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Autore: Nyssa    24/11/2008    11 recensioni
Sequel de: Le Relazioni Pericolose
Sono passati circa diciotto anni da quando abbiamo lasciati Harry, Draco, Hermione e tutti gli altri e molte cose sono cambiate nel frattempo.
Adesso sono i loro figli a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria, divenuta stranamente tranquilla; ma non tutto è come sembra perchè misteri e fantasmi del passato stanno tramando nell'ombra e Hogwarts potrebbe non essere il posto apparentemente pacifico che sembra.
E i nostri nuovi protagonisti, la new generation, affascinati dai misteri come lo erano stati i loro genitori, chiaramente non intendono lasciarsi sfuggire l'occasione di vivere qualche avventura tra le antiche mura della scuola e rompere così la noiosa routine di tutti i giorni!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Tom O. Riddle | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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-          Abbiamo finito più tardi del previsto – commentò la bionda assieme agli altri tre membri del trio maschile più bello della scuola – sono quasi le undici…

Kitt parve tornare alla realtà tutto d’un colpo, sollevò la manica del costume da Peter Pan e guardò l’orologio dal quale, come Gardis, si era rifiutato di separarsi; a denti stretti si lasciò sfuggire un’imprecazione

-          Devo andare – commentò stringato, prese da un suo compagno i vestiti che gli stava porgendo e scomparve oltre le scale

-          Dove va? – chiese il biondo primogenito dei Malfoy studiando il passo agitato del suo amico e lo sguardo della sorella che lo seguiva un poco in ansia; lei abbassò le iridi di colori differenti e sorrise a Leonard

-          A incontrare Rago – rispose brevemente

-          È questa sera? – fu la nuova domanda dello Slytherin, in risposta ottenne un assenso – sei agitata?

-          Non molto – confessò la bionda. Fece una pausa piuttosto lunga, ma suo fratello seppe che doveva dire ancora qualcosa

-          Senti, Leonard – cominciò con lentezza – a te non sembra che… Kitt… e Seraphin… si somiglino molto?

Il sopracciglio biondo di lui si sollevò mentre, rimettendosi in piedi, andava a studiare il cosiddetto “fratellone” da uno spiraglio nel sipario, Fin era proprio in posizione propizia e, in effetti, i tratti in comune non mancavano

-          Sì, è vero – rispose il vampiro

-          Più di quanto dovrebbe essere lecito… - ovviamente lui si astenne dal dirle che Christopher aveva una sorella bastarda di cui lei ignorava l’esistenza; se lei doveva saperlo, l’avrebbe fatto per conto suo, non certo perché lui avrebbe fatto a spia, dopotutto erano affari di quei due. Quindi era possibilissimo che non fosse il suo unico segreto…

-          Si chiamano tutti e due Black – lasciò cadere con noncuranza; ora che ci pensava la somiglianza era molto più che lampante: che cosa li legava davvero? Cominciava a capire quale fosse la pulce nell’orecchio di sua sorella. E Izayoi era legata a Seraphin? E Lachlan? Quante domande, ci scommetteva che lei era da un po’ che se le poneva.

Avrebbe voluto che lui fosse una persona un po’ più ordinaria.

Poteva sembrarlo, ma era quanto di meno comune si trovasse in giro.

Solo che se lo fosse stato lei non se ne sarebbe mai innamorata e che Gardis fosse innamorata era evidente.

Ma lui lo era? Qualcosa gli faceva dire di sì: l’esperienza? Forse… ma era un bravo lettore di persone. Avrebbe dovuto chiede a Izayoi di leggere nella mente di Chris.

Che razza di pasticcio… eppoi perché lui non voleva dirle di avere una sorella illegittima? Non era una cosa così grave e Gardis avrebbe capito.

Certo, stupidi come erano quei due potevano perfino credere che nessuno dei due fosse innamorato. Anzi, quasi quasi ci avrebbe fatto una scommessa con Rudiger.

-          Lui però non ha parentele con noi – la voce sottile della Gryffindor lo riportò con i piedi per terra – dice di venire dall’Ungheria e di non avere molti parenti. Abbiamo anche provato a tirare giù un suo albero…

Il biondo sospirò disperato, conosceva bene la passione di sua sorella per le genealogie.

-          Non è uscito fuori niente – aggiunse con aria grave. Lui se lo aspettava, soprattutto sapendo che non le aveva neppure parlato dei parenti molto prossimi come una ipotetica sorella, figuriamoci se aveva tirato fuori dall’armadio la montagna di scheletri che ci aveva ammonticchiati, aveva il sentore che fossero parecchi. E puzzassero di marcio.

-          È evidente – lei lo fissò un attimo, poi annuì. Anche per loro sarebbe stata la stessa cosa. La loro parentela era sterminata, ma i segreti erano panni che si lavavano in casa propria perché spesso erano macchiati di sangue.

-          Ho chiesto a Lillis di portarmi il libro della parentela dei Black – confessò al fratello, lui si lasciò sfuggire un suono piuttosto sprezzante

-          Ecco cosa avevate da confabulare così fitto

-          Verrò a capo di questa faccenda. Voglio giudicare da sola se è vero quello che lui dice

-          E cosa dice?

-          Ogni tanto si lascia sfuggire un messaggio subliminale che sottintende “Stai attenta, sono pericoloso”

-          Ohhnon sarà che leggi troppe stupidaggini? L’ultima volta te ne sei uscita con quelle cretinate sul sesso che guarda, in tanti anni io…

-          Taci fratellino! Qui la cosa è diversa

-          Fai come vuoi, ma usagli rispetto.

-          Come sempre

Non gli piaceva, se Gardis aveva sentore di misteri, quelli c’erano ed erano anche prossimi alla loro fine.

-          Senti un po’, Gardis, ma tu sei innamorata di lui?

Due occhi sgranati si fissarono nelle iridi color caramello del Caposcuola verde-argento. Era una domanda retorica. Lui lo sapeva e lei sapeva che lui sapeva.

-          Sai già la risposta – bofonchiò, comunque in imbarazzo; lei e Leonard non erano mai stati tipi da confidenze intime sui problemi di cuore.

-          Adesso dove vai? – un sorriso bieco le si dipinse sulle labbra

-          È scortese fare aspettare le persone…

-          Non fare pazzie

-          Non rubarmi le battute – e con una linguaccia raccolse il vestito da ballo che Hestia le aveva portato per cambiarsi e scomparve a sua volta in direzione del corridoio liquidando la richiesta di un colloquio dell’amica con un “dopo, quando siamo alla festa”.

 

*          *          *

 

-          Guarda guarda chi si vede… - levandosi una maschera bianca e nera dal volto la Regina dei Demoni, sommariamente abbigliata in uno strano vestito di pizzo nero decisamente troppo trasparente sorrise al malcapitato ragazzo a cui era toccato il destino di Byakko – è stato uno spettacolo interessante – aggiunse

-          L’hai visto?

-         

-          Dal pubblico o dal palco?

Silenzio.

-          Sei in ritardo – le fece notare lui, inseparabile dal suo orologio anche con l’abito confezionato stile primi dell’800

-          Una donna deve farsi sempre aspettare – commentò lei accavallando le gambe, lui guardò da un’altra parte finchè non ebbe finito di sistemarsi, lo spacco nell’abito lasciava chiaramente intendere che non portava biancheria, per chi non se ne fosse ancora accorto.

-          Raccontami la storia

-          Immagino che sia troppo sperare che tu sia venuto per me

-          La storia

-          Già… un po’ capisco la tua amica, se la tratti a questo modo c’è ben poco per cui volerti bene

-          Lasciala fuori, sono cose tra noi

-          Galante e gentile… perfino quell’idiota di Malter sapeva fare di meglio

-          Signora Regina dei Demoni…

-          D’accordo d’accordo… Così vuoi sapere come sono andate veramente le cose? – gli occhi della grande regina erano velati di lacrime nonostante il suo tono fosse ironico e tagliente, le lacrime però le rendevano un’immagine quasi materna nei

Rago prese fiato, era strano che fosse proprio lei a raccontare quella storia dopo che, per generazioni, essa era stata tramandata al Byakko dal proprio predecessore. Beh, c’è una prima volta per tutto.

Christopher annuì serio

-          E’ un ricordo che porta dolore visto che né io né te esistiamo per quello che eravamo un tempo… dammi la mano, giovane Byakko

 

Il moro allungò il braccio destro verso di lei, lei lo strinse con il sinistro mentre il dito indice e medio dell’altra mano sfioravano appena la fronte: nella sua mente, prima vuota, si formò un’immagine nitidissima di un giovane uomo dalla pelle chiara, indossava una tunica scura orlata d’oro e al fianco pendeva una spada d’argento con l’impugnatura a forma di dragone che sormontava una falce di luna; quando questi voltò la testa verso di lui, Chris ne distinse i lineamenti del viso, del tutto simili ai propri, aveva gli occhi blu e i capelli bianchissimi, albini come quelli di Rago.

Il suo nome era Dresda annunciò una voce esterna ed era il Quarto Principe degli Arcimaghi: la gente si riferiva a lui come BYAKKO, ovvero Colui che può uccidere un immortale terminò con tono narrativo.

 

-          Aveva i capelli bianchi – commentò il Ravenclaw

-          Tutti noi li avevamo – rispose la regina – era una nostra caratteristica

 

Vivevamo in una pianura alle pendici di un vulcano, eravamo quattro specie diverse originate da uno stesso antenato comune, per questo avevamo i capelli bianchi… tutti.

 

-          Che cos’erano queste specie? – indagò lui

 

Noi le chiamavamo Stirpi ed erano i Demoni, i Vampiri, gli Arcimaghi e i Licantropi. È per questo che i vampiri, dopo molto tempo della loro vita, cambiano il colore dei capelli che diventa chiaro. Ed è per questo motivo che i vampiri purosangue vengono detti di Stirpe.

Ciascuna viveva per conto suo, avevamo governi e re differenti, tutte e quattro eravamo rette dalla monarchia.

Benchè erroneamente si creda il contrario, nessuno è immortale, gli stessi demoni di cui tanto si parla erano mortali come gli altri. Il disguido è nato quando siamo nati sia io che Byakko.

La particolarità delle nostre Stirpi era legata al sangue e ai figli; nel caso il matrimonio fosse misto il bambino nasceva con le caratteristiche della Stirpe del genitore con il potere magico più forte al momento dell’unione. Ciò causò molti problemi, alla famiglia del Byakko e alla mia.

 

Dresda infatti aveva sangue misto perché le quattro case reali si sposavano spesso tra loro, lui però possedeva le qualità di due specie insieme: Arcimaghi e Demoni era una cosa mai vista, evidenziata dal fatto che tu fossi l’unico Arcimago con gli occhi blu, caratteristica tipica dei demoni: non si era mai avuto un Arcimago con gli occhi di quel colore, solo noi demoni lo possedevamo. La cosa non faceva granchè differenza, visto che tra noi ci eravamo sempre ammazzati, ma il problema sorse quando nacqui anche io: lo stesso suo giorno.

 

Mio padre, re prima di me, era intrappolato in un matrimonio senza amore con una cugina che, tuttavia, si era rivelata sterile.

Lui la tradì molte volte, ma solo due di queste ebbero conseguenze gravi: la prima fu quando nacque mio fratello e la seconda quando venni al mondo io.

Mio fratello si chiamava Lark, era nato da una relazione tra mio padre e la Regina dei Vampiri, Theanu, era un vampiro ed era destinato a salire al trono dopo di lei. Anche io ero figlia di Theanu, ma nacqui demone e divenni l’erede al trono di mio padre, Sohryu era il mio onorifico, la regina.

Ciò che venne alla luce fu che, con il continuo rimescolio di sangue tra le diverse stirpi, il mio era diventato come quello del nostro antenato comune, in pratica non potevo essere uccisa da nessuno di noi, come scoprii più tardi, solo dal Byakko che aveva sangue misto.

Non ti ricorda qualcosa di più vicino a te? Purosangue e Mezzosangue? L’uno è la rovina dell’altro. Io avevo il sangue puro, ma, a dispetto di ciò, un mezzosangue poteva uccidermi: eravamo gli unici casi simili della storia. Ma profetizzati dalla leggenda.

 

Ma torniamo alla narrazione…

A quel tempo la situazione era pacifica, l’unica tensione era al nostro palazzo dove la mia matrigna, la regina consorte, aveva sotto gli occhi la prova stessa dell’infedeltà del marito e della sua inettitudine come sposa e quella prova sarebbe salita al trono che bramava. Inutile dire che mi odiasse.

 

Io e te ci incontrammo una volta per caso quando io ero ancora una principessa e tu eri venuto a palazzo assieme a tuo padre e ad una delegazione di Arcimaghi; non sapevo che proprio tu fossi il Byakko, colui che poteva uccidermi, era un’informazione strettamente riservata, esattamente come il fatto che io non potessi morire per mano di qualsiasi altra persona. Tu però lo sapevi eccome.

Il tuo carattere era, allo stesso tempo, simile e diverso a quello di adesso, simile perché, come allora, non sapevi come comportarti con me, diverso invece perché il tuo modo di trattare le persone era molto differente, eri spavaldo e malizioso e forse lo sei ancora, semplicemente lo nascondi meglio.

Rimanesti diversi mesi a palazzo, inutile dire che, nonostante tutto, finimmo per innamorarci.

Una volta, molto tempo dopo, mi dicesti che tu eri innamorato dell’unica persona di cui non avresti dovuto e io stessa persi la testa per l’unico che potesse uccidermi.

Ma non ho rimpianti sul passato, sui baci che ci siamo scambiati, sulle risate, sul nostro affetto. Amare non è mai sbagliato.

 

L’evento scatenante dell’Apocalisse, però, fu tuo fratello maggiore Malter, il Secondo Principe; egli si era innamorato di una umana che viveva al di fuori della nostra pianura, un misero essere senza magia.

Si decise di discutere del destino della coppia riunendo i quattro re senza contare che mio padre era appena morto e che i Demoni erano ancora in lutto. Il motivo principale era che Malter desiderava condurre con sé la sua sposa, ma questa rappresentava la cena per i tre quarti di noi… tutti a parte gli Arcidraghi eravamo affamati di carne, i vampiri e i licantropi ancora oggi, noi ci nutrivamo della loro energia, ma, essendo demoni, se perdevamo il controllo potevamo arrivare a cibarci della loro carne.

La mia matrigna mi tenne nascosta la seduta, sostenendo che era stata spostata per rispetto al defunto re; si presentò al mio posto e propose in mio nome la cacciata di tuo fratello, della sua sposa e del bambino che portava in grembo.

Ti ometto i dettagli che per te sono irrilevanti: si scatenò una guerra violentissima, la mia famiglia chiese l’aiuto dei vampiri in nome della parentela di sangue che ci legava e, anche se di malavoglia perché era tutta colpa della mia matrigna, Theanu fu costretta ad accordargliela.

Io conobbi la verità su quella riunione solo per bocca di mio fratello, allora tutto fu chiaro.

La regina consorte, ormai vedova consorte, fu condannata a morte, ma la guerra era ormai cominciata.

 

Il Concilio degli Arcimaghi fece la scelta più logica: decise di uccidere il leader avversario a qualunque costo e quel  costo era l’amore che legava me e Dresda, avvelenato da una guerra piena di odio che nessuno avrebbe voluto.

Pieno di rancore verso di me che dicevo di amare un mezzosangue unico nella storia,  ma che non ero stata in grado di comprendere l’amore di suo fratello per quell’umana, Dresda approvò il piano per uccidermi.

 

Fu in quegli anni terribili che nacquero le leggende sulla crudeltà dei demoni, in realtà eravamo un popolo molto forte che facilmente aveva il sopravvento ed eravamo determinati a sopravvivere per vedere nuovamente la pace.

È vero, noi ci nutriamo dell’energia degli altri esseri spesso conducendoli alla morte, ma come i vampiri sappiamo tenere a freno l’appetito, eppoi, non fanno forse così tutti gli esseri viventi?

Gli umani uccidono animali e vegetali per nutrirsi, perché dovrebbe essere diverso per noi, Stirpi della Pianura, che ci nutrivamo di esseri umani?

 

Ricordo quando tu venisti a me, più che determinato a porre fine alla mia vita. Solo il Byakko, come dice il suo nome, può uccidere quella particolare Sohryu, membro di sangue puro della famiglia reale dei demoni. Proprio tu, l’essere di cui ero innamorata avevi quella facoltà, rappresentavi il mio sogno e il mio incubo.

Ed io per te.

Perché nonostante l’odio, tu non volevi davvero uccidermi, così decidesti di prendere per buona una leggenda delle nostre parti secondo cui, mescolando il sangue del Byakko e della Sohryu, essi perderebbero ogni loro potere per sempre. A differenza dei nostri cugini vampiri, noi demoni possedevamo sangue.

Avremmo messo a repentaglio tutto ciò che sapevamo, conoscevamo e possedevamo per avere una vita insieme come poco più che semplici esseri umani che per un bel po’ avevamo disprezzato.

Ma almeno la guerra sarebbe finita.

 

Non ci fu però il tempo per tutto questo. Il vulcano sulle cui pendici sorgeva la nostra pianura si era riattivato a causa del grande potere magico sprigionatosi con l’infuriare della guerra.

Io e il Primo Principe, con l’intercessione di Dresda, stipulammo rapidamente un trattato di pace nella speranza di placare l’ira della natura, ma fu tutto inutile.

Allora decisi il da farsi: io e il mio popolo ci saremmo addormentati nel cono principale, in modo da placare la magia con quella del nostro sonno mentre le altre Stirpi si sarebbero disperse salvo poi ritrovarci, un giorno, nuovamente insieme per quietare il tutto.

Dresda non era d’accordo, ma era l’unico, eppoi c’erano troppe vite in palio, troppe erano tate spazzate via dalla mia stoltezza, da colei che viene celebrata come una Grande Regina.

Con uno stratagemma riuscii a distrarlo mentre accompagnavo la mia gente, poi, poco prima di addormentarmi a mia volta, affidai a Lark la mia anima, racchiusa in una sfera blu come gli occhi dei demoni, per tornare nel mondo molto presto al fianco del mio amato e per fare in modo che il mio popolo si risvegliasse.

 

Dresda però, folle per l’inganno e non a conoscenza della mia risoluzione e dell’Anime Azzurra, si ubriacò e mise incinta un’umana; il bambino che ella partorì è quello che voi chiamate “mago”, esattamente come i figli di Malter, ha pochi poteri rispetto a quello che potevamo fare noi e, in onestà, assomigliava poco a suo padre con quei capelli così scuri, ma aveva i suoi stessi occhi blu, gli occhi dei demoni che si erano estinti.

Oppresso dal suo tradimento nei miei confronti e ancora all’oscuro dell’Anima Azzurra, Dresda si scaraventò nel vulcano e morì tragicamente.

Quando nacque suo figlio, il Secondo Principe Malter lo prese con , sapendo che altri non era se non la reincarnazione del fratello.

Nonostante non possedesse i poteri da Arcimago del genitore, era comunque in grado di uccidere la Sohryu che sarebbe tornata, e qui ti lascio ai misteri della genetica.

Il Secondo Principe, però, che era fuggito ben prima del trattato di pace e della vera spiegazione dei fatti, istillò nel nipote il suo odio per la Regina dei Demoni. Quel bambino mi odiò fin dalla culla, ignorando che sarei potuta essere sua madre.

 

Da lui, a cui venne fatta sposare la primogenita di Malter, nacque la famiglia Black, un gioco di parole tra l’anagramma di Byakko e Black come il colore dei suoi capelli.

Dal primo figlio maschio del Secondo Principe, invece, nacque la famiglia Malfoy, che significa “malafede” ma anche “senza fiducia”, come Malter che non ne possedeva in me. Ironicamente sono stata proprio io ad appioppare loro quel cognome divertente diverso tempo dopo.

 

Quando tornai sulla terra, molto dopo, appresi tutto questo, ma ormai l’Anima Azzurra era stata creata e finchè il Byakko non avesse amato nuovamente la Sohryu, io sarei stata costretta a tornare e tornare ancora.

E nel sangue di ogni Byakko, di quelli che mi uccisero e di quelli che uccisi, scorre quello del mio amato Dresda che vive in loro come io abito il corpo che ingerisce e custodisce la mia anima dannata.

 

-          E’ una storia molto triste – ammise lui

-          Lo è – confermò lei

-          E fa riflettere su cosa sia l’amore e quanto dolore possa provocare. Tu e Dresda vi siete amati

-         

-          E il vostro amore è andato oltre le avversità… all’inizio avevo pensato di amarti, lo confesso. Se non puoi morire che per mano mia, saresti la moglie ideale per la vita che dovrò condurre

-          È così pericolosa?

-          Lo è. Ma… forse tu te ne sarai accorta, io sono innamorato di una ragazza

-          Sì, lo sapevo dal primo momento che ti ho visto

-          È più forte di me, non riesco a levarmela dalla testa – ammise mettendosi le mani nei capelli come se ciò lo rendesse pazzo – è sempre nei miei pensieri e, Qualcuno mi perdoni, ho addirittura sperato di trascorrere l’intera vita MORTALE con lei…

-          È una cosa grave? – Rago non ne sembrava convinta

-          Moltissimo

-          Anche che il Byakko e la Sohryu si amassero, ma è successo lo stesso nonostante fosse… “sbagliato”? – non pareva soddisfatta del termine

-          Però avete sofferto entrambi e moltissimo e le conseguenze sono state gravissime. Io non voglio che lei soffra per colpa mia o addirittura che rischi la vita

-          Anche io avevo scelto di andarmene e ritornare in un altro momento per non far soffrire Dresda in modo che potessimo rivederci, ma le cose sono andate diversamente. Ciò che tu credi giusto o doloroso non è uguale è quel che è per lei… soprattutto se si è innamorati

-          Gardis non è innamorata di me! – quasi urlò lui

-          Gardis? – chiese la donna alzano un sopracciglio cesellato

-          È il suo nome

-          E tu, che ti metti contro di me per lei non hai il coraggio di combattere per ottenere il suo amore?! Lasciatelo dire, Byakko, sei caduto in basso… avevi ragazze, demoni, vampiri, arcimaghe, che ti uscivano dalle tasche!

-          Penso che qualunque persona dovrebbe vivere felice – rispose con filosofia, dimostrando più anni della sua età e, contemporaneamente un certo senso infantile, ma ignorando la sottile allusione del demone

-          La vita senza amore non è felice – ribattè lei, che poteva combattere la filosofia con l’esperienza

-          Ma almeno sei vivo!

-          È come essere morto. È come me, non esiste che un’ombra che cerca invano

-          Mi dispiace, è colpa mia… dovrei amarti perché così è giusto, perché dopo molto tempo di odio le cose sono cambiate e tu avresti finalmente la tua pace, ma non ci riesco. Non riesco a smettere di amare lei, anche senza amare un’altra. E ci ho provato, credimi. Mi dispiace, sbaglio sempre…

-          Chissà… - disse Rago mettendogli una mano sulla testa. A differenza del bacio della volta scorsa, questo era un gesto più fraterno che da amante

-          Non la ucciderai, vero? – domandò il moro, apprensivo

-          Chi?

-          Gardis

-          No, non lo farò. Rispetto il tuo amore e la tua decisione più di quella di molti che ti hanno preceduto e hanno ucciso me solo perché hanno insegnato loro così. Però non approvo il modo in cui lo vivi, sappilo! Prendi esempio dalla storia che hai dimenticato. Io non ti porto rancore per amare un’umana, come non lo portavo a Malter che mi odiava.

-          Come mai? È come se Dresda amasse un’altra

Lei non rispose, tentata di dirgli che “Dresda amava solo lei”.

-          Cosa farai adesso?

-          Aspetterò

-          Chi e perché?

-          Magari il prossimo Black s’innamorerà di me… potrebbe essere tuo figlio o tuo nipote quindi vedi di sbrigarti. – fece una pausa, poi sorrise – sai cosa piace alle ragazze? – domandò con un sorriso malizioso

-          Che cosa?

-          Quando gli uomini fanno gli uomini e non le pecore – ribattè con tono tagliente – quando le cercano, le corteggiano, le baciano…

-          E allora?

-          Smettila di fare la pecora, Christopher Black, corri da lei, dalle un bacio e dille che l’ami. Il futuro lo si costruisce poco per volta… non fasciarti la testa troppo presto

-          Ma ci siamo già baciati! – protestò lui

-          Cosa, quel bacetto ridicolo sul palco? E tu quello lo chiami bacio? Dresda ti ucciderebbe…

Poi tacque e ghignò.

 

-          Ci rivedremo mai, Rago? – la interrogò

-          Probabile, io senz’altro tornerò. E insegna ai tuoi figli la vera storia, non quella distorta di Malter.

-          Mi dispiace di non essere stato io quello giusto, vorrei che questo amore non fosse mai nato perché fa soffrire te, mette in pericolo lei e fa sentire in colpa me.

-          Prendi esempio dai Black prima di te, tira fuori quel dannato coraggio e fai l’egoista per una volta!

-          Non è una bella cosa da dire…

-          Fidati, in questo caso è meglio di quel che pensi, ci sono cose che tu non sai, ma io vedo più avanti. Ti ho osservato molto in questi giorni e mi sono spesso chiesta come tu, così bravo ragazzo sempre attento a quello che fai, sia potuto nascere in una famiglia simile del tutto priva di onore

-          Me lo dice spesso anche lei…

-          Chi?

-          Gardis – ammise – è una Malfoy e conosce bene i Black – aggiunse a suo beneficio vedendo l’aria interrogativa della Regina dei Demoni

Rago ghignò ancora.

-          Era da tanto che non avevo più a che fare con un Malfoy, sono ancora così potenti?

-          Oh sì… e anche molto dispotici – confessò – aspetta, non vorrai ucciderla ora che ti ho detto questo, vero?

-          Questo non cambia le cose che ti ho detto prima, anche se…

-          Non la toccare – minacciò il ragazzo con un ringhio pericoloso – quello sarebbe l’unico caso in cui desidererei ucciderti

-          Allora ce l’hai un po’ di fegato in quel corpicino – mormorò la Sohryu compiaciuta – metti su un po’ di carne, ne hai troppo poca per farla felice – gli rivolse un’occhiata di superiorità notando la sua completamente dispersa – oh, non fare quella faccia – aggiunse poi a suo beneficio – sai a cosa mi riferisco – e gli strizzò l’occhio.

 

Ricordati, combatti sempre per ottenere l’amore della persona che ami.

 

E Rago scomparve.

Stranamente, agli occhi di Kitt, pareva soddisfatta di quel colloquio nonostante non avesse ottenuto ciò che voleva.

Disfaceva le sue esatte parole, lei che era innamorata del “Byakko” non aveva però combattuto per averlo, ma l’aveva lasciato ad un’altra. Bah…

 

Gardis, Gardis, Gardis… quella piccola strega lo rendeva davvero folle per minacciare di morte un demone solo per lei, che incantesimo gli aveva mai fatto?

Stava impazzendo e più Rago parlava, più si convinceva che poteva sperare di amarla. Follia!

Ma… se poteva uccidere un essere potente quanto un demone, doveva avere poteri diversi dalla norma, forse sarebbe stato in grado di proteggerla.

Ma come dirlo a LEI? Come spiegarle quello che era, la vera natura di se stesso, sua sorella, suo fratello, la sua famiglia… che incubo quella vita…

 

Si mise improvvisamente in piedi.

D’accordo: aveva deciso.

 

*          *          *

 

Molti piani più in basso, tre persone erano riunite sul terrazzo della Sala Grande adibita a salone da ballo.

Leonard, Ciel e Karen.

Il biondo chinò gli occhi, quasi colpevole, Ciel si morse il labbro, allungando un braccio candido verso la chioma dorata della sorella più piccola, questa però la scostò con un gesto isterico mostrando il viso pieno di lacrime, il trucco sbavato che rovinava la stoffa del vestito colando col nero sul merletto e sulla seta.

-          Ti odio, sorellina! – strillò fuori di sé – non voglio parlarti mai più

E si voltò, correndo con le mani sul volto per tutta la sala fino all’uscita, scomparendo oltre le scale dei piani alti.

 

-          Dov’è Gardis? – chiese il moro dei Potter sedendosi accanto alla sorella e servendosi di polpo marinato

-          E’ tornata poco fa dal cambiarsi e pare che ci siano stati dei casini, quindi ha tardato un po’ – la sua spiegazione poco dettagliata circa le coordinate geografiche della bionda non soddisfaceva Jack che sollecitò maggiori delucidazioni – sta parlando di Eva-qualcosa con uno dei ragazzi di Cantarena – rispose lei, sorseggiando sdegnosa  allo spettacolo di abbuffata di Jeff e Jack, l’aranciata: l’ultima sua esperienza con l’alcol, come ricordava spesso il rosso, era stata tragicomica.

-          Evangelion, Hestia, Evangelion – la corresse puntiglioso e con la bocca piena il cugino

-          Quello che è

-          Non quello che è! È un must! Rei Ayanami, Asuka Langley! Shinji Ikari! Non puoi non conoscerlo, è la psicanalisi pura

-          Ho chiuso con la psicanalisi da quando mi hanno detto che potrei essere innamorata di te – frecciatina allusiva

-          Ah sì? – ovviamente Jeffrey l’aveva colta al volo, Jack evidentemente no

 

Hestia vide sfrecciare di fronte a sé una persona mentre chiacchierava coi suoi “fratelli”, strabuzzò gli occhi un attimo riconoscendo la chioma a boccoli della sua amica Karen e, prima che riuscisse a riprendere contatto con la realtà udì un

-          Kareeeeennn!!! – gridato accanto a lei e suo fratello la inseguì a rotta di collo.

Sbattè ancora una volta le palpebre osservando stupita Jeff, accanto a lei, che era rimasto immobile col piatto di insalata di pollo sulle ginocchia.

-          Tu hai capito qualcosa? – gli chiese, questi scosse vigorosamente la testa

-          A parte che abbiamo trovato la principessina di Jack – annuì meccanicamente

-          Che cosa è successo? – Gardis, tutta trafelata li raggiunse alzandosi di un po’ la gonna – ho visto Karen scappare dalla sala, che le è accaduto?

-          Boh, però Jack le è andato dietro, dovremmo andare anche noi – fece notare scuotendo il tintinnante braccialetto con la stella, la luna e la saetta.

-          Hai ragione

-          No, ferme, vado… - Ciel le afferrò per una spalla e i suoi occhi azzurri erano un deterrente sufficiente. Hestia la fissò spaesata, Gardis immaginò che dovessero aver rivelato alla sorellina la verità della sua relazione con Leonard – rimanete alla festa, tu soprattutto, senza di te va tutto a rotoli, specie da quando è scomparso quello stupido Black… - si rivolse alla Malfoy che seppe di essere decisamente di troppo

-          Jeff, portala a ballare – ordinò Gardis all’amico d’infanzia alludendo a Hestia

-          Perché io? – un’occhiata e il rosso, seppur di malavoglia ma con un sorriso sgargiante, invitava la mora Potty1 ad un vorticoso giro di danze.

Con un sospiro esasperato il Prefetto dei grifoni si lasciò cadere sulla poltrona dove, fino a poco prima stava seduta l’altra sua migliore amica, quella che probabilmente non era alle prese con un pianto disperato.

Vide Rudiger scappare oltre la porta e affiancare Ciel, poi salire con lei.

Ancora un sospiro… troppe cose tutte insieme facevano male alla salute.

 

-          Posso sedermi? – una voce vellutata e melodiosa le fece girare di scatto il capo mettendo a fuoco la sagoma di un bel ragazzo sui diciotto anni accanto a lei nel costume dei cosacchi, a giudicare dall’accento e dalla presenza doveva trattarsi di uno di quei tipi di Drumstrang, com’è che si chiamavano? Margaretha qualcosa… ah, sì, Zeller… e…Andreevicqual’era il nome? Perché non lo rammentava? Un altro nome glielo levava dalla bocca…

-          Fjodor – si presentò lui

-          Ehm… Gardis

-          Posso sedermi?

-          Certo, scusa, che maleducata…

-          Mi sembri un po’ stanca – gli rivolse un sorriso compassionevole, come si vedeva che non era di Hogwarts

Quando lui si sedette lì accanto, però, avvertì un odore strano, forse era un profumo, una fragranza, qualcosa che la mise parecchio in allarme. Il ragazzo trangugiò dello champagne mentre lei lo fissava ammutolita: no, impossibile!

-          Ti va una passeggiata in giardino? Un po’ d’aria fresca potrebbe farti bene… hai un colorito strano…

Annuì quasi involontariamente, tremendamente insospettita.

Quel tipo non la convinceva, c’era qualcosa di strano e perché aveva stretto gli occhi a quel modo quando le aveva sottolineato il colorito poco salutare?

 

Gli concesse di prenderla a braccetto mentre uscivano.

 

Hestia, dal centro della pista da ballo, la vide allontanarsi per le scale del giardino

-          O Gardis ha deciso di mettere una pietra sul passato e dimenticarsi di Christopher oppure quel tipo vuole morire giovane – disse al suo cavaliere

-          Perdonami ma non regge il confronto con Chris – le disse il rosso legato da una sana rivalità e molto rispetto per il portiere dei Ravenclaw

-          Allora è solo uno con manie autolesioniste. Spero che sia Chris a ucciderlo. - desiderò

-          Sarà una malattia di famiglia – la fissò lui mentre lei arricciava la bocca, incerta su cosa rispondere – anche sua madre ha avuto una storia con uno di Drumstrang – le disse per spiegare – me lo ha detto la mamma, dice che era molto invidiosa al tempo

-          Ah sì?

-          Già… il professor Krum

-          Il professor KRUM?! – strillò Hestia a metà della sala mentre la musica si fermava e qualcuno la guardava spaesato. L’insegnante di Volo della scuola estera arrossì e tornò a concentrarsi al suo calice. Lei riprese a ballare come se niente fosse.

-          Questo fa le cose molto interessanti – aggiunse ancora Weasley

Lei implorò pietà.

 

*          *          *

 

Spazio autrice: ciao a tutti e ben ritrovati!!! Lo so, sono in ritardo di un giorno sulla consegna (fischietta come se fosse sempre stata puntualissima), ma questa volta non è colpa mia! C’era il sito in ristrutturazione, dovete credermi!

Ad ogni modo inizia la fase: “svela il mistero”, chi offre di più? Forse in questa storia mi sono lasciata un po’ trasportare, ogni tanto perfino io perdo il conto delle cose da dire, mi sa che devo cominciare a farmi una bella scaletta scritta perché quella mentale si volatilizza ogni volta che vado a nanna… eh, la vecchiaia, brutta cosa…

Scherzi a parte, vi avevo detto di tenere d’occhio gli studenti di Drumstrang, no? Tra un po’ scoprirete anche perché.

 

Dato che in molti mi hanno chiesto quanto verrà lunga la storia, rispondo qui per tutti, suppergiù credo che verranno una trentina di capitoli, o così vorrei, in modo che assomigli tanto alle Relazioni, poi non so, magari saranno ventinove e magari trentuno, ma il numero dovrebbe essere quello, quindi penso di dover rivedere il fatto che sarà finita prima di Natale, non credo, calcolando una media di un capitolo a settimana, o dicembre s’è inventato dei giorni nuovi oppure mi sa che finiremo un po’ più avanti  =^_^= chissà, forse riuscirò a finirla per l’anno nuovo, proprio come era successo per la “mamma”… però devo ancora vedere, sto ancora scrivendo e quindi non ho la certezza per quanto ne avrò ancora. Voi tenete per buono 30 chappy, che sarebbe anche il mio obiettivo, poi chissà…

 

Questo capitolo vede come protagonista Rago che, finalmente, dopo molto penare, specie da parte di Kitt, rivela finalmente la sua drammatica storia dei tempi andati.

Cosa mi piace del capitolo è proprio lei, descriverla nelle sue movenze è stato divertente perché chiaramente lei è cresciuta in una cultura differente e ha un modo di porsi agli altri guardandoli sempre dall’alto in basso, dopotutto era una Regina e venne celebrata come una “grande” (che dite, si nota troppo che adoro le grandi regine?)… però vi consiglio di dare una sbirciata tra i suoi gesti, Rago non la racconta giusta su una cosa e qui bisogna lavorarci su, se fosse tutto semplice come lo dice lei la fic potrebbe terminare dopodomani e non avrei da massacrarmi per scrivere gli ultimi capitoli che mi stanno letteralmente mandando in pappa il cervello (i finali sono sempre difficili, penso sempre che siano troppo scontati, quindi non me ne va mai bene uno, sono così rompiscatole…).

 

Beh, dopo questa lunghissima postfazione vi saluto, ci vediamo al prossimo capitolo e scusatemi davvero se non vi saluto tutti, ma la pausa pranzo è terminata… ciao! Nyssa

   
 
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