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Autore: Fonta_S18    20/01/2015    1 recensioni
Quando si raggiunge la celebrità si pensa che ormai il passato non possa più inseguirci..
Invece sono proprio le cose che abbiamo amato di più a trovarci ed a fare crollare tutto.
Genere: Drammatico, Erotico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano già le 21.17 quando Matthew finì di prepararsi per il suo grande debutto.

Si guardò nello specchio a lungo: esaminava con cura la sua liscia pelle, il suo naso grande e i suoi occhi marroni, passò poi in rassegna alla sua acconciatura.

Lui aveva una vera e propria ossessione per i propri capelli.

Quei piccoli amici color cioccolato dovevano sempre essere perfettamente in ordine, ma quella sera dovevano esserlo ancora di più.

Li sistemò un'ultima volta e poi osservò la propria bocca: una sottile linea rosa chiaro dalla quale usciva una voce così potente e travolgente da averlo condotto fino a lì, fino a quel camerino di Broadway.

Nell'ultimo anno aveva raggiunto il lapice della sua carriera di attore e cantante.

Aveva collaborato con grandi persone, si era occupato di film quanto di teatro e di musica.

Era finalmente riuscito ad arrivare dove aveva sempre sognato, era riuscito a raggiungere il suo obiettivo, quel sogno per cui tanti lo avevano schernito e disprezzato.

Era finalmente in procinto di debuttare sul grandioso palco di Broadway.

Nulla lo avrebbe fermato, non quella sera.

Continuava ad osservare la propria immagine riflessa ed a ripetersi che quella serata era soltanto sua e che nessun'altro avrebbe mai potuto eguagliarlo.

Era lui ed era unico.

Toc toc.

Qualcuno bussò alla porta.

-Avanti, è aperto.-

Entrò in tutta la sua bellezza il suo nuovo fidanzato, l'omosessuale-scapolo-cantante più abito del panorama artistico: Adam.

Matt si alzò e gli diede un lungo ed appassionato bacio, lo faceva ogni volta come se volesse sempre sottolineare che era una sua proprietà.

-Ehi, dovresti tenere questo fuoco per il pubblico, sai?- lo punzecchiò Adam.

-Certo, ma il vero spettacolo inizierà quando torneremo a casa e sarà soltanto per noi due- gli sussurrò in modo eccitante Matt all'orecchio.

Dopo avergli fatto i migliori auguri di buona fortuna Adam uscì per andare a sedersi nel posto a lui riservato.

-Credo che le visite non siano ancora finite.- annunciò una voce che era appena sbucata da dietro la porta del camerino.

Era la migliore amica di Matt: Sarah.

I due erano amici dal primo anno di liceo, e nonostante spesso litigassero in modi pazzeschi non erano mai riusciti a separarsi davvero.

Quando Matt aveva annunciato la sua partenza con direzione New York, Sarah decise di seguirlo sperando di riuscire anche lei ad inseguire e raggiungere il suo sogno: diventare una famosa scrittrice.

Purtroppo le cose non erano ancora ingranate per lei, infatti erano ormai due anni che faceva la stagista in una casa editrice di successo, adorava stare in quell'ambiente ma non era proprio contenta che la sua unica funzione fosse quella di preparare del caffè.

-Sei davvero bellissima.- esclamò Matt nel vederla.

Grazie alla vita frenetica della capitale, Sarah era riuscita a togliere quei pochi chili che ancora la infastidivano e quella sera si presentava a tutti con un fisico snello e sottile incorniciato da un lungo vestito blu tempestato di piccole pietre luccicanti.

Al commento di Matt, Sarah sorrise e si spostò i capelli castani dietro le orecchie.

-Beh sono venuta a sapere come stai...ed a lasciarti una cosa.-

Nel pronunciare quelle parole la ragazza appoggiò una piccola borsina sul tavolo da trucco di Matt e attese una sua risposta.

-Sto benissimo, sono eccitato, non vedo l'ora che cominci...le altre sono già arrivate?-

dicendo 'le altre' si riferiva alle loro due inseparabili amiche Elisa e Alex.

-Sì, sono già sedute...ed ora che mi sono assicurata che non scapperai corro anche io a prendere posto, nessuna di noi vuole perdersi questo spettacolo.- diede un bacio leggero sulla guancia di Matt e scomparve.

Dopo aver controllato l'orologio Matt sospirò per far scendere la tensione e aprì il regalo di Sarah.

Era un libro rosa, il loro libro preferito.

Andò subito alla prima pagina bianca e lesse la dedica che ovviamente lei non aveva scordato di scrivergli “All'unica persona che non si è mai vergognata del proprio viaggio, sei degno di questa vittoria e di tutte quelle che la vita ha deciso di darti.”

Dopo essersi asciugato una piccola lacrima, sfogliò le pagine di quel romanzo che da giovane gli aveva insegnato cosa voleva dire accettarsi per ciò che si era, e cosa significava amare incondizionatamente qualcuno, nonostante tutto.

Dopo che ebbe riletto le sue parti preferite lasciò il libro nel camerino e si diresse verso il palco.

Al cenno del suo direttore artistico Brian entrò e dopo aver fatto un grande inchino alla sala piena che stava applaudendo, si lisciò il completo grigio di Armani e prese in mano il microfono.

Guardò piano tutto ciò che lo circondava e sorrise al pensiero che almeno per quella sera, tutte quelle persone, tutti quei volti sarebbero stati completamente assorbiti dalla sua presenza.

Nel momento in cui lo ritenne più opportuno respirò, e subito dopo iniziò il suo spettacolo con una canzone che portava nelle parole tutti i suoi sentimenti più segreti.

 

Oh my man I love him so
He'll never know
All my life is just despair
But I don't care
When he takes me in his arms
The world is bright, alright

What's the difference if I say
I'll go away
When I know I'll come back
On my knees someday
Oh whatever my man is
I am his forever more

It cost me a lot
But that's one thing that I've got
It's my man
Cold and wet
Tired you bet
But all that I soon forget
With my man

He's not much for looks
And no hero out of books
He's my man
Two or three girls has he
That he likes as well as me
But I love him

Oh my man I love him so
He'll never know
All my life is just despair
But I don't care
When he takes me in his arms
The world is bright, alright

What's the difference if I say
I'll go away
When I know I'll come back
On my knees someday
Oh whatever my man is
I am his forever more!”

 

 

-Grazie, grazie! Non vedo l'ora di esibirmi di nuovo qui per voi, grazie grazie!- era così che Matthew rispondeva all'ondata incessante di complimenti che i suoi spettatori gli stavano donando dopo aver finito la sua esibizione.

Una volta tornato in camerino raccolse le sue cose e chiese alla sua manager di portarle nella macchina che lo aspettava fuori.

-Certo signore, le sue amiche ed Adam sono già in macchina che l'aspettano per andare a festeggiare.- rispose la donna che gestiva la parte noiosa della sua fama.

Matt decise di uscire dal retro, voleva stare un po' da solo e pensare a come era andata la serata.

Dopo circa trenta passi da quando era uscito dal teatro vide davanti a sé una sagoma che conosceva fin troppo bene.

-N-n-non può essere...- fu l'unica cosa che riuscì a dire.

Mille domande e mille emozioni lo trapassarono nell'arco di un solo secondo mentre guardava quella persona che aveva così tanto bramato avvicinarsi a lui nel suo solito vecchio modo lento e seducente.

Quella sera Matt aveva conquistato tutto, la sua vita, il mondo, il suo sogno, l'amore dei suoi cari e un futuro solido e luminoso.

Eppure quell'unica piccola apparizione rischiava di far crollare tutto l'impero che aveva appena costruito.

Un vecchio vizio, una vecchia dipendenza, non trovava altro modo per definire ciò che lui aveva provato e provava nei confronti di quella persona.

La figura era ormai di fronte a lui, alzò una mano e accarezzò il viso di Matt.

Quest'ultimo sentì ogni suo senso accendersi ed eccitarsi nel sentire di nuovo quel morbido tocco.

Le labbra di quella vecchia fiamma cominciarono ad appoggiarsi sul collo di Matt, ricordavano ancora perfettamente i punti deboli del ragazzo, ricordavano ancora bene come farlo sciogliere e come riaccendere quel fuoco che in realtà non si era mai spento.

Matt si sentì avvampare, sentiva di non poter resistere a quel tocco, a quelle labbra, le voleva troppo, le aveva cercate per troppo tempo.

-P-p-perché ora...George?-

George indietreggiò il giusto per poter guardare Matt negli occhi, e usando quel suo sorriso malizioso e conquistatore disse -Ti voglio, e dunque sono venuto a prenderti.-

Matt non riuscì a resistere a quelle parole, di conseguenza rispose a George nell'unico modo che poteva davvero esprimere ciò che provava: prese il suo viso tra le mani e lo baciò.

Fu un bacio violento, un bacio di quelli che hai sognato talmente tante volte che quando poi arriva diventa aggressivo, pieno di rancore, mancanza, tristezza e confusione.

In quel bacio, però, vi era anche tanto desiderio, tanta eccitazione e tanta voglia puramente carnale verso l'altra persona.

Le loro mani iniziarono ad inoltrarsi sotto le magliette, a toccare la pelle fredda, a toccare un corpo che già conoscevano e che, come soldati tornati in patria, erano pronti a rivendicare come proprio.

Non fu dolce e non fu romantico, fu un bacio puramente passionale e lussurioso, sentivano entrambi di aver perso qualcosa, e quel loro vizio che avevano sempre condiviso li faceva sentire un po' meno vuoti.

Eppure, nonostante da fuori quel bacio sembrava qualcosa di fiero e potente, si poteva benissimo notare che entrambi i volti dei due ragazzi erano bagnati da lacrime di una sofferenza che dava loro soltanto la forza per continuare a farsi del male.

  
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