Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Zahn Volk    20/01/2015    0 recensioni
Una città invisibile e il pericoloso cammino di un giovane dall'infanzia all'età adulta.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3. Giovani lupi

La Taiga era lontana, i fiumi Amur e Lena erano un ricordo lontano e un altro fiume accompagnava le vite di quel clan di lupi orfani della loro madre Siberia.
La Sprea e l'Halev correvano accanto ai quartieri della Altstad e passando tra le case raccontavano le storie che avevano raccolto lungo il loro corso, storie narrate in una lingua straniera che Zharko ancora faticava a capire.
- Nemetskiy!- l'alfa del clan chiamava ancora così Zahn malgrado ora il piccolo avesse un nome suo. - Nemetskiy!- facevano eco gli altri ragazzini che si divertivano a prendere in giro il biondino che non parlava russo.
- Continueranno a chiamarti così finché non imparerai la nostra lingua madre.- gli spiegava la sera Lyuba quando, tornando a casa, Zahn cominciava a ripetere rabbioso il nomignolo che gli era stato affibbiato.
- Non siamo in Siberia!- obiettava allora il piccolo sapendo di potersi lasciare andare a certe proteste quando era solo con la prostituta - Siamo in Germania e in Germania si parla tedesco!-
Lyuba ascoltata pazientemente e nel mentre spogliava il bambino e lo infilava nella vasca da bagno per ripulirlo dalla terra e dal sangue che gli imbrattavano il viso e i capelli.
- Ricordare le nostre origini è importante.- lo rimbeccava la donna strofinando con gentilezza la pelle pallida del piccolo - Tu sei un cucciolo di lupo e tutti i cuccioli di lupo conoscono il russo.-
- Allora io sarò un cucciolo di lupo diverso!- insisteva il bambino intestardendosi - Saukerle.- rin-ghiava infine guardando contrariato la propria immagine allo specchio.
Così magro, pallido e con quei capelli biondi sarebbe stato comunque difficile scambiarlo per un lupo siberiano. Gli altri ragazzi erano di corporatura robusta e avevano capelli scuri e occhi chiari, azzurri come il cielo invernale o gialli come pagliuzze d'oro; lui invece aveva occhi verdi come due piccole gemme non ancora sbocciate. Odiava il suo riflesso, odiava vedere quanto fosse diverso da-gli altri della cucciolata.
Lyuba ascoltava pazientemente gli sfoghi del bambino e gli baciava i capelli biondi prima di avvol-gergli il capo in un asciugamano e cominciare ad asciugarlo.
- Non saprai parlare bene il russo, ma in tedesco sai come difenderti, piccolo Nemetskiy.-

Erano giovani, erano esuberanti e convinti che il mondo si sarebbe piegato ai loro piedi ad un loro schiocco di dita, ma la realtà, la realtà in cui quei cuccioli d'uomo erano nati, era ben diversa e aveva leggi che bisognava conoscere se si voleva sopravvivere.
Motya, il più stretto tra i collaboratori di Zharko, aveva il compito difficile quanto gratificante di in-segnare ai più giovani le regole del Popolo degli Invisibili e del clan.
- Il nostro popolo ha radici antichissime e la nostra gente è riuscita a sopravvivere allo scorrere del tempo e alle tempeste della guerra solo avendo regole ferree quanto sagge.- diceva loro standosene impettito al centro del Domoy, la corte di Zharko e della sua gente - Siamo lupi, viviamo in branco, ci proteggiamo a vicenda, ci muoviamo ed agiamo come un corpo ed un'anima sola. La vita di un lupo siberiano deve seguire poche, vitali regole sacri come un comandamento:

1. Uccidere un fratello o una sorella lupo è un reato punibile con la morte e meditare questo un simile delitto è grave quanto averlo compiuto. Un lupo è autorizzato ad ucciderne un altro solo se è in pericolo la vita del clan o la propria.
2. I lupi rispettano la libertà e la vita di ogni essere vivente. Togliere la vita o la libertà ad un essere vivente o torturarlo per gioco o senza un valido motivo è un sacrilegio gravissimo.
3. La parola dell'alfa è inconfutabile e deve essere seguita ciecamente da tutti i membri del clan. Un lupo è autorizzato a disobbedire all'alfa qualora un ordine impartito possa mettere in pe-ricolo il clan o il Popolo invisibile.
4. Sparare all'interno del Domoy è un sacrilegio. Tutte le questioni devono essere risolte con onore e il più pacificamente possibile.
5. I lupi onesti e onorevoli non si sporcano le mani con la droga né con il sangue. Uccidono solo se costretti e nel modo più rapido ed indolore per il loro avversario.
6. Tutti i lupi devono avere un lavoro all'interno del branco e contribuire al sostentamento del clan. Il denaro e la ricchezza non sono lo scopo della vita di un lupo, ma il mezzo che ne ga-rantisce la sopravvivenza.
7. Un lupo non si mischia con la gente della Neustadt se non per rubare o per questioni di lavo-ro.
8. I lupi non parlano mai e per nessun motivo con i Disonesti: i Giusti, i banchieri, gli usurai e i politici.
9. I giuramenti di sangue sono sacri e chi li infrange è meritevole di morte. Ogni giuramento deve essere pronunciato alla presenza di due testimoni: uno del proprio clan e un membro del Popolo invisibile.
10. I rapporti con gli altri clan devono il più possibile pacifici e rispettosi. Questioni tra membri di clan differenti devono essere risolte davanti al Consiglio dell'Altstadt e senza che le con-seguenze ricadano su tutto il clan.

Ricordate sempre, giovani lupi, senza regole un branco è presto condannato all'estinzione.-
Finita la lezione Motya guardava uno ad uno i giovani lupi seduti intorno a lui e li interrogava met-tendoli alla prova con indovinelli e altre piccole verifiche.
Zahn ascoltava attentamente e imparava tutte quelle regole ripetendole poi a Lyuba con la stessa precisione con cui uno scolaro ripete una poesia o una filastrocca imparata a scuola, dopo tutto quella era scuola per lui.
- Noi lupi siamo il clan più forte dell'Altstadt e il più potente all'interno del Consiglio.- spiegava an-cora Motya portando i giovani ad esplorare il loro territorio per insegnargli i confini e le regole della convivenza con gli altri clan - La Sprea e l'Halev sono sacri in quanto fumi fonti d'acqua dell'Al-tstadt. Inquinare volontariamente o accidentalmente il fiume è un reato gravissimo.
Gli altri clan segnano i loro territori con i loro simboli e i loro colori ed è importante conoscerli per non avere problemi con nessuno di loro.-
L'uomo apriva una grande cartina al centro del Domoy e indicava i distretti in cui era spartita l'Al-tstadt indicando quale clan vi abitasse e i loro simboli e colori.
- Teschi neri.- cominciava ad elencare - Colori nero e grigio, segnano il loro territorio appendendo teschi e scheletri ai lampioni. Entrate nel loro territorio senza permesso e sarà l'ultima cosa sciocca che farete in vita vostra. Uomini e donne sono sempre vestiti di grigio, il loro alfa è sempre una donna e si distingue dalle altre portando un medaglione d'oro.
I Perros rojos: colore rosso, tingono di rosso le loro porte e le imposte delle loro case.-
Aiutandosi con un bastone l'uomo indicava i territori di ogni clan e, per aiutare i suoi allievi, ogni settore veniva cerchiato con i colori del clan.
- Gli asiatici: colori giallo, rosso ed arancione e non c'è molto da dire su di loro. Gli Highlander: co-lori bianco ed oro, si riconoscono dal loro modo di vestire curato e dalle tonalità chiare.
Infine, da ultimi ma non meno importanti, i Lupi siberiani: colori bianco come la neve, verde come la Taiga e azzurro come il cielo.- Motya indicò una bandiera appesa alla Loggia, il balcone della casa dell'alfa, e puntò con il bastone le tre bande colorate e disposte verticalmente come a formare un sipario - Il nostro simbolo è il lupo che portiamo sul cuore a memoria del giuramento che abbiamo fatto.- l'uomo tirò un cordino che aveva al collo e si tolse dalla maglia un ciondolo d'argento, grosso come una moneta, a forma di lupo - Il giuramento di proteggere il Popolo dai Disonesti: coloro che non sanno apprezzare il valore della vita e della libertà e sono schiavi del denaro.-

Mysha, il più grande di quella piccola brigata, correva davanti a tutti guidando quella piccola banda per le strade della Neustadt alla ricerca di qualcosa da mangiare.
- Venite!- li incoraggiava ridendo - Dietro a me! A me!-
Zahn lo seguiva a ruota cercando di superarlo, Akim, un mucchietto d'ossa dai capelli neri e lisci come l'olio che veniva chiamato scherzosamente Osso, e Grisha, un ragazzetto di corporatura robusta dai capelli rossicci e gli occhi azzurri, venivano dietro e faticavano a stare dietro ai due biondini.
Mysha si fermò ad un incrocio e si guardò intorno studiando la situazione.
- Andiamo alla stazione dei treni.- ordinò poi rivolgendosi ai suoi compari - Lì troveremo qualche cosa da mangiare e del lavoro.-
Zahn e gli altri due bambini annuirono all'unisono e senza esitare ancora cominciarono a correre verso la stazione incalzati dalla promessa di mettere sotto i denti qualcosa che non fosse il solito pane nero e la solita zuppa.
Arrivati sui binari il maggiore si arrestò nuovamente cercando potenziali minacce e fonti di guada-gno.
- Io ed Akim cerchiamo qualcosa da mangiare.- annunciò scendendo dalla panchina su cui era salito per avere una migliore visuale - Zahn, tu e Grisha andate sui binari a raccogliere un po' di rame, lo rivenderemo agli asiatici.-
- Sui binari?- Grisha guardò i treni un po' preoccupato dall'alta velocità con cui sfrecciavano sulle rotaie.
- Certo! C'è qualche problema?- Mysha si voltò verso il bambino dai capelli rossi - Chi non lavora non ha diritto al pranzo.- sentenziò poi serio.
- E chi lo dice?- il bambino provò a ribellarsi - Te la sei inventata questa regola! Zharko non lo ha mai detto e nemmeno Motya!-
- Io sono il capo e io decido chi mangia e chi no.- ribadì Mysha avvicinandosi a Zahn e Grisha e gonfiando il petto come un giovane lupo pronto a battersi.
- Coraggio Grisha.- Zahn diede una pacca sulla spalla al compagno per rassicurarlo - Andremo lon-tano dai treni, vedrai che troveremo qualcosa.- gli sorrise per poi rivolgersi a Mysha con tono deci-samente più serio - Sarà meglio per te che ci trovi qualcosa da mangiare, altrimenti ci mangeremo te ed Osso.-
- Sì certo, come no.- Mysha superò i due ragazzi e con Osso corse in direzione dell'uscita della sta-zione dove aveva più possibilità di trovare qualcosa.
Zahn e Grisha si spostarono verso la zona dismessa della stazione e, trovato un grosso secchiello di latta, cominciarono a riempirlo con tutto il rame che riuscivano a trovare sotto i vagoni abbandonati, i binari e i ferrivecchi ammassati un po' ovunque.
- Grisha!- Zahn chiamò a sé il compagno - Aiutami!- il bambino indicò all'amico una lunga pertica di rame incastrata tra i binari e, preso un pezzo di ferro, cominciò a fare leva per cercare di toglierla dal punto in cui era bloccata.
- Spostati.- il bambino prese il posto del biondo spingendo con forza sulla pertica - Tira Zahn! Tira forte dai!-
Zahn obbedì tirando con tutte le sue forze finché il pezzo non venne via facendolo ruzzolare per ter-ra e cadere tra altri pezzi di ferraglia che tintinnarono allarmati cadendo gli uni sopra gli altri in un gran baccano.
- Chi è là?- due Giusti nelle loro uniformi blu corsero verso l'origine del rumore e si bloccarono da-vanti ai due bambini puntandogli addosso le pistole - Che cosa ci fate qui?- domandarono categorici - Parlate! Non abbiamo tempo da perdere!-
Uno degli uomini tolse la sicura pronto a sparare: due Invisibili in meno non sarebbero mancati a nessuno e nemmeno le autorità avrebbero fatto troppe storie se li avessero uccisi.
I due piccoli si strinsero l'un l'altro guardando atterriti i due ufficiali senza osare proferire parola. Zahn si era parato davanti a Grisha e ringhiava basso verso i due uomini non sapendo bene cosa fare.
Uno dei Giusti aveva intanto trovato il secchio e ne stava ispezionando il contenuto.
- Rame.- disse tornando verso il collega e mostrandogli una lamina tutta ammaccata - Sono due ladri, regala un po' di piombo ad entrambi ed andiamocene.-
A quelle parole Zahn non ragionò più e senza pensarci due volte passò all'azione.
Con un movimento rapidi rigirò la pertica di rame e la impugnò saldamente con entrambe le mani brandendola come una spada. L'asta ondeggiò incerta in aria per poi calare come un fendete sulla mano del Giusto che lasciò andare la pistola guaendo di dolore.
L'aveva fatta grossa e l'espressione infuriata dell'uomo gli fece capire che non l'avrebbe passata liscia.
- Scappa Grisha!- Zahn si voltò verso il compagno cominciando poi a correre - Scappa! Va via!-
Il rosso non ci pensò due volte e, raccolto il secchio che i Giusti avevano lasciato cadere, scappò nella direzione opposta chiamando Mysha e cercando aiuto.
Zahn percorse tutto il binario di volata senza preoccuparsi troppo di voltarsi a vedere quanto vicini fossero i suoi inseguitori.
Essendo piccolo pensò bene di andare a nascondersi dove le sue dimensioni lo avrebbero aiutato e, senza pensarci troppo, si infilò sotto un convoglio divorato dalla ruggine e dai rampicanti.
- Dove è andato?- uno dei Giusti si fermò davanti al rifugio del piccolo e attese l'arrivo del secondo che aveva provato inutilmente a inseguire Grisha.
- Cerchiamolo, non può essere andato lontano.-
I due uomini salirono sul vagone e iniziarono ad ispezionarlo da cima a fondo spostando i rifiuti ammassati al suo interno e le casse dimenticate lì da chissà quanto tempo.
Zahn rimaneva immobile, acquattato tra le lamiere e le erbacce con il cuore che batteva fortissimo, talmente forte che era certo che i due Giusti l'avrebbero sentito, che tutta Berlino lo stesse sentendo e si fosse fermata per ascoltare i battiti resi pazzi dalla paura.
- Qui non c'è.- uno dei due funzionari scese dal vagone e attese che anche l'altro lo seguisse - Vieni, andiamo a vedere in quella rimessa.-
L'uomo non riuscì però a fare un passo che inciampò cadendo sui binari con il viso esattamente da-vanti a Zahn che lo guardò sbarrando gli occhi e trasalendo.
- Eccoti qui, Arschloch.- ghignò allungando la mano e afferrando il ragazzino malgrado i suoi tenta-tivi di opporre resistenza.
Zahn morse l'uomo, tirò e strattonò, ma alla fine dovette arrendersi e lasciarsi tirare fuori dal proprio nascondiglio.
Il Giusto lo afferrò da sotto le ascelle e lo sollevò per vederlo meglio alla luce del sole.
- È un cucciolo dei lupi.- disse rivolto al collega - Dico bene, Arshloch?- domandò al bambino ri-mettendolo a terra.
Zahn strinse i pugni lungo i fianchi e rimase in silenzio maledicendo in tutti i modi che conosceva quei due Disonesti.
- Non parli?- il Giusto gli mollò un ceffone sul volto facendolo cadere sulla ghiaia dei binari - Eh Arschloch? Ai Cani siberiani non insegnano a parlare?-
Zahn si voltò furente verso l'uomo e per tutta risposta gli sputò addosso macchiandogli l'uniforme.
- Lurido schifoso!- l'ufficiale prese nuovamente fuori la pistola e la punto alla testa del bambino ti-rando indietro il carrello e preparandosi a fare fuoco - Ti insegno io a fare il muto davanti ad un Giusto!-
- I Lupi siberiani non parlano con i pezzi di merda come voi.- sul binario morto si udirino una voce maschile seguita immediatamente da una femminile.
- Luyba, cara, puoi chiedere a questi cani con che coraggio hanno osato toccare uno dei nostri figli mentre faceva il suo lavoro?-
Lyuba sorrise a Zharko e ripeté testualmente la domanda dell'uomo ai due militari che guardavano la strana coppia chiedendosi se non fossero finiti inavvertitamente dentro una strana commedia o una tragedia particolarmente grottesca.
Uomini e donne con il simbolo del lupo si erano intanto avvicinati e avevano circondato i due Giusti chiudendo Zahn in una cintura di facce note e, soprattutto, amiche.
- Lyuba, abbi pazienza mia cara.- Zharko parlava con una lentezza che non prometteva nulla di buono e la sua voce sembrava una carezza infida - Puoi chiedere a questi due pezzi di merda di la-sciare andare il nostro Zahn? O così o sono sicuro che i nostri onorevoli fratelli lupi saranno ben fe-lici di fare assaggiare a questi luridi Disonesti un po' del nostro piombo.-
Lyuba, ancora una volta, riferì il messaggio di Zharko ignorando gli insulti che i due Giusti rivolge-vano a lei e alla sua gente.
Zahn, ancora a terra, osservava tutta la scena spostando lo sguardo dal Lupo grigio alla pistola anco-ra puntata contro di lui. Dopo istanti, che al piccolo, parvero ore, il Giusto abbassò l'arma e con la coda tra le gambe lui e il suo collega sfilarono in mezzo al corridoio umano formato dai lupi e poi via verso la stazione e la noiosa monotonia della Neustadt.
Un uomo cominciò ad intonare una canzone mentre i due Giusti se ne andavano, una canzone che parlava della vittoria di un branco di lupi su un bracconiere senza onore che uccideva per il solo gu-sto di farlo.
Zharko e Lyuba si avvicinarono a Zahn per accertarsi che non fosse ferito.
- Sei stato bravo.- si congratulò l'uomo scompigliando i capelli biondi del piccolo. - Andiamo a ca-sa!- ordinò poi ridendo e unendosi a quella folla festante e disordinata.
Un uomo si piegò e raccolse il bambino mettendoselo sulle spalle ed incamminandosi intonò una nuova canzone a cui si unirono anche gli altri lupi.
Zahn guardava dall'alto la gente, la sua gente, festeggiare quella vittoria sui Disonesti e si sentiva felice non solo per lo scampato pericolo, ma anche e sopratutto di essere parte di un così fiero popolo. Sorrise a sua volta e cominciò a cantare e a battere le mani mentre quel caotico corteo lo portava in trionfo verso il Domoy.
Più tardi, quando fu il momento della buona notte, Zahn confidò a Lyuba i sentimenti che aveva provato e al solo parlarne i suoi occhi brillavano come stelle.
Ancora eccitato per quello che era successo raccontò alla donna la sua avventura per l'ennesima volta aggiungendo dettagli sempre nuovi e di volta in volta più eroici.
- Sei stato molto coraggioso.- si complimentò sorridendo la donna mentre con fare materno gli rim-boccava le coperte - Sono pochi i bambini che davanti ad un Giusto riescono a rispettare la regola e a non parlare.-
- Io non sono un bambino come gli altri.- replicò con una punta di orgoglio Zahn, battendosi il petto con il piccolo pugno - Io sono un lupo!-
- Sì, lo sei, piccolo Nemetskiy.- Lyuba baciò il bambino sulla fronte e uscì dalla sua stanza cantandn una ninna nanna russa.

AVVERTIMENTO
Il capitolo che avete letto è il primo di una storia ancora in fase di scrittura e correzione, chiedo quindi scusa se i periodi non sono sempre perfetti e per eventuali errori di battitura e/o grammatica. Grazie

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Zahn Volk