite hanno la possibilità di applicare del trucco magico a chi vogliono, in questo caso Aurora lo usa su Anna che proprio non ce la può fare a truccarsi da sola.
 
 
Nachos al formaggio
 
 
La cabina sei è famosa per il suo arredamento fuori dall’ordinario.
Mappe, progetti, cartine, banchi da lavoro e armi occupano la maggior parte dello spazio e i letti sono impilati e accatastati un angolo come se non ci fosse nemmeno il tempo di dormire.
O per lo meno così dovrebbe essere.
Recentemente, tuttavia, la capo cabina dei figli di Atena non sembra troppo propensa a dare l’esempio e i suoi fratelli non hanno nemmeno più idea di come fare per trascinarla giù dal letto al mattino.
«Anna?» la chiama Milo.
La risposta è un mugugno indistinto.
«Anna, ti vuoi svegliare? Sono già le nove» rincara la dose suo fratello.
«Sono sveglia» borbotta la ragazza affondando la testa sotto il cuscino e nascondendosi alla vista.
«Oh, per amore di Zeus! Lascia fare a me, Milo» borbotta un ragazzo dall’aria sbarazzina e il sorriso divertito imboccando la porta.
«Jim, aspetta!» lo richiama Belle alzandosi e inseguendolo.
«Troppo tardi» replica il giovane Hawkins rientrando con un secchio pieno d’acqua «Cerchiamo di svegliarla prima che Nord richiami tutti i capo cabina per una riunione e lei non si presenti. Di nuovo».
Anna borbotta ancora qualcosa nel sonno, sta sognando quel Pretore di Campo Giove, il figlio di Venere, quello schifosamente bello, così bello che l’ultima volta che l’ha visto, quasi tre mesi prima, è inciampata nei suoi stessi piedi ed è caduta lunga e distesa proprio davanti a lui. Vorrebbe continuare a sognarlo, ma viene bruscamente richiamata alla realtà quando una valanga di acqua gelida le viene rovinosamente gettata addosso.
«Oddiomiosantissimo!» si mette a sedere di colpo «Freddo, freddo, freddo, freddo. Siete impazziti tutti? È la terza volta questa settimana!»
«Se tu ti svegliassi come tutte le persone normali non avremmo bisogno di ricorrere a questi metodi poco ortodossi» risponde Milo tornando a trafficare sul suo progetto.
«Già, a mali estremi, estremi rimendi» rincara la dose Jim ridendo convulsamente nel vedere la sorella bagnata fradicia «Comunque Nord ha indetto una riunione, hai tipo mezz’ora per renderti presentabile. Ti ricordi che arrivano i Pretori, sì?»
«I retori, come no» borbotta la ragazza stropicciandosi gli occhi e asciugandosi il viso con il lenzuolo per poi realizzare quello che le ha appena detto suo fratello e cadere dal letto «Oddio, oggi arrivano i Pretori! I Pretori Romani!»
 
Rapunzel, Hiccup e Jack l’aspettano davanti all’ingresso della casa grande, dove Anna arriva correndo, trafelata e con una matita nei capelli.
«Cosa mi sono persa?» domanda cercando di riprendere fiato.
«Oh, niente. Non hanno ancora iniziato» risponde Jack Frost, capo cabina della casa di Hermes.
«Ma i Pretori sono già arrivati» aggiunge la figlia di Apollo lanciandole un’occhiata che vuol dire “E sì, c’è anche lui, come hai potuto presentarti con una matita in testa!?”.
«Credo che il primo punto del giorno sarà relativo ai libri sibillini» borbotta Hiccup annoiato «E poi Jack voleva organizzare una festa di benvenuto».
«E mi aspetto che sia la casa di Efesto» dice il ragazzo passando una mano attorno al collo del moro «Che le vostre, mi appoggino. Perché sicuramente le figlie di Demetra mi daranno contro».
Anna e Rapunzel si scambiano uno sguardo divertito, mentre il gruppo si incammina verso la sala riunioni.
«Se non avessi congelato il soffitto della loro cabina facendo morire tutte le piante, ora Giselle non ce l’avrebbe con te» gli fa notare la biondina, ripensando divertita alla scena accaduta meno di due settimane prima e alle urla di irritazione che erano arrivate fino all’anfiteatro.
«Quante storie per uno scherzo innocente» borbotta il ragazzo prendendo posto attorno al tavolo da ping-pong.
Gli altri capo cabina sono già tutti lì, intenti a chiacchierare tra loro, in attesa di Nord e dei Pretori di Campo Giove; Anna sorride, salutando con euforia Aurora e Megara, le rappresentanti delle case di Afrodite e Ade, quindi si dirige al distributore di nachos al formaggio e con aria distratta inizia ad armeggiarci.
Nord spalanca le porte della sala e fa il suo ingresso assieme agli emissari romani proprio nel momento in cui la macchina dei nachos esplode riversando addosso ad Anna una quantità imbarazzante di tortilla di mais e salsa al formaggio.
«Haddock mi devi 10 dollari!» esclama Astrid, capo cabina della casa di Ares.
«Avevate scommesso su di me?» domanda Anna mogia tornando al tavolo.
«Lo sai che tengo le puntate di qualsiasi cosa, no?» risponde Jack «Avevamo scommesso su quanto tempo ci avresti impiegato questa volta a distruggere il distributore».
«Se avete finito di contare i soldi, che per altro è illegale, vi ricordo che abbiamo una riunione da tenere!» li interrompe la voce tuonante di Nord, mentre li trapassa tutti con i suoi enormi occhi blu.
«Vedo che voi Greci siete sempre molto iperattivi» mormora un Pretore biondo.
«Oh, questo è il mio nuovo collega, Kristoff, figlio di Cerere, Centurione anziano della quarta Coorte e, ora, Pretore» interviene sorridendo il secondo semidio romano.
Ad Anna si illuminano gli occhi nel vederlo: Hans Westergard, figlio di Venere, Pretore della Dodicesima Legione Fulminata. Non si chiede che fine abbia fatto il suo collega precedente, si concentra piuttosto sulla sua condizione attuale, ovvero lo stato impietoso del suo aspetto. Forse Rapunzel ha ragione, nessun figlio di Venere si fermerebbe mai a guardare una ragazza goffa e impacciata come lei, insomma, è ricoperta di formaggio dalla testa ai piedi e probabilmente non appena uscirà in cortile qualche fauno comincerà a seguirla chiedendole se può mangiarle i vestiti.
Non è assolutamente un esempio di sensualità, né di bellezza; magari potrebbe chiedere aiuto ad Aurora, sa che è stata molto disponibile con Ryder quando le ha chiesto consigli su come invitare Punzie a uscire con lui.
Non si fa nemmeno troppe illusioni quando Hans, a fine riunione, la ferma per salutarla; Hans ferma tutti, si ricorda i nomi di tutti i capo cabina e a volte anche di qualche passante, domanda sempre loro come stanno, come va, e ogni volta che si vedono lei finisce con il portarsi a casa uno dei suoi fazzoletti (e lui glieli offre sempre, perché ogni singola volta, ad ogni singola riunione Anna fa esplodere quella maledetta macchinetta dei nachos e finisce con il riempirsi di formaggio). Oramai ne ha una collezione, ma non riesce a trovare la forza di restituirglieli perché sarebbe come dirgli: «Ecco, conta pure le volte in cui mi sono resa ridicola davanti a te».
Sospira, allontanandosi verso la cabina sei, dove l’attende l’ennesima reprimenda dei suoi fratelli, perché, davvero, come può ogni singola volta far esplodere quella macchinetta? Uno pensa che un figlio di Atena sia in grado di schiacciare due bottoni e invece no, Anna non ci riesce, e sì che si è letta almeno otto volte il manuale di istruzioni del distributore e sarebbe spiegare ad occhi chiusi come funziona.
Il problema, in realtà, non è tanto che i figli di Efesto lo devono sostituire ogni volta (oramai hanno capito l’antifona e ne hanno una scorta da parte), quanto che è sempre più difficile per gli altri semidei, soprattutto per i nuovi arrivati e i membri di Campo Giove, capire esattamente cos’abbia di speciale Anna e come mai proprio lei sia a capo della cabina dei semidei considerati i più intelligenti del campo. E la verità è che la giovane Arendelle è davvero sveglia, la sua mente brillante però non sempre riesce a trovare applicazione nelle cose di tutti i giorni e lei finisce con il mostrare quasi sempre solo la sua goffaggine. I suoi fratelli ci provano a difenderla, a dire che se lei è il capo cabina non è solo per il ruolo che ha ricoperto nella guerra contro Pitch e Crono, ma anche perché è davvero la più astuta tra tutti loro: è quella che organizza i piani di battaglia migliori, che legge più libri, che conosce più cose, è persino quella che ottiene più spesso la benedizione di Atena (e i suoi fratelli sono convinti che ne abbia davvero bisogno, non sia mai che magari questa, una volta o l’altra, le insegni cosa voglia dire essere aggraziata).
Sono trascorse circa due ore quando Rapunzel passa a vedere come sta e si stupisce di vederla iperattiva, intenta a scrivere come una forsennata sul tavolo da lavoro; quando la nota, Anna emette un gridolino prende una pila di fogli e le corre incontro, trascinandosela dietro fino alla cabina di Afrodite.
«Cosa? Che?» fa a malapena tempo a domandare la bionda, mentre l’amica si sbraccia per fare segno ad Aurora di raggiungerle.
«Ho elaborato un piano perfetto» alita Anna con gli occhi che brillano «Possiamo usare la tua cabina?»
Rosaspina scrolla le spalle, quindi girandosi verso alcune ragazzine più piccole le convince ad uscire utilizzando la lingua ammaliatrice.
«Dimmi che non coinvolge la distruzione di oggetti di valore» borbotta facendole accomodare.
«Più che altro un piano per cosa?» domanda Rapunzel esasperata.
«Mi sembra ovvio –»
«Non lo dire» mormora Aurora a mezza voce lanciando uno sguardo disperato alla figlia di Apollo.
«Un piano per sedurre Hans, il Pretore di Nuova Roma».
«L’ha detto» risponde la giovane Corona lasciandosi andare su una sedia.
«Senti Anna» inizia Rosaspina cautamente, sfilando con delicatezza il plico di fogli dalle mani dell’amica «Non dico che sia impossibile… Ma è impossibile».
«No, no, no, guarda. È tutto scritto qui! Mi darai lezioni di femminilità, mi insegnerai ad essere sensuale e poi lo inviterò a cena fuori e lo porterò sulla spiaggia e lui mi dichiarerà il suo amore».
Silenzio.
«Lo sai vero che non funziona così?» domanda la figlia di Afrodite.
«Sì, se è vero amore!».
 
Non è che Anna non sappia essere sensuale, pensa Aurora mettendosi le mani tra i capelli, è che la sua sensualità traspare in modo diverso da quella maggior parte delle ragazze. Lei è una figlia di Afrodite, queste cose le nota e si è accorta di come Anna sappia essere affascinante a modo suo: con una matita tra i capelli, mentre studia un progetto o spiega un piano di battaglia, persino quando maneggia la spada.
Ora, però, nel vederla cercare di capire come si applica il rossetto, sbavando sui contorni e lasciandoselo sui denti, sospira, temendo che davvero questa sia un’impresa senza speranza.
Anna, però, si impegna, ci prova con tutta sé stessa, per tutto il giorno; cammina sui tacchi traballando, si prova mascara, ombretti, ciglia finte e otto diversi tipi di rossetto, si fa fare la ceretta (e potrebbe essere che Rapunzel decida di farle un video perché vederla strillare e agitarsi è troppo divertente), lascia che le vengano fatte le sopracciglia e persino uno scrub al viso.
È già buio quando Anna esce dalla cabina di Afrodite e si dirige verso gli alloggi dei semidei romani.
Da quando l’esistenza del Campo Giove è diventata nota, Nord ha insistito per costruire un edificio apposito in cui potessero alloggiare i figli degli dei romani durante le loro visite, e se alcuni di loro scelgono volentieri di passare la notte nelle cabine dedicate ai loro genitori divini, sono anche in molti quelli che preferiscono non allontanarsi dalla propria coorte.
Hans è uno di questi ed Anna non si è mai davvero soffermata a pensare se sia per via della sua carica di Pretore o semplicemente perché l’idea di dormire in una cabina rosa lo infastidisce.
Prima di bussare alla porta si passa le mani sui capelli, lasciati sciolti lungo le spalle, e osserva come sia bastato mettersi dei pantaloni aderenti e delle scarpe col tacco per donare alla maglia arancione del campo un tocco più sbarazzino; da sola non ci sarebbe mai riuscita, come non sarebbe mai riuscita a truccarsi, ma per fortuna Aurora ha usato il trucco permanente su lei e ora sembra che Anna sia uscita da un salone di bellezza. Si fa forza e ispira profondamente, cercando di scacciare il tremito alle gambe e il nodo alla bocca dello stomaco, quindi bussa e sorride felice nel vedere che è Hans stesso ad aprirle la porta.
«Anna!» esclama il ragazzo nel vederla «Wow. A cosa devo l’onore?»
«Oh, ciao! Ecco, io mi domandavo se per caso, ecco…» no così non va, si ricorda le parole di Rapunzel “Decisione, sii decisa, diretta e fagli capire che sai quello che vuoi” «Volevo fare due passi con te, se hai voglia».
Lo esclama tutto d’un fiato e non osa fissarlo negli occhi, ma percepisce la tensione sulle spalle affievolirsi nell’istante stesso in cui lo sente ridere – e che risata, per Era!
«Volentieri! Era un po’ che volevo proportelo io, ma temevo che il tuo amico si sarebbe offeso» dice senza smettere di sorridere.
«Il mio amico?»
«Frost, il figlio di Hermes, non state assieme?» domanda il ragazzo interessato.
«No, no, certo che no!»
«Meglio così».
La prende sottobraccio (e nessuno ha mai preso Anna sottobraccio e lei si sente un po’ una principessa) e insieme cominciano a camminare.
«Quindi sei una figlia di Atena» comincia Hans titubante senza sapere bene cosa chiederle, affascinato piuttosto da quel cambiamento improvviso.
«Sì» risponde la ragazza, ricordandosi che al Campo Giove non esistono figli di Minerva «Sono la capo cabina».
«Lo so» ridacchia il ragazzo mentre superano la mensa e si dirigono verso la spiaggia.
«Giusto. E tu sei figlio di Venere, siete in tanti? Intendo a Nuova Roma, voglio dire ad essere figli di Venere».
«Abbastanza, contando me, nella legione siamo in tredici, ma nessuno è davvero mio fratello, non al cento per cento almeno».
Non sa se prendere quella dichiarazione come una presa di distanza dai suoi fratellastri o come un modo per dire che gli dispiace non avere un vero fratello.
«Capisco, noi in cabina siamo davvero tanti. Adesso siamo meno perché è inverno e non tutti rimangono qui tutto l’anno, ma d’estate arriviamo ad essere circa una dozzina».
«Interessante e come mai tu trascorri tutto l’anno al campo?»
«Oh, i miei genitori, o meglio, mio padre e la mia matrigna sono morti in un incidente qualche anno fa e io e mia sorella, Elsa, ci siamo trasferite qui in pianta stabile».
«Mi dispiace» borbotta il ragazzo senza sapere bene cosa dire, le stringende una mano per un attimo e quindi cerca di cambiare discorso «Non sapevo avessi una sorella, l’ho mai vista?»
«No, no. È entrata nelle cacciatrici di Artemide qualche anno fa e da allora sta sempre con loro».
«Immagino ti manchi molto».
«Sì, ma qui ho trovato una nuova famiglia e sono meno sola di quanto pensassi, quindi va bene così» risponde Anna, che inizia a sentire un fastidioso dolore ai piedi, e questa cosa è male. Molto male. Stanno passeggiando da appena venti minuti e sono arrivati da poco alla spiaggia, non possono già farle male i piedi. Non si accorge di avere iniziato a camminare in modo strano, nemmeno quando Hans la guarda divertito e propone di sedersi per un po’.
Gli lancia uno sguardo riconoscente e fa per lasciarsi andare di malagrazia a terra, quando si ricorda le parole di Aurora: muoviti lentamente e con grazia, non lasciarti cadere, ma scivola lentamente a sedere.
Così ci prova e agli occhi di Hans si presenta una scena quanto mai surreale, una ragazza che si piega al rallentatore e come tocca il terreno con i palmi delle mani fa scivolare lentamente le gambe per il lungo finché il suo didietro non poggia per terra. Trattiene a stento una risata e la osserva mentre sbatte furiosamente le ciglia verso di lui.
«Hai qualcosa in un occhio?» domanda gentile.
Merda, pensa Anna che stava cercando di fargli gli occhi dolci, forse deve cercare di utilizzare delle tattiche più evidenti.
«Ti siedi vicino a me?» domanda battendo una mano sul suolo di fianco a sé e mordendosi sensualmente il labbro inferiore.
«Certo. Carina la tua imitazione di un coniglio!» esclama quindi sorridendo e Anna si trattiene dal trargli una testata.
Lei sarà anche una frana, ma lui è proprio ottuso, o forse non lo è e sta semplicemente ignorando le sue maldestre avances (e non prende nemmeno in considerazione l’idea che i suoi tentativi siano davvero troppo goffi per essere colti).
«Dunque, Anna, ti posso chiedere che problema hai con il distributore dei nachos?»
La giovane si sente arrossire e sospira, era una domanda che prima o poi qualcuno le avrebbe fatto (oltre ai suoi fratelli, e Punzie, e Jack, e Hiccup, e Nord… insomma, qualcuno oltre a tutto il campo).
«Oh, questo è imbarazzante, cioè non tu, io. Io sono imbarazzante, tu sei bellissimo –»
Si blocca di colpo assumendo tonalità di rosso ancora più intense, tonalità che nemmeno il trucco questa volta riesce a nascondere.
«Anche tu sei molto carina».
«Aspetta, cosa?»
«Hai capito, solo che davvero non capisco che cosa tu abbia contro i nachos al formaggio» scherza Hans nel tentativo di alleggerire la tensione.
Anna geme e si lascia cadere sulla sabbia, non importa se i capelli si riempiono di granelli e se il trucco si disfa leggermente (e solo leggermente perché il trucco dei figli di Afrodite è, ovviamente, magico), forse non sarà particolarmente femminile, ma sicuramente è molto da lei.
«Io adoro i nachos al formaggio! È il distributore che non sopporto, e davvero potrei recitarti l’intero libretto di istruzioni a memoria o disegnarti un progetto di costruzione, ma lo stesso non sono in grado di farlo funzionare!»
Hans scoppia a ridere e i suoi occhi si fissano sul viso di Anna, intenta a guardare il cielo; nell’aria soffia una brezza leggera e la risacca del mare fa da sottofondo, la figlia di Atena ha della sabbia sul naso e il Pretore pensa che sia molto più bella così, sporca di terra e rilassata, mentre osserva le stelle.
«Non hai mai pensato che sarebbe sufficiente lasciare che qualcun altro li prenda per te?»
Anna si rimette a sedere di scatto, lanciandogli un’occhiataccia.
«Quello è barare. Siamo tutti bravi a trovare scappatoie, signor Pretore, ma i demoni vanno affrontati! E lo sanno tutti qui al campo: il distributore della sala riunioni è il mio arcinemico!»
«Affascinante» risponde il ragazzo scoppiando in una risata divertita «E se fossi io a prenderli per te?»
«Suppongo che si possa fare» borbotta Anna a mezza voce e ancora non riesce a credere alle sue orecchie.
Hans Westergard, Pretore di Nuova Roma, non solo le ha detto che è carina, ma le ha anche domandato se alla prossima riunione potrà essere lui a prendere i nachos per lei; e a ripeterselo forse non è gran cosa, ma Anna è entusiasta lo stesso e questo basta a farle trovare un coraggio che non pensava nemmeno di avere.
«Stasera dopo cena i ragazzi della casa di Hermes hanno organizzato una festa, per voi» si trova a dire e non sa nemmeno da dove le stia uscendo il coraggio.
«Sì, è stato uno dei punti della riunione. Parlate sempre di feste durante le riunioni, per altro? Voglio dire, non è una critica, ma una curiosità. È sempre uno degli argomenti di discussione ogni volta che veniamo qui».
«Non ce li avete i figli di Mercurio a Nuova Roma?» domanda Anna sollevando un sopracciglio con ironia e strappandogli una risata.
«Ottima osservazione».
«Sono una figlia di Atena, ti ricordo. In ogni caso, ci sarà la festa e dopo faremo i fuochi d’artificio qui sulla spiaggia».
«Sulla spiaggia? D’inverno?» chiede Hans perplesso.
«Beh, non è come se stesse piovendo. Dopotutto anche noi siamo qui ora ed è piuttosto piacevole, no?»
«Già, voi e il vostro controllo del clima. Non vi stufare di tutto questo sole?»
Anna alza le spalle e scuote la testa.
«No, in realtà. Anche se a Natale Nord fa nevicare, per rendere meglio l’atmosfera natalizia. Quest’anno è stato particolarmente bello, era tutto bianco e le luci di Natale sull’albero che abbiamo messo al centro della mensa erano tanto luminose che sembrava non fosse mai notte. Bisogna dire però che le ninfe non erano molto felici».
«Posso immaginare il perché».
«Comunque, stavo dicendo dei fuochi artificiali. I figli di Ermes sono bravissimi e quando si uniscono ai figli di Efesto devi vedere che cose spettacolari riescono a fare. Davvero sono bellissimi» continua Anna, riprendendo il filo del discorso.
E quando parla con Hans le è davvero facile perderlo perché si ferma a fissare qui suoi occhi da sogno e non ricorda nemmeno più cosa stava dicendo prima.
«Non ne dubito».
«Ecco, ti andrebbe di vederli con me?» domanda quindi tutto d’un fiato la figlia di Atena.
E Hans la guarda fisso per un istante, come realizzando solo in quel momento cosa gli abbia chiesto (e in parte anche il coraggio che le ci è voluto) e sorride. Le accarezza i capelli con una mano e le sposta una ciocca dietro l’orecchio.
«Mi piacerebbe molto».
Ora sorride anche Anna, mentre lo osserva alzarsi, e accetta la sua mano tesa. Il Pretore la riprende sottobraccio e ricomincia a camminare verso la mensa, mentre la ragazza gli racconta esattamente quanto saranno belli e spettacolari quei fuochi e gli dice che l’anno precedente ne hanno creato uno a forma di viverna che sembrava sputare fuoco dalla bocca. Quando raggiungono gli alloggi dei Romani, Anna ha di nuovo male ai piedi e non si accorge di camminare ancora una volta in modo buffo.
«Puoi toglierle, se vuoi» le dice Hans ridendo.
«Cosa?»
«Le scarpe. È chiaro che ti fanno male».
Anna arrossisce, maledicendosi per l’ennesima figuraccia, e sì che Rapunzel le aveva sconsigliato di indossare i tacchi, anche se solo per breve tempo: non sei abituata, ti faranno male. Ma lei l’aveva ascoltata? Ovviamente no.
«Ti stanno bene» le mormora Hans all’orecchio, sostenendola mentre se li sfila con mosse impacciate «Ma ti preferisco con le tue ballerine o con le scarpe da ginnastica, sono molto più da Anna di queste».
E lei non sa se essere più lusingata per il fatto che si ricordi che tipo di scarpe indossa normalmente, o perché le sta implicitamente dicendo che lei gli va bene così com’è.
«Grazie» sussurra piano, gli dà la schiena e fa per avviarsi verso la sua cabina, ma la voce calda di Hans la trattiene ancora.
«Anna» la richiama «Sarei venuto a passeggiare con te anche se fossi stata ancora coperta di nachos al formaggio. E non vedo l’ora di vedere con te i fuochi artificiali sulla spiaggia».
 
Qualche ora dopo.
«Ti prego, non posso credere che il suo piano abbia seriamente funzionato» borbotta Jack allungando venti dollari a Megara.
«Non è che abbia propriamente funzionato» interviene Rapunzel osservando da lontano la silhouette dell’amica accanto a quella del Pretore e puntando lo sguardo sulle loro mani unite «È che lei già gli piaceva».
«Non chiedetevi come, mia madre lo dice sempre: l’amore opera in modi misteriosi» aggiunge Aurora, mentre tra sé pensa che la prossima volta che scommetteranno su una cosa simile le chiederà in anticipo su chi puntare, perché in questo Afrodite non sbaglia mai.
«Magari lo ha stordito con una botta in testa» celia Astrid sganciando cinque dollari al banco raccolta scommesse.
«O magari Westergard, che vi ricordo era presente quando abbiamo organizzato l’offensiva contro Pitch e Crono, è rimasto colpito dalla sua abilità e nemmeno i nachos al formaggio sono riusciti a farglielo dimenticare» interviene Jim che sebbene avesse scommesso contro ogni possibile esito positivo del piano di sua sorella, è comunque contento di vederla felice.
Qualcuno dietro di lui annuisce con convinzione, perché a pensarci bene è l’unico vero motivo per cui una persona seria e posata come il Pretore avrebbe potuto trovare affascinante Anna, che è adorabile ed è carinissima, ma è l’opposto dell’austerità romana; e solamente nel vederla interagire in battaglia un ragazzo di quel genere avrebbe potuto apprezzarla davvero.
Uno sbuffo divertito, però, li costringe tutti a girarsi verso un punto preciso, verso una persona precisa.
«Stronzate» interviene Megara, seduta accanto a Jack, sventolando la mazzetta di soldi della sua vincita (anche perché è stata l’unica a scommettere che Anna ce l’avrebbe fatta) «Ve lo dico io come ci è riuscita. La verità è che nessun uomo sa resistere a questo».
Allunga le gambe, mostrandole agli altri semidei.
«Un calcio negli zebedei?» domanda Hiccup.
«La seduzione femminile?» chiede Aurora.
«Una gamba depilata?» rincara la dose Astrid.
«No, babbei. Caviglie deboli».




   
 
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