Fragola con Cioccolato

Il dolce sapore di quella fragola scivola tra i miei denti.

Sono le 23:30 e io, Makoto Kashino, non mi trovo all'interno dell'edificio scolastico come invece prevedono le regole.

Che posso farci?

Non riesco a dormire.

Non riesco a perdonarmi quello che ho fatto questo stesso giorno, quando con fare scostante ho detto a lei che era un fallimento vivente.

Non riesco a dimenticarmi della faccia triste di lei, mentre le lacrime le scendevano sulle guance.

Non riesco a smettere di pensare a Ichigo Amano.

E così eccomi qui, a mangiare il suo frutto preferito, guardando le stelle che illuminano il cielo.

Come ho potuto trattarla in quel modo? Perché l'ho fatto?

Mi passo una mano sul volto, sospirando.

Un'idea mi folgora la mente.

Certo! Ho trovato il modo di farmi perdonare!

Mi alzo di scatto in piedi e corro verso il laboratorio di cucina, le fragole della serra tra le mani.

L'amaro sapore del cioccolato mi stuzzica il palato.

Sono le 23:30 e io, Ichigo Amano, non mi trovo sotto le coperte come tutti gli altri alunni della scuola.

Che posso farci?

Non riesco a dormire.

Non riesco a perdonarmi quello che ho fatto questo stesso giorno, quando a causa della mia testa tra le nuvole ho rovinato il duro lavoro di lui.

Non riesco a dimenticarmi la faccia arrabbiata di lui, mentre mi urlava contro con le guance rosse dalla rabbia.

Non riesco a smettere di pensare a Makoto Kashino.

E così eccomi qui, a mangiare la sua specialità, guardando le stelle che illuminano il cielo dalla finestra della mia camera.

Come ho potuto essere così imprudente? Perché non sono stata più attenta?

Mi passo una mano sul volto, sospirando.

Un'idea mi folgora la mente.

Certo! Ho trovato il modo di farmi perdonare!

Mi alzo di scatto in piedi e corro verso il laboratorio di cucina, le stecche di cioccolato fondente in mano.

Indosso il grembiule e mi metto al lavoro.

Devo farlo per Amano, devo per farlo per farmi perdonare da lei.

«Kashino? Cosa ci fai qui?»

Sussulto voltandomi di scatto.

Amano è davanti a me e mi guarda con fare perplesso.

«N-non sono affari tuoi Amano.» rispondo, mentre le mie guance si tingono leggermente di rosso.

Accidenti al mio carattere di merda.

E io che ero venuto fin qui per preparare qualcosa per lei.

Faccio un passo indietro.

Ovviamente è ancora arrabbiato con me...

«Va bene. Allora non ti disturberò.» dico freddamente, voltandogli le spalle e indossando il mio cappello da chef.

Accidenti a te Kashino.

E io che ero venuta fin qui per preparare qualcosa per te.

I minuti passano ma non sento nulla di quello che Amano sta facendo.

Tutto è silenzioso, troppo.

Prendo il cioccolato amaro dalla dispensa e inizio a scioglierlo sul fuoco, cercando di stare calmo anche se mi tremano le mani dalla rabbia.

Questo silenzio mi innervosisce.

Prendo le fragole dal cesto accanto a me, per poi tagliare la parte inferiore di ognuna di esse.

Spero che Kashino mi ascolti e accetti le mie scuse.

Questo silenzio mi inquieta.

Ho finito.
Osservo le fragole ricoperte di cioccolato amaro davanti a me, disposti accuratamente in un cestino.

Ora devo solo consegnargliele e chiedere scusa...

…

Può facile a dirsi che a farsi.

Io, Makoto Kashino, non ho mai chiesto scusa a nessuno prima d'ora... come posso chiederlo con tanta naturalezza proprio a lei che mi fa battere terribilmente il cuore?

Ce l'ho fatta!

Prendo le fragole ricoperte di cioccolato amaro che ho preparato e le dispongo su un piatto, cercando di non rovinarne nemmeno una, per poi posizionarci accanto una stecca di cioccolata al latte con scritto sopra “Scusa Kashino” con il cioccolato bianco.

Il difficile viene adesso però... come farò a dargliele se lui non vuole nemmeno parlarmi?

Mi potrebbe anche dire di andarmene se solo gli rivolgessi la parola.

Guardo l'orologio: le 00:45.

Le mie palpebre sono pesanti.

Appoggio la testa sulle braccia, pensando a come consegnare il mio regalo all'unica persona che mi fa battere il cuore.

I miei occhi si chiudono.

Devo restare sveglia ma non ce la faccio... sono troppo stanca...

In pochi secondi mi trovo tra le braccia di Morfeo, il piatto con le fragole per Kashino vicino alla mia testa.

Basta rimandare. Devo dirglielo.

Mi volto e tendo il mio cestino verso di lei, gli occhi chiusi dalla vergogna.

«S-scusami per oggi Amano. Mi dispiace!»

Nessuna risposta.

Apro lentamente gli occhi e in quel momento la vedo.
Lei è lì, la testa poggiata sul tavolo, gli occhi chiusi, il respiro regolare.

Poggio il cesto sul tavolo e la mia mano urta qualcosa di freddo.

Un piatto, un piatto con sopra delle fragole identiche alle mie.

Ne prendo una e la porto alle labbra.

Il dolce della fragola che si mischia con l'amaro del cioccolato crea una perfetta armonia...

I miei occhi cadono sulla scritta sulla stecca di cioccolato.

«Scusa... Kashino...»

Sussulto per la seconda volta in questa serata, guardando la ragazza che si agita nel sonno.

Sorrido, avvicinandomi al suo viso.

«Scusa tu...» sussurro per poi poggiare le mie labbra amare sulle sue dolci.

La ragazza sorride, come se i suoi sogni si fossero rasserenati.

Mi tolgo la giacca, poggiandogliela sulle spalle.

Mi metto davanti a lei e chiudo gli occhi.

“Lei dolce come una fragola, io amaro come il cioccolato... una perfetta armonia.” penso per poi cadere in un sonno profondo.

Un sonno dominato da fragole al cioccolato.