Un
maledetto gioco del destino
Tutt’oggi
mi viene in mente
un verso di Nicolas Sparks, uno dei miei autori preferiti,tratto da
“I passi
dell’amore” che dice: “L'amore
è sempre paziente e gentile, non è mai geloso...
L'amore non è mai presuntuoso o pieno di se, non
è mai scortese o egoista, non
si offende e non porta rancore. L'amore non prova soddisfazione per i
peccati
degli altri ma si delizia della verità. È sempre
pronto a scusare, a dare
fiducia, a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta”.
Quel libro lo lessi milioni di
volte,lo amavo, in parte parlava della mia storia , o meglio della
nostra
storia, una ragazza qualunque e un teppista…una coppia
insolita divisa dal
destino crudele.
14
Febbraio
Caro
diario,
oggi
Mark m’ha
promesso una serata romantica,in occasione di San Valentino,che tra
l’altro è
anche il giorno del nostro anniversario,si sono già 3 anni
che stiamo
insieme…mi sembra così strano…i nostri
amici credevano che non saremmo durati
nemmeno una settimana,invece hanno dovuto ricredersi, ora vado a
prepararmi
altrimenti dice che sono la solita ritardataria,che poi non ho capito
perché ha
insistito per le 18...vabbè lo scoprirò
Tua Erika
Felice
come non mai,chiusi il
vecchio diario con un tonfo ovattato.Forse ero un
po’cresciutella per avere un
diario personale…insomma quale 17enne conserva ancora un
diario?
“Ma lei non era come tutte le
altre, lei era quella ragazza che riusciva a rubare i cuori della gente
con la
sua dolcezza e spontaneità,senza rendersene conto. Questo
era quello che
dicevano di me. Ma si ricrebbero quando riuscii a scalfire il cuore di
quello
che veniva considerato il “bullo della scuola”e a
interessarmi a lui.Avevo
sempre creduto che sotto la scorza da duro ci fosse sempre stato un
ragazzo
dolce e sensibile e non quello che dava a vedere.
Avemmo vari scontri fino a quel
bellissimo 14 febbraio quando,dopo l’ennesima litigata, mi
sussurrò quel
bellissimo “Ti
amo”.
Mentre mi preparavo,mi persi
nel ricordare quella sera e tutti i momenti che la seguirono certo non
era sempre
stato tutto rose e fiori ma eravamo sempre tornati
insieme,più forti di prima.
Mi ripresi da quello stato di
trans in cui era caduta, riprendendomi a preparare.
Avevo scelto,per quella serata,
un jeans diesel e una felpa nera Dior, sportiva ma che
contemporaneamente le
dava un tocco elegante. Lasciai ricadere i lunghi capelli
neri,leggermente
ondulati, sulle spalle e contornai i miei occhi verdi con un trucco che
andava
dall’argento al nero.
E visto che era ancora presto
cominciai a rifinire particolari come la manicure e accessori vari
tutti
rigorosamente neri e argento.
Il mio stile a scuola era
completamente diverso da quello che usavo di sera.
Di giorno ero la solita
ragazzina acqua e sapone, mentre la sera facevo uscire la mia parte
ribelle. Mi
preferivo in versione
“dark”, sentiva che mi rappresentava di
più, anche il mio Mark me lo ripeteva
sempre:”sì
te stessa senza
preoccuparti degl’altri”,ma il
più delle volte non ci riuscivo.Insomma
ero la studentessa modello di tutta la scuola e avevo molti crediti per
superare con eccellenza la maturità e quindi non potevo
permettermi di litigare
con i prof per via dei miei gusti rocchettari,nono.
Un clacson, e il citofono…e
mi si precipitai al
citofono
pronunciando un flebile “chi è?”
E sentendo un “amore sono
io,scendi”,presi borsa,chiavi e cellulare,e mi precipitai
giù per le scale fino
ad arrivare al portone,dove lo vidi.
Come al solito aveva alzato con
del gel i suoi capelli corvini e aveva indosso un jeans nero con una
t-shirt
dallo stile gotico, ma quel giorno lo vedevo più bello di
sempre.
Mi lanciai al suo collo
schioccandogli un semplice bacio a stampo ma che lui
trasformò in un bacio
passionale, un mix d’emozioni uniche, ogni bacio era come se
fosse il
primo…semplicemente stupendo!. A malavoglia ci staccammo,lui
mi sorrise e
avvicinandosi al mio orecchio mi sussurrò un “ sei
bellissima ‘sta sera”. Di
risposta gli sorrisi e salì sul motorino,non prima
d’essere stata bendata.
Serrai le braccia al suo petto,poggiando la fronte sulla sua schiena.
Dopo un bel po’ di minuti
,ampliati dalla benda che avevo la quale mi rendeva ancora
più curiosa e
impaziente, arrivammo a destinazione.
M’aiutò a scendere e mi tolse
la benda.
Rimasi estasiata…eravamo al
porto di Civitavecchia e stavamo ammirando,abbracciati, il
più bel tramonto che
avessimo mai visto.
“grazie, Ti amo”Gli sussurrai
sotto voce sperando che mi sentisse
“anch’io,amore,solo che…”
“ solo che??”
“niente, non vorrei che ti
raffreddassi ,comincia a fare freschetto”
“non preoccuparti,non ho
freddo”
Non feci in tempo a finire la
frase che lui pose la sua giacca sulle mie spalle.
“grazie”
“figurati”
e così dicendo mi baciò,ma
quella volta fu un bacio senza malizia,pieno di dolcezza e amore.
“vieni,la serata non è mica
finita qui!”
E così mi lasciai trasportare
da quello che era il mio principe.
Mi trasportò sulla
battigia,tenendomi tra le sue braccia: In quel momento riusciva a
trasmettermi
sensazioni indescrivibili,mi sentii in paradiso,quando ero con
lui,ansia e
preoccupazioni sparivano e non potevo fare a meno di sorridere, era il
mio
angelo…il mio dark- angel sceso sulla terra solo per me e
nessun’altra e io ero
sua,solo sua.
Rimanemmo lì a coccolarci, per
un bel po’, dovevano essere le otto circo, fino a quando
borbottò un qualcosa
simile ad un “amore andiamo sennò facciamo
tardi” ed alla mia domanda “ per
cosa?” rispose sussurrando “è una
sorpresa!”
Data l’ora, mi portò in un
ristorante, avevamo un tavolo prenotato, vicino ad una porta-finestra
che dava
sul porto…bellissimo, non troppo elegante.
Mi stupiva il suo romanticismo,
certo era dolce ma mai come in questo momento.
Cenammo lì, non ricordo nemmeno
più quanto e cosa abbiamo mangiato, ricordo solo i miei
occhi riflessi nei
suoi, l’uno di fronte all’altra, le nostre dita
incrociate sul tavolo. Eravamo
circondati da una cinquantina di coppie, ma ai miei occhi nessuna era
più
felice di noi.
Parlammo, ridemmo e scherzammo
per tutta la durata della cena, fino a quando il cameriere ci
portò il conto
che lui gentilmente pagò senza farmi sborsare nemmeno un
centesimo anche se io
volevo pagare la mia parte di conto…insomma doveva essergli
costato una cifra
quel ristorante e non mi andava che lui spendesse molto per me.
<< Allora piaciuto il
ristorante?>>
<< Si tantissimo,ma
secondo me non dovevi mi sarebbe bastata anche una semplice pizza
>>
<< Se non avessi voluto
portarti in questo posto non ti avrei portata, non credi?
>>
<< ok, con te mi
arrendo…e ora dove mi porti? >>
<< a Roma! >>
salimmo di nuovo
sulla moto e tornammo a Roma, ero convinta che mi
avrebbe lasciata sotto casa anche se come orari di rientrata le dieci
erano
presto rispetto a l’orario in cui tornavamo a casa di solito infatti si fermo su Ponte
Milvio…una delle
zone più romantiche della città ma per noi aveva
un significato particolare…è stato
proprio lì che ci siamo dichiarati.
Passeggiammo un po’ finché Mark
estrasse dalla sua tasca un lucchetto dove scrisse con
l’indelebile
“ Mark & Erika
14/02/2008“
lo
agganciò ad uno dei migliaia
catenacci già presenti
e mi porse la
chiave.
Mi voltai e prima di lanciarla
nel Tevere gli chiesi: << Per sempre?>>
E lui mi rispose: << Per
sempre >>.
<< Sali da me? I miei non
ci sono >> mi chiese
<< ok >>
Arrivati a casa sua non capimmo
più niente…eravamo drogati, drogati del nostro
amore.
I nostri vestiti scivolarono
via facendo unire i nostri corpi e le nostre anime in un unico
abbraccio…
***
<<
Amore mi riporti a
casa che è tardi?>>
<< Perché non rimani a
dormire qui? >>
<< 1. i miei mi
ammazzano, 2. non ho il cambio per domani >>
<< Allora: 1. puoi
chiamarli per avvisare tanto ormai sanno che sei fidanzata quindi
devono
aspettarsi che tu faccia certe cose… e 2. vai benissimo
così>>
<< Dai Mark nascerebbero
dei problemi con i miei…>>
<< e va bene…dammi solo
il tempo di rivestirmi…>>
<< Grazie amore >>
e gli schioccai un bacio a fior di labbra.
Si rivestì e dopo nemmeno 20
minuti ero già sottocasa.
Scesi dal motorino, mi levai il
casco e mi sporsi verso di lui per il “bacio delle buona
notte”
<< Se c’hai ripensato
siamo ancora in tempo…>> mi disse prima
d’impossessarsi delle mie labbra
per un bacio appassionato…stupendo, da cui non volevo
staccarmi, ogni volta era
un turbinio di emozioni nuove da esplorare.
Mi staccai di controvoglia e
gli dissi:
<< Ora è meglio se vai,
sennò potrei ripensarci per davvero>>
<< Ok, Ok
vado >>
Aprii il portone e cominciai a
salire...era solito andarsene solo quando saprivo del tutto dalla sua
vista e
abitando ad un primo piano la cosa era piuttosto rapida…
Entrai facendo piano per non
svegliare i miei genitori, ma nemmeno il tempo di posare la borsa sul
mobile
d’ingresso che un rumore abbastanza forte, proveniente dalla
strada, cattura la
mia attenzione.I
miei uscirono di corsa dalla camera da letto…ero
scioccata…avevo paura
che gli fosse successo qualcosa…non ci pensai due volte a
scendere in strada
per vedere cosa fosse successo ma sull’asfalto trovai solo la
conferma delle
mie paure…
è
la prima FanFiction che posto in questa categoria di solito scrivo su
celebrità o manga
che altro dire se non "Commentate"
please?
Mustardgirl94