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Autore: scarlett_carson    20/01/2015    7 recensioni
Lei è lì, in un angolo del salone principale. È lì fisicamente, un uccellino che non si tratterrebbe oltre in questa gabbia spoglia e fredda se ne avesse la possibilità, il suo pensiero volge altrove e si affanna.
Mr. Rochester ha insistito affinché Jane presenziasse alla riunione serale con tutti i suoi ospiti, questo è il suo punto di vista.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lei è lì, in un angolo del salone principale. È lì fisicamente, un uccellino che non si tratterrebbe oltre in questa gabbia spoglia e fredda se ne avesse la possibilità, il suo pensiero volge altrove e si affanna. Incurva le spalle quasi impercettibilmente mentre chi la offende nemmeno si cura del suo essere a portata d’orecchio.

“..non parlate d'istitutrici; quella parola mi turba. Ho sofferto il martirio per la loro incapacità e per le loro espressioni. Ringrazio Iddio di non averne più bisogno.”

L’eco delle risate si diffonde nell’ ambiente, d’un tratto la decisione di volerla metterla alla prova, costringendola a presenziare a questa soirée patetica , mi sembra un’idea tutt’altro che geniale. Che cosa stavo cercando di dimostrare? Che alla fine si sarebbe scrollata di dosso la sua aurea di purezza, la sua compostezza? Forse non volevo far altro che tormentarla finché non ne avessi ricavato una reazione, una qualsiasi reazione che avrei saputo gestire. La rabbia, la gelosia, la collera e la malizia erano stati d’animo che conoscevo, mi erano familiari. La mia vita, pullulante di vizi e squallidi piaceri, li considerava rassicuranti. Ma Jane non era rassicurante, lo sembrava agli occhi dei presenti, una manica di idioti arricchiti, ma per me quell’anonima e umile figura rappresentava un enigma.  Non riuscivo ad ammettere l’esistenza di un’anima così pura, non potevo farlo, perché il suo solo esistere avrebbe messo in discussione tutto. Avevo smesso di cercare la bellezza o tentare di appartenervi, mi consideravo legittimato a farlo. Eppure quella che avevo davanti era la cosa più pura e non corrotta che avessi mai incontrato, possibile che fosse vera?

Sebbene fosse Regina dei miei pensieri, non mi concessi che un istante per osservarla, subito tornai ad intrattenere i miei ospiti. Blanche mi sorrideva maliziosa, viveva delle attenzioni dei suoi corteggiatori, e poiché mi considerava tale, richiedeva la sua dose di elogi e adulazioni. Non sopportava di esser messa da parte anche solo per un istante, era protagonista assoluta di uno spettacolo noioso e ridondante a cui tutti eravamo costretti a partecipare. Il prossimo atto richiedeva anche il mio straordinario intervento. Avevamo già cantato in passato, e sebbene non mi esibissi con particolare entusiasmo avevo una voce passabile, per alcuni addirittura piacevole. Cominciò ad intonare le prime note, e pensai che se davvero Jane provava qualcosa per me, non avrebbe mai potuto sopportare un siparietto così amabile. Riempii i polmoni per unirmi al duetto, la mia voce si armonizzava bene con quella da soprano di Blanche, agli occhi di tutti sarebbe bastato molto meno per farci considerare una coppia perfetta. Cantai con dovizia, e con una crescente agitazione,  se la mia amata si fosse allontanata dalla sala allora avrei avuto la conferma dei suoi sentimenti, se fosse rimasta,  la sua indifferenza non avrebbe potuto essere più chiara.

I presenti mi osservavano con aria compiaciuta e complice, come se fossero stati i custodi e i testimoni della mia innegabile predilezione per Ms. Ingram. La madre, dal volto fiero e austero, che si riusciva già a riconoscere nei lineamenti della maggiore, sembrava soddisfatta del comportamento della primogenita. Fiera di quella arroganza e vacuità che doveva essere frutto di anni di insegnamento.

La mia piccola Jane sembrava essere sul punto di alzarsi, sperai ardentemente che lo facesse, ma si limitò ad incrociare le mani in grembo.

Nessuno avrebbe potuto immaginare che proprio mentre stavo omaggiando la mia presunta fidanzata, avevo l’animo rapito dall’umile istitutrice nascosta dalla tenda. Perché resisteva? Perché non si congedava? Dovevo essermi illuso del suo trasporto, forse non vi era nulla per me dietro la sua gelida compostezza. Il dolore di quella prospettiva mi fluì nel corpo come veleno, non potevo sbagliarmi.
 Continuai il duetto cercando sempre più lo sguardo di Blanche, addolcendo sempre di più il mio timbro per accordarlo al suo, ma niente accadeva in quell’angolo della stanza. Gli applausi mi riportarono ad una realtà che non volevo accettare, Jane non si era mossa, nessuna innamorata lo avrebbe fatto. Avevo evidentemente visto qualcosa che non c’era, che stolto! Per quale motivo avrebbe dovuto innamorarsi di un vecchio corrotto come me?
Mentre cercavo di ignorare il chiacchiericcio delle sorelle Ingram sulla prossima romanza da interpretare, la vidi, sfuggente e abbattuta, uscire da una porta laterale.
“Perdonatemi” Riuscii a dire prima di seguirla.
A stento mi trattenni dal correre, ad ogni passo il mio umore si risollevava “Mi ama, è certo”.

   
 
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