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Autore: sacca    21/01/2015    3 recensioni
[Everlak] Questa è una piccola What if? Cosa sarebbe successo se Haymitch avesse mantenuto la promessa salvando Peeta e non Katniss? Lei sarebbe stata fatta prigioniera da Snow. L'avrebbe uccisa? O avrebbe provato a usarla a suo favore, magari depistandola?
DAL TESTO
"Usarla a nostro piacimento, farla diventare una di noi e mandarla a uccidere la Coin. E il ragazzo se avrà tempo. E Plutarch. Rido pensando che questa stupida ragazza, quella che tutti hanno preso come simbolo della rivoluzione credendola forte, dandole il nome di "Ghiandaia Imitatrice", che mi odia così tanto, diventerà la nostra arma migliore, sarà il simbolo della nostra vendetta."
So che non è l'unica fanfic con questo tema, ma la dovevo assolutamente scrivere. Spero vi piaccia!:)
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Violenza
Capitoli:
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La solitudine è indipendenza: l’avevo desiderata e me l’ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri. “

 

POV DAVID

 

Una missione di soccorso? Prendete me! Sono fra i primi ad alzare la mano, ovviamente. Come rinunciare a tornare nella capitale? E, meglio ancora, come rinunciare a prendermi qualcosa che Snow desidera così tanto? In fondo lui si preso tutto ciò che era mio, tutto quello che avevo di importante, sarebbe il minimo per me ora prendermi lei. La signorina Everdeen, Katniss.
Il piano è questo: andare, strappare lei e le altre prigioniere a Capitol e tornare indietro. Veloci. Efficienti. Possibilmente senza morti. Siamo in sette più Boggs. Ce la possiamo fare e, in caso non ce la facessimo, spero che sia io ad andarmene, i miei compagni hanno sicuramente più motivi di me per vivere. Prendetevi tutto, anche la mia vita. L'ho giurato.
Peeta e Gale hanno insistito per venire, entrambi volevano andare la per Katniss, entrambi volevano essere in prima linea durante il suo salvataggio, entrambi hanno urlato al no secco di Boggs, entrambi sono stati allontanati con la forza. Ma io sono qui, io non sono “coinvolto psicologicamente” come loro, io non sono coinvolto da niente: sono un soldato del distretto 13 e non mi faccio domande, non ho dubbi, so qual è il mio compito e lo eseguo senza pensare.
“Ricordati, amore, fatti credere stupido mentre pensi al modo di fregarli.” La voce di mia madre mi attraversa la testa mentre sono in volo sull'hovercraft. No mamma, stavolta non sto fregando nessuno, mi piace essere un soldato, ricevere degli ordini e eseguirli senza preoccuparmi di nulla, come un automa. So distinguere fra giusto e sbagliato e, per ora, mi sta bene essere un perfetto soldatino del distretto 13. Per adesso è questo il mio posto.
Siamo arrivati al centro di addestramento, è ora di agire. C'è tensione nell'aria, la solita agitazione che colpisce tutti prima di una missione ma al “prepararsi” di Boggs smettiamo all'istante di essere agitati e ci prepariamo a combattere, non c'è spazio per l'ansia adesso: è molto più pericolosa del nemico, ti distrae e ti uccide peggio di una pallottola e il tuo compagno non si può permettere di averti intorno se sei in confusione. Tiriamo tutti un sospiro, ci concentriamo ed entriamo in azione. Indossiamo le maschere antigas, atterriamo e si apre il portello, usciamo e ci intrufoliamo nel centro, ci dirigiamo subito al primo obiettivo, gas e entriamo nella cella P45, veloci! Dobbiamo essere veloci ma silenziosi. Letali se necessario.
Proseguiamo stanza dopo stanza, sempre preceduti dal gas. Siamo in una strana stanza, grande, circolare. Fa venire i brividi. L'aria ha un forte odore di candeggina, come se tenere pulito questo posto lo facesse sembrare meno macabro. Ci sono diversi tavoli con sopra innumerevoli strumenti, probabilmente utilizzati per torturare i prigionieri. Pinze, forbici, fruste, martelli, siringhe con strani liquidi all'interno, catene, manette, coltelli, spade, corde, oggetti a cui non riesco neanche a trovare un nome e strani macchinari. Tiro un forte sospiro dentro la maschera antigas al solo pensiero dell'uso che fanno di quegli arnesi.
Vi ucciderò tutti, uno per uno.
La voce di Boggs nelle cuffie ci richiama all'ordine e proseguiamo quando una forte luce ci acceca: è tornata la corrente! Merda! Il nostro tempo qui sta finendo, dobbiamo essere veloci, più veloci!
Arriviamo alla prigione di Katniss e, dopo esserci assicurati di avere il via libera, entro mentre gli altri si occupano del resto delle prigioniere. L'odore qui dentro è da vomito, il pavimento è sporco e sudicio e c'è freddo, lo sento anche attraverso i vestiti, ci deve essere un qualche sistema del controllo della temperatura perché nella stanza delle torture il clima era più accettabile. La signorina Everdeen è raggomitolata in un angolo e mi sta fissando, il gas non è arrivato fino a qui.

  • Non ti farò del male, sono qui per salvarti. - provo a parlarle ma lei non risponde, gli occhi sono ancora pieni di terrore. Ho già visto degli occhi così e mi sono giurato che l'avrei mai più permesso così vado avanti cercando di calmarla – Siamo venuti per portarti a casa Katniss, i miei compagni stanno prendendo le tue amiche nelle altre celle – ma mi sente almeno? La vedo che si gira di scatto verso sinistra e pronuncia il nome della Mason, so che è nella cella accanto, c'è Rupert con lei, se la sta caricando in spalle mentre il gas inizia a stordire anche loro – sì, prendiamo anche Johanna. Vieni ora, dobbiamo essere veloci!

  • Come ti chiami? - chiede lei e io avrei voglia di ridere. Come mi chiamo? Che razza di domanda è? Non rido, ovviamente. Come si può ridere davanti a questo corpicino magro e pieno di ferite? Quale mostro oserebbe ridere di questa bambina mezza nuda, sporca, impaurita e con due occhi così dolci e terrorizzati da togliere il respiro? Non sono i primi occhi del genere che vedo in questo stato, dolci ma pieni di paura, gli altri occhi però erano verdi e, sicuramente, non racchiudevano la stessa forza che hanno questi... non posso pensarci ora, dopo avrò il tempo di pensarla. Ho questi occhietti da gatta che mi stanno fissando in attesa di una risposta e sembrano voler indagare dentro me, come a scoprire se può fidarsi, se sono davvero qui per portarla in salvo o se sono come loro e la attaccherò.

  • David – rispondo semplicemente e so che sta per svenire, che il gas è arrivato fino alle celle e lei sta per perder coscienza. Penso l'abbia capito anche lei perché i suoi occhi non sembrano più così decisi. Mi fa segno di avvicinarmi e, anche se so che non abbiamo tempo, mi muovo verso di lei con calma, non la voglio spaventare.

  • Non lasciare che mi si avvicinino, David, ti prego.

  • Lo prometto – rispondo.

Non ha specificato chi non si debba far avvicinare ma mi sembra ovvio pensare che si stia riferendo ai suoi carnefici. Non sono neanche sicuro che mi abbia sentito, ormai è svenuta. Me la carico in spalle e esco dirigendomi verso il mio gruppo. Qualcuno mi chiede se voglio una mano ma non ne ho bisogno: è così leggera, fa quasi paura. Mentre scappiamo da quell'edificio infernale me la stringo al petto e il suo respiro frammentato, stranamente, mi fa sentire un po' meglio: la sto portando via da qui, la sto salvando per riportarla da chi la ama.

Non puoi salvare tutte le ragazze del mondo, David. Lo so mamma, lo so. Però posso provarci, no?

Ritornati alla base non la mollo, come non l'ho mollata sull'hovercraft: me la sono tenuta al petto cercando di riscaldarla col calore del mio corpo. Ora sono ai piedi del suo letto mentre i medici la visitano e mi sento ridicolo. Cosa ci faccio qui? Boggs ha detto che dovevamo rilassarci, siamo stati bravi e questo non sarà dimenticato. Ho pensato che troppe cose non saranno dimenticate ma, come al solito, ho evitato di ripetere i miei pensieri a voce alta rispondendo solo con un “Sì, signore” come tutti si aspettavano da me.
Sono bravo a capire cosa le persone si aspettano da me. È per questo che sono qui? Perché la signorina Everdeen mi ha guardato come mi guardava lei e lei si aspettava che io la proteggessi sempre? Sono qui per proteggere questa ragazzina? Ma da cosa? L'ho salvata, io l'ho salvata! Non si può aspettare altro da me. Eppure sono qui. Basta pensare, ho deciso: aspetterò che si svegli per dirle che ho mantenuto la promessa e me ne tornerò nel mio alloggio. Sì.
Gale e Peeta sono qui, sembrano due cagnolini mansueti ora che lei è tornata sana e salva. Non li faranno entrare nella stanza fino alla fine della visita, così come Haymitch, sua madre e la ragazzina bionda, sua sorella.
Certo, qualcuno potrebbe soffermarsi su quel “sana” ma lei è viva e starà bene, cos'altro conta? Nulla, davvero, perché io sono che la fuori c'è qualcuno che non sarà mai più “sano e salvo”.
Un gemito di dolore, fortunatamente, mi distrae da questi pensieri e vedo i suoi occhietti grigi aprirsi. Si guarda intorno, agitata, probabilmente non capisce dove sia: nella stanza ci sono solo dei medici che lei non ha mai visto e io. Gira quella testolina ricoperta di capelli neri e sporchi verso me e sembra calmarsi, riconoscendomi. Ho fatto bene a restare, dopotutto. Mi hanno permesso di rimanere solo per il mio grado di soldato e perché ho giurato che non avrei disturbato. E poi io sono David, come dire di no al povero David? Lei si siede, sempre fissandomi, e inizia a sparare 1000 domande.
Non devo essere io a rispondere così mi dirigo verso la porta per fare entrare gli altri: sua madre e Prim sono tornate al lavoro, hanno lasciato detto di chiamarle al suo risveglio, mentre il suo mentore e i due ragazzi sono qui. Li faccio cenno di entrare e appena varcano la porta la sento urlare, solo che questo non è il grido di gioia che mi sarei aspettato, è un grido di puro terrore, un grido straziante che ho già sentito tante, troppe volte.
Mi tuffo nella stanza e corro da lei per capire cosa succede, voglio che smetta, non voglio mai più sentire delle urla del genere! Mi piazzo di fronte a lei, dandole la schiena e con il fucile alzato, pronto ad attaccare chiunque l'abbia fatto urlare in quel modo. Lei mi vede e si aggrappa alle mie spalle ripetendo “l'avevi promesso”. Capisco subito a cosa si riferisce e, di conseguenza, capisco che non c'è nessun vero pericolo in questa stanza. Abbasso l'arma sotto lo sguardo scioccato dei presenti mentre Katniss si agita sul lettino. Quando Peeta fa un altro passo avanti, la ragazzina si butta giù dal letto e si rannicchia nell'angolo più lontano da noi presenti. Sta piangendo, ha il respiro corto, gli occhi ancora tormentati da quel dolore e nessuno capisce il perché. In tutto questo i presenti si sono immobilizzati.
Katniss si tiene la testa con le mani e inizia a vaneggiare. Piange disperandosi, chiama Johanna, guarda me e mi implora di ucciderla, mi dice che la morte sarebbe meglio di tornare a essere la loro puttana, sputa in direzione di Peeta e Gale e si ferma, improvvisamente, osservando Haymitch con sguardo confuso. Sembra riprendersi di colpo, si alza e si scaraventa con tutto il suo misero peso verso Gale, puntandogli le mani al collo. Lui non ci fa caso, apre le braccia per accoglierla ma lei prova a strangolarlo. Un tentativo ridicolo, ovviamente. Lei è indebolita, piena di contusione, senza forze e fatica anche a stare in piedi. Lui è un giovane ragazzo arrivato già pieno di muscoli e negli ultimi due mesi non ha fatto altro che allenarsi. Lui le stringe i polsi, scioccato più di prima, e se la allontana lievemente.
A un tratto capisco i suoi vaneggiamenti, le sue paure e le sue grida: ha urlato quando sono entrati loto! Ma certo, ha paura di loro! Non mi fermo neanche a chiedermene il motivo, semplicemente mi lancio verso di lei e l'allontano da Gale. La fisso mentre si dimena, le intimo di calmarsi e quando stranamente lo fa le chiedo se era a loro che si riferisse prima.

  • Certo, chi altro vorrei che mi tenessi lontano?

  • Pensi che ti faranno del male? - domando e ancora mi viene da ridere. Questa ragazzina dovrebbe volere che un sacco di gente le stia lontano, a partire da quel serpente del nostro presidente per  finire con me.

  • Lo so, io lo so! Tu non li conosci, non hai visto cosa mi hanno fatto! Se davvero sei qui per salvarmi, ti prego, non farli avvicinare!!

Dopo aver confermato i miei sospetti mi sviene fra le braccia, sopraffatta forse dalle ultime emozioni. annuisco fra me perché so già cosa sta succedendo, l'hanno depistata. Non è forse il passatempo preferito di quel bastardo? Ora non la lascerai più, vero amore? La voce di mamma mi rivela la decisione che inconsciamente ho già preso.

Posso salvarle tutte, mamma? Puoi provarci, David. 





 

 
Dunque ragazze.. ho aggiunto un nuovo personaggio! Spero vi piaccia perché sarà un personaggio importante nel corso della storia e io già lo amo! Presto (più o meno) scopriremo la sua storia:) E niente, volevo solo ringraziarvi per le magnifiche recensioni e dirvi che spero vi sia piaciuto il capitolo! Alla prossima P.S. I prossimi due capitolo saranno (finalmente) POV PEETA & POV KATNISS per la gioia di molte!:) Ciau!
   
 
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