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Autore: Elly Priest    20/01/2015    1 recensioni
"-Nulla deve andare perduto, ricordalo... Addio, amica mia.
Katja la spinse e Alya cadde dal cornicione. Allungò le braccia verso di lei e seppe che non l' avrebbe più rivista.
Fu consapevole di poter vivere, ma a caro prezzo.
Il costo che aveva dovuto pagare era la morte della sua migliore amica."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pistola e una croce. Era così che si marchiavano i Siberiani. Un simbolo di appartenenza, un semplice codice sulla pelle. Il significato di un' intera vita rinchiusa in quelle linee d' inchiostro.
Il tatuatore non era un semplice artista, era un giudice, un confessore: ti diceva chi eri e chi potevi essere. La pelle racchiudeva una storia, lui non faceva che raccontarla.
Il vecchio Ink era chino sulla scrivania, i capelli grigi gli ricadevano sulla fronte. Con delicatezza segnava lettera per lettera con l' inchiostro.
Il foglio si stendeva come un papiro antico: prezioso e delicato.
-...E per grazia del nostro Dio altissimo, ringrazio per la gloria concessa. Pace e benedizione, Fratello.
Firmò soddisfatto la lettera.
Aveva richiesto a un collega di finire il tatuaggio a un capo banda di Bender, ora aveva una grande responsabilità da rispettare. Tra i tatuatori si usava un linguaggio singolare e ricercato, un po' per rispetto, un po' per tenere alla larga occhi indiscreti.
Non ebbe tempo di posare la penna che bussarono alla porta, ma lui continuò a scarabocchiare un foglio ormai impregnato d' inchiostro e immagini.
L' uscio vecchio cigolò mentre entrava un nuovo ospite, o meglio, un cliente.
Passo pesante, nessuna parola: una persona silenziosa, Ink si sentiva già meglio, perché detestava quelli troppo logorroici. Aveva lasciato la porta aperta, lo sapeva dall' aria fredda sulla nuca.
L' ospite stava per aprire bocca, ma lui alzò il dito.
-Aspetta un attimo.
Nella stanza regnava il silenzio, rotto solo dal pennino che grattava la carta.
L' ufficio di Ink era un misto di disordine e meraviglia. Sui muri erano appesi disegni strabilianti, nati dalle sue dita magiche. Certi erano allegri, altri tristi e angoscianti.
Il cliente tossí per chiamare la sua attenzione. Ink posó il pennino accanto al foglio, si tirò su con la schiena mentre si massaggiava gli occhi.
-Allora... Di cosa hai bisogno? Perché al momento sono abbastanza...
Aprì gli occhi e rimase sorpreso.
-Ah, sei tu!
Quello che aveva davanti non era un vecchio o un giovane con qualche pelo sul petto: era Alya.
-Ti devo parlare.
La ragazza chiuse la porta e si sedette dall' altra parte della scrivania. Il vecchio notò che qualcosa era cambiato in lei: aveva lo sguardo che soffriva troppi ricordi. Ricordi che mai nessuno avrebbe potuto vedere.
Alya gli porse un foglio che lui afferrò con curiosità. Era il muso di un lupo, una metà da animale e l' altra adornata con arabeschi neri d' inchiostro. Mani esperte avevano creato quel capolavoro.
-L' hai disegnato tu?
Alya scosse la testa.
-Kolima. Io gliel'ho descritto e lui ha fatto il resto.
Ink osservava il disegno, guardò i particolari seguendo le linee d' inchiostro. Lo stava leggendo e la storia non aveva un lieto fine.
Alya aspettava in silenzio, non aveva fretta e conosceva bene il suo metodo. Ink posò gli occhi sulla ragazza.
-Il lupo della Siberia, una scelta azzeccata. Può scegliere di stare da solo, ma vive in branco e lo difende..
Stese il foglio sul tavolo e aggiunse un particolare al disegno.
-.. Lo difende anche a costo della vita.
Era una lacrima. Ora il lupo piangeva. Ink aveva capito e lei lo sapeva.
-Il lupo sa quando viene messo alle strette e percepisce quando la sua vita sta per finire..
"-Devi farlo, nulla deve andare perduto!
Alya la guardava, non poteva credere a quello che Katja stava dicendo. Non voleva, ma in fondo sapeva che era l' unica via.
-Ce ne andiamo insieme! Possiamo!
-Alya, sai bene che non é così! Tu devi andare.. É grazie a te se qui le cose sono cambiate! É grazie a te se ora le persone sono migliori! Lo sguardo di Katja non ammetteva repliche.
-No, é troppo... Non puoi!
Katja la prese per le spalle.
-Mi dispiace che la pensi così...
Si sentivano i colpi oltre la porta, le guardie stavano per irrompere. L' unica via per fuggire dal carcere era buttarsi giù dal tetto. Sotto tra i due palazzi c'era abbastanza neve per sopravvivere.
Lo spazio era limitato. solo una poteva scappare, l' altra doveva restare.
Alya non sapeva che fare.
-Ce ne andremo insieme, te lo prometto!
Katja le sorrise, era triste ed era l' unico modo per dirle quanto bene le voleva.
-Ti devo la vita, Alya. Lascia che io ripaghi il debito!
Strinse le mani dell' amica.
-Sei la Siberiana migliore che abbia mai conosciuto..
Un ultima occhiata tra di loro, Alya riconobbe il proprio sguardo negli occhi della ragazza. Era grazie a quello sguardo che tutto era cambiato. Alya dovette riconoscere che Katja aveva ragione: se moriva, tutto sarebbe stato vano.
Nel carcere, il regno del terrore era finito. Grazie a lei, l'esempio che tutti seguivano. Lei, che non si faceva domare mai dalla paura.
-Tu devi pensare alla tua gente, Alya.. Pensa a Gagarin! A me non é rimasto nessuno da cui tornare. Sei l' unica amica che ho, e..
All' improvviso, la porta cedette e le guardie sciamarono una dopo l' altra verso di loro, Katja fu più veloce dell' altra.
-Nulla deve andare perduto, ricordalo... Addio, amica mia.
La spinse e Alya cadde dal cornicione. Allungò le braccia verso di lei e seppe che non l' avrebbe più rivista. Fu consapevole di poter vivere, ma a caro prezzo.
Il costo che aveva dovuto pagare era la morte della sua migliore amica.
-KATJA!!
"
Ink dipinse le ultime righe del disegno.
-Infine, il lupo non tradisce mai le sue origini, anche quando tutto sembra finire..
Il disegno era completo: la croce e la pistola, simbolo dei Siberiani. Un particolare, però l' aveva colpita, un nome scritto a caratteri grandi: Katja.
Alya rimase senza parole.
-Ma come..
Ink le sorrise, aveva sempre avuto un sorriso caldo e dolce. Un sorriso che la faceva stare meglio.
-Gagarin me lo ha detto. Sapeva che tenevi molto a quella ragazza.
Alya prese in mano quell' opera d' arte, era perfetta. Ogni traccia era al posto giusto, le linee erano fini e sinuose.
Il primo tatuaggio era sempre un passo importante che si compiva nella vita di un Siberiano. Quel momento era arrivato per Alya. Una cosa troppo importante per essere dimenticata, ma troppo triste per non essere ricordata.
Katja, il lupo della Siberia.
Ink la fece accomodare nel suo studio, dove aveva tutto l' occorrente per procedere. La accolse con gentilezza e per tutto il tempo non violò il silenzio. Alya gli fu grata per questo.
Si tolse la maglia e la canottiera rimanendo solo in intimo. Tutto era pronto, anche lei lo era. Era emozionata, ma era anche consapevole del perché lo stesse facendo.
-Dove lo vuoi?
Alya gli indicò dietro la spalla sinistra. Ink si accigliò.
-Come mai?
Alya lo guardò convinta.
-Non deve rimanere nascosto, non voglio che lei venga scordata..
Ink annuí grave, era uno di quelli che riusciva a capirla al volo.
Alya lo voleva lí per esserle vicina, per guardarlo ogni volta che si sentiva sola e affranta.
Lo voleva per ricordarsi sempre che nulla doveva andare perduto.
 
   
 
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