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Autore: Persefone3    21/01/2015    7 recensioni
Aderisco con piacere all'iniziativa. Buona Lettura!
Nuova iniziativa : 12 Months Captainswan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gennaio: Ice skater and fire place
 
Mentre Emma lo stava facendo entrare in casa, Killian si sentiva uno stupido. Se c’era una cosa che lo infastidiva era fare figuracce davanti a lei. Ma quando la sua Emma faceva quegli occhi non era in grado di rifiutarle niente.
Era tutto cominciato quella mattina. Era pieno gennaio e la notte aveva portato con sé un’abbondante nevicata. Era domenica ed erano soli in casa. Come sempre avevano passato la notte abbracciati, come se avessero paura che al risveglio non si trovassero l’uno accanto all’altra. Erano stati i raggi di sole che filtravano dalle persiane a svegliare il pirata. Da quando si era fermato a Storybrooke aveva preso familiarità con le comodità del XXI secolo, ma tra tutte amava da impazzire quella trapunta di piume d’oca e i termosifoni autonomi. Il calore che si poteva avere in casa e nel letto era tale che permetteva ad Emma di dormire con dei pigiami leggeri e scollati, cosa che lo faceva impazzire ovviamente. Si avvicinò ancora un po’ al corpo addormentato della Salvatrice. La abbracciò ancora più forte e cominciò ad accarezzarle la nuca.

- Killian, sei già sveglio?
- E non sono solo, credimi – disse facendo aderire ancora il suo corpo a quello di lei per farle capire a cosa stava alludendo – e la colpa è solo tua e dei tuoi pigiami
- Sei incorreggibile! Io ho ancora sonno e il perché non dovrebbe essere un mistero per te … visto che ne sei largamente responsabile.
- Uhm, non mi sembra che tu protesti molto per questa mia insistenza … e poi ieri mi hai dato la buonanotte, che ne dici di darmi un bel buongiorno?

Emma sorrise. La sensualità di quell’uomo era davvero disarmante e non ammetteva repliche. Si girò dalla sua parte, pronta a lasciarsi travolgere ancora una volta. Come Killian vide Emma muoversi, sentì la passione accendersi ancora di più. Stava già pregustando i suoi sensuali baci, quando Emma si alzò improvvisamente dal letto.

- Che succede tesoro? Crudelia ha deciso di sfondarci casa con la sua macchina? – disse ironico ma anche un po’ deluso.
- Ma che dici!? Anzi, vieni a vedere quanta neve è caduta!
- Tesoro, sono un pirata! Adoro l’acqua liquida, non congelata!
- Ma dai! Ho un’idea! Scendiamo e facciamo a pallate di neve! Meglio ancora: ho due paia di pattini! Andiamo al lago!
- Hai cosa?

Emma a volte si dimenticava che quello che era scontato per lei, non lo era affatto per il suo uomo.

- Sono una sorta di scarponcini con una lama sotto, servono a camminare sul ghiaccio!
- Emma scordati che io indossi quegli aggeggi.
- Ti prego, io ho sempre adorato pattinare.

E poi aveva sfoderato il suo famigerato sguardo a cui lui non sapeva proprio dire di no. E quella mattina non fece eccezione.
Si erano alzati, avevano fatto colazione ed erano usciti. Dopo la lunga guerra di neve, avevano comprato due panini da Granny e si erano diretti al lago nel primo pomeriggio. Nonostante la diffidenza di Killian, Emma era riuscita a convincerlo a provare. Gli era stata vicina tutto il tempo e poi all’improvviso il suo cellulare aveva iniziato a squillare. Lo aveva lasciato al massimo per due minuti, ma le gambe del capitano, così salde sul ponte di una nave, non lo erano poi altrettanto sul ghiaccio. Era miseramente caduto faccia avanti. Come Emma aveva sentito il tonfo, si era precipitata da lui preoccupata. Killian aveva un taglio sul viso, dolore a una caviglia e al fianco. Lo aveva immediatamente aiutato a sfilare i pattini ed erano tornati alla macchina per rincasare.  Per tutto il viaggio in macchina si era sentita in colpa, in fondo era stata lei ad insistere. Mentre guidava, non poté fare a meno di notare la smorfia di dolore sul volto del pirata.

- Mi dispiace Killian, è tutta colpa mia. Non avrei dovuto lasciarti così nel bel mezzo della pista.
- No, non dovei lasciarmi lì come un broccolo, ma non fa niente.

Più che con lei, Hook ce l’aveva con se stesso, ovviamente, per la figura poco edificante che aveva fatto davanti ai suoi occhi.
Come giunsero a casa, Emma lo aveva aiutato a sedersi sul divano ed era andata a prendere la cassetta del pronto soccorso. Aveva appena rimesso piede nel salone, quando si accorse che qualcosa non andava: faceva troppo freddo in casa. Andò a controllare il termostato dell’impianto di riscaldamento. Era in tilt e lei non sapeva come rimetterlo a posto. Decise di spegnere tutto per evitare di fare ulteriori danni. Tanto c’era il caminetto.

- Killian torno subito – disse infilandosi il cappotto – l’impianto di riscaldamento ha qualcosa che non va. Per stasera dovremmo adattarci e domani chiamo il tecnico. Vado nel capanno a prendere un po’ di legna così possiamo accendere il camino.

Killian accennò un lieve assenso con la testa.

Non appena Emma rientrò in casa, si precipitò in salotto. Accese il fuoco e si dedicò a medicare le ferite del pirata. Killian era ancora scuro in viso. Emma cominciò proprio dal taglio sul viso. Tirò fuori dalla cassetta un batuffolo di ovatta e ci verso sopra un po’ di acqua ossigenata. Cominciò a tamponare il viso del pirata. Ad ogni passata Killian non poteva fare a meno di accennare una smorfia.

- Spero che non rimanga la cicatrice. Non mi perdonerei mai di aver rovinato il tuo viso, è bellissimo …

Killian prese la mano di Emma e ne fermò i movimenti.

- A proposito di farsi perdonare. Siccome s e sono ridotto così lo devo a te, mi pare ovvio che tu sia in debito con me.
- Suppongo di sì – disse Emma non potendo fare altro che stare al suo gioco.
- Bene, perché stamattina abbiamo lasciato un discorso in sospeso e io voglio assolutamente riprenderlo. – disse Killian con voce bassa e suadente.
- Non mi sembra il momento, Killian. E poi questi si chiamano ricatti … - disse Emma ridendo.
- Tesoro, lo sai che sono un pirata scaltro e che ottengo sempre quello che voglio.

Si avvicinò pericolosamente alle sue labbra e la attirò a sé.

- Ma nelle tue condizioni!
- Amore, avrò forse qualche taglio, ma tutto il resto è intatto. Cosa che non ho potuto dire in altre occasioni, quindi …
- Sei tremendo capitano!
- Non sai quanto!

La baciò con passione e la fece stendere sul confortevole tappeto davanti al camino, lasciarono le loro mani libere di cercarsi e di accarezzarsi, avide e frenetiche.
 Emma si era addormentata da pochi minuti. Aveva recuperato una coperta dall’armadio a muro dell’ingresso e l’aveva portata in salotto. Ci si erano avvolti ed erano rimasti davanti al fuoco. Avevano perfino consumato una frugale cena, prima di perdersi ancora l’uno nell’altra. Killian non poté fare a meno di rimirare quella schiena che solo pochi istanti prima si era incurvata così prepotentemente sotto il peso della passione. E dovette proprio ricredersi: anche non avere i riscaldamenti aveva senza dubbio i suoi vantaggi.   
  
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