-
Abbiamo finito
più tardi del previsto – commentò la bionda assieme agli altri tre membri del
trio maschile più bello della scuola – sono quasi le undici…
Kitt parve tornare alla
realtà tutto d’un colpo, sollevò la manica del costume da Peter Pan e guardò l’orologio dal quale, come Gardis, si era
rifiutato di separarsi; a denti stretti si lasciò sfuggire un’imprecazione
-
Devo andare –
commentò stringato, prese da un suo compagno i vestiti che gli stava porgendo e scomparve oltre le scale
-
Dove va? – chiese
il biondo primogenito dei Malfoy studiando il passo agitato del suo amico e lo
sguardo della sorella che lo seguiva un poco in ansia; lei abbassò le iridi di colori differenti e sorrise a Leonard
-
A incontrare Rago – rispose brevemente
-
È questa sera? –
fu la nuova domanda dello Slytherin, in risposta ottenne un assenso – sei agitata?
-
Non molto –
confessò la bionda. Fece una pausa piuttosto lunga, ma suo fratello seppe che
doveva dire ancora qualcosa
-
Senti, Leonard –
cominciò con lentezza – a te non sembra che… Kitt… e Seraphin…
si somiglino molto?
Il sopracciglio biondo di
lui si sollevò mentre, rimettendosi in piedi, andava a studiare il cosiddetto
“fratellone” da uno spiraglio nel sipario, Fin era proprio in posizione
propizia e, in effetti, i tratti in comune non mancavano
-
Sì, è vero –
rispose il vampiro
-
Più di quanto
dovrebbe essere lecito… - ovviamente lui si astenne dal dirle che Christopher
aveva una sorella bastarda di cui lei ignorava l’esistenza; se lei doveva
saperlo, l’avrebbe fatto per conto suo, non certo perché lui avrebbe fatto a
spia, dopotutto erano affari di quei due. Quindi era
possibilissimo che non fosse il suo unico segreto…
-
Si chiamano tutti e due Black – lasciò cadere
con noncuranza; ora che ci pensava la somiglianza era molto più che lampante:
che cosa li legava davvero? Cominciava a capire quale fosse la pulce
nell’orecchio di sua sorella. E Izayoi era legata a Seraphin?
E Lachlan? Quante domande, ci scommetteva che lei era da un po’ che se le
poneva.
Avrebbe voluto che lui fosse
una persona un po’ più ordinaria.
Poteva sembrarlo, ma era
quanto di meno comune si trovasse in giro.
Solo che se lo fosse stato
lei non se ne sarebbe mai innamorata e che Gardis fosse innamorata era
evidente.
Ma lui lo era? Qualcosa gli faceva dire di sì: l’esperienza?
Forse… ma era un bravo lettore di persone. Avrebbe dovuto chiede a Izayoi di
leggere nella mente di Chris.
Che razza di pasticcio… eppoi perché lui non voleva dirle di avere una sorella
illegittima? Non era una cosa così grave e Gardis avrebbe capito.
Certo, stupidi come erano quei due potevano perfino credere che nessuno dei
due fosse innamorato. Anzi, quasi quasi ci avrebbe
fatto una scommessa con Rudiger.
-
Lui però non ha
parentele con noi – la voce sottile della Gryffindor
lo riportò con i piedi per terra – dice di venire dall’Ungheria e di non avere
molti parenti. Abbiamo anche provato a tirare giù un suo albero…
Il biondo sospirò
disperato, conosceva bene la passione di sua sorella per le genealogie.
-
Non è uscito fuori niente – aggiunse con aria grave. Lui se lo aspettava,
soprattutto sapendo che non le aveva neppure parlato dei parenti molto prossimi
come una ipotetica sorella, figuriamoci se aveva
tirato fuori dall’armadio la montagna di scheletri che ci aveva ammonticchiati,
aveva il sentore che fossero parecchi. E puzzassero di marcio.
-
È evidente – lei
lo fissò un attimo, poi annuì. Anche per loro sarebbe stata la stessa cosa. La
loro parentela era sterminata, ma i segreti erano panni che si lavavano in casa
propria perché spesso erano macchiati di sangue.
-
Ho chiesto a Lillis di portarmi il libro della parentela dei Black – confessò al fratello, lui si lasciò sfuggire un suono piuttosto sprezzante
-
Ecco cosa avevate
da confabulare così fitto
-
Verrò a capo di questa faccenda. Voglio giudicare da sola
se è vero quello che lui dice
-
E cosa dice?
-
Ogni tanto si
lascia sfuggire un messaggio subliminale che
sottintende “Stai attenta, sono pericoloso”
-
Ohh… non sarà che leggi troppe
stupidaggini? L’ultima volta te ne sei uscita con quelle cretinate sul sesso
che guarda, in tanti anni io…
-
Taci fratellino!
Qui la cosa è diversa
-
Fai come vuoi, ma
usagli rispetto.
-
Come sempre
Non gli piaceva, se Gardis
aveva sentore di misteri, quelli c’erano ed erano anche prossimi alla loro
fine.
-
Senti un po’, Gardis, ma tu sei innamorata di lui?
Due occhi sgranati si
fissarono nelle iridi color caramello del Caposcuola verde-argento. Era una
domanda retorica. Lui lo sapeva e lei sapeva che lui
sapeva.
-
Sai già la
risposta – bofonchiò, comunque in imbarazzo; lei e Leonard non erano mai stati
tipi da confidenze intime sui problemi di cuore.
-
Adesso dove vai?
– un sorriso bieco le si dipinse sulle labbra
-
È scortese fare
aspettare le persone…
-
Non fare pazzie
-
Non rubarmi le
battute – e con una linguaccia raccolse il vestito da ballo che Hestia le aveva portato per cambiarsi e scomparve a sua
volta in direzione del corridoio liquidando la richiesta di un colloquio
dell’amica con un “dopo, quando siamo alla festa”.
* * *
-
Guarda guarda chi si vede… - levandosi una maschera bianca e nera dal
volto
-
L’hai visto?
-
Sì
-
Dal pubblico o
dal palco?
Silenzio.
-
Sei in ritardo –
le fece notare lui, inseparabile dal suo orologio anche con l’abito
confezionato stile primi dell’800
-
Una donna deve
farsi sempre aspettare – commentò lei accavallando le gambe, lui guardò da
un’altra parte finchè non ebbe finito di sistemarsi,
lo spacco nell’abito lasciava chiaramente intendere che non portava biancheria,
per chi non se ne fosse ancora accorto.
-
Raccontami la
storia
-
Immagino che sia
troppo sperare che tu sia venuto per me
-
La storia
-
Già… un po’
capisco la tua amica, se la tratti a questo modo c’è
ben poco per cui volerti bene
-
Lasciala fuori,
sono cose tra noi
-
Galante e
gentile… perfino quell’idiota di Malter sapeva fare
di meglio
-
Signora Regina
dei Demoni…
-
D’accordo d’accordo… Così vuoi sapere come sono andate veramente le
cose? – gli occhi della grande regina erano velati di lacrime nonostante il suo
tono fosse ironico e tagliente, le lacrime però le
rendevano un’immagine quasi materna nei
Rago prese fiato, era strano che fosse proprio
lei a raccontare quella storia dopo che, per generazioni, essa era stata
tramandata al Byakko dal proprio predecessore. Beh,
c’è una prima volta per tutto.
Christopher annuì serio
-
E’ un ricordo che
porta dolore visto che né io né te esistiamo per
quello che eravamo un tempo… dammi la mano, giovane Byakko
Il moro allungò il braccio
destro verso di lei, lei lo strinse con il sinistro mentre il dito indice e
medio dell’altra mano sfioravano appena la fronte: nella sua mente, prima
vuota, si formò un’immagine nitidissima di un giovane uomo dalla pelle chiara,
indossava una tunica scura orlata d’oro e al fianco pendeva una spada d’argento
con l’impugnatura a forma di dragone che sormontava una falce di luna; quando
questi voltò la testa verso di lui, Chris ne distinse i lineamenti del viso,
del tutto simili ai propri, aveva gli occhi blu e i capelli bianchissimi,
albini come quelli di Rago.
Il suo nome era Dresda annunciò una voce esterna ed era il Quarto Principe degli Arcimaghi: la gente si riferiva a lui
come BYAKKO, ovvero Colui che può uccidere un
immortale terminò con tono narrativo.
-
Aveva i capelli
bianchi – commentò il Ravenclaw
-
Tutti noi li
avevamo – rispose la regina – era una nostra caratteristica
Vivevamo in una pianura alle pendici di un vulcano,
eravamo quattro specie diverse originate da uno stesso antenato comune, per
questo avevamo i capelli bianchi… tutti.
-
Che cos’erano
queste specie? – indagò lui
Noi le chiamavamo Stirpi ed erano i Demoni, i Vampiri,
gli Arcimaghi e i Licantropi. È per questo che i
vampiri, dopo molto tempo della loro vita, cambiano il colore dei capelli che
diventa chiaro. Ed è per questo motivo che i vampiri purosangue vengono detti di Stirpe.
Ciascuna viveva per conto suo, avevamo governi e re
differenti, tutte e quattro eravamo rette dalla monarchia.
Benchè erroneamente si creda il contrario,
nessuno è immortale, gli stessi demoni di cui tanto si parla erano mortali come
gli altri. Il disguido è nato quando siamo nati sia io che
Byakko.
La particolarità delle nostre Stirpi era legata al sangue
e ai figli; nel caso il matrimonio fosse misto il
bambino nasceva con le caratteristiche della Stirpe del genitore con il potere
magico più forte al momento dell’unione. Ciò causò molti problemi, alla
famiglia del Byakko e alla mia.
Dresda infatti aveva sangue misto
perché le quattro case reali si sposavano spesso tra loro, lui però possedeva
le qualità di due specie insieme: Arcimaghi e Demoni era una cosa mai vista,
evidenziata dal fatto che tu fossi l’unico Arcimago con gli occhi blu,
caratteristica tipica dei demoni: non si era mai avuto un Arcimago con gli
occhi di quel colore, solo noi demoni lo possedevamo. La cosa non faceva granchè differenza, visto che tra
noi ci eravamo sempre ammazzati, ma il problema sorse quando nacqui anche io:
lo stesso suo giorno.
Mio padre, re prima di me, era intrappolato in un
matrimonio senza amore con una cugina che, tuttavia, si era rivelata sterile.
Lui la tradì molte volte, ma solo due di queste ebbero
conseguenze gravi: la prima fu quando nacque mio fratello e la seconda quando
venni al mondo io.
Mio fratello si chiamava Lark,
era nato da una relazione tra mio padre e la Regina dei Vampiri, Theanu, era un vampiro ed era destinato a salire al trono
dopo di lei. Anche io ero figlia di Theanu, ma nacqui demone e divenni l’erede al trono di mio
padre, Sohryu era il mio onorifico, la regina.
Ciò che venne alla luce fu
che, con il continuo rimescolio di sangue tra le diverse stirpi, il mio era
diventato come quello del nostro antenato comune, in pratica non potevo essere
uccisa da nessuno di noi, come scoprii più tardi, solo dal Byakko
che aveva sangue misto.
Non ti ricorda qualcosa di più vicino a te? Purosangue
e Mezzosangue? L’uno è la rovina dell’altro. Io avevo il sangue puro, ma, a
dispetto di ciò, un mezzosangue poteva uccidermi: eravamo gli unici casi simili
della storia. Ma profetizzati dalla leggenda.
Ma torniamo alla narrazione…
A quel tempo la situazione era pacifica, l’unica
tensione era al nostro palazzo dove la mia matrigna,
la regina consorte, aveva sotto gli occhi la prova stessa dell’infedeltà del
marito e della sua inettitudine come sposa e quella prova sarebbe salita al trono
che bramava. Inutile dire che mi odiasse.
Io e te ci incontrammo una volta per caso
quando io ero ancora una principessa e tu eri venuto a palazzo assieme a tuo
padre e ad una delegazione di Arcimaghi; non sapevo che proprio tu fossi il Byakko, colui che poteva uccidermi, era un’informazione
strettamente riservata, esattamente come il fatto che io non potessi morire per
mano di qualsiasi altra persona. Tu però lo sapevi eccome.
Il tuo carattere era, allo stesso tempo, simile e
diverso a quello di adesso, simile perché, come allora, non sapevi come
comportarti con me, diverso invece perché il tuo modo di trattare le persone
era molto differente, eri spavaldo e malizioso e forse lo sei ancora,
semplicemente lo nascondi meglio.
Rimanesti diversi mesi a palazzo, inutile dire che,
nonostante tutto, finimmo per innamorarci.
Una volta, molto tempo dopo, mi dicesti che tu eri
innamorato dell’unica persona di cui non avresti dovuto e
io stessa persi la testa per l’unico che potesse uccidermi.
Ma non ho rimpianti sul
passato, sui baci che ci siamo scambiati, sulle risate, sul nostro affetto.
Amare non è mai sbagliato.
L’evento scatenante dell’Apocalisse, però, fu tuo
fratello maggiore Malter, il Secondo Principe; egli
si era innamorato di una umana che viveva al di fuori
della nostra pianura, un misero essere senza magia.
Si decise di discutere del destino della
coppia riunendo i quattro re senza contare che mio padre era appena morto e che
i Demoni erano ancora in lutto. Il motivo principale era che Malter desiderava condurre con sé la sua sposa, ma questa
rappresentava la cena per i tre quarti di noi… tutti a parte gli Arcidraghi
eravamo affamati di carne, i vampiri e i licantropi ancora oggi, noi ci
nutrivamo della loro energia, ma, essendo demoni, se perdevamo il controllo
potevamo arrivare a cibarci della loro carne.
La mia matrigna mi tenne nascosta la seduta, sostenendo
che era stata spostata per rispetto al defunto re; si presentò al mio posto e
propose in mio nome la cacciata di tuo fratello, della sua sposa e del bambino
che portava in grembo.
Ti ometto i dettagli che per te sono irrilevanti: si
scatenò una guerra violentissima, la mia famiglia chiese l’aiuto dei vampiri in
nome della parentela di sangue che ci legava e, anche
se di malavoglia perché era tutta colpa della mia matrigna, Theanu
fu costretta ad accordargliela.
Io conobbi la verità su quella riunione solo per bocca
di mio fratello, allora tutto fu chiaro.
La regina consorte, ormai vedova consorte,
fu condannata a morte, ma la guerra era ormai cominciata.
Il Concilio degli Arcimaghi fece la scelta più logica:
decise di uccidere il leader avversario a qualunque costo e quel costo era l’amore
che legava me e Dresda, avvelenato da una guerra piena di odio che nessuno
avrebbe voluto.
Pieno di rancore verso di me che dicevo di amare un
mezzosangue unico nella storia, ma che non ero stata in grado di
comprendere l’amore di suo fratello per quell’umana, Dresda approvò il piano
per uccidermi.
Fu in quegli anni terribili che nacquero le leggende sulla
crudeltà dei demoni, in realtà eravamo un popolo molto forte che facilmente
aveva il sopravvento ed eravamo determinati a sopravvivere per vedere
nuovamente la pace.
È vero, noi ci nutriamo dell’energia degli altri
esseri spesso conducendoli alla morte, ma come i vampiri sappiamo tenere a
freno l’appetito, eppoi, non fanno
forse così tutti gli esseri viventi?
Gli umani uccidono animali e vegetali per nutrirsi,
perché dovrebbe essere diverso per noi, Stirpi della Pianura, che ci nutrivamo
di esseri umani?
Ricordo quando tu venisti a me, più che determinato a
porre fine alla mia vita. Solo il Byakko, come dice
il suo nome, può uccidere quella particolare Sohryu,
membro di sangue puro della famiglia reale dei demoni.
Proprio tu, l’essere di cui ero innamorata avevi quella facoltà, rappresentavi
il mio sogno e il mio incubo.
Ed io per te.
Perché nonostante l’odio, tu non volevi davvero
uccidermi, così decidesti di prendere per buona una leggenda delle nostre parti
secondo cui, mescolando il sangue del Byakko e della Sohryu, essi perderebbero ogni loro potere per sempre. A
differenza dei nostri cugini vampiri, noi demoni possedevamo sangue.
Avremmo messo a repentaglio tutto ciò che sapevamo,
conoscevamo e possedevamo per avere una vita insieme come poco più che semplici
esseri umani che per un bel po’ avevamo disprezzato.
Ma almeno la guerra sarebbe finita.
Non ci fu però il tempo per tutto questo. Il vulcano
sulle cui pendici sorgeva la nostra pianura si era riattivato a causa del
grande potere magico sprigionatosi con l’infuriare della guerra.
Io e il Primo Principe, con l’intercessione di Dresda,
stipulammo rapidamente un trattato di pace nella speranza di placare l’ira
della natura, ma fu tutto inutile.
Allora decisi il da farsi: io e il mio popolo ci
saremmo addormentati nel cono principale, in modo da placare la magia con
quella del nostro sonno mentre le altre Stirpi si sarebbero disperse salvo poi
ritrovarci, un giorno, nuovamente insieme per quietare il tutto.
Dresda non era d’accordo, ma era l’unico, eppoi c’erano troppe vite in palio, troppe erano tate
spazzate via dalla mia stoltezza, da colei che viene
celebrata come una Grande Regina.
Con uno stratagemma riuscii a distrarlo mentre
accompagnavo la mia gente, poi, poco prima di addormentarmi a mia volta,
affidai a Lark la mia anima, racchiusa in una sfera
blu come gli occhi dei demoni, per tornare nel mondo molto presto al fianco del
mio amato e per fare in modo che il mio popolo si risvegliasse.
Dresda però, folle per l’inganno e non a conoscenza
della mia risoluzione e dell’Anime Azzurra, si ubriacò e mise incinta un’umana;
il bambino che ella partorì è quello che voi chiamate
“mago”, esattamente come i figli di Malter, ha pochi
poteri rispetto a quello che potevamo fare noi e, in onestà, assomigliava poco
a suo padre con quei capelli così scuri, ma aveva i suoi stessi occhi blu, gli
occhi dei demoni che si erano estinti.
Oppresso dal suo tradimento nei miei confronti e
ancora all’oscuro dell’Anima Azzurra, Dresda si scaraventò nel vulcano e morì
tragicamente.
Quando nacque suo figlio, il Secondo Principe Malter lo prese con sè, sapendo
che altri non era se non la reincarnazione del
fratello.
Nonostante non possedesse i poteri da Arcimago del
genitore, era comunque in grado di uccidere la Sohryu
che sarebbe tornata, e qui ti lascio ai misteri della genetica.
Il Secondo Principe, però, che era fuggito ben prima
del trattato di pace e della vera spiegazione dei fatti, istillò nel nipote il
suo odio per la Regina dei Demoni. Quel bambino mi odiò fin dalla culla,
ignorando che sarei potuta essere sua madre.
Da lui, a cui venne fatta
sposare la primogenita di Malter, nacque la famiglia Black, un gioco di parole tra l’anagramma di Byakko e Black come il colore dei
suoi capelli.
Dal primo figlio maschio del Secondo Principe, invece,
nacque la famiglia Malfoy, che significa “malafede” ma anche “senza fiducia”,
come Malter che non ne possedeva in me. Ironicamente
sono stata proprio io ad appioppare loro quel cognome divertente diverso tempo
dopo.
Quando tornai sulla terra, molto dopo, appresi tutto
questo, ma ormai l’Anima Azzurra era stata creata e finchè
il Byakko non avesse amato nuovamente
E nel sangue di ogni Byakko,
di quelli che mi uccisero e di quelli che uccisi, scorre quello del mio amato Dresda che vive in loro come io abito il corpo
che ingerisce e custodisce la mia anima dannata.
-
E’ una storia
molto triste – ammise lui
-
Lo è – confermò
lei
-
E fa riflettere
su cosa sia l’amore e quanto dolore possa provocare. Tu e Dresda vi siete amati
-
Sì
-
E il vostro amore
è andato oltre le avversità… all’inizio avevo pensato di amarti, lo confesso.
Se non puoi morire che per mano mia, saresti la moglie ideale per la vita che
dovrò condurre
-
È così
pericolosa?
-
Lo
è. Ma… forse tu te ne sarai
accorta, io sono innamorato di una ragazza
-
Sì, lo sapevo dal
primo momento che ti ho visto
-
È più forte di
me, non riesco a levarmela dalla testa – ammise mettendosi le mani nei capelli
come se ciò lo rendesse pazzo – è sempre nei miei pensieri e, Qualcuno mi
perdoni, ho addirittura sperato di trascorrere l’intera vita MORTALE con lei…
-
È una cosa grave?
– Rago non ne sembrava convinta
-
Moltissimo
-
Anche che il Byakko e la Sohryu si amassero,
ma è successo lo stesso nonostante fosse… “sbagliato”? – non pareva soddisfatta
del termine
-
Però avete sofferto entrambi e moltissimo e le conseguenze
sono state gravissime. Io non voglio che lei soffra per colpa mia o addirittura
che rischi la vita
-
Anche
io avevo scelto di andarmene e
ritornare in un altro momento per non far soffrire Dresda in modo che potessimo
rivederci, ma le cose sono andate diversamente. Ciò che tu credi giusto o
doloroso non è uguale è quel che è per lei… soprattutto se si è innamorati
-
Gardis non è
innamorata di me! – quasi urlò lui
-
Gardis? – chiese
la donna alzano un sopracciglio cesellato
-
È il suo nome
-
E tu, che ti
metti contro di me per lei non hai il coraggio di combattere per ottenere il
suo amore?! Lasciatelo dire, Byakko,
sei caduto in basso… avevi ragazze, demoni, vampiri, arcimaghe, che ti uscivano
dalle tasche!
-
Penso che
qualunque persona dovrebbe vivere felice – rispose con filosofia, dimostrando
più anni della sua età e, contemporaneamente un certo senso infantile, ma
ignorando la sottile allusione del demone
-
La vita senza
amore non è felice – ribattè lei, che poteva
combattere la filosofia con l’esperienza
-
Ma almeno sei vivo!
-
È come essere
morto. È come me, non esiste che un’ombra che cerca invano
-
Mi dispiace, è
colpa mia… dovrei amarti perché così è giusto, perché dopo molto tempo di odio
le cose sono cambiate e tu avresti finalmente la tua pace, ma non ci riesco.
Non riesco a smettere di amare lei, anche senza amare un’altra. E ci ho
provato, credimi. Mi dispiace, sbaglio sempre…
-
Chissà… - disse Rago mettendogli una mano sulla testa. A differenza del
bacio della volta scorsa, questo era un gesto più fraterno che da amante
-
Non la ucciderai,
vero? – domandò il moro, apprensivo
-
Chi?
-
Gardis
-
No, non lo farò.
Rispetto il tuo amore e la tua decisione più di quella di molti che ti hanno
preceduto e hanno ucciso me solo perché hanno insegnato loro così. Però non approvo il modo in cui lo vivi, sappilo! Prendi
esempio dalla storia che hai dimenticato. Io non ti porto rancore per amare
un’umana, come non lo portavo a Malter che mi odiava.
-
Come mai? È come
se Dresda amasse un’altra
Lei non rispose, tentata di
dirgli che “Dresda amava solo lei”.
-
Cosa
farai adesso?
-
Aspetterò
-
Chi e perché?
-
Magari il
prossimo Black s’innamorerà di me… potrebbe
essere tuo figlio o tuo nipote quindi vedi di sbrigarti. – fece una pausa, poi
sorrise – sai cosa piace alle ragazze? – domandò con un sorriso malizioso
-
Che cosa?
-
Quando gli uomini
fanno gli uomini e non le pecore – ribattè
con tono tagliente – quando le cercano, le corteggiano, le baciano…
-
E allora?
-
Smettila di fare
la pecora, Christopher Black, corri da lei, dalle un bacio e dille che l’ami. Il futuro lo si costruisce poco per volta… non fasciarti la testa
troppo presto
-
Ma ci siamo già baciati! – protestò lui
-
Cosa, quel
bacetto ridicolo sul palco? E tu quello lo chiami bacio? Dresda ti ucciderebbe…
Poi tacque e ghignò.
-
Ci rivedremo mai, Rago? – la interrogò
-
Probabile, io
senz’altro tornerò. E insegna ai tuoi figli la vera storia,
non quella distorta di Malter.
-
Mi dispiace di
non essere stato io quello giusto, vorrei che questo
amore non fosse mai nato perché fa soffrire te, mette in pericolo lei e fa
sentire in colpa me.
-
Prendi esempio
dai Black prima di te, tira fuori quel dannato
coraggio e fai l’egoista per una volta!
-
Non è una bella
cosa da dire…
-
Fidati, in questo
caso è meglio di quel che pensi, ci sono cose che tu non sai, ma io vedo più
avanti. Ti ho osservato molto in questi giorni e mi sono spesso chiesta come tu, così bravo ragazzo sempre attento a quello che fai, sia
potuto nascere in una famiglia simile del tutto priva di onore
-
Me lo dice spesso
anche lei…
-
Chi?
-
Gardis – ammise –
è una Malfoy e conosce bene i Black – aggiunse a suo
beneficio vedendo l’aria interrogativa della Regina dei Demoni
Rago ghignò ancora.
-
Era da tanto che
non avevo più a che fare con un Malfoy, sono ancora così potenti?
-
Oh sì… e anche
molto dispotici – confessò – aspetta, non vorrai ucciderla ora che ti ho detto
questo, vero?
-
Questo non cambia
le cose che ti ho detto prima, anche se…
-
Non la toccare –
minacciò il ragazzo con un ringhio pericoloso – quello sarebbe l’unico caso in
cui desidererei ucciderti
-
Allora ce l’hai un po’ di fegato in quel corpicino – mormorò la Sohryu compiaciuta – metti su un po’ di carne, ne hai
troppo poca per farla felice – gli rivolse un’occhiata di superiorità notando
la sua completamente dispersa – oh, non fare quella faccia – aggiunse poi a suo
beneficio – sai a cosa mi riferisco – e gli strizzò l’occhio.
Ricordati, combatti sempre per ottenere l’amore della
persona che ami.
E Rago
scomparve.
Stranamente, agli occhi di
Kitt, pareva soddisfatta di quel colloquio nonostante non avesse ottenuto ciò
che voleva.
Disfaceva le sue esatte parole, lei che era innamorata del “Byakko” non aveva però combattuto per averlo, ma l’aveva
lasciato ad un’altra. Bah…
Gardis, Gardis, Gardis…
quella piccola strega lo rendeva davvero folle per
minacciare di morte un demone solo per lei, che incantesimo gli aveva mai
fatto?
Stava impazzendo e più Rago parlava, più si convinceva che poteva sperare di
amarla. Follia!
Ma… se poteva uccidere un essere potente quanto un
demone, doveva avere poteri diversi dalla norma, forse sarebbe stato in grado
di proteggerla.
Ma come dirlo a LEI? Come spiegarle quello che era, la
vera natura di se stesso, sua sorella, suo fratello, la sua famiglia… che
incubo quella vita…
Si mise improvvisamente in
piedi.
D’accordo: aveva deciso.
* * *
Molti piani più in basso,
tre persone erano riunite sul terrazzo della Sala Grande adibita a salone da
ballo.
Leonard, Ciel e Karen.
Il biondo chinò gli occhi,
quasi colpevole, Ciel si morse il labbro, allungando
un braccio candido verso la chioma dorata della sorella più piccola, questa
però la scostò con un gesto isterico mostrando il viso pieno di lacrime, il
trucco sbavato che rovinava la stoffa del vestito colando col nero sul merletto
e sulla seta.
-
Ti odio, sorellina! – strillò fuori di sé – non voglio parlarti
mai più
E si voltò, correndo con le
mani sul volto per tutta la sala fino all’uscita, scomparendo oltre le scale
dei piani alti.
-
Dov’è Gardis? –
chiese il moro dei Potter sedendosi accanto alla sorella e servendosi di polpo marinato
-
E’ tornata poco
fa dal cambiarsi e pare che ci siano stati dei casini, quindi ha tardato un po’
– la sua spiegazione poco dettagliata circa le coordinate geografiche della
bionda non soddisfaceva Jack che sollecitò maggiori delucidazioni – sta
parlando di Eva-qualcosa con uno dei ragazzi di Cantarena – rispose lei, sorseggiando sdegnosa allo spettacolo di
abbuffata di Jeff e Jack, l’aranciata: l’ultima sua esperienza con l’alcol,
come ricordava spesso il rosso, era stata tragicomica.
-
Evangelion, Hestia, Evangelion – la corresse puntiglioso e con la bocca piena
il cugino
-
Quello che è
-
Non quello che è!
È un must! Rei Ayanami, Asuka Langley! Shinji Ikari! Non puoi non
conoscerlo, è la psicanalisi pura
-
Ho chiuso con la
psicanalisi da quando mi hanno detto che potrei essere innamorata di te –
frecciatina allusiva
-
Ah sì? –
ovviamente Jeffrey l’aveva colta al volo, Jack
evidentemente no
Hestia vide sfrecciare di fronte a sé una persona mentre chiacchierava coi suoi “fratelli”, strabuzzò gli occhi un attimo
riconoscendo la chioma a boccoli della sua amica Karen e, prima che riuscisse a
riprendere contatto con la realtà udì un
-
Kareeeeennn!!! – gridato accanto a lei e suo fratello la inseguì a
rotta di collo.
Sbattè ancora una volta le palpebre osservando stupita Jeff,
accanto a lei, che era rimasto immobile col piatto di insalata
di pollo sulle ginocchia.
-
Tu hai capito
qualcosa? – gli chiese, questi scosse vigorosamente la testa
-
A parte che
abbiamo trovato la principessina di Jack – annuì meccanicamente
-
Che cosa è
successo? – Gardis, tutta trafelata li raggiunse alzandosi di un po’ la gonna –
ho visto Karen scappare dalla sala, che le è accaduto?
-
Boh, però Jack le
è andato dietro, dovremmo andare anche noi – fece
notare scuotendo il tintinnante braccialetto con la stella, la luna e la
saetta.
-
Hai ragione
-
No, ferme, vado…
- Ciel le afferrò per una spalla e i suoi occhi azzurri erano un deterrente
sufficiente. Hestia la fissò spaesata, Gardis
immaginò che dovessero aver rivelato alla sorellina la verità della sua
relazione con Leonard – rimanete alla festa, tu soprattutto, senza di te va
tutto a rotoli, specie da quando è scomparso quello stupido Black…
- si rivolse alla Malfoy che seppe di essere decisamente
di troppo
-
Jeff, portala a
ballare – ordinò Gardis all’amico d’infanzia alludendo a Hestia
-
Perché io? –
un’occhiata e il rosso, seppur di malavoglia ma con un sorriso sgargiante,
invitava la mora Potty1 ad un vorticoso giro di danze.
Con un sospiro esasperato
il Prefetto dei grifoni si lasciò cadere sulla poltrona dove, fino a poco prima
stava seduta l’altra sua migliore amica, quella che probabilmente non era alle
prese con un pianto disperato.
Vide Rudiger
scappare oltre la porta e affiancare Ciel, poi salire con lei.
Ancora un sospiro… troppe
cose tutte insieme facevano male alla salute.
-
Posso sedermi? –
una voce vellutata e melodiosa le fece girare di scatto il capo mettendo a
fuoco la sagoma di un bel ragazzo sui diciotto anni accanto a lei nel costume
dei cosacchi, a giudicare dall’accento e dalla presenza doveva trattarsi di uno
di quei tipi di Drumstrang,
com’è che si chiamavano? Margaretha qualcosa… ah, sì,
Zeller… e…Andreevic… qual’era il nome? Perché non lo rammentava? Un altro nome
glielo levava dalla bocca…
-
Fjodor – si presentò lui
-
Ehm… Gardis
-
Posso sedermi?
-
Certo, scusa, che
maleducata…
-
Mi sembri un po’
stanca – gli rivolse un sorriso compassionevole, come si vedeva che non era di Hogwarts…
Quando lui si sedette lì
accanto, però, avvertì un odore strano, forse era un profumo, una fragranza,
qualcosa che la mise parecchio in allarme. Il ragazzo trangugiò dello champagne
mentre lei lo fissava ammutolita: no, impossibile!
-
Ti va una
passeggiata in giardino? Un po’ d’aria fresca potrebbe farti bene… hai un
colorito strano…
Annuì
quasi involontariamente, tremendamente insospettita.
Quel tipo non la
convinceva, c’era qualcosa di strano e perché aveva stretto gli occhi a quel
modo quando le aveva sottolineato il colorito poco
salutare?
Gli concesse di prenderla a
braccetto mentre uscivano.
Hestia, dal centro della pista da ballo, la vide allontanarsi
per le scale del giardino
-
O Gardis ha
deciso di mettere una pietra sul passato e dimenticarsi di Christopher oppure
quel tipo vuole morire giovane – disse al suo cavaliere
-
Perdonami ma non
regge il confronto con Chris – le disse il rosso legato da una sana rivalità e
molto rispetto per il portiere dei Ravenclaw
-
Allora è solo uno
con manie autolesioniste. Spero che sia Chris a ucciderlo. - desiderò
-
Sarà una malattia
di famiglia – la fissò lui mentre lei arricciava la bocca, incerta su cosa
rispondere – anche sua madre ha avuto una storia con uno di Drumstrang
– le disse per spiegare – me lo ha detto la mamma,
dice che era molto invidiosa al tempo
-
Ah sì?
-
Già… il professor
Krum
-
Il professor KRUM?! – strillò Hestia a metà della
sala mentre la musica si fermava e qualcuno la guardava spaesato. L’insegnante
di Volo della scuola estera arrossì e tornò a concentrarsi al suo calice. Lei
riprese a ballare come se niente fosse.
-
Questo fa le cose
molto interessanti – aggiunse ancora Weasley
Lei implorò pietà.
* * *
Spazio autrice:
ciao a tutti e ben ritrovati!!! Lo so, sono in ritardo
di un giorno sulla consegna (fischietta come se fosse sempre stata
puntualissima), ma questa volta non è colpa mia! C’era il sito in
ristrutturazione, dovete credermi!
Ad ogni modo inizia la
fase: “svela il mistero”, chi offre di più? Forse in
questa storia mi sono lasciata un po’ trasportare, ogni tanto perfino io perdo
il conto delle cose da dire, mi sa che devo cominciare a farmi una bella
scaletta scritta perché quella mentale si volatilizza ogni volta che vado a
nanna… eh, la vecchiaia, brutta cosa…
Scherzi a parte, vi avevo
detto di tenere d’occhio gli studenti di Drumstrang,
no? Tra un po’ scoprirete anche perché.
Dato che in molti mi hanno chiesto quanto verrà lunga la storia, rispondo qui per
tutti, suppergiù credo che verranno una trentina di capitoli, o così vorrei, in
modo che assomigli tanto alle Relazioni, poi non so, magari saranno ventinove e
magari trentuno, ma il numero dovrebbe essere quello, quindi penso di dover
rivedere il fatto che sarà finita prima di Natale, non credo, calcolando una
media di un capitolo a settimana, o dicembre s’è inventato dei giorni nuovi
oppure mi sa che finiremo un po’ più avanti =^_^= chissà, forse riuscirò a finirla per l’anno
nuovo, proprio come era successo per la “mamma”… però devo ancora vedere, sto
ancora scrivendo e quindi non ho la certezza per quanto ne avrò ancora. Voi
tenete per buono 30 chappy,
che sarebbe anche il mio obiettivo, poi chissà…
Questo capitolo vede come
protagonista Rago che, finalmente, dopo molto penare,
specie da parte di Kitt, rivela finalmente la sua drammatica storia dei tempi
andati.
Cosa mi piace del capitolo
è proprio lei, descriverla nelle sue movenze è stato divertente perché chiaramente
lei è cresciuta in una cultura differente e ha un modo di porsi agli altri
guardandoli sempre dall’alto in basso, dopotutto era una Regina e venne celebrata come una “grande” (che dite, si nota troppo
che adoro le grandi regine?)… però vi consiglio di dare una sbirciata tra i
suoi gesti, Rago non la racconta giusta su una cosa e
qui bisogna lavorarci su, se fosse tutto semplice come lo dice lei la fic potrebbe terminare dopodomani e non avrei da
massacrarmi per scrivere gli ultimi capitoli che mi stanno letteralmente
mandando in pappa il cervello (i finali sono sempre difficili, penso sempre che
siano troppo scontati, quindi non me ne va mai bene uno, sono così rompiscatole…).
Beh, dopo questa
lunghissima postfazione vi saluto, ci vediamo al prossimo capitolo e scusatemi
davvero se non vi saluto tutti, ma la pausa pranzo è terminata… ciao! Nyssa