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Autore: iris_1998    21/01/2015    0 recensioni
Storia in revisione dal 1° capitolo.
Sakura, Ichigo e Rita sono amiche d’infanzia. Dopo la morte del nonno di Sakura, che si prendeva cura di loro, le ragazze sono costrette a trasferirsi dai fratelli Sakamaki. Ben presto Sakura si ritroverà a scavare nel passato per scoprire il legame che c’è tra le ragazze e i Sakamaki. Non sarà da sola in questa avventura. Tra litigi, feste e amore che succederà?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christa, Nuovo personaggio, Subaru Sakamaki, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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https://www.youtube.com/watch?v=rd3CkD-XmWA
Ero entrata nell'unica stanza che c'era nella torre. Era una stanza molto accogliente, con tutti i mobili lavorati a mano nel legno scurissimo. Andando verso una delle finestre passai accanto ad un armadio. Da una delle finestre presenti nella torre riuscivo a vedere perfettamente il viale delle rose. Guardando fuori, appoggiai una mano, per sbaglio, su un mattone del muro, vicino alla finestra, che apri un nascondiglio piccolo da non poterci entrare ma abbastanza grande da poter nascondere un porta gioielli.
Guardai dentro.
Vidi uno scrigno d'argento. Lo presi e lo appoggiai al tavolo che c'era nella stanza. In quel momento qualcuno mi poso una mano sulla mia spalla facendomi gridare dalla paura.
“Cosa hai da gridare?” mi chiese Subaru ritirando subito la sua mano dalla mia spalla.
Lo guardai male: “Mi hai fatto spaventare, Subaru.”
“È che ci fai nella stanza di mia madre?” disse lui mentre guardavo lo scrigno che era poggiato sul tavolo.
“Sto facendo delle indagini” dissi “Non mi piace la cosa di dover essere presa cura da voi”
“È riguardante cosa, precisamente?” chiese lui girandosi verso di me.
“Ha te che importa?!” dissi io stizzita dal suo comportamento.
“Importa se ficchi il naso nelle cose altrui” disse lui arrabbiato.
Rimasi impalata al mio posto senza saper dire qualcosa. Subaru si avvicinò allo scrigno che avevo appoggiato sul tavolo. Lo guardai prendere la collana con la chiave che portava e infilare la chiave nella serratura dello scrigno. Lo apri. Dentro c'erano due buste.
“A chi sono destinate quelle buste, Subaru?” chiesi avvicinandomi a lui.
“Una per me e l'altra per te.” Disse lui porgendomi la lettera indirizzata a me.
“Me?! Ma se io non conosco neanche tua madre” dissi sorpresa mentre prendevo la lettera dalle sue mani.
“Ma può essere che LEI ti conosceva” disse senza guardarmi. Mi allontanai da lui ed apri la lettera. Quello che ci trovai scritto mi sconvolse.

23 Settembre 2002
Cara Sakura,
ti scrivo questa lettera perchè dovresti sapere la verità su di te. So che lo stai leggendo ora che hai sedici anni e vicino a te, molto probabilmente, c'è mio figlio, Subaru. Non ti posso scrivere tutta la verità sul tuo conto ma una cosa la devi sapere.
Non sei umana, nel senso che non sei un contenitore di sangue come le tue amiche. I tuoi genitori pure non erano umani ma tuo nonno, il signor Sirani, lo era. Tu penserai com'è possibile, vero? Lo devi scoprire da sola la tua vera natura. Per me è molto doloroso non scrivertelo in questa lettera ma ti darò un indizio.
Vai nella biblioteca del figlio di Beatrice, Reiji, e cerca un libro con su scritto " Patina". Lì troverai alcune risposte alle tue domande e anche un accordo stipulato tra tuo nonno e il padre di Subaru.
Spero che scoprirai la tua nature molto presto.
Si forte, Sakura.
Christa.

Ps. Prenditi cura di Subaru. Può sembrare distaccato e freddo ma non lo è. Ti aiuterà.


Quando fini di leggere la lettera la diedi a Subaru, così che leggesse anche lui quello che sua madre mi aveva scritto.
Nel frattempo che Subaru leggeva la lettera, io andai verso l'armadio. La apri. Dentro vi erano moltissimi vestiti. Erano tutti vestiti scuri e belli. Ne presi uno. Era un vestito nero con del pizzo bianco sul corsetto. Lo stavo per mettere dentro l'armadio  quando Subaru si avvicino a me.
“Che c'è?” chiesi mentre tenevo ancora il vestita tra le mani.
“Non riesco a capire” disse lui guardandomi.
“Non riesci a capire cosa?”
Mi girai verso di lui per guardarlo in faccia.
“Quello che mia madre aveva scritto nella tua e nella mia lettera. Vedi le lettere sono simili ma c’è qualcosa cambia. Nella tua lettera c'è scritto che devi andare alla ricerca del libro, invece nella mia, io...
“Tu?” chiesi guardandolo negli occhi rossi che mi facevano uno strano effetto.
“Di darti il permesso di utilizzare i vestiti di mia madre e un’altra cosa che però lo scoprirai un’altra volta” disse Subaru distogliendo lo sguardo da me.
“Grazie”
Subaru annui. Rimisi al posto il vestito e insieme a Subaru usci dalla torre.


“Sakura cosa hai?” domandò Ibuki il mio manager.
“Non ho niente Ibuki” dissi velocemente forse un po’ troppo velocemente.
“Invece ti è successo qualcosa. Lo sai che mi puoi dire tutto perché sono tuo amico e anche il tuo manager”
“Si, lo so ma non voglio parlare. Voglio concentrarmi sul lavoro, Ibuki. Mi scusi signor regista come siamo messi con la scena?”
“Siamo messi bene. Vuoi incominciare, Sakura?” chiese il regista.
“Certo”
Mi posizionai tra i ballerini e la musica partì.

“Bene, abbiamo finito” disse il signore ed io andai a prendere una bottiglia d’acqua. Mi diressi verso la stanza che mi avevano dato per poter cambiarmi. In poco tempo ero già uscita dallo studio e mi dirigevo verso la villa Sakamaki ascoltando la mia canzone.
Da quando avevo letto la lettera che mia madre aveva scritto per me, non staccai mai gli occhi da Sakura. La seguivo ovunque andava. Centri commerciali, concerti, stazioni della radio, show televisivi, ecc. ed ero sempre nascosto nella ombra.
Era passato un mese da quando io e Sakura ci parlammo l'ultima volta. Era lei quella che scappava via appena mi vedeva ma accettava di buon grado le rose che le mandavo. Era un pomeriggio abbastanza noioso quando mi arrivò l'invito per una festa. Ovviamente non era una festa classica che ci andava tutta la famiglia, no. Solo coloro a cui è arrivato l'invito potevano partecipare. Aspettai l'ora di cena per parlare con i miei fratelli e con le ragazze.
Eravamo tutti seduti che mangiavamo. Era arrivato il momento.
“Fratelli per caso vi è arrivato un invito per una festa?” chiesi.
“Per me, Shu e Ayato non è venuto nessun invito” disse Reiji con la sua solita calma.
“Io e Kanato abbiamo ricevuto un invito ad una festa” disse Raito.
“Nel castello Bariton, accompagnati da una ragazza” continuò Kanato felice come un bambino.
Sakura, Ichigo e Rita si guardarono.
“Non penserete di andarci alla festa con noi?” chiese Ichigo.
“Perchè no? Ci divertiremo un mondo alla festa” rispose Raito.
“No, neanche se tu fossi l’ultimo esemplare maschile vivente sulla faccia della Terra”disse Ichigo irritata.
Dopo quella uscita di Ichigo che ferì profondamente l’animo maschile di Raito ci fu una bella discussione tra lei e lui. Quei due sembravano marito e moglie, sposati da più di trent’anni. Io per tutta la serata passai ha guardare Sakura che se n'era accorta e ha sua volta mi guardava. Dopo la cena tutti si ritirarono nelle proprie stanze. O quasi tutti. Trovai Sakura davanti alla mia stanza.
“Che ci fai qui?” le chiesi freddo come il ghiaccio d'altronde stavamo parlando dopo un mese che non ci siamo parlati.
“Sono venuta a chiederti perchè durante la cena non smettevi di guardarmi?” domandò lei di rimando.
“Stavo solo pensando all'invito” dissi “e ha chi far venire con me. Vedi io odio andare alle feste però è un mio dovere andarci, anche se sono il più giovane, a rappresentare mio padre. Visto che alla festa ci vanno Kanato e Raito con le tue amiche, ho pensato di chiederti di venire con me. Se accetti non dovrai preoccuparti dell'abbigliamento che te l'ho farò trovare il giorno stesso della festa”
“D'accordo. Quando sarà la festa?”
“Il 31 ottobre” e detto questo Sakura andò in camera sua.
   
 
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