Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Elikin    19/01/2015    1 recensioni
Osservo la sua schiena bianca e sinuosa, persino per una piccoletta come lei, e poi i capelli biondi che le cadono lungo il collo, fino a toccare le spalle con una certa leggiadria. Sembra un quadro tanto è fredda e distante. A volte mi fa una tenerezza tale da desiderare di adottarla, altre, come la sera precedente, entrambe preferiamo dedicarci ad attività ricreative adatte ad adulte consenzienti.
Non saprei definire bene cosa siamo. Amiche? Amanti? Obbiettivamente parlando non mi interessa neanche, so solo che lei è la persona ideale con la quale avere un quale rapporto di fiducia. Rispetta la privacy ma sa ascoltare quando ce ne è bisogno. Proprio un bell’acquisto.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Sorpresa, Ymir
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Complici nel peccato



Certe volte mi domando come sia possibile che dati eventi avvengano con una tale velocità e tempestività. Non c’è nessun preavviso, accade e basta. Penso che sia un modo bastardo del mondo per farci penare ancora di più, ma d’altronde chi sono io per giudicare? Sono solo una delle miliardi di vittime degli eventi che ogni giorno si susseguono senza lasciare scampo a noi stolti umani. A volte qualcuno è così fortunato da riuscire persino a cavalcare quest’onda malevola e a portarla a proprio favore.
Ma sfortunatamente non è il mio caso.
La fortuna, non è mai stata dalla mia parte del resto. Non ricordo neanche l’ultima volta che qualcosa che io avessi programmato sia andato come speravo. Questione di culo mi dicono, che la fortuna gira. Certo, la mia allora deve essere bloccata nel traffico da decenni come minimo.
C’è stato un momento in cui mi sono sentita veramente fortunata in realtà, un momento in cui mi sono sentita viva veramente. In quell’istante ho creduto davvero che valesse la pena strappare ogni singolo momento che il futuro ci presenta davanti con le zanne e gli artigli, ma poi è svanito come neve al sole lasciandomi con la mia notevole amarezza e acidità. Cose che di solito non raccomando a nessuno.
Mi son ripetuta spesso che probabilmente un evento del genere non ricapiterà mai più, ma non riesco a fare a meno di pensare a quel momento ogni volta che ne ho la possibilità.
- Ymir, mi stai ascoltando?- mi domanda infatti la voce della mia bionda interlocutrice. Non posso farci niente come dicevo prima, è più forte di me. In questi casi non mi rimane quindi che abbozzare un sorriso e scuotere la testa o mascherare il tutto con una battuta, peccato che queste tecniche con lei non funzionino. I suoi occhi freddi e indagatori, di un azzurro ghiaccio spaventoso, sono come una sorta di radar in grado di carpire le emozioni altrui. Occhi ai quali non puoi mentire.
- No.- rispondo quindi con una faccia tosta di cui son dotate ben poche persone che conosco e mantenendo il tono come se fosse la cosa più normale del mondo. Anche perché per me effettivamente lo è, soprattutto se si tratta di approcciarmi a lei. Mi puntello su un gomito per tirarmi su, mentre la morbidezza della paglia mi impedisce di imprecare in aramaico per lo sforzo.
Osservo la sua schiena bianca e sinuosa, persino per una piccoletta come lei, e poi i capelli biondi che le cadono lungo il collo, fino a toccare le spalle con una certa leggiadria. Sembra un quadro tanto è fredda e distante. A volte mi fa una tenerezza tale da desiderare di adottarla, altre, come la sera precedente, entrambe preferiamo dedicarci ad attività ricreative adatte ad adulte consenzienti.
Non saprei definire bene cosa siamo. Amiche? Amanti? Obbiettivamente parlando non mi interessa neanche, so solo che lei è la persona ideale con la quale avere un quale rapporto di fiducia. Rispetta la privacy ma sa ascoltare quando ce ne è bisogno. Proprio un bell’acquisto.
- Stai di nuovo pensando alla tua Dea?- domanda ancora la ragazza, guardandomi da sopra la spalla e alzando un sopracciglio. La mia reazione primaria è quella di irrigidirmi, per poi lasciarmi andare in una risatina nervosa.
- Nah, nah. Piuttosto…- mi avvicino, incurante della mia nudità, un ghigno malizioso dipinto sul volto mentre raggiungo le sue spalle - Non credi che sarebbe carino se qualche volta ti lasciassi i capelli sciolti?- suggello la mia proposta baciando la tenera pelle del collo della ragazza, inspirandone il profumo per un attimo. Freddo e pungente come lei.  Per tutta risposta scuote la testa e alza le braccia in direzione del capo, con tutta l’intenzione di acconciare i capelli biondi come al solito. Basta questo per farmi capire che per oggi ho avuto anche abbastanza.
- Hai deciso che cosa farai o no?- domanda di nuovo lei, alzandosi e andando alla ricerca dei vestiti. Fortunatamente i suoi sono molto più ordinati dei miei. Ci metterò ore a recuperarli.
- Non posso lasciarla andare nella Legione Esplorativa da sola. Finirebbe per farsi uccidere.- è la mia laconica risposta, mentre sospirando comincio anche io a cercare i miei indumenti. È chiaro che da lei non otterrò altro per oggi. Mentre indosso di nuovo la biancheria, mi scappa un sorriso notando come alcuni punti sulla mia pelle abbiano già preso a rimarginarsi fumando. I graffi  scompaiono a poco a poco, sotto quella coltre biancastra. Lo nota anche lei perché con una smorfia, lievemente più preoccupata del solito, si passa una mano tra i capelli biondi, nervosa, chiaramente disturbata da quell’evidente segno della nostra diversità.
- Non sarebbe l’unica.- è la sua fredda risposta mentre accenna a quei graffi, lasciati in un impeto di passione. Chiudo la cintura intorno alla mia vita e mi dirigo a torso scoperto verso di lei. La supero in altezza di una buona ventina di centimetri per cui mi ritrovo costretta a fissarla dall’alto.
- Annie, da quando ti preoccupi per me? Non dovresti prima pensare a te stessa?- mormoro accennando con le dita ad un segno di morso sul collo che fuma almeno quanto i miei graffi. Lei abbozza un sorrisetto complice e poi mi allontana premendo i palmi freddi delle sue mani sul mio petto. È nervosa, lo capisco.
Da quello che ho capito, lei, al contrario mio, è qui per una missione. Il suo obbiettivo non è semplicemente sopravvivere o assicurarsi che qualcuno lo faccia. Per certi versi sono grata di non trovarmi al suo posto, ma è anche vero che lei ha due compagni con cui condividere il fardello, mentre io non ho nessuno.
Il risultato del nostro esame finale ha scombussolato un po’ tutti quanti, soprattutto quelli che hanno visto Christa, e non me, tra i primi dieci. In quel momento mi sono sentita davvero felice, non ho badato a quanto questo potesse destare sospetti e alla reazione che lei avrebbe potuto avere. Ero convinta di essere riuscita ad assicurare una esistenza dignitosa sia a me che a lei. Lei sarebbe stata al sicuro nell’entroterra grazie alla Polizia Militare, mentre a me sarebbe bastato entrare nel Corpo di Guarnigione. Ci saremmo potute vedere quando volevamo e non avremmo avuto problema di giganti. Invece no, figuriamoci se mai qualcosa va come vorrei con lei.
Fisso quindi Annie stancamente, che tanto ricorda fisicamente Christa.
All’inizio è stato questo ad attrarmi di lei. Si somigliano molto sebbene abbiano caratteri speculari, era cominciata solo come un semplice provocarla, un po’ come faceva anche Mikasa, ma avevo colto subito che c’era qualcosa di diverso. Non mi guardava come quel cane da guardia. Poi durante una delle spedizioni ci eravamo ritrovate in coppia, in pericolo. Di solito era stata così attenta a non farsi scoprire, ma quella volta invece aveva attivato il processo di guarigione inconsciamente. Mi aveva guardata spaventata, come se temesse che io potessi andarla a denunciare, mi era bastato mostrare che ero come lei per calmarla. Probabilmente quel giorno ho anche evitato di cadere misteriosamente da un burrone, chi lo sa. Fatto sta che da allora io ed Annie siamo diventate una sorta di confidenti e, di tanto in tanto, amanti.
- Se dovessi venire scoperta tu potrebbero iniziare a fare ricerche indiscrete.-la sento mormorare mentre si rimette il parka e si siede su un mucchio di fieno per indossare le scarpe. Lo sguardo che mi rivolge è carico di tensione e di cose non dette. Io mi limito a sospirare ed alzare le spalle mentre rimetto la mia maglietta sulla pelle accaldata.
- Non sono una novellina, non accadrà nulla.- dico con fermezza. Questo è il mio modo di chiudere la questione. La vedo farsi titubante, come se volesse dirmi qualcosa, poi si rimette in piedi semplicemente e si dirige verso l’uscita del capanno.
- Come al solito eravamo a fare la guardia, nient’altro. Non una parola.- fa prima di spalancare l’enorme porta con una certa difficoltà. La raggiungo quindi stiracchiandomi le membra anchilosate e con un ghigno malevolo sul volto.
- Paura che Bertholdt scopra che le tue “vedute” siano più ampie di quanto pensasse?-
- Se proprio ci tieni posso riprodurre con dovizia di particolari a Christa il modo in cui chiami il suo nome anche se sei con altri.- risponde lei rimanendo perfettamente impassibile. Facciamo spesso questo gioco e per quanto ne sappiamo questa potrebbe essere l’ultima volta. È bene che tutto venga fatto a dovere. La mia risata dunque non tarda ad arrivare, nervosa e forzata come sempre, per poi interrompersi mentre la fisso per qualche istante. Non diciamo altro, ci separiamo dopo uno sguardo d’intesa. Ognuno si dirige verso i propri inferni personali mentre io mi permetto di fare una considerazione nella notte stellata sopra di me.
Non so bene se la mia vita sia cambiata in meglio da quando ho sentito parlare per la prima volta di Christa, né se quando l’ho vista mi sono legata indissolubile ad una maledizione più che ad una figura angelica. So solo che vivere all’inferno, non è mai stato così dolce.
In quel momento, non ho idea che la ragazza con cui ho appena condiviso una notte di confidenza, fosse così nervosa e preoccupata per me perché avesse progettato per il giorno dopo, assieme ai suoi complici, un attacco che avrebbe portato alla morte della maggior parte dei cadetti e, per poco quasi di me stessa.  Un evento che avrebbe di nuovo cambiato la mia vita e quella di Christa radicalmente.
Un evento che una volta superato mi avrebbe di nuovo fatto raggiungere la consapevolezza di quanto sia bello vivere.



 



Ok, so che probabilmente molti di voi ora staranno pensando che la Ymir x Annie è tra le crack-chip più assurde che abbiano mai visto, ma spero comunque che la fic sia stata di gradimento. L'idea di questo rapporto tra Ymir ed Annie che cercano conforto l'un l'altra è venuta in mente a me e Gnocconana (che ringrazio come sempre) mentre analizzavamo i personaggi. Sono entrambe fredde e distaccate da tutti in un modo così struggente che mi ha fatto pena pensare che entrambe dovessero porgtare un fardello del genere sulle spalle senza poterne parlare a nessuno. E' nato così l'amore per questo rapporto un po' conflittuale in cui queste due anti-eroine cercano conforto in una figura che gli ricorda la persona amata, anche fisicamente (Christa e Bertholdt) e trovano finalmente un modo per sfogare le proprie pulsioni.
Mi piace molto pensarla su questo profilo e poi, ehi, non è così crack visto che hanno diviso un dormitorio per tre anni, si saran pur parlate o ammazzate di legnate in quel periodo, no? XD Spero quindi che vi sia piaciuta e... alla prossima!

Per finire ringrazio la mia Christa, Benedetta, per essere sempre mia fonte d'ispirazione. Grazie, amore.
   
 
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