Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: deine    19/01/2015    4 recensioni
Quando uno torna da un viaggio, l'unica cosa che vuole è rilassarsi, dormire, una doccia...
Ma questa volta a Tom Hiddleston è andata male. Già, perché, quando arriva a casa, l'unica cosa che trova ad aspettarlo è uno strano personaggio maligno e altezzoso in cerca di caffeina e un tremendo incantesimo.
Dal testo:
"Chi sei tu? Ti prego, dimmi che sei solo un’allucinazione!" Disse Tom.
"Ma come, non mi riconosci? Eppure hai passato ore a studiare ogni mio singolo atteggiamento per interpretarmi al meglio, anche se non reggi comunque il confronto con l’originale." rispose “ l’allucinazione” con tono fiero e altezzoso, anche se Tom iniziava a rendersi conto di chi si trattasse.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La chiave ruotò nella serratura, producendo un familiare rumore metallico che Tom era solito associare al ritorno a casa. Entrò nell’appartamento buio, soffermandosi un secondo sulla soglia per riempirsi le narici con quel familiare odore di cannella che lo faceva sentire finalmente a casa. Trascinò la valigia nell’ingresso e accese la luce, conscio che, con suo enorme sollievo, avrebbe trovato tutto al proprio posto; poi si diresse verso il bagno, per lavarsi i denti. Era una sua piccola ossessione, quella dell’igiene orale: quando tornava a casa, fosse stato via per un mese o per mezza giornata, sentiva un impellente bisogno di lavarsi i denti. Fu proprio per quel motivo che si accorse che qualcosa non andava: non guardò subito lo specchio ma, mentre alzava la testa, gli cadde l’occhio sulla grande superficie liscia dietro il lavabo che, in quel momento, gli restituiva l’immagine di un trentenne con scuri capelli alle spalle ed un ghigno maligno sul viso. Tom sbigottì, chiedendosi se tutte quelle ore in aereo non gli avessero fatto veramente male; per accertarsene avvicinò tentennando la mano allo specchio e la premette sulla superficie di esso, sicuro che il suo sarebbe stato solo un dubbio stupido. Invece non fu così: lo specchio sotto la mano di Tom aveva una consistenza malleabile eppure freddissima, come budino lasciato a lungo in frigo, e l’uomo perse l’equilibrio e si sentì scivolare, come attratto dallo specchio; quando riaprì gli occhi, si trovava per tre quarti circondato da un bianco che sembrava non avere né inizio né fine e, per il quarto rimanente, poteva vedere il suo bagno, con tutti i mobili a lui familiari. Ironia della sorte si trovava nel suo bagno, ma ora era dall’altra parte dello specchio e dall’altro lato, dove si trovava lui pochi secondi prima, v’era un uomo alto, giovane, molto simile a Tom, ma con un’aria infinitamente più regale. I suoi capelli erano nero corvino e sembrava essere molto divertito dalla buffa situazione in cui si trovava.
    "Chi sei tu? Ti prego, dimmi che sei solo un’allucinazione! Disse Tom." "Ma come, non mi riconosci? Eppure hai passato ore a studiare ogni mio singolo atteggiamento per interpretarmi al meglio, anche se non reggi comunque il confronto con l’originale." rispose “ l’allucinazione” con tono fiero e altezzoso, anche se Tom iniziava a rendersi conto di chi si trattasse. "Sì, sull’atteggiamento da spaccone sto ancora lavorando, ma intanto mi puoi spiegare perché ti trovi in casa mia, Loki Laufeyson?" Chiese l’uomo, che forse stava iniziando a capire come parlare con la vanitosa divinità. "Oh be’, volevo visitare la terra, poiché è molto tempo che non la vedo, e ho pensato: se voglio scendere su quel minuscolo, inconsistente pianetucolo che è Midgard, tanto vale che lo faccia prendendomi gioco di qualcuno, non trovi?" "Non fa una piega, insomma quale dio scenderebbe sulla Terra senza andare a rompere le scatole al malcapitato di turno? Dimmi, Loki, è la vostra grande umiltà che vi ha concesso di diventare immortali e avere i vostri poteri?"Rispose Tom, da sempre grande sostenitore dell’ironia in ogni situazione. "Ridicolo essere terrestre, sono troppo magnanimo per tenere in conto le tue patetiche battutine. Spero che tu ti trovi comodo lì dentro, perché ci resterai finché non tornerò. Arrivederci Tom Hiddleston." Con questo il dio si diresse verso l’uscita, dopo aver prontamente variato i suoi abiti con altri più moderni con un semplice movimento della mano sinistra.
      "Ehi, non mi puoi lasciare qui! Quando tornerai?"
    Mentre parlava Tom si rese conto che non aveva senso sperare che sarebbe uscito presto di lì, quindi si risolse ad aspettare il Dio degli Inganni seduto sul pavimento, riflettendo sulla più strana esperienza della sua vita.
     
     
    Loki uscì in strada, inspirando e assumendo un’espressione schifata, perché su Odino si poteva dire di tutto, ma non che non ci tenesse alla pulizia dell’aria di Asgard. Camminò per qualche isolato, sotto lo sguardo attonito di qualche passante ed entrò in un locale pieno, vista l’ora di punta. Il Dio degli Inganni si guardò intorno spaesato, perché migliaia di anni di vita, la scoperta di essere uno Jotun, combattimenti vari etc. non ti preparano di certo per ordinare un caffè alle otto del mattino nel centro di Londra. Si avvicinò finalmente al luogo dove tutti sembravano convergere: il bancone, che in quel momento sembrava più New York durante l’invasione dei Chitauri, che un semplice rettangolo di marmo pacchiano. Cercò di attirare l’attenzione inutilmente, spintonato e bistrattato da una parte all’altra; finalmente riuscì a parlare con una donna sciatta e dall’aria annoiata:"Si tesoro, che cosa gradisci?" Loki rimase un attimo interdetto per essersi sentito rivolgere la parola così poco rispettosamente, ed un energumeno ne approfittò per passargli davanti, rivolgendogli una smorfia che significa: (tradotta alla bell’e meglio dal vocabolario facciale degli energumeni) “Levati dai piedi nanetto.”
    Purtroppo per lui, Loki conosceva benissimo il vocabolario degli energumeni, avendo vissuto per tanti anni con Thor, e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
    " Silenzio, stupidi, ignoranti e inutili umani! Io non sono un comune essere mortale, io sono Loki di Asgard, miserabili!" Urlò a pieni polmoni, zittendo tutti.
    "E voglio un caffè con latte." Sopraggiunse, più cortesemente.
    Nel locale non volava una mosca. La cameriera disse:" Adam, un caffè per il signore."
    Per un paio di minuti si sentì solo Adam che preparava un caffè più velocemente possibile. Loki si sentiva perfettamente a proprio agio, fiero di avere ottenuto finalmente il rispetto che meritava. Infine la donna gli porse con un sorriso stentato un bicchiere di carta con dentro il suo caffè, il dio ringraziò con un sorriso e uscì, senza azzardarsi a pagare e dirigendosi di nuovo verso casa di Tom, felice di avere ottenuto il suo caffè senza sprecare la magia con i ridicoli Midgardiani.
    Sussurrò:"Questo ad Asgard non lo fanno. Stupida birra!"
     
    Quando Tom si svegliò si ritrovò sul divano del soggiorno, solo e ancora vestito con gli stessi abiti con cui aveva viaggiato la sera prima. Era all’incirca mezzogiorno, a giudicare dalla luce che filtrava dalle persiane. Accanto a lui, sul tavolino di vetro, c’era un appunto in una scrittura imprecisa ma elegante, che non conosceva. Il post-it diceva:"Passa al locale all’angolo, c’è un caffè da pagare. Per la tua interpretazione della mia persona, cerca di essere più regale, sono pur sempre un principe."Ma la cosa più strana era la firma: non era di certo in inglese ma Tom, memore della strana avventura della mattina, non si sarebbe stupito se il foglio fosse stato firmato da Loki, il Dio degli Inganni.
     
     
     
     
     
    Salve, mi chiamo Autrice (no, non è vero) e questa è la mia prima ff (sì, questo è vero), perciò siate clementi, o anche se volete essere inclementi va bene uguale!
    Ho scritto questa cosa un po’ per noia e un po’ per curiosità, ma sono curiosa di sapere che ne pensate, quindi se mi lasciate un commentino, positivi, negativi o ignavi che siate, mi farà molto piacere!
    Ps: la similitudine del budino è stata inventata dalle mie mani che battevano  a caso sulla tastiera del pc, quindi…
    PPs: in realtà non so perché ho scritto del caffè! Boh… mi piaceva l’idea che Loki apprezzasse almeno un invenzione terrestre.
    PPPs: Ovviamente Loki e Tom Hiddleston non mi appartengono (magari!) e questa è solo una mia personale interpretazione, anche un po’ idiota.
    PPPPs: quella dello specchio è un po' un'ovvietà, ma si sa, i vecchi metodi sono i migliori!
   
 
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