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Autore: Cocconut_N    21/01/2015    0 recensioni
Durante la WW2, ci sono state molte storie che poche persone conoscono, qui vi racconto una storia di un gruppo di giovani partigiani proveniente da tutta l'Europa.
E tutto ciò dobbiamo iniziare dal Marzo di 1939, sul punto di fine della guerra civile spagnola, quando le Brigate Internazionali e gli spagnoli stessi sono obbligati ad abbandonare la Spagna. Alcuni ritornano alla patria, alcuni immigrarono in una delle poche nazioni non in guerra, e ci sono altri che poi divennero uno dei partigiani in Italia.
E uno di loro, un ragazzo di nome Antonio fece parte della prima brigata "Garibaldi", e proprio dei membri di questa brigata parleremo, il ragazzo italiano Lovino, il "filosofo" tedesco Gilbert, la zingara Elizabeta, il vide comandante francese della brigata Francis, il misterioso Robinson Arthur e la bellissima russa Natalia.
coppie: SpaMano, PruHungary, FrUk.
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Tredicesimo capitolo

Napoli… Napoli… Se considerassimo Victoria come l’infanzia di Lovino Vargas, allora questa città bagnata dal Mar Tirreno di Sud Italia sarebbe come l’adolescenza del ragazzo. Infatti, anche se gli antenati appartengono a Victoria, il Dio è da parte di Napoli. Il Dio potrebbe non essere altissimo di statura, potrebbe avere anche un brutto carattere, forse, forse al momento non è nemmeno nato; però tutte le cose che coloro fanno con una palla da calcio, lui potrebbe farlo soltanto con una semplice arancia. Mentre i due fratelli Vargas stanno chiacchierando, questo Dio di Napoli fece un piccolo salto del tempo di circa quaranta anni, si riposò un secondo in questo piccolo dormitorio, e ritornò subito sul campo da calcio degli anni 80.
Nella stanza rimane solo un profondo silenzio. Questo silenzio è talmente forte, che Lovino riesce a sentire questo silenzio, “Però adesso da noi c’è ancora la guerra.”
“Stupido!” Lovino stese sul letto, “Hai perso un’ottima occasione per stare zitto, Feli!”
“Pensavo che non hai più paura delle battaglie, fratellone. Dopotutto sei stato lì fuori per così tanto tempo…”
Secondo il carattere di Lovino, Feliciano si sarebbe aspettato un’altra bella sgridata, ma sentì soltanto una risposta rauca: “…lo pensavo anche io. Avevo pensato persino di essere Enea…”
“Allora adesso…”
“Prima c’era sempre qualcuno insieme a me, ma solo adesso capisco quanto è inquietante la solitudine.”
La tristezza e misericordia riappare sul volto di Feliciano. Scosse leggermente la testa, e consolò il fratello maggiore con un piccolo sorriso: “Questa è una cosa buona, Lovino. Sapere la paura, è una cosa buona.”
Questo non è come gli insegnamenti di nonno Romolo. Molti anni fa, sotto il vecchio melo di Victoria, quel vecchio che aveva visitato mezzo mondo raccontava gli episodi eroici di Enea ai due; ma la nonna Ersilia che non è mai stato fuori di un centimetro dal villaggio li diceva sempre che tutti dobbiamo avere qualcosa per cui ci fa paura. Quando un professore di filosofia parlò con Feliciano, aveva commentato: “La tua nonna è una donna saggia, ma il tuo nonno non ha sbagliato per niente. Gli essere umani devono essere coraggiosi, ma devono avere anche il timore reverenziale.”
Anche se Feliciano è un ragazzo intelligente, ma non per una sola volta fraintende queste parole, facendo scusa per i proprio o anche degli altri timori.
“Eh sì, se c’è qualcuno insieme a te è sempre meglio.” Feliciano vede che il fratello non rispose, e continuò, “Perché tu stai giocando la tua vita tutti i giorni. Per qualsiasi cosa che fai, avere un fedele amico accanto che bada a te…”
“Sono un uomo che bada gli altri e non un vigliacco che deve essere preso in cura dagli altri!” Ma Feliciano continuò ignorando il proprio fratello maggiore: “Avere un amico del genere è la cosa più bella del mondo, quando sei in difficoltà, lui non ti abbandonerà mica…”
“L’ultima volta è stato accanto a me il Dio della Morte. Sta sopra la mia testa, vicino alla mia cola, affianco alla mia vita ed attaccato ai miei piedi. Riesci ad immaginarlo? Bastardo!”
“…ma Lovino, nella vita ci sono molte cose più belle di fare la guerra, come il calcio…”
“Come se non volessi una vita tranquilla…”
“Allora perché…”
“Perché lì ci sono i miei compagni…”
“Ahi, allora vivi più a lungo per favore, voglio ancora vedere Milan che vince il campionato…”
“Via! Napoli è il numero uno!”

Il secondo giorno, Lovino andò via da Milano. Anche se Feliciano voleva che il fratello rimanesse per qualche altro giorno, nell’Università le persone che vogliono tanto bene ai partigiani non mancano mica, ma quando ha vista gli occhi del fratello non riusciva a dire altre parole. Portò Lovino nel teatro della scuola, e dopo mezz’ora, Lovino sembra un semplice universitario.
Italiani sono così: coloro che raccontano le storie esagerano un sacco, e quelli che li ascoltano esagerano altri tre sacchi. Quando Feliciano ha descritto il proprio fratello maggiore ai compagni di classe, tutti gli altri universitari hanno avuto subito un rispetto timoroso verso il partigiano. Prima di allora, non erano mai stati in contatto con gli esploratori, i soldati, gli assassino e i partigiani, persino un loro capello hanno più esperienza di tutti quei studenti.
“Hai esagerato, stupido Feliciano.” Lovino disse tra se e se, mentre ascolta tutte le strane domande dagli universitari. E come risposta, lo prese dalle storie di avventura che aveva visto in passato sulle vecchie rivista. Era stato così verosimile che per un attimo persino lui ci avrebbe creduto.
… “Devi già andare? Torni nelle colline?” Dopo che Lovino riesce ad uscire dalla città di Milano in mezzo a tutti gli universitari, Felicino gli chiese.
“Non posso andare da nessuna parte a parte!” Pensandoci bene, Lovino sta fuori già da una settimana intera, adesso che torna accadrà sicuramente tante cose per niente carine. Quei tre comandanti sicuramente parleranno assai sul suo comportamento, non è che adesso tutti pensano che sia una spia? Anche se viene detto innocente, quel Gilbert deriderà sicuramente di lui per questo fatto. Pff, ma Gil sta sicuramente ancora dietro a quella zingara. Forse anche Antonio con Natalia, Lovino riesce anche ad immaginarlo: quelle squallide storie di avventura, il cavaliere che viaggia per il mondo portando sempre con se la borsetta cucinata dall’amata. Ma per la maggior parte della gente, questa non è per niente squallida, anzi, diventerebbe una romantica legenda. Per esempio Francis, “Lo giuro per tutte le stelle del cielo!”
“Che cazzo me ne frega a me!?” All’improvviso gridò.
“Stai bene, fratellone?” Feliciano lo guardò strano, “Ah, saluta il nonno Romolo e la nonna Ersilia da parte mia……a proposito, ti volevo sempre chiedere, non sei mai venuto da me a Milano, giusto? Come hai fatto a sapere dove abito?”
“Sono stato e come a Milano, e avevo visto anche te, ma in quel momento per quale motivo te lo dovevo dire? Bastardo!”
Quando i campi sotto i suoi piedi si dirigono agli Appennini, Lovino si accorge che probabilmente questa è la strada, ricorda ancora come, una settimana fa, Antonio e Gilbert sono andati nella collina da Milano.

Per coloro che conosce bene i monti, i Pirenei sono Pirenei, le Alpi sono Alpi, gli Appennini sono Appennini, come se fossero tre buoni amici. Ma se una persona è dalla nascita figlio dei mari, basta una goccia di acqua del mare nella bocca, riescono a capire se è il mare d’Irlanda, il Golfo di Biscaglia, il Mar Mediterraneo o il Mar Ligure. “In Inghilterra ci sta un fiume di nome Mersey, e vicino al fiume Mersey ci sta una città di nome Liverpool, e a Liverpool ci vive un grande uomo di nome Robinson.” Quando la gente iniziano a raccontare la storia del “Figlio dei Mari”, iniziano sempre così.
In Inghilterra ci sta un fiume di nome Mersey, e vicino al fiume Mersey ci sta una città di nome Liverpool, e a Liverpool ci vive un certo Arthur Kirkland. Liverpool è il padre e il fiume Mersey è la madre, i ragazzi iniziano il viaggio da Mersey, senza dire ai genitori se ritornano o no.
“Il mar Ligure non può essere di confronto al Mare d’Irlanda, come Genova non può essere di confronto a Liverpool.” Arthur Kirkland pensa così tutte le volte che passeggia vicino al mare, anche se adesso è sotto forma del signor Schmidt, il consulente tecnico di un cantiere navale tedesco di Genova; anche se adesso dovrebbe essere preoccupato per Peter che non sta venendo da giorni a trovarlo.
In quei giorni, aveva ricevuto un invito dal comune per una festa alla notte del 19 Ottobre, per il benvenuto del generale Von Fersen.
“Ci vado.” Disse a se stesso, “Però se saprò qualcosa a chi lo dovrei dire?”

Angolo della traduttrice:
Salve a tutti, ecco a voi il tredicesimo capitolo. Spero che vi piace, e come al solito grazie per la lettura. 
  
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