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Autore: Sirius_01    19/01/2015    1 recensioni
Questa storia si ambienta principalmente in Italia. Parla di una donna ricchissima che però viene minacciata da un gruppo di criminali. La storia ha anche degli altri personaggi molto importanti, che all'inizio non sembrano avere niente a che fare.
Un giorno questa vecchia signora ricca viaggia in Russia per affari e viaggia con la transiberiana in un viaggio che dura una settimana. In questo treno si incontrano i due personaggi principali della storia. A bordo però ci sono degli assassini. Durante il terzo giorno all'una di notte questa vecchia signora viene uccisa. Un detective imbranato non riesce a scovare i colpevoli e il quarto giorno c'e un'altro assassinio. Alla fine i nostri due personaggi vengono uccisi. Una serie di misteriosi eventi permetterà ai criminali di sfuggire. Alla fine però vengono arrestati in Giappone dove si erano nascosti per mesi.
Quando le persone verranno a sapere della morte di questa signora, molti non saranno affatto tristi perché era una persona avida e malvagia che pensava solo ad arricchirsi
Grazie per aver scelto di leggere questo libro spero ti piaccia e che ti incuriosisca il più possibile.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era il 20 gennaio, in un tranquillo bar di paese un gruppo di uomini stava discutendo di qualcosa di molto importante.

Il bar era suddiviso in molte piccole sezioni con due tavoli e tre sedie ciascuna. Queste sezioni erano separate da porte abbastanza piccole color nero seppia, come il resto del locale. In questo modo si garantiva la privacy dei clienti. Il locale era famoso per gli "strani" incontri che si avevano.

Il proprietario era un signore grasso con una barba che faceva assomigliare la sua testa a quella di un orso. Portava con sé sempre un piccolo pugnale molto decorato e placcato d'oro.

Tutti in paese lo chiamavano " Botte di Veleno" perché oltre a essere grosso era stata anche una persona poco raccomandabile, di cui non ci si poteva fidare. Aveva anche avuto dei problemi con la polizia. Qualche anno prima era stato condannato agli arresti domiciliari per aver aggredito un poliziotto. Era una persona decisamente molto irascibile. In paese si diceva che continuasse a fare degli affari loschi, ma lui non dava peso a queste parole. Il suo locale era una delle poche cose a cui teneva.

Aveva anche una moglie. Era una signora sulla settantina. Aveva una faccia scarna, come tutto il suo corpo, aveva un occhio cieco a causa di un aggressione subita dal marito.

Era stata costretta dalla sua famiglia a sposare quel uomo rozzo che non la amava. Era la settima di otto figli. La sua era la famiglia più numerosa del paese. Tre dei suoi fratelli erano andati negli Stati Uniti negli anni 50 a 16 anni e nessuno seppe più di loro. Due dei suoi fratelli avevano comprato per alcune migliaia di lire una cava di marmo che stava fallendo. In poco tempo avevano salvato la cava ed erano diventati ricchissimi, a tal punto che esportavano il marmo anche all'estero.

Invece le altre due sorelle avevano fatto la sua stessa fine, avevano sposato degli uomini che non amavano.

Lei era l'ultima rimasta e dopo tre anni dal suo matrimonio i genitori erano morti entrambi di Alzheimer.

Per quanto riguarda invece il passato di " Botte di Veleno" non si sapeva molto. I suoi genitori lo avevano abbandonato in un collegio di suore che lo avevano accudito finché non aveva cominciato un lavoro come minatore in una lurida miniera.

Dopo pochi anni però venne arruolato nell'esercito a causa della seconda guerra mondiale. Per colpa della guerra si ritrovò senza una gamba , rimpiazzata da un pezzo di legno. L'incidente era accaduto durante un bombardamento degli Inglesi. "Botte di Veleno" era solo un soprannome, il suo vero nome era Mario Decondrio, mentre sua moglie si chiamava Maria. Avevano un figlio che gestiva con loro il locale nel tempo libero. Il loro unico figlio si chiamava Teo. Da poco lavorava lì anche la moglie di Teo, Nunzia.

Quella fredda sera d'inverno però successe qualcosa di insolito.

Un gruppo formato da sette uomini, tutti vestiti di bianco stavano parlando tra di loro in una delle piccole sezioni del bar. Quando Nunzia portò loro da bere sentì dire da uno di loro qualcosa di strano.

- Signor Delirius, io sono pienamente d'accordo con lei, ma credo che lei abbia sottovalutato questa persona. Dobbiamo tener conto che possiede un patrimonio immenso e certamente paga qualcuno per proteggerla. Non credo sia stupida, anch'io se fossi al posto suo lo farei.

L'uomo che aveva appena parlato aveva una voce squillante. Nunzia non poté guardarlo perché era seduto in un angolo buio. Incuriosita, continuò ad ascoltare, questa volta parlò un uomo molto alto con un bel cappello bianco.

-Lei ha pienamente ragione signor Farrow, ma io o forse dovrei dire noi, abbiamo tanti collaboratori nel nostro club. Inoltre credo che questo non sia il posto adatto per parlare di qualcosa di così importante, perché vede purtroppo la gente ha il brutto vizio di ficcare il naso ovunque.

S'interruppe un attimo e aggiunse - Agianski fa accomodare la signorina prego! -

Agianski lo guardò stupito perché non vedeva nessuno oltre al suo gruppo. Allora il signor Delarius ripeté - Su stupido scimmione va verso la porta e ti accorgerai che una bella signorina sta orecchiando. Purtroppo nel mondo ci sono solo uomini grossi ma con pochissimo cervello.- disse riferendosi agli altri uomini presenti che presero subito a ridere.

Nunzia capì che era stata scoperta e fece per andarsene ma venne presa di spalle e sollevata di peso da un uomo molto robusto alto quasi due metri. Con una voce profonda e con un forte accento russo disse spavaldo : - Ah! Ma che abbiamo qui - sorrise alla ragazza e lei si accorse che gli mancavano tre denti. Il gigante aggiunse, sempre con il suo ghigno in faccia - Ecco, signore la nostra ficcanaso, vuole che le dia una bella lezione ? -

L 'uomo che aveva parlato prima e che evidentemente era il capo disse - No Agianski non ti hanno insegnato le buone maniere brutto scimmione ? - Agianski guardò male il suo cape ma strinse i denti e cercò di ignorarlo.

Delarius aveva notato la reazione di Agianski ma fece finta di niente. Intanto Agianski prese una sedia e fece accomodare Nunzia.

Il primo a parlare fu Delarius : - Adesso se non le dispiace ci potrebbe spiegare il motivo per cui ci ha disturbato?

Dal tono sembrava una buona persona ma i suoi occhi erano malvagi.

Nunzia non sapeva cosa dire, ma alla fine si fece coraggio e parlò - Ehm... io stavo solo portando da bere a voi, signori.

- Su, su non abbia paura, è da quando si è appoggiata per sentire, che la stavo guardando e sicuramente non stava solo per portarci da bere. Quell'uomo sembrava avere occhi dappertutto. Nunzia fece scena muta. Aveva molta paura, non si era mai sentita così in tutta la sua vita. Per un lunghissimo minuto che sembrava durare un eternità, Nunzia non parlò. Quindi Delarius disse. - Agianski porta la signorina fuori di qui , immediatamente.

Agianski prese Nunzia per un braccio, col suo solito modo rude. Proprio mente Nunzia stava per uscire Delarius aggiunse :- E guai a te se ti fai rivedere, ci siamo capiti ? - adesso il suo tono era cambiato notevolmente.

Con voce tremante Nunzia rispose :- Si certo scusi, signore.

Con un cenno indicò ad Agianski la porta e lui la portò fuori. Appena la vide uscire Teo le chiese :- Ma perché ci hai messo così tanto, è successo forse qualcosa?-

- No, no niente di strano stai tranquillo.- Nunzia sorrise per cercare di nascondere le sue vere emozioni. In realtà quegli uomini le erano sembrati i più strani che avesse mai visto e provava una grande paura. Però alla fine decise che sarebbe stato meglio dimenticare quel brutto episodio e quei brutti tipi. Non voleva creare dei problemi ai suoi suoceri anche perché era stata appena assunta.

"Botte di Veleno" era una persona davvero instancabile ma con l'età, anche spostare degli oggetti abbastanza grandi era diventato molto difficile. Sua moglie Maria, lo aiutava ma non poteva fare granché perché era anche lei piuttosto vecchia.

Il locale era grande e serviva moltissimi clienti, a volte si creava anche una lunga fila, ma con i pochi soldi che avevano non potevano permettersi dei camerieri.

Dopo poco tempo il gruppo guidato da Delarius se ne andò. Nunzia non poté far altro che ripensare a quello che aveva sentito dire riguardo a una signora ricca. Così chiese a Mario: - Mario, ma chi erano quei signori, vestiti di bianco che se ne sono andati poco fa? - Sono cose che non ti riguardano e sono anche troppo complicate. Inoltre non devo dare spiegazioni a nessuno di chi viene nel mio bar. Tu piuttosto sta attenta a non ficcare il naso dove non ti conviene. Dunque Mario conosceva quelle persone. A Nunzia la cosa sembrò molto strana, era, più o meno, la stessa cosa che le aveva detto Delarius. Comunque decise di non fare più domande. A lei parve che parlare dei suoi clienti, rendesse " Botte di Veleno" molto scorbutico. Non poté far a meno di chiedersi il perché. Uno dei pregi, che però a volte diventavano difetti, di Nunzia era il fatto che qualche volta diventava molto curiosa e alla fine riusciva sempre a saper tutto. Arrivata la sera, quando il locale doveva chiudere, siccome non c'erano quasi nessuno Nunzia chiese a Teo

- Ma tu sai qual cosa riguardo ai clienti di tuo padre? Te ne avrà certamente parlato - No papà non parla dei suoi clienti. Lui conosce più o meno tutti qui. Alcuni dicono persino che, una parte dei suoi clienti siano dei pregiudicati e purtroppo arrivano a giudicare male Mario. Questo però non è affatto vero. Nunzia annuì ma non disse niente e se ne andò.

Il giorno dopo, quando Mario aprì il suo bar si ritrovò davanti ai suoi occhi uno scenario spaventoso. Le bottiglie di vino e di birra erano tutte spaccate, sul pavimento erano sparsi moltissimi cocci. Il pavimento aveva assunto un color terra mischiato al rossiccio delle bottiglie di vino. Il locale era tutto sottosopra: i tavoli erano spezzati, per terra c'erano pezzi di legno e il bancone dove Mario serviva i suoi clienti era stato rovesciato e fatto letteralmente a pezzi.

Mario nonostante il suo aspetto rozzo si mise quasi a piangere perché la sua condizione economica dipendeva dal suo amatissimo locale. Quando si calmò, ripensò agli sforzi che aveva fatto per mandare quel bar ereditato dal padre morto di cancro ai reni ben cinquant'anni fa. Rivide davanti ai suoi occhi gli ultimi vent'anni della sua vita: nell'ultimo biennio il locale era diventato sempre più famoso, grande e bello. Mario ne era molto soddisfatto.

Alle sei e mezza del mattino chiamò, preoccupato e un po' triste, suo figlio Teo, per dargli la brutta notizia. Digitò il numero del cellulare ben tre volte. Continuava a sbagliare perché le dita gli tremavano; ma alla fine lo azzeccò.

Teo stava ancora dormendo quando lo squillo del suo telefono lo svegliò.

- Ma chi sarà a quest'ora?- si chiese perplesso- Oh no, è papà, sarà successo qualcosa! - esclamo con voce convinta, ma allo stesso tempo era anche molto preoccupato. Prese i vestiti, andò in soggiorno e si vesti lì per non disturbarla.

Tutti i suoi sforzi però furono inutili. Proprio mentre stava per prendere le sue scarpe, il suo mignolo sinistro andò a sbattere contro un comodino posto in corridoio. Un dolore fastidiosissimo gli attraversò tutto il corpo, dalla testa ai piedi. Si mise ad urlare e ad imprecare. Finì così per svegliare sua moglie.

- Ma cosa succede? Che ore sono? Ehy Teo che ci fai sveglio torna a letto, saranno al massimo le sei.

- Non posso, mi ha appena chiamato papà ma non so cos'è successo. Non ti preoccupare, torna a dormire.

- No, io adesso vengo con te. Non voglio stare in ansia.

- Va bene ma devi essere veloce.

Mentre Nunzia si stava vestendo, Teo chiamò suo padre che gli spiegò cosa era successo. Teo notò nella sua voce una nota di tristezza e preoccupazione, ma non disse niente. Sapeva che suo padre voleva sembrare a tutti i costi un duro.

- Mi hanno distrutto il bar- disse tra i singhiozzi- Sta mattina, quando ho aperto, ho trovato tutto sottosopra. Le bottiglie erano distrutte e i tavoli spaccati in due. Non ho voluto dire niente a Maria per non farla stare male.

- Questa proprio non ci voleva, mi domando chi possa essere stato a commettere questa vile azione. Ok veniamo subito, viene anche Nunzia.

A sua volta Teo spiegò tutto a Nunzia. Lei appena saputa la notizia, pensò subito a quell'uomo malvagio. Ma ancora non capiva il perché di quest'atto.

Teo prese le chiavi dell'auto e scese velocemente le scale con Nunzia.

Abitavano a due isolati di distanza dal bar. In pochi minuti arrivarono lì e trovarono Mario distrutto che cercava di capire la causa di tutta quell'orrore.

Camminava avanti e indietro. Era evidentemente in stato di agitazione e sudava come un matto.

- Ma papà ma chi può essere stato così disonesto e crudele da fare quest'azione?

- Non ne ho la più pallida idea. Sai bene che noi non abbiamo nessun "nemico" che ci possa aver fatto questo. - poi chiese in tono molto più scorbutico e secco: - Perché hai portato qui anche Nunzia. Non sono affari che la riguardano. Vorrei parlare con te in privato quindi dille di andarsene.

Nunzia non disse una parola e girò immediatamente i tacchi. Teo e suo padre entrarono nel locale, facendosi largo tra le macerie. Almeno in quel luogo potevano parlare lontano da occhi indiscreti.

- Senti figliolo, voglio subito dirti che tra i miei clienti non c'è nessun malintenzionato- esordì Mario

- Di questo ne sono sicuro, ma allora come te lo spieghi l'incidente di oggi? - in quel che aveva detto, c'era una parte di menzogna. Teo infatti dubitava fortemente di suo padre perché era diventato famoso appunto grazie ai suoi affari loschi commessi in passato con criminali di un certo spessore. Teo non ne aveva mai avuto la certezza ma siccome tutti dicevano così anche lui ci credeva.

Mentre i due uomini discutevano e ragionavano sulle possibili cause dell'incidente, Nunzia lasciata sola in disparte perché Mario pensava che non potesse sapere in alcun modo come potesse essere successo, era sempre più convinta che a commettere quell'incidente fossero stati gli uomini che aveva incontrato il giorno prima.

Nunzia si avvicinò cautamente e all'improvviso disse: - Ho la certezza di sapere il colpevole di questo disastro. Adesso se avrete un po' di pazienza vi racconto cos'è successo un giorno fa mentre stavo servendo i clienti.

Però Mario non la fece continuare e con il suo solito tono burbero aggiunse : - No, è impossibile, tu non conosci nessuno qui e poi come fai a essere così sicura di te? Centri forse tu in tutto questo?- la squadrò con i suoi occhietti maligni e con il suo sguardo minaccioso. I due non si erano mai piaciuti. Litigavano spesso. Mario la accusava di essere solo un'estranea e di avergli "rubato" il figlio. Nonostante ciò Teo gli dava torto. Nunzia in quel momento non sapeva se parlare oppure stare zitta. Alla fine optò per la prima opzione. Venne però anticipata da Teo. Lei lo lasciò parlare senza interromperlo. - Non penso che tu abbia ragione, sentiamo prima cos'ha da dire

disse Teo sorridendo a Nunzia.

Dopo che Teo fini lei parlò: - Dunque io penso che gli autori di questo disastro siano stati degli uomini vestiti di bianco, che ho conosciuto purtroppo nel locale. Mi hanno minacciata e mi hanno detto di andarmene

- Allora ci sapresti spiegare il perché di questo incidente, presumo.- adesso Mario aveva assunto un espressione molto seria.

- Questo non lo so.- dichiarò semplicemente Nunzia

- Tu consci queste persone, ti sembrano famigliari?- chiese Teo a suo padre.

- So solo che il loro capo si fa chiamare Delarius e che spesso organizzano delle riunioni nella sala numero ventitré, quella in fondo accanto al retro. Mario indicò la sala - Però l'unica cosa che mi è parsa strana è che loro pretendono la segretezza. In cambio del silenzio offrono anche il doppio del dovuto.

Ci fu un lungo momento di silenzio che alla fine venne rotto da Mario che aggiunse:

- Ma comunque non ci resta che rimboccarci le maniche e rimettere tutto a posto

Dopo circa tre ore dall'accaduto anche Maria venne al corrente dei fatti e fu profondamente dispiaciuta per suo marito.

   
 
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