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Autore: ___Page    21/01/2015    5 recensioni
Kami come faceva a essere così sbadato?!?! Come?!?!?!
Come faceva a dimenticarsi sempre in giro il cappello e dove aveva lasciato la camicia, presentandosi a tavola a petto nudo?!
Come faceva a essersi dimenticato del rosmarino?!
Fatto sta che se n'era dimenticato eccome e chi ci aveva dovuto pensare?!
Ma lei ovviamente!!
*Panda Day*
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Perona, Portuguese D. Ace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Benvenuti al Panda Day, il giorno del delirio in cui da un'unica parola nascono fanfiction di ogni genere!

Perché Panda?!
Perché ci serviva un modo veloce per chiamarlo, perché 'Panda Day' suona che è una meraviglia e perché i panda sono carini e coccolosi.

Il meccanismo, se qualcuno vuole partecipare, è semplice.
Ogni settimana sceglieremo una parola aprendo a caso il dizionario e quello sarà il prompt per le varie fanfiction (tutti i generi, tutti i rating, tutti i pairing ma niente long) e basterà scrivere *Panda Day* nell'intro alla storia e il prompt della settimana in piccolo sotto al titolo sempre tra i due asterischi.
E non dimenticate la foto dei Pandaman in basso a destra!

Grazie a tutti e buona lettura!

La parola per mercoledì prossimo è: Civetta



 
AROMA AFRODISIACO
*rosmarino*




 
Si scostò la frangetta con il polso, sbuffando infastidita.
Quanto ce n'era di quel maledetto rosmarino?!
Quella povera piantina stava cominciando a collassare su se stessa e si era arresa a portarla e prepararne un po' per l'essiccatura con l'intenzione di tritarlo in seguito.
Avrebbe voluto lasciarlo lì a crescere esponenzialmente per vedere se quell'imbecille di Ace fosse in grado di accorgersi da solo che l'erba aromatica che LUI aveva piantato si stava autodistruggendo, ma non ce l'aveva fatta.
Quando l'aveva vista così in sofferenza le si era stretto il cuore.
E manco a dirlo Ace non aveva fatto caso nemmeno agli aghi di rosmarino ordinatamente disposti su uno strofinaccio nello stanzino delle scope a essiccare.
Kami come faceva a essere così sbadato?!?! Come?!?!?!
Come faceva a dimenticarsi sempre in giro il cappello e dove aveva lasciato la camicia, presentandosi a tavola a petto nudo?!
Come faceva a essersi dimenticato del rosmarino?!
Fatto sta che se n'era dimenticato eccome e chi ci aveva dovuto pensare?!
Ma lei ovviamente!!
Soffiò infastidita dal naso mentre riaccendeva il tritatutto buttandoci dentro un'altra manciata di rosmarino.
Non sapeva neanche più come aveva fatto a finire in quella casa. Certo l'affitto costava poco ma era stato evidente da subito che Marco e Ace mancassero totalmente di senso pratico.
Eppure lì era andata e ancora ci rimaneva.
La sola spiegazione era che qualcosa in quell’appartamento la rendesse poco lucida ma non fece in tempo a indagare oltre che il rumore della chiave nella toppa la strappò ai suoi pensieri.
-Ciao! Qualcuno è in casa?!-
Assunse un'espressione omicida, preparandosi ad affrontare il suo sorriso.
Il suo perenne costante sorriso che la irritava peggio delle ortiche.
Il suo splendido sorriso mozzafiato da pubblicità del dentifricio.
-oh Voodoo ciao!-
Si girò, masticando un insulto per quel soprannome che si ostinava a darle, e sentì lo stomaco rivoltarsi nel trovarsi di fronte le sue labbra increspate che gli illuminavano il volto lentigginoso.
Ma che aveva da sorridere sempre?!
-Ciao- rispose con il suo miglior tono da bambola assassina.
Lo guardò assumere un broncio lievemente preoccupato mentre si addossava allo stipite della porta della cucina con una spalla.
-Tutto bene?!-
-Sì sto bene- lo liquidò atona tornando a concentrarsi sul rosmarino.
-Che fai?!-
Mandò gli occhi al cielo, infastidita.
Magnifico, era in vena di parlare!
Magnifico davvero!
-Trito delle erbe ma potrei decidere di riservarti lo stesso trattamento sappilo!- lo freddò, girandosi a guardarlo.
Davanti ai suoi occhi sgranati Ace tornò a sorridere.
-Hai il ciclo?!-
Che cosa?!?!
Punto numero uno: che razza di ficcanaso!
Punto numero due: cosa ci trovava di divertente nel ciclo??
Imbecille!
Era un imbecille!
Un imbecille, sbadato, narcolettico, senza memoria e bellissimo, capace solo di fare il cascamorto con tutte le sue amiche e trattare lei come una bambina!
-No ma ho un coinquilino irrecuperabile in compenso!- sibilò, ripulendo furiosamente le mani e avviandosi a grandi passi fuori dalla cucina.
Sgranò gli occhi nel sentire una presa intorno al polso e nel sentirsi risospingere all'indietro, fino ad aderire con la schiena contro il muro del corridoio.
-Ehi!!!- protestò indignata, mente Ace le si parava davanti guardandola con un'espressione che le fece accelerare i battiti.
Che stava facendo?!
Lo guardò portarsi la sua mano al naso ed inspirare per poi accigliarsi.
-Rosmarino?!- domandò perplesso prima di addolcire di nuovo lo sguardo -Ti stavi occupando del mio rosmarino?!-
-Beh se si può definire tuo!- ribatté cercando di suonare acida e non troppo malferma -Ora se mi lasci che ho da f...- cominciò ma le parole le morirono in gola quando l'avambraccio del moro andò a posarsi sul muro accanto al suo viso, bloccandole qualsiasi via di fuga.
-Sai credo di non averti mai ringraziato per tutto quello che fai per me- mormorò, facendola deglutire a vuoto.
E non riuscì a trattenere un verso di sorpresa nel sentire le labbra del ragazzo posarsi sul polpastrello del suo mignolo in un bacio leggero, per poi riservare lo stesso trattamento a tutte le altre sotto il suo sguardo ipnotizzato e interdetto.
Deglutì a vuoto quando Ace si spostò a baciarle il palmo con lentezza esasperante e si ritrovò a boccheggiare quando scese verso il polso e risalì lungo il braccio, fino all'incavo interno del gomito dove si fermò per sollevare lo sguardo e trapassarla con i suoi occhi neri come la pece.
Non sapeva più nemmeno lei cosa stesse succedendo ma smise di pensare, fiondandosi ad immergere le dita tra le ciocche mosse e corvine di Ace non appena lui le lasciò andare la mano.
Gli avvicinò il volto al proprio per poi baciarlo di prepotenza, mordendogli le labbra e inebriandosi del suo bruciante sapore, certa che quel contatto era destinato a finire a breve.
E gemette quando Ace confutò la sua teoria, stringendosela addosso e approfondendo il contatto.
Non sapeva come quella delicata coccola si fosse trasformata in uno sconvolgente amplesso.
Non sapeva come si fosse ritrovata sul letto di lui, sovrastata dal suo corpo.
Per una volta, lei che gli imponeva sempre di mettersi qualcosa addosso almeno mentre mangiavano, gli intimò di togliere la camicia in un ordine che somigliava molto a un'implorazione.
Non riusciva a decifrare lo sguardo di Ace.
E come avrebbe potuto?!
Non sapeva Perona tutto quello che Ace aveva fatto e faceva per lei.
Non sapeva che, quando era il turno di Marco di pulire, lui poi di nascosto le risistemava i trucchi in ordine cromatico dato che il biondo glieli incasinava tutti.
Non sapeva che quando si era beccata quel febbrone da cavallo lui aveva preso ferie solo per tenerla d'occhio.
Non immaginava che l'improvviso desiderio di Ace di piantare del rosmarino dipendedeva dal fatto che lei aveva affermato di adorare il pollo al rosmarino.
Ma non era il momento delle confessioni quello.
Sarebbero arrivate dopo, forse.
Perché se una cosa avevano in comune Ace e Perona era che entrambi credevano che la vita andasse vissuta intensamente, godendosi il momento.
Il qui ed ora.
E non era difficile.
Non era difficile per Perona godersi Ace.
Non era difficile per Ace godersi Perona.
Non era per niente difficile godersi le dita che si incastravano sul materasso, le labbra che si cercavano per marchiarsi la pelle a vicenda, le spinte che si facevano sempre più irruenti e decise.
Ace scese a baciarla tra i seni, inspirando a pieni polmoni il suo profumo di fragola mischiato a quello del rosmarino.
Uno strano accostamento che però lo mandò in tilt.
Strinse la presa sentendosi al limite, per poi lasciare andare mentre Perona, scossa dal piacere se lo trascinava contro la spalla, godendo per le sue urla e tremando per l'orgasmo.
Crollarono esausti e sudati e il moro non perse tempo a trascinarsela sul petto, l'ennesima attenzione che stupì la ragazza.
Sentì che le posava un bacio tra i capelli e si rilassò incapace di opporsi, accarezzandogli il torace scolpito.
-Stasera ti cucino il pollo al rosmarino- mormorò Ace dopo un po'.
La sua voce arrivò a Perona un po' ovattata e distante, segno che si stava addormentando.
Fece un debole tentativo di riscuotersi.
-Devo andare a finire di tritarlo- articolò a fatica.
La presa di Ace aumentò, facendola annegare ancora di più nelle sue calde braccia.
-Più tardi piccola- sussurrò il ragazzo mentre tutti e due si abbandonavano al sonno e l'uno all'altra, avvolti da un invitante aroma di rosmarino.




 
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