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Autore: Lois Lane 89    21/01/2015    2 recensioni
Sophie: ragazza italiana in vacanza a Los Angeles.
Lei non crede nell'amore a prima vista, ma Chris Evans invece si.
Sophie proverà a stare lontano da lui e dall'amore, ma non sarà una cosa facile; specialmente quando c'è di mezzo la lontananza.
Ma poi all'improvviso, Chris rischia di perderla...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Chris Evans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente, Chris aprì gli occhi e vide Sophie accanto a se ancora addormentata.

Mise un braccio intorno a lei, e rimase a guardare il viso della ragazza di cui si era perdutamente innamorato.

Si avvicinò al suo viso, e la baciò delicatamente: lei aprì gli occhi e lo guardò.

“Buon giorno angelo mio.” disse Chris.

“Giorno.” rispose Sophie, accarezzandogli una guancia.

Così dicendo, fece per alzarsi ma Chris glielo impedì.

“Tu non vai da nessuna parte.” disse Chris.

Rimasero a coccolarsi sotto alla coperta.

“Hai mai pensato di trasferirti a Los Angeles?” domandò Chris mentre erano in cucina.

“Sinceramente no. Non ho mai pensato a una cosa del genere.” rispose Sophie.

“Ma a te piacerebbe andare a vivere in America?” domandò Chris.

“Non saprei. Dovrei lasciare il mio lavoro. Qui a Roma ho la mia vita. Ma... perchè mi fai queste domande?” domandò Sophie a sua volta.

“So che stiamo insieme da poco tempo, ma sarebbe fantastico se venissi a vivere con me. Da quando te ne sei andata, quella casa è vuota. Puoi trovare un lavoro migliore; fare la cameriera in un ristorante non fa proprio per te.” rispose Chris.

“E' una decisione importante. Non posso prenderla così su due piedi. Ho bisogno di tempo.” disse Sophie.

“Prenditi tutto il tempo che vuoi. Io non ho intenzione di lasciarti qui da sola.” rispose Chris.

Così dicendo, Sophie si buttò tra le braccia di Chris.

Passò una settimana, e Sophie si accorse che Chris aveva ragione: per lei a Roma non c'erano molte possibilità, così decise di trasferirsi a Los Angeles.

Lo disse a Chris mentre si trovavano sulla scalinata di Piazza di Spagna; lui era talmente felice che la prese per i fianchi e la sollevò in aria.

Lasciò il suo lavoro di cameriera, e lasciò libero il suo appartamento in affitto; non aveva molto da prendere.

“Benvenuta a casa.” disse Chris quando furono di nuovo insieme nella casa di Los Angeles.

“Grazie. Hai risolto con tuo fratello? Non voglio crearti problemi con la tua famiglia.” rispose Sophie.

“Tutto sistemato. I miei genitori non vedono l'ora di conoscerti di persona.” disse Chris.

“Su questo punto ci penseremo in un altro momento. E' ancora presto per fare il passo ti presento i miei.” rispose Sophie.

“Aspetterò tutto il tempo che vuoi. L'importante è che tu sia qui.” disse Chris.

Dopo di che, Sophie sistemò le sue cose e uscì a fare la spesa; Chris doveva incontrarsi con degli amici.

Quando tornò a casa, Sophie preparò la cena.

Chris arrivò che era già tutto pronto; Sophie vide che in mano aveva una scatola.

“Che cosa c'è lì dentro?” domandò Sophie, indicando la scatola.

“Non te lo dico, è una sorpresa. Che buon profumo.” rispose Chris.

Così dicendo, cenarono insieme mentre chiaccheravano.

“Come fai a creare tutte queste delizie?” domandò Chris.

“Non so davvero come risponderti. Tua madre non cucina?” domandò Sophie a sua volta.

“Si, ma a volte esagera con le spezie e i condimenti. Diciamo che la cucina non è proprio il suo forte.” rispose Chris.

Si alzò dalla sedia, prese dal frigo la scatola con cui era entrato, prese Sophie per mano e andò sul divano.

“Chiudi gli occhi. E non sbirciare.” disse Chris.

Sophie non capì cosa Chris avesse in mente, ma gli obbedì e chiuse gli occhi.

“Apri la bocca.” disse Chris.

Sophie sentì qualcosa tra le sue labbra e morse: riconobbe il sapore della fragola e quello del cioccolato.

Chris morse il frutto che aveva dato a Sophie; poi prese il suo volto tra le mani, e la baciò.

Quando lui si staccò, lei aprì gli occhi e guardò quelli azzurri di lui.

Dopo di che, si guardarono un film accoccolati sul divano, dove si addormentarono.

Nei giorni seguenti, Sophie passò parecchio tempo in giro per Los Angeles lasciando curriculum: voleva cercarsi un lavoro per non gravare sulle spalle di Chris.

Chris aveva posto un unico veto: niente lavoro da cameriera.

Una mattina Chris aveva degli impegni di lavoro, mentre Sophie era uscita a fare la spesa.

Quando uscì dal negozio con le sporte piene in mano, aspettò che il semaforo diventasse verde per poter attraversare la strada.

Il semaforo divenne verde e scese dal marciapiede; ma proprio nel momento in cui era a metà delle strisce pedonali, una macchina passò con il rosso e la investì.

Successe tutto così in fretta che Sophie non riuscì a scansarsi: la macchina la prese in pieno facendola volare.

Battè la testa sul parabrezza e sull'asfalto: poi non vide e non sentì più nulla.

Chris era negli studios di Hollywood per discutere i dettagli del secondo film degli avengers quando sentì il cellulare vibrargli nella tasca.

Quando rispose dovette appoggiarsi al muro per non cadere: chiamavano dall'ospedale per dirgli che Sophie era stata investita da un pirata della strada.

Lasciò l'incontro e corse in ospedale; chiese alla reception dove poteva trovare Sophie, ma gli dissero che i dottori si stavano occupando di lei.

Si sedette su una sedia fuori dalla stanza di Sophie, e attese per un tempo che gli sembrò che non finisse mai.

Ad un certo punto, un medico uscì dalla stanza.

“Dottore, sono il ragazzo di Sophie. Come sta?” domandò Chris.

“La macchina le ha fatto fare un bel volo. Nella ferita che ha riportato alla testa abbiamo trovato dei piccoli frammenti di vetro e asfalto. Secondo i testimoni ha sbattuto prima sul parabrezza e poi sulla strada. L'auto non si è fermata, ma la polizia è già al lavoro.” rispose il medico.

“E' sveglia? Posso vederla?” domandò Chris.

“E' entrata in coma in seguito al trauma cranico che ha riportato. E non sappiamo quando si sveglierà. Pensiamo che potrebbe svegliarsi prima se sentisse una voce a lei familiare.” rispose il dottore.

Chris ringraziò il dottore ed entrò nella stanza quando medici e infermiere furono usciti.

Sophie era sul letto immobile, attaccata alle macchine e con un cerotto sulla fronte.

Chris si sedette su una sedia accanto al letto, e dopo averle preso la mano iniziò a parlarle.

Passarono tre giorni e Sophie non si era ancora svegliata; Chris non si era allontanato da lei nemmeno per un istante.

Il quarto giorno, Chris si svegliò sentendo qualcosa muoversi nella sua mano.

Con sua enorme sorpresa, vide che le dita della mano destra di Sophie si stavano muovendo.

Quando Sophie aprì gli occhi, vide una luce bianca; mise a fuoco e vide Chris accanto a lei.

“Ehi. Bentornata piccola mia. Ero così preoccupato.” disse Chris, accarezzandole il viso.

“Così tanto da non farti la barba? Da quanto tempo non ti radi?” domandò Sophie.

Entrambi sorrisero.

“Non ti manca l'umorismo almeno. Comunque da quattro giorni. Esattamente da quanto tu sei qui. Non ti ho mai lasciato. Ho avuto una paura tremenda di perderti.” rispose Chris.

“Ricordo che ero uscita dal supermercato con le buste della spesa. Ero sulle strisce pedonali e ho visto i fari di una macchina che non si era fermata al semaforo. Ho sentito un gran colpo alla testa e poi ho visto tutto nero.” disse Sophie.

“La polizia sta ancora cercando quel maledetto pirata della strada.” rispose Chris.

“Voglio tornare a casa.” disse Sophie cercando di mettersi a sedere sul letto, ma Chris la trattenne.

“Sei ancora troppo debole. Torneremo a casa insieme quando ti dimetteranno.” rispose Chris.

“Va a casa e riposati. E magari fatti la barba. Io non vado da nessuna parte.” disse Sophie.

In quel momento entrò il dottore.

“E' in buone mani signore. E' un bene che abbia ripreso conoscenza, ma ha bisogno di assoluta tranquillità.” rispose il medico.

“Torno presto. Tu riposati.” disse Chris.

Così dicendo, uscì dalla stanza dopo aver baciato delicatamente Sophie.

Uscito dall'ospedale, tornò a casa e si addormentò puntando la sveglia.

Quattro ore dopo, la sveglia suonò.

Chris si fece la barba e una doccia calda; indossò dei vestiti puliti, e tornò in ospedale.

Sophie era sveglia, e gli sorrise quando le fu di nuovo accanto.

“Così va molto meglio.” disse Sophie accarezzandogli la guancia appena rasata.

Il cellulare di Chris suonò, e lui rispose.

“Era la polizia. Gli avevo lasciato il mio numero per essere informato sulle novità. Hanno trovato il pirata che ti ha investito e lo hanno arrestato. Finirà dentro per tentato omicidio e omissione di soccorso.” disse Chris quando chiuse la chiamata.

“Bene. Mi fa piacere. Se fosse successo in Italia ci avrebbero messo anni. Molti casi vengono archiviati come irrisolti.” rispose Sophie.

“Ma per fortuna siamo in America. Hai bisogno di qualcosa?” domandò Chris.

“Si. Di un tuo abbraccio.” rispose Sophie.

“Niente di più facile.” disse Chris.

Così dicendo, Chris si sedette sul letto accanto a lei e la prese tra le braccia.

Sophie aveva temuto di non sentrire mai più le braccia di Chris intorno a lei, ed era sicura che anche per lui era la stessa cosa.

TO BE CONTINUED...

   
 
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